(1) Continuando il mio solito abbandono nel Fiat Divino, mi sentivo impensierita sulle privazioni del mio dolce Gesù. Oh! come la povera anima mia gemeva sotto il peso infinito d’un dolore che fa dire a tutte le cose create: “Dov’è il tuo Gesù? Colui che tanto ti amava? Ah! tu senti che tutto sostiene, tocchi la sua bellezza che ha sfiorata su tutta la Creazione, vedi la sua immensità che non puoi raggiungere, questo che tu vedi non sono altro che le orme dei suoi passi, che al suo passaggio impresse su tutte le cose da Lui create, ma non è qui, e tu corri, cercalo, e noi tutti ti accompagneremo gemendo insieme con te, per farti trovare Colui che tu vuoi”. Ed io mi sento che tutti mi parlano di Gesù con note dolenti, che facendo eco nel mio povero cuore, e straziato da un dolore che io stessa non so dire, ed era tanta l’impressione come se volessi uscire dal mio solito stato. Ma in questo mentre, il mio amabile e buon Gesù mi ha sorpresa, e gettandomi le braccia al collo mi ha detto:
(2) “Figlia mia, che c’è? Che c’è? Quietati, quietati. Come, vuoi tu forse uscire da dentro l’esercito della mia Divina Volontà? Guarda che esercito ordinato, formidabile e numeroso, che schierandosi nell’anima tua non ti riuscirà facile uscire. Ma sai tu chi è quest’esercito? Tutte le conoscenze sulla mia Divina Volontà, perché Essa, avendosi formata la sua reggia in te, non poteva stare, né era decoroso stare senza il suo esercito. Questo esercito l’abbiamo uscito dal nostro seno divino per corteggiare, difendere, e stiano tutti sull’attenti, per far conoscere a tutti chi è il nostro Fiat, il loro re divino, come vuol scendere con tutto il suo esercito celeste in mezzo ai popoli per combattere l’umano volere, ma non con le armi che uccidono, perché in Cielo non ce ne sono queste armi micidiali, ma con le armi di luce che combattono per formare la Vita del mio Volere nelle creature. Or tu devi sapere che le armi di questo esercito sono gli atti fatti nella mia Divina Volontà, guarda com’è bello! La reggia è la luce del mio Fiat! Il Re che domina è il mio Volere! Il Ministero la Trinità Santissima, l’esercito le sue conoscenze, le armi gli atti tuoi fatti in Esso. Perché come tu avevi il bene di conoscere una sua conoscenza e operavi in virtù di essa, nel mio Fiat formavi le armi nelle mani di ciascuna conoscenza, per dar la vita di essa alle altre creature. Ma non è tutto ancora, ogni conoscenza possiede un’arma diversa l’una dall’altra, sicché ogni conoscenza che ti ho fatto sulla mia Divina Volontà, possiede un’arma speciale e distinta, chi possiede l’arma della luce per illuminare, riscaldare e fecondare il germe del mio Fiat; chi possiede l’arma della potenza vincitrice che domina ed impera, chi l’arma della bellezza che rapisce e conquide, chi l’arma della sapienza che ordina e dispone, chi l’arma dell’amore che brucia, trasforma e consuma, chi l’arma della fortezza che atterra, fa morire e fa risorgere nel mio Volere Divino; insomma, ogni mia conoscenza è un soldato divino, che manifestandosi all’anima tua si ha fatto mettere nelle loro mani, da te, l’arma di ciascun ufficio che posseggono. Guarda che ordine che tengono, come sono attenti al loro ufficio, e a maneggiare l’arma che ciascuno possiede per disporre e formare il popolo del regno del mio Fiat Divino. Questo esercito e queste armi posseggono la virtù prodigiosa dell’infinito, in modo che si diffondono ovunque, e dove c’è una luce, anche piccola, nelle creature, combattono con armi di luce contro le tenebre dell’umano volere, per eclissarlo e darle la Vita del mio Fiat, e dove c’è un germe di potenza o di forza, corre il soldatino divino con la sua arma della potenza e della