MaM
Messaggio del 25 settembre 1995:Cari figli! Oggi v'invito ad innamorarvi del Santissimo Sacramento dell'altare. Adoratelo, figlioli, nelle vostre parrocchie e così sarete uniti con tutto il mondo. Gesù vi diventerà amico e non parlerete di lui come di qualcuno che appena conoscete. L'unità con Lui sarà per voi gioia e diventerete testimoni dell'amore di Gesù, che ha per ogni creatura. Figlioli quando adorate Gesù siete vicini anche a me. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1938

35-26 Gennaio 2, 1938 Nel Voler Divino, le miserie, le debolezze, si cambiano nelle più belle conquiste. Tutto ciò che si fa nel Voler Divino, viene formato primo in Cielo.

(1) Continuo il mio volo nel Voler Divino, e pensavo tra me: “Il vivere nel Volere Divino dà dell’incredibile, come si può vivere in Esso, se sono tante le miserie, le debolezze che si sentono, gli incontri, le circostanze, che per quanto si sentono, pare che il Voler Divino con la sua luce vuole investire tutto, e col suo amore tutto bruciare, per fare che tra la creatura e Lui nulla deve esistere che non sia Volontà sua e amore”. Ma mentre ciò pensavo, il mio caro Gesù, che sta come alla vedetta per spiare, per vedere se passa ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

35-27 Gennaio 7, 1938 Chi vive nel Voler Divino forma il rifugio della Vita della Divina Volontà. Il ti amo, refrigerio dell’amor divino. Come Dio si sente obbligato verso chi vive in Esso.

(1) La mia povera mente scorreva nel Voler Divino, e vedevo le ansie, i desideri, il contento che prova nel vedere la creatura che vuol fare vita insieme, per amarlo col suo stesso amore, e se non sa fare altro, per raccogliere nell’anima sua le sue ansie, i suoi sospiri ardenti, e dirgli: “Sono qui con Te, non ti lascerò mai solo, per quietare le tue ansie d’amore e per renderti contento”. Ma mentre ciò pensavo, il mio caro Gesù, la dolce mia vita, visitando la piccola anima mia, ed era tanto il suo amore come se volesse scoppiare il suo cuore adorabile, mi ha detto:

(2) “Figlia mia carissima, Cieli e terra, creature tutte, sono tutti involti e come racchiusi nell’intensità del nostro amore. Il nostro Volere scorre con tale rapidità in ogni fibra, in ogni atomo, in ogni istante, con tale velocità e pienezza, che non resta nulla, neppure un respiro che non sia Vita di Volontà sua, ed il nostro amore ama ardentemente, ma con tale ardore, che sente il bisogno di chi porti un piccolo refrigerio all’immensità del suo amore. Ora, vuoi sapere chi può dare un refrigerio all’intensità, totalità e pienezza del nostro amore? Il ti amo della creatura, e quante più volte lo dice, tanti refrigeri ci porta. Questo ti amo entra nelle nostre fiamme, ce le spezza, le solleva, le quieta, e come il più dolce ristoro dice: Ti amo, ti amo; amate perché volete amore, ed io sono qui ad amarvi. Questo ti amo si fa via nella nostra immensità e vi forma il suo posticino, il piccolo spazio dove mettere il suo ti amo, sicché il ti amo della creatura è l’appoggio del nostro, il nostro ristoro, la quiete del nostro amore per non farlo troppo delirare.

