(1) La mia piccola intelligenza non fa altro che valicare il mare interminabile del Fiat Divino, e come forma le sue onde di luce così mormora il suo linguaggio celeste e divino, e mette fuori i suoi segreti, e con parole arcane si manifesta alla piccola anima mia, e molte volte il mio dolce Gesù esce da dentro quelle onde di luce, corre, mi abbraccia, e mettendosi la mano al suo cuore per sostenerlo, tanto è la foga del suo amore ché sente e parla del suo Volere Santissimo. Onde mentre mi trovavo in questo stato, il mio amato Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia del mio Volere, se sapessi che amore che sento quando mi decido di parlarti del mio Fiat Divino; ogni qualvolta che ti ho parlato di Esso, i Cieli si sono abbassati, tanto era la stima e la venerazione che sentivano, e facendo omaggio a ciò che Io dovevo dire, e abbassandosi, mi sboccavano dalla patria celeste e tutti si mettevano sull’attenti ad ascoltarmi, e mentre Io parlavo sentivano in loro nuove creazioni di Vite Divine, nuove gioie, nuove bellezze. Perché quando si tratta di parlarti di altre conoscenze del mio Fiat Divino, tutto il Cielo sente la potenza di Esso, e fanno a gara ad ascoltare e a ricevere i nuovi effetti di quelle conoscenze. Sicché è stata la festa di tutto il Cielo, quante volte ti ho parlato del mio Volere Santissimo, perché si sentiva raddoppiare la felicità, e solo il Cielo poteva contenere tutti i mirabili effetti, le pure gioie, d’una sola conoscenza del mio Fiat. Così solo potevo parlarti di Esso col Cielo abbassato, per ricevere i suoi atti riverenti e gli omaggi dovuti alla mia Divina Volontà. È tanto l’amore ed il desiderio che sento di farla conoscere, che se fosse necessario, Io m’incarnerei di nuovo per ottenere che la mia Volontà fosse conosciuta e regnasse sulla terra, ma ciò non è necessario, perché avendomi incarnato una volta, la mia incarnazione sta sempre in atto, e tiene virtù di riprodurre gli stessi effetti come se di nuovo m’incarnassi. Ed è stato solo per il decoro del mio Fiat che ti ho scelto, ti ho purificato da ogni germe di corruzione, mi sono rinchiuso nell’anima tua, non solo in modo spirituale ma anche naturale, in modo di servirmi di te come velo per coprirmi, quasi come me ne servì della mia Umanità come velo per nascondere la mia Divinità, e per averti a mia disposizione ti ho segregato da tutto, ti ho confinato dentro d’un letto e per sì lunghi anni, per darti le sublimi lezioni sul mio eterno Fiat e farti bere a sorsi a sorsi le sue conoscenze e la sua Vita. La storia lunga di Esso richiedeva tempo per narrartela e fartela comprendere. Io posso dire che ho fatto di più della Creazione e Redenzione, perché il mio Volere racchiude l’una e l’altra, ed è principio e mezzo di esse, e sarà fine e corona della Creazione e Redenzione, in modo che senza della mia Volontà, non conosciuta né regnante e dominante sulla terra, le nostre opere saranno opere scoronate ed incompiute, ecco perciò tanto interesse di farla conoscere. Le nostre stesse opere fatte con tanto amore e magnificenza stanno sotto l’incubo d’un gemito inenarrabile, e quasi sotto d’una umiliazione profonda, perché la Vita, la sostanza essenziale che nascondono, non è conosciuta ancora, si conoscono i veli, l’esteriorità della Creazione e Redenzione, e la Vita che nascondono è ignorata; come possono dare la Vita che nascondono ed i beni che posseggono? Perciò le nostre opere sospirano, reclamano i loro giusti diritti, che sia conosciuta la mia Divina Volontà. Ah! sì, Essa sola sarà la gloria, la corona imperitura, ed il compimento delle opere nostre. Or tu devi sapere che Io mi trovo in te nascosto, col dolore nel cuore, come mi trovavo negli ultimi anni, quando la mia Umanità viveva quaggiù sulla terra, ed Io, Verbo del Padre, ero nascosto in Essa. Dopo tanti sacrifici, dopo tanto mio dire ed esempi dati, guardavo la terra, guardavo i popoli, e anche quelli che mi circondavano, senza gli effetti della mia venuta sulla terra, i frutti, i beni della mia venuta sulla terra scarseggiavano tanto, che il mio cuore era torturato nel sentirmi respingere i tanti beni che volevo darli, ed accresceva il mio dolore che vedevo che avendo compiuto nella mia Umanità ciò che dovevo fare per redimerli, stavo per ripartire per il Cielo. Com’è doloroso voler far del bene, anche a costo della propria vita, e non trovare a chi dare questi beni. Ora così mi trovo in te, guardo i miei ed i tuoi sacrifici, guardo l’ordine che ho tenuto, le tante lezioni che ti ho dato, bastante a far conoscere la mia Divina Volontà, per formare il suo regno, e se non finisco di dire è perché la sua storia è eterna, e ciò che è eterno tiene il suo dire eterno, che non finisce mai, e che il dire sul mio Fiat si eternerà nel Cielo. Guardo quelli che ti circondano e che sanno ciò che riguarda il mio Volere senza vero interesse di far conoscere un tanto bene, guardo la tua stessa umanità che mi serve come cattedra dove impartisco le mie lezioni, e che tu stessa non puoi negare che mi senti in te sensibilmente muovere, parlare, soffrire, e che sto proprio in te per formare il mio regno e farlo conoscere; e mentre ti guardo veggo che neppure la tua umanità deve stare a lungo sulla terra, ed il mio cuore sente le strette del dolore ché il gran bene che vuol fare la mia Divina Volontà neppure è conosciuto, le sue conoscenze sono come sepolte e che mentre vogliono dar vita, felicità, luce, restano come carcerate tra Me e te, e nelle carte che con tanta tenerezza d’amore ti ho fatto scrivere. Perciò figlia mia compatisce al mio dolore, adora le mie disposizioni nel tenerti ancora sulla terra; lo so che ti è molto duro ed Io ti compatisco, e mentre ci compatiremo a vicenda, facciamo quanto è da noi per far conoscere la mia Divina Volontà”.
(3) Dopo di ciò stavo facendo i miei atti nel Voler Divino, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, il mio Fiat tiene il suo atto primo nella nostra Divinità, il suo atto primo nella Creazione e Redenzione ed in tutte le cose, e perciò tiene il giusto diritto di dominare tutto e di coinvolgere tutti, e di essere la prima ruota, che movendosi, tutto muove intorno a sé e le girano intorno. Sicché chi prende la mia Volontà come vita prende tutto, e come la prima ruota si muove, così tutte le cose si danno all’anima, tanto che non ha bisogno di chiedere, tutte come girano intorno al mio Volere si danno a lei. Perciò la cosa più necessaria è prendere la mia Divina Volontà, e se ciò ha fatto, ha fatto tutto, e ha preso tutto, tutto è suo. Succede come ad una macchina, se si muove la prima ruota del centro di essa, le ruote secondarie tutte girano, ma se non si muove la prima ruota, tutte restano ferme, e non vi è potenza o artefice che tenga virtù di muovere le ruote secondarie, ma se muove la prima, da per sé stesse le altre girano e fanno i loro ufficio. Perciò l’attenzione e l’arte dev’essere per la prima ruota, tutto il resto viene da sé. Tale è la mia Volontà, chi la possiede non ha bisogno di nulla”.