forza per combattere la potenza e forza umana, e far risorgere la potenza e la forza della mia Divina Volontà. A tutti gli atti umani, questo esercito tiene l’arma opposta per combatterli, per far risorgere sopra dell’atto umano l’atto del mio Volere Divino. Quindi figlia mia, è necessario che tu rimanga nella mia Divina Volontà per formare armi sufficienti, coi tuoi atti fatti in Essa, al grande esercito delle sue conoscenze. Se tu sapessi come questo esercito aspetta con ansia le armi degli atti tuoi nelle loro mani per muovere battaglia e distruggere il povero regno dell’umano volere, ed edificare il Regno nostro di Luce, di Santità e di felicità! Molto più che Io sto in te, nella gran reggia della mia Divina Volontà, in mezzo al mio esercito col continuo consiglio del ministero delle Divine Persone, come riproduttore delle opere nostre, perché Noi siamo l’Essere operante e dove stiamo vogliamo operare sempre, senza mai cessare. Quindi è di necessità che tu resti sempre nel nostro Fiat per unirti a Noi nel nostro continuo operare, e darci il campo di sempre operare in te, perché è proprio questo il segno dell’operato divino: Operare sempre, sempre, senza mai cessare”.
(3) Dopo ciò ha fatto silenzio. E poi con un’enfasi più tenero ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, se tu sapessi la foga del mio amore che sento, perché voglio stabilire il regno della mia Divina Volontà sulla terra, per realizzare l’unico scopo per il quale fu creato l’uomo. Perciò tutto ciò ch’è stato fatto dalle Divine Persone, dacché fu creato il mondo e quello che faremo, il nostro principio sarà sempre quello, né lo smetteremo giammai, che l’uomo ritorni nell’eredità che ci respinse del regno del nostro Fiat. Tanto che nella mia stessa incarnazione, quando scesi dal Cielo in terra, il primo scopo fu il regno della mia Divina Volontà, i primi passi li rivolsi nel regno di Essa, cioè nella mia Madre Immacolata che lo possedeva; la mia prima dimora fu nel suo seno purissimo, in cui il mio Fiat teneva il suo dominio assoluto, ed il suo regno integro e bello, ed in questo regno del mio Volere che possedeva la mia Mamma Celeste, incominciai e formai la mia Vita quaggiù, di pene, di lacrime, e di espiazioni. Io lo sapevo, che dovevo essere il Gesù negletto, non amato, né cercato, ma volli venire perché vedevo attraverso i secoli che la mia venuta sulla terra doveva servire a formare il regno del mio Voler Divino, e per necessità dovevo prima redimerli per avere il mio primo scopo. Ed Io fin d’allora scendevo dal Cielo per venire a trovare, cercare e stringere al mio seno i figli del regno mio, che mi avrebbero cercato, amato, riconosciuto, fino a giungere a non poter stare senza di Me, e perciò in ciò che Io facevo e soffrivo, Io ci mettevo un segno e dicevo: Qui aspetterò i figli del mio Volere, li abbraccerò, ci ameremo d’un solo amore, con una sola Volontà. E per amor loro, le pene, le lacrime, i passi, le opere, mi si cambiavano in refrigerio, in gioia per il mio cuore affogato d’amore. Figlia mia, non senti tu stessa che non puoi stare senza di Me? E quando leggeranno nel mondo queste carte, resteranno strabiliati nel sentire la lunga catena delle mie grazie, le mie giornaliere venute e per sì lungo tempo, ciò che non ho fatto a nessun’altro, le mie lunghe conversazioni che ho fatto con te, i tanti insegnamenti che ti ho dato, e tutto ciò che doveva servire al regno della mia Divina Volontà. Sentivo l’irresistibile bisogno di riprendere e rifare con te tutte le conversazioni, di darti le grazie e gli insegnamenti che avrei fatto coll’Adamo innocente se non avesse respinto la preziosa eredità del mio Fiat; spezzò il mio dire e mi ridusse al silenzio, e dopo seimil’anni di silenzio, sentivo l’estremo bisogno di riprendere il mio dire con la creatura. Oh! come era doloroso contenere tanti segreti nel mio cuore, che dovevo confidarle, e solo per lei erano riserbati questi segreti, non per altri, e se sapessi quanto mi è costato il tacere per sì lungo tempo! Il mio cuore era soffocato e delirante ripeteva sommessamente: Ahimè! creai l’uomo per avere con chi parlare, ma doveva possedere la mia Divina Volontà per intendermi, e siccome me la respinse, mi ha reso il Dio taciturno; che dolore che sento! Che amore soffocato che mi faceva venir meno e deliravo! Perciò non potendo durarlo più a lungo, l’ho voluto rompere con te, ho spezzato il mio lungo silenzio, e quindi la necessità della foga del mio dire sì a lungo e spesso e ripetuto. E mentre mi sfogo con te nel dire, mi sento come se ora stesse dando principio alla Creazione, e perciò in queste carte ti sto facendo scrivere il perché vero della Creazione, che cosa è la mia Volontà, il suo valore infinito, come si deve vivere in Essa, il suo Regno e come vuol regnare per rendere tutti santi e felici. Tutti resteranno sorpresi nel leggere queste carte, e sentiranno il bisogno che il mio Fiat viva in mezzo a loro. La Divinità sente un’irresistibile necessità di completare l’opera della Creazione, e questa sarà completata col regnare la nostra Divina Volontà in mezzo alle creature. Che farebbe una creatura se dopo che ha fatto un’opera con sacrifici inauditi e per lungo tempo, opera che le costa la vita, opera di valore incalcolabile, e solo che le mancasse un punto, una sfumatura, un colore, non può completare l’opera che le cosa tanto? E per quanto bella la sua opera, per quanto preziosa e di valore incalcolabile, che formerebbe la sua fortuna, la gloria e la sua felicità completa, non può presentarla al pubblico né può dire ch’è opera compiuta perché manca un punto. Per questa tale la vita si cambierebbe in dolore, e sentirebbe il peso della sua opera, bella sì, ma non compiuta, e perciò si sente infelice ed invece di gloria si sente umiliata, e quali sacrifici non farebbe? Metterebbe la vita per mettere quel punto per fare compiuta l’opera sua. Tale ci troviamo Noi; nulla manca all’opera nostra della Creazione, cieli, soli, opere e magnificenza d’ogni specie, ma manca un punto, ma punto che mi sfigura un’opera sì bella, ma questo punto è il più importante, è la sfumatura più bella, è il colore più vivo che manca alla Creazione; tutti e tutto vivono nel mio Fiat, ma un punto di essa, cioè l’umana famiglia, è fuori di Esso, fuori del mio regno e vive infelice. Qual dolore! C’è posto per tutti nel mio Volere, eppure c’è chi vive fuori. Oh! come ce la sfigurano e ce la rendono incompleta. E che cosa non faremmo per vederla compiuta? Qualunque sacrificio figlia mia, tutto siamo disposti a fare; già ho messo la mia Vita nella Redenzione per mettere questo punto all’opera creatrice. E quando conosceranno che significa Volontà di Dio, il gran bene che può fare, e come a Noi l’unica cosa che più c’importa è mettere in salvo i diritti del nostro Fiat Divino e farlo regnare, per vedere tutti felici nella Volontà nostra, della nostra stessa felicità, non più si meraviglieranno di leggere in queste carte ciò che ti ho detto e fatto di grande nell’anima tua, anzi diranno: “Ad una Volontà sì santa che tutto ha fatto, era giusto che ci voleva questo sfoggio di grazie e tanti insegnamenti sublimi, per farcela comprendere, amare e sospirare, in chi doveva fare il primo deposito del suo Regno”. Perciò sii attenta perché si tratta di dare i diritti ad una Volontà Divina, per rendere completa l’opera della Creazione”.