(3) Figlia mia, amare e non essere amato è come se si volesse impedire il corso al nostro amore, restringerlo in Noi stessi e farci sentire tutta la pena e la durezza del nostro amore non riamato, e perciò andiamo trovando chi ci ama. E’ così dolce e refrigerante per Noi il ti amo di esse, che chi sa che le daremmo per averlo. Vedi dunque, in chi vive nella nostra Volontà troviamo il rifugio della nostra Vita, e non facciamo altro che scambiarci vita continuamente: Essa ci dà la sua, e Noi diamo la nostra. In questo scambio di vita troviamo chi riceve la nostra e ci dà la sua, possiamo mettere del nostro, fare quello che vogliamo, ci sentiamo Dio qual siamo. Quindi il vivere nel nostro Volere ci serve di rifugio, teatro delle nostre opere, refrigerio del nostro amore, ricambio di tutta la Creazione, non vi è cosa che non troviamo in essa, perciò l’amiamo tanto, che ci sentiamo obbligati a dare quello che vuole; e ogni atto in più che fa in Esso, tanto più ci stringe, tante catene di più aggiunge. E sai tu che cosa ci dà per farci restare obbligati? La nostra Vita, le nostre opere, il nostro amore, la nostra stessa Volontà; e ti pare poco? Quello che ci dà è tanto esuberante, che se non fosse che teniamo in nostro potere, potenza che tutto possiamo fare, ci mancherebbero i mezzi per disobbligarci, ma il nostro amore che non si fa mai vincere e superare dall’amore della creatura, va trovando nuovi ritrovati, inventando nuovi stratagemmi, fino a ridare tante volte la nostra Vita per disobbligarsi con la sua amata creatura; e nella sua enfasi d’amore dice: “Come sono contento che vivi nel mio Volere, sei la mia gioia, la mia felicità, tanto che mi sento come obbligato a darti l’aria per respirare, e siccome mi sento obbligato respiro insieme. Il sole te lo porto nelle mie mani, la sua luce, ma non ti lascio sola, resto con te. Sicché non vi è cosa, acqua, fuoco, cibo e tutto il resto, che non te lo porti con le mie mani, perché mi sento obbligato e voglio restare insieme per vedere come lo prendi; voglio fare tutto da Me. E se mentre prende mi dice: “Prendo tutto nella tua Volontà perché ti amo; voglio amarti e glorificarti col tuo stesso Volere”. Oh! allora chi può dirti i refrigeri che mi dà, e cerca di disobbligarsi con Me, ed Io la faccio fare, ma dopo ritorno con le mie improvvisate d’amore. Perciò ti raccomando rendermi contento di vivere sempre a cuore a cuore, e affiatata con la mia Volontà, saremo felici e contenti tu ed Io”.

35-28 Gennaio 10, 1938 La prima predica che fece il piccolo Re Gesù, ai bambini d’Egitto.

(1) Stavo facendo il giro nel Fiat Divino, ed oh! come sospiro che nessun atto mi sfugga di quello che ha fatto, tanto nella Creazione quanto nella Redenzione. Mi pare che mi manca qualche cosa, se tutto ciò che ha fatto io non lo riconosco, non lo amo, non lo bacio, non me lo stringo al cuore, come se fosse mio. Ed il Divino Volere resterebbe come scontento, se chi vive in Esso non conosce tutti gli atti suoi, e non trova in tutto ciò che ha fatto il piccolo ti amo di chi tanto ama; e non vi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

35-29 Gennaio 16, 1938 La Divina Volontà negli atti suoi chiama la creatura per farne il dono delle sue opere. Scambio di volontà tra le creature e Dio.

(1) Il Voler Divino mi sta sempre d’intorno, e ora mi chiama, ora mi stringe al suo Seno di luce, e se rispondo alla sua chiamata, se lo scambio col mio amplesso, mi ama tanto e mi vuol dare tanto, che io non so dove mettere quello che mi vuol dare; ed in mezzo a tanto amore e liberalità io resto confusa, e amo quel Santo Volere che tanto mi ama. Ora, il mio dolce Gesù, visitando la piccola anima mia, con tenerezza indicibile mi ha detto:

(2) “Figlia del mio Volere, tu devi sapere che ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

35-30 Gennaio 24, 1938 Come Nostro Signore partì al Cielo e restò in terra, nei Tabernacoli, per ultimare il Regno della Divina Volontà. Chi vive nel Voler Divino può dire come Gesù: Parto e resto.

(1) Il mio volo nel Voler Divino continua, e mentre stavo facendo la visita a Gesù in Sacramento, volevo abbracciare tutti i tabernacoli e ciascun’Ostia Sacramentale, per far vita insieme col mio prigioniero Gesù, e pensavo tra me: “Che sacrificio, che lunga prigionia, non di giorni, ma di secoli, povero Gesù, ne fosse almeno contraccambiato!” Ed il mio amato Gesù, visitando la piccola anima mia, tutto immerso nelle sue fiamme d’amore mi ha detto:

(2) “Figlia mia buona, la mia prima prigione fu l’amore, m’imprigionò tanto, che non avevo libertà né di respirare, né di palpitare, ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

35-31 Gennaio 30, 1938 Chi vive nel Voler Divino, tutto ciò che fa acquista la natura Divina. Il vero ricambio di tutta la Creazione.

(1) La mia povera mente nuota nel mare del Voler Divino, il suo mormorio è continuo, ma che cosa mormora? amore, anime, luce che vorrebbe investire, che vorrebbe regnare in ciascuno dei figli suoi; ed oh! quali stratagemmi d’amore usa per farli rientrare nel seno della sua luce, da dove uscirono. E nel suo dolore dice: “Figli miei, figli miei, fatemi regnare, ed Io vi darò tanta grazia, da riconoscervi che siete i figli del vostro Padre Celeste”. Ma mentre la mia mente si perdeva in questo mare divino, il mio caro Gesù, la dolce mia vita, ha rinnovato ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

35-32 Febbraio 7, 1938 Come Dio non ama lo sforzo ma la spontaneità. Sfogo che il Voler Divino farà in chi viva in Esso. La Creazione non è finita.

(1) Sono sotto l’impero del Voler Divino, la sua virtù creatrice ha tale forza, che fa sentire il suo dolce impero sulla povera creatura, che dolcemente, non forzata, s’accorda col Fiat e le dà ampia libertà di fare quello che vuole di essa, anzi gli dice: “Come mi sento onorata che dell’essere mio vuoi farne un portento; ma tanto, che vuoi usare la tua forza creatrice e operatrice nella povera anima mia”. Ma mentre la mia mente era immersa nel ricevere la virtù creante del Fiat Divino, il mio sempre amabile Gesù, sorprendendomi con la sua breve visitina, con amore indicibile mi ha detto:

(2) “Figlia del mio Volere, come è bello il mio Fiat nell’operare con la sua virtù creatrice, tu hai visto che non usa la violenza, ma la dolcezza, ma dolcezza irresistibile più forse della stessa violenza. Con la sua dolcezza imbalsama la creatura, le fa sentire il bello del Divino, in modo che lei stessa dice: “Fa presto Voler Santo, non più indugiare; mi sento languire se non ti veggo in me che operi con la tua virtù creatrice”. Figlia mia, le cose, una volontà sforzata, non ci ha piaciuto mai, anzi neppure le vogliamo, danno molto di umano e non si accordano né col nostro amore, né con le nostre opere, dove tutto è spontaneità e Volontà piena, che lo vogliamo, sospiriamo di fare il bene e lo facciamo, e perciò lo facciamo con tale pienezza d’amore e di grazia, che nessuno ci può raggiungere. Tanto che se non vediamo la spontaneità, la volontà che vuol ricevere il bene che vogliamo fare in essa, non facciamo nulla; al più aspettiamo, facciamo sentire i nostri sospiri, le nostre ansie, ma non ci moviamo ad operare se prima non vediamo che con amore vuol ricevere l’operato del suo Creatore.

(3) Ora, tu devi sapere che ad ogni atto che la creatura fa nel nostro Volere, così va crescendo la sua Vita in essa, e quando giunge alla pienezza che tutto è Volontà mia in lei, allora incominciamo lo sfoggio del nostro amore, delle nostre grazie, in modo che in ogni istante le diamo nuovo amore e nuove grazie sorprendenti; mettiamo fuori le nostre pompe divine, lo sfarzo, il lusso dei nostri stratagemmi d’amore; tutto ciò che le facciamo porta l’impronta dell’abbondanza del suo Creatore. Quando l’anima è piena della nostra Volontà Divina non badiamo più a nulla, ciò che teniamo diamo, e ciò che vuole è suo. E’ tanto il lusso che facciamo, che in ogni suo atto facciamo scorrere una nota delle nostre musiche divine, affinché neppure la nostra musica ci manchi in essa, ed essa spesso ci fa le belle sonatine delle nostre note divine, ed oh! come ci sentiamo felicitare, armonizzare le nostre armonie, i nostri suoni divini. Tu devi sapere, per chi vive nella nostra Volontà, superiamo il lusso, la pompa, lo sfarzo, la sontuosità che avemmo nella Creazione; tutto fu abbondanza, abbondanza di luce che nessuno la può misurare, estensione di cielo, lusso di bellezze, ornato con tante stelle. Ogni cosa creata veniva creata con tale abbondanza, investita con tale sfarzo di lusso, che nessuna può avere bisogno dell’altra; anzi tutti possono dare, senza bisogno di ricevere. La sola volontà umana mette i limiti, le strettezze alla creatura, la getta nelle miserie, ed impedisce ai miei beni di darsi a loro. Perciò con ansia aspetto che la mia Volontà sia conosciuta, e che vivano in Essa, e allora farò tale sfoggio di lusso, ogni anima sarà una nuova creazione, bella, ma distinta l’una dall’altra. Mi divertirò, la farò da artefice insuperabile, metterò fuori la mia arte creatrice. Oh! come l’aspetto, lo voglio, lo sospiro. Perciò la Creazione non è finita, tengo da fare le opere più belle. Perciò figlia mia fammi lavorare, e sai quando lavoro? Quando ti manifesto una verità sulla mia Divina Volontà, subito la faccio da artefice, e con le mie mani creatrici lavoro in te, per fare che quella verità si formi vita nell’anima tua; ed oh! come godo nel lavoro, l’anima si fa come molle cera nelle mie mani, e vi formo la vita che voglio. Quindi sii attenta e lasciami fare”.

35-33 Febbraio 14, 1938 Gli atti di chi vive nella Divina Volontà si stendono sopra tutti e si fanno narratori dell’Ente Supremo. Nel creare alla Vergine, creava il perdono.

(1) Il mio volo continua nel Volere Divino, oh! come mi sento sperduta nella sua Immensità. E’ tanta la sua potenza e attività, che quando opera nell’atto della creatura, quell’atto lo vuol dare a tutti; vuol riempire Cieli e terra, per far vedere e sentire ciò che sa fare, e come sa amare. Io sono restata sorpresa, ed il mio amato Gesù, visitando la piccola anima mia, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, è tanto l’amore della mia Volontà nell’operare nell’atto della creatura, che dà dell’incredibile. Essa, come opera, vuole che tutti subiscano ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

35-34 Febbraio 20, 1938 Gesù nell’Incarnarsi formava di Sé tanti Gesù, per quante creature dovevano esistere, affinché ciascuna avesse un Gesù a sua disposizione.

(1) Sono tra le braccia del Voler Divino, il quale mi ama tanto, e per farmi vedere quanto mi ama, mi vuol dire sempre la sua eterna e lunga storia d’amore, aggiungendo nuove sorprese, che si resta tanto rapito che riesce impossibile non amarlo, e solo chi ingrato e senza senno potrebbe farlo. Onde il Fiat Divino mi faceva presente ciò che aveva operato nella discesa del Verbo sulla terra, ed il mio dolce Gesù, ripetendo la sua solita visitina, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, tu devi sapere che ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

35-35 Febbraio 26, 1938 Dio si riconosce a Sé stesso in chi cerca di riconoscere Dio nelle opere sue. Felicità che riceve Dio per l’amore della creatura. Il posto che tiene l’uomo nella Creazione e nella stessa Divinità se vive nel Voler Divino.

(1) Sono sotto l’impero del Voler Divino, il quale ama, sospira di voler essere riconosciuto in tutte le sue opere, pare che prenda per mano la piccola creatura, e portandola a volo, le addita ciò che ha fatto, quanto l’ha amato in ciascuna cosa creata, e come per diritto vuol essere amato. Amare e non essere ricambiato nell’amore è il suo più grande dolore. Io sono rimasta sorpresa, ed il mio sempre amabile Gesù, visitando la piccola anima mia, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, amare ed essere amato è il più grande ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)