MaM
Messaggio del 25 giugno 2017:Cari figli! Oggi desidero ringraziarvi per la vostra perseveranza ed invitarvi ad aprirvi alla preghiera profonda. Figlioli, la preghiera è il cuore della fede e della speranza nella vita eterna. Perciò pregate col cuore fino a che il vostro cuore canti con gratitudine a Dio Creatore che vi ha dato la vita. Figlioli, io sono con voi e vi porto la mia benedizione materna della pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 35-32 Febbraio 7, 1938 Come Dio non ama lo sforzo ma la spontaneità. Sfogo che il Voler Divino farà in chi viva in Esso. La Creazione non è finita.

(1) Sono sotto l’impero del Voler Divino, la sua virtù creatrice ha tale forza, che fa sentire il suo dolce impero sulla povera creatura, che dolcemente, non forzata, s’accorda col Fiat e le dà ampia libertà di fare quello che vuole di essa, anzi gli dice: “Come mi sento onorata che dell’essere mio vuoi farne un portento; ma tanto, che vuoi usare la tua forza creatrice e operatrice nella povera anima mia”. Ma mentre la mia mente era immersa nel ricevere la virtù creante del Fiat Divino, il mio sempre amabile Gesù, sorprendendomi con la sua breve visitina, con amore indicibile mi ha detto:

(2) “Figlia del mio Volere, come è bello il mio Fiat nell’operare con la sua virtù creatrice, tu hai visto che non usa la violenza, ma la dolcezza, ma dolcezza irresistibile più forse della stessa violenza. Con la sua dolcezza imbalsama la creatura, le fa sentire il bello del Divino, in modo che lei stessa dice: “Fa presto Voler Santo, non più indugiare; mi sento languire se non ti veggo in me che operi con la tua virtù creatrice”. Figlia mia, le cose, una volontà sforzata, non ci ha piaciuto mai, anzi neppure le vogliamo, danno molto di umano e non si accordano né col nostro amore, né con le nostre opere, dove tutto è spontaneità e Volontà piena, che lo vogliamo, sospiriamo di fare il bene e lo facciamo, e perciò lo facciamo con tale pienezza d’amore e di grazia, che nessuno ci può raggiungere. Tanto che se non vediamo la spontaneità, la volontà che vuol ricevere il bene che vogliamo fare in essa, non facciamo nulla; al più aspettiamo, facciamo sentire i nostri sospiri, le nostre ansie, ma non ci moviamo ad operare se prima non vediamo che con amore vuol ricevere l’operato del suo Creatore.

(3) Ora, tu devi sapere che ad ogni atto che la creatura fa nel nostro Volere, così va crescendo la sua Vita in essa, e quando giunge alla pienezza che tutto è Volontà mia in lei, allora incominciamo lo sfoggio del nostro amore, delle nostre grazie, in modo che in ogni istante le diamo nuovo amore e nuove grazie sorprendenti; mettiamo fuori le nostre pompe divine, lo sfarzo, il lusso dei nostri stratagemmi d’amore; tutto ciò che le facciamo porta l’impronta dell’abbondanza del suo Creatore. Quando l’anima è piena della nostra Volontà Divina non badiamo più a nulla, ciò che teniamo diamo, e ciò che vuole è suo. E’ tanto il lusso che facciamo, che in ogni suo atto facciamo scorrere una nota delle nostre musiche divine, affinché neppure la nostra musica ci manchi in essa, ed essa spesso ci fa le belle sonatine delle nostre note divine, ed oh! come ci sentiamo felicitare, armonizzare le nostre armonie, i nostri suoni divini. Tu devi sapere, per chi vive nella nostra Volontà, superiamo il lusso, la pompa, lo sfarzo, la sontuosità che avemmo nella Creazione; tutto fu abbondanza, abbondanza di luce che nessuno la può misurare, estensione di cielo, lusso di bellezze, ornato con tante stelle. Ogni cosa creata veniva creata con tale abbondanza, investita con tale sfarzo di lusso, che nessuna può avere bisogno dell’altra; anzi tutti possono dare, senza bisogno di ricevere. La sola volontà umana mette i limiti, le strettezze alla creatura, la getta nelle miserie, ed impedisce ai miei beni di darsi a loro. Perciò con ansia aspetto che la mia Volontà sia conosciuta, e che vivano in Essa, e allora farò tale sfoggio di lusso, ogni anima sarà una nuova creazione, bella, ma distinta l’una dall’altra. Mi divertirò, la farò da artefice insuperabile, metterò fuori la mia arte creatrice. Oh! come l’aspetto, lo voglio, lo sospiro. Perciò la Creazione non è finita, tengo da fare le opere più belle. Perciò figlia mia fammi lavorare, e sai quando lavoro? Quando ti manifesto una verità sulla mia Divina Volontà, subito la faccio da artefice, e con le mie mani creatrici lavoro in te, per fare che quella verità si formi vita nell’anima tua; ed oh! come godo nel lavoro, l’anima si fa come molle cera nelle mie mani, e vi formo la vita che voglio. Quindi sii attenta e lasciami fare”.