MaM
Messaggio del 7 novembre 1983:Non confessatevi per abitudine, per rimanere come prima, senza alcun cambiamento. No, così non va bene. La confessione deve dare un impulso alla vostra vita, alla vostra fede. Deve stimolarvi ad avvicinarvi a Gesù. Se per voi la confessione non significa questo, in verità vi convertirete molto difficilmente.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 26-16 Giugno 14, 1929 Conti con Gesù. L’anima banco della Divina Volontà. Ricordi indimenticabili. L’eden.

(1) Stavo seguendo il mio giro nel Fiat Supremo, e la mia piccola mente giunta nell’eden stava dicendo: “Maestà adorabile, vengo innanzi a te per portarti il mio tenue interesse del mio ti amo, ti adoro, ti glorifico, ti ringrazio, ti benedico, per darti il mio piccolo interesse ché mi hai dato un cielo, un sole, un’aria, un mare, una terra fiorita e tutto ciò che hai creato per me. Tu mi dicesti che ogni giorno vuoi fare i conti con me e ricevere questo mio tenue interesse per starci sempre d’accordo, e tenere al sicuro nel piccolo banco dell’anima mia tutta la Creazione datami da Te come piccola figlia del tuo Volere”. Ma mentre ciò facevo, il pensiero mi ha detto: “Ma come puoi tu soddisfare ad un’interesse sì grande? E poi, che gran che è un tuo ti amo, ti adoro, ti ringrazio?” Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, questo fu un’accordo tra Me e te, che Io mettevo nel banco dell’anima tua la Creazione tutta, e tu dovresti darmi l’interesse di riempirla col tuo ti amo, ti adoro, ti ringrazio; e siccome ti vide impacciata di un capitale sì grande, e temendo volevi respingermi il gran dono, Io per incoraggiarti a riceverlo ti dissi: “Mi contento d’un tenue interesse, e faremo i conti tutti i giorni qui nell’eden, così staremo d’accordo e sempre in pace, e tu non starai in pensiero che il tuo Gesù ha messo nel banco tuo un capitale sì grande”. E poi, non sai tu il valore d’un ti amo nella mia Divina Volontà? Essa riempie il cielo, il sole, il mare, il vento, dovunque stende la sua Vita, onde come tu dici il tuo ti amo, ti adoro e tutto il resto che puoi dire, il mio Fiat stende il tuo ti amo nel cielo, ed il tuo ti amo si fa più esteso del cielo; il tuo ti adoro si stende nel sole, e si fa più largo e più lungo della sua luce; il tuo ti glorifico si stende nel vento, e gira per l’aria, per tutta la terra, ed i suoi gemiti, le ondate di vento, ora carezzevole e ora impetuose, dicono ti glorifico; il tuo ti ringrazio si stende nel mare e le gocce dell’acqua, ed i guizzi dei pesci dicono: ti ringrazio, ed Io veggo il cielo, le stelle, il sole, il mare, il vento, riempiti del tuo ti amo, delle tue adorazioni e simile e dico: “Come sono contento che tutto ho messo nel banco della piccola figlia del mio Volere, perché lei mi paga l’interesse da Me voluto, e siccome vive in Esso, mi dà un’interesse divino ed equivalente, perché il mio Fiat stende i suoi piccoli atti e li rende più estesi di tutta la Creazione”. Ed Io quando ti veggo venire nell’eden per darmi il tuo tenue interesse, ti guardo e veggo in te la mia Divina Volontà raddoppiata, una in te e l’altra in Me, mentre è una, e mi veggo pagare l’interesse dalla mia stessa Volontà, ed Io ne resto soddisfatto, ed oh! come sono contento nel vedere che il mio Fiat ha dato virtù alla creatura di farsi raddoppiare, per farla soddisfare al suo Creatore. Figlia mia, quante cose indimenticabili ci sono in questo eden: Qui il nostro Fiat creò l’uomo e sfoggiò tanto in amore, che a torrente si riversò sopra di lui, tanto che sentiamo ancora il dolce mormorio con cui ci riversavamo sopra di lui; qui cominciò la Vita del nostro Fiat nella creatura, ed il dolce e caro ricordo degli atti del primo uomo fatti in Esso, questi atti esistono tutt’ora nel nostro Volere e sono come pegni, che lui rinasca per riavere il regno del nostro Fiat; in quest’eden c’è il doloroso ricordo della caduta dell’uomo, l’uscita che fece dal nostro regno, sentiamo ancora i passi quando uscì dal nostro Fiat Divino, e siccome questo eden era stato dato a lui affinché vivesse in esso, perciò fummo costretti a metterlo fuori, ed avemmo il dolore di vedere l’opera a Noi più cara, senza regno suo, ramingo e dolorante, l’unico nostro sollievo furono i pegni degli atti suoi rimasti nel nostro Volere, questi chiamavano i diritti dell’umanità a rientrare da dove uscì. Ecco perciò ti aspetto nell’eden per ricevere il tuo tenue interesse, per rinnovare ciò che facemmo nella Creazione, e ricevere il ricambio d’un tanto amore, non compreso dalle creature, e per trovare un amoroso pretesto di dare il regno della nostra Divina Volontà. Perciò voglio che sia anche a te caro questo eden, affinché ci preghi, ci pressi che ritorni il principio della Creazione, la Vita del nostro Fiat, in mezzo all’umana famiglia”.