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Messaggio del 23 agosto 1984:«Pregate, pregate, pregate».

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1930

28-1 Febbraio 22, 1930 Chi vive nella Divina Volontà resta circondato dalla Immutabilità Divina. Morte del bene; sacrificio della vita per farlo risorgere.

(1) Sono sempre in preda di quel Fiat Divino che sa conquidere dolcemente e fortemente; con la sua dolcezza mi attira in modo irresistibile, con la sua fortezza mi vince in modo che può fare di me ciò che vuole. Oh! Voler Santo, giacché tu conquidi me, deh! fa che con la tua stessa forza e dolcezza vinca Te, e cedendo alle mie suppliche continue vieni a regnare sulla terra, forma il tuo dolce incanto all’umano volere, e tutto diventi Volontà Divina sulla terra.

(2) Onde, mentre stavo pensando al Voler Divino, il mio dolce Gesù, ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

28-2 Febbraio 26,1930 Com’è necessario desiderare un bene. Se non si forma il popolo alla Divina Volontà, non può avere il suo regno. Come chi vive nel Fiat è padrone, chi fa il suo volere è servo.

(1) Stavo pensando al grande interesse che il mio sempre amabile Gesù tiene di far conoscere la sua Santa Volontà, e dicevo tra me: “Ama, sospira, vuole che venga il suo regno, e poi tarda tanto a farlo sorgere in mezzo alle creature; se il volesse, tutto può, potenza non le manca, in un momento può travolgere Cielo e terra, chi può resistere alla sua potenza? Nessuno. Molto più che in Gesù, volere e potere è tutto lo stesso, perché dunque tarda finora? ” Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù movendosi e facendosi sentire nel mio interno ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

28-3 Marzo 5, 1930 Come Gesù vuol vedere il suo Fiat palpitante nella creatura. Come il vivere in Esso è il richiamo di tutti gli atti nell’Unità Divina. Che significa Unità.

(1) Vivo sempre nel dolore della privazione del mio dolce Gesù; che duro martirio! Se non fosse che il suo Voler Santo avesse presso il suo posto, facendosi sentire continuamente, che mentre mi dà vita mi tiene sempre occupata e sperduta in Lui, io non so come farci a vivere, ma con tutto ciò, i tanti cari ricordi di Gesù che io credevo di non doverlo mai perdere di vista, le sue dolci e ripetute visitine, i tanti i suoi stratagemmi amorosi, le tante sue sorprese che mi pareva di vivere più in Cielo che in terra, il solo ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

28-4 Marzo 9, 1930 Come le conoscenze sulla Divina Volontà contengono la scienza di formare la sua Vita ed il popolo del suo regno. Come al ricordo di ciò che Gesù fece e patì, il suo Amore si rinnova, si gonfia e straripa fuori a bene delle creature.

(1) Il mio abbandono nel Fiat continua, mi sento avvinta nelle sue braccia di luce, e tanto stretta che non mi è dato di scostarmi un tantino, né io molto meno voglio farlo, mi guarderei bene di scostarmi dal suo seno di luce; mi pare che ci sia un’accordo tra me ed il Voler Divino, che ambedue non ci possiamo separare. Oh! Voler Santo, come sei amabile e Potente, con la tua amabilità mi attiri, mi rapisci, m’incanti, ed io incantata non saprei come fare a non tenermi fissa in Te, e con la tua potenza ti tieni fermo ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

28-5 Marzo 12, 1930 Come Dio non conta il tempo ma gli atti che facciamo. Esempio di Noé. il bene che possiede un sacrificio prolisso e continuo. Come ciascun atto di creatura possiede il suo germe distinto.

(1) Il mio volo nel Fiat Divino continua, né la mia povera mente si sa stare senza girare nei suoi atti innumerevoli, mi sento che una forza suprema me la tiene come fissata nelle opere del mio Creatore, ed essa gira e rigira sempre senza mai stancarsi, ed oh! quante belle sorprese trova, ora nella Creazione, ora nella Redenzione, cui Gesù benedetto si fa narratore come in ciò che mi sorprende non è altro che un’invenzione più grande del suo Amore. Onde, mentre giravo nell’Eden e nei tempi prima della sua venuta sulla terra, pensavo tra me: “E perché Gesù stiede tanto tempo per venire a redimere il genero umano? ” E Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la nostra Sapienza infinita quando deve dare un bene alla creatura, non conta il tempo, ma gli atti delle creature, perché innanzi alla Divinità non esistono giorni e anni, ma un solo giorno perenne, e perciò non misuriamo il tempo, ma vengono contati da Noi gli atti che hanno fatto. Quindi, in quel tempo che a te sembra sì lungo, non erano stati fatti gli atti voluti da Noi per venire a redimere l’uomo, e solo gli atti determinano a fare venire il bene, e non il tempo. Molto più che costringevano la nostra Giustizia a sterminarli dalla faccia della terra, come successe nel diluvio, che solo Noé meritò, coll’ubbidire alla nostra Volontà, e con la prolissità del suo lungo sacrificio di fabbricare l’arca, di salvarsi con la sua famiglia e di trovare nei suoi atti la continuazione della nuova generazione in cui doveva venire il promesso Messia. Un sacrificio prolisso e continuo possiede tale attrattiva e forza rapitrice presso l’Ente Supremo, che lo fanno determinare a dare beni grandi e continuazione di vita all’uman genero. Se Noé non ci fosse ubbidito e non si fosse sacrificato a compiere un lavoro sì lungo, sarebbe stato travolto lui nel diluvio, e non salvando sé stesso, il mondo, la novella generazione sarebbe finita. Vedi che significa un sacrificio prolisso e continuo, è tanto grande che mette in salvo sé stesso, e fa sorgere la vita novella negli altri ed il bene che abbiamo stabilito di dare. Ecco perciò per il regno della mia Divina Volontà ho voluto il tuo lungo e continuo sacrificio di tanti anni di letto. Il tuo lungo sacrificio metteva te in salvo, più che arca nel regno della mia Divina Volontà, ed inclina la mia Bontà a dare un bene sì grande di farla regnare in mezzo alle creature”.

(3) Dopo di ciò continuavo il mio giro nel Fiat Divino per portare tutti gli atti delle creature in omaggio al mio Creatore, e pensavo tra me: “Se potrò raccogliere tutto ciò che esse hanno fatto e chiudere tutto nel Voler Divino, non si cambieranno in atti di Divina Volontà? ” Ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, tutti gli atti delle creature, ciascuno dei quali possiede il suo germe a seconda com’è stato fatto, se non è stato fatto nel mio Fiat Divino, non possiede il suo germe, quindi non potrà mai essere atto di mia Volontà, perché nell’atto di farlo mancava il suo germe di luce che tiene virtù di cambiarlo in sole, standovi il suo germe di luce come atto primo nell’atto della creatura. Negli atti delle creature succede, che se una persona tiene il seme dei fiori, seminandolo avrà fiori, e se semina il seme dei frutti, avrà frutti; e né il seme dei fiori darà frutti, né quello dei frutti darà fiori, ma ciascuno darà a seconda la natura del suo seme. Così gli atti delle creature, se nell’atto c’è stato un fine buono, uno scopo santo, per piacermi, per amarmi, in ciascun’atto si vedrà il germe della bontà, nell’altro il germe della santità, il germe di piacermi, il germe d’amarmi; questi germi non sono luce, ma simboleggiano chi il fiore, chi il frutto, chi una pianticella, e chi una gemma preziosa, ed Io sento l’omaggio del fiore, del frutto, e così di seguito, ma non l’omaggio che mi può dare un Sole; e raccogliendo tu tutti questi atti per chiuderli nel mio Fiat, restano quali sono, ognuno la natura che il seme l’ha dato, e si veggono che sono atti che può fare la creatura, non atti che può fare la mia Divina Volontà col suo germe di luce nell’atto di esse. Il germe di Volontà Divina non viene ceduto da Essa, se non quando la creatura vive in Essa, e negli atti suoi le dà il primo posto d’onore”.

28-6 Marzo 24, 1930 La creatura non è altro che effetto dei riflessi di Dio. Amore di Dio nel crearla. La fermezza nel ripetere gli stessi atti, forma nell’anima la vita del bene che si vuole.

(1) Stavo facendo il giro nel Fiat Divino per seguire tutti gli atti suoi, e giunta nell’eden comprendevo e ammiravo l’atto magnanimo di Dio, ed il suo Amore esuberante e rigurgitante della creazione dell’uomo, ed il mio sempre amabile Gesù, non potendo contenere le sue fiamme mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il nostro Amore s’invaghì tanto nell’atto che creammo l’uomo, che non fecimo altro che riflettere sopra di lui, affinché fosse opera degna delle nostre mani creatrici, e come i nostri riflessi piovevano sopra di lui, così nell’uomo gli veniva infusa l’intelligenza, la vista, l’udito, la parola, il palpito nel cuore, il moto alle mani, il passo ai piedi. Il nostro Essere Divino è purissimo spirito, e perciò non abbiamo sensi, nell’assieme di tutto il nostro Essere Divino siamo luce purissima ed inaccessibile, questa luce è occhio, è udito, è parola, è opera, è passo. Questa luce fa tutto, guarda tutto, sente tutto, si trova dappertutto, nessuno può sfuggire da sotto l’impero della nostra luce. Quindi, mentre creammo l’uomo fu tanto il nostro Amore, che la nostra luce portando i nostri riflessi sopra di lui lo plasmava, e plasmandolo gli portava gli effetti dei riflessi di Dio. Vedi dunque figlia mia con quanto amore fu creato l’uomo, fino a sciogliersi il nostro Essere Divino in riflessi sopra di lui, per comunicargli la nostra immagine e somiglianza; si poteva dare amore più grande? Eppure se ne serve dei nostri riflessi per offenderci, mentre se ne doveva servire per mezzo dei nostri riflessi per venire a Noi, e coi riflessi dati da Noi dirci: “Quanto bello mi creò il tuo Amore, ed io per contraccambio ti amo, t’amerò sempre, e voglio vivere nella luce della tua Divina Volontà”.

(3) Onde continuavo a seguire gli atti nel Fiat Divino e pensavo tra me: “Sono sempre da capo, ripetere, ripetere sempre la lunga storia dei miei atti nel Voler Divino, la lunga cantilena del mio ti amo; ma quali ne sono gli effetti? Oh! se potessi ottenere che la Divina Volontà fosse conosciuta e regnasse sulla terra, almeno mi sarebbe tanto guadagnata”. Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù mi ha stretto al suo cuore divino e mi ha detto:

(4) “Figlia mia, la fermezza nel chiedere forma la vita del bene che si chiede, dispone l’anima a ricevere il bene che vuole, e muove Iddio a dare il dono che si chiede. Molto più che coi tanti ripetuti atti e preghiere che ha fatto, ha formato in sé la vita, l’esercizio, l’abitudine del bene che chiede. Iddio, vinto dalla fermezza del chiedere le farà il dono, e trovando nella creatura, in virtù dei suoi atti ripetuti, come una vita del dono che le fa, convertirà in natura il bene chiesto, in modo che la creatura si sentirà posseditrice e vittoriosa di sentirsi trasformata nel dono che ha ricevuto. Perciò il tuo chiedere incessantemente il regno della mia Divina Volontà forma in te la sua Vita, ed il tuo continuo ti amo forma in te la Vita del mio Amore; e avendoti Io fatto il dono dell’uno e dell’altro, senti in te come se la tua stessa natura non sentisse altro che la virtù vivificatrice del mio Volere e del mio Amore. La fermezza nel chiedere è assicurazione che il dono è suo. E col chiedere per tutti il Regno della mia Divina Volontà, è preludio che gli altri possono ricevere il gran dono del mio Fiat Supremo. Quindi continua a ripetere e non ti stancare”.

28-7 Aprile 1, 1930 Che significa entrare nell’atto primo del Voler Divino; le goccioline che la creatura forma nel suo mare di luce. Come Iddio in tutte le cose create mette tant’atti d’amore per quante volte se ne doveva servire la creatura. Come la vita fa bisogno d’alimento.

(1) La mia povera intelligenza si sente come tirata a