MaM
Messaggio del 19 giugno 1986:Cari figli, in questi giorni il mio Signore mi ha permesso di ottenervi molte grazie. Per questo, cari figli, desidero invitarvi di nuovo a pregare. Pregate continuamente, così vi darò la gioia che il Signore dona a me. Con queste grazie, cari figli, desidero che le vostre sofferenze diventino gioia. Io sono vostra Mamma e desidero aiutarvi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 35-29 Gennaio 16, 1938 La Divina Volontà negli atti suoi chiama la creatura per farne il dono delle sue opere. Scambio di volontà tra le creature e Dio.

(1) Il Voler Divino mi sta sempre d’intorno, e ora mi chiama, ora mi stringe al suo Seno di luce, e se rispondo alla sua chiamata, se lo scambio col mio amplesso, mi ama tanto e mi vuol dare tanto, che io non so dove mettere quello che mi vuol dare; ed in mezzo a tanto amore e liberalità io resto confusa, e amo quel Santo Volere che tanto mi ama. Ora, il mio dolce Gesù, visitando la piccola anima mia, con tenerezza indicibile mi ha detto:

(2) “Figlia del mio Volere, tu devi sapere che solo il tuo Gesù conosce tutti i segreti del mio Fiat, perché essendo Io il Verbo del Padre, mi glorio di farmi narratore di ciò che ha fatto per la creatura. Perciò il suo amore è esuberante: In ogni cosa che faceva ti chiamava, tanto nelle opere della Creazione, quanto nelle opere della mia Redenzione; e se tu ascoltavi la sua chiamata col dirgli: “Sono qui, che vuoi? ” Lui ti faceva il dono delle opere sue. Se tu non rispondevi, restava a chiamarti sempre, fino a tanto che non l’avessi ascoltato. Ora, se creava il cielo, ti chiamava in quella volta azzurra col dirti: “Figlia mia, vieni e vedere quanto è bello il cielo che ho creato per te, l’ho creato per fartene un dono, vieni a ricevere questo gran dono. Se tu non mi ascolti Io non posso dartelo, e mi fai restare col dono sospeso nelle mie mani, e a chiamarti sempre, né cesserò di chiamarti, fino a tanto che non ti veda posseditrice del mio dono”. Il cielo contiene una estensione grandissima, tanto che la terra si può chiamare un piccolo buco paragonato ad esso, perciò tutti tengono il loro posto, e un Cielo per ciascuno, ed Io li chiamo tutti per nome per farne il dono, ma quale non è il suo dolore, chiamare e richiamare e non essere ascoltato, e guardano il cielo come se non fosse un dono che li ha dato? Questo mio Volere ama tanto, che come creava il sole, così ti chiamava con le sue voci di luce, e andava in cerca di te e di tutti per fartene un dono. Sicché il tuo nome è scritto nel sole, a caratteri di luce, né Io lo posso dimenticare; e come la sua luce scende dalla sua sfera a giunge sino a te, così ti va sempre chiamando, sicché non si contenta di chiamarti dall’altezza della sua sfera, ma amandoti sempre più, vuol scendere fin nel basso, e a via di luce e calore ti dice: “Ricevi il mio dono; questo sole per te l’ho creato”. E se viene ascoltato, come va in festa, perché vede che la creatura possiede il sole come proprietà sua e dono che le ha fatto il suo Creatore. Dovunque e dappertutto ti chiama: Ti chiama nel vento, ora con impero, ora con gemiti, ora come se volesse piangere per muoverti ad ascoltarlo, affinché ricevessi il dono di questo elemento; ti chiama nel mare, a via di mormorio, per dirti: “Questo mare è tuo; prendilo come dono che Io ti faccio”. Fin nell’aria che respiri, nell’uccellino che canta, ti chiama per dirti: “Di tutto ti faccio dono”. Ora, se alla chiamata l’anima risponde, il dono viene confermato; se non risponde, i doni restano come sospesi tra il cielo e la terra. Perché se la mia Volontà chiama, è perché vuol essere chiamata, per mantenere il commercio tra Lei e le creature, per farsi conoscere e per far sorgere l’amore incessante tra Lei e chi vive del suo Fiat, perché solo chi vive nel suo Voler Divino è più facile sentire le sue tante chiamate, ché mentre lo chiama nelle sue opere, si fa sentire nel fondo della sua anima, e quindi si chiamano d’ambo le parti. E poi, che dirti quante volte ti chiamai e chiamo in tutti gli atti della mia Umanità? Concepii e ti chiamai per farti il dono del mio Concepimento; nacqui e ti chiamai più forte, e giunsi a piangere, a gemere e vagire per muoverti a compassione, perché subito tu mi rispondessi, per farti il dono della mia nascita, lacrime, gemiti e vagiti. Se la mia Mamma Celeste mi fasciava, ti chiamavo per fasciarti insieme con Me, insomma, ti chiamavo in ogni parola che dicevo, in ogni passo che facevo, in ogni pena che soffrivo, in ogni goccia del mio Sangue, fin nell’ultimo mio respiro che diedi sulla croce ti chiamai, per farti dono di tutto, e per metterti al sicuro ti misi insieme con Me nelle mani del mio Padre Celeste. Dove non ti ho chiamato, per farti dono di ciò che Io facevo per sfogare il mio amore, per farti sentire quanto ti amavo e far scendere nel tuo cuore la dolcezza della mia voce rapitrice, che rapisce, crea e conquide, e anche per sentire la tua voce che mi dicesse: “Eccomi a Te, dimmi Gesù, che vuoi? ” Come ricambio del mio amore e come protesta che accetti i miei doni, e così potessi dire: “Sono stato ascoltato, la mia figlia mi ha riconosciuto e mi ama. E’ vero che questi sono eccessi del nostro amore, ma amare e non essere riconosciuto e non amato, non si può durare, né si può continuare a vivere. Perciò continueremo le nostre follie d’amore, i nostri stratagemmi, per dare il corso alla nostra Vita di amore”.

(3) Poi ha soggiunto con un enfasi ancor più intenso d’amore:

(4) “Figlia mia, sono tanti i nostri sospiri, le nostre ansie, ché vogliamo che la creatura stia sempre con Noi, che vogliamo darle sempre del nostro. Ma sai che vogliamo darle? La nostra Volontà. Dandole questa, non vi è bene che non le diamo, quindi, avendola come affogata del nostro amore, della nostra bellezza, santità, e così di seguito, le diciamo: “Noi ti abbiamo dato tanto, e tu, niente ci dai? ” E la creatura, come confusa perché non ha nulla che darci, e se ha qualche cosa è nostra, quindi guarda la sua volontà e ce la dà come il più bell’omaggio al suo Creatore. E Noi, sai che facciamo? Se la sua volontà ce la desse in ogni istante, tante volte le diamo il merito, come se tenesse tante volontà per quante volte ce l’ha dato; e tante volte le diamo la nostra, per quante volte ci ha dato la sua, raddoppiando tante volte in essa la nostra santità, il nostro amore, ecc”.

(5) Nel sentire ciò ho detto: “Mio caro Gesù, io guadagno molto nel ricevere tante volte il merito per quante volte ti do la mia volontà, e avere per scambio la tua, è il guadagno più grande per me; ed il tuo guadagno, qual è? ” E Lui, atteggiandosi a sorriso:

(6) “A te il merito, e a Me il guadagno di ricevere tutta la gloria della mia Divina Volontà; e quante volte te la do, tante volte si duplica, si moltiplica, si centuplica la mia gloria divina che ricevo per mezzo della creatura. Sicché posso dire: Mi dà tutto, e le do tutto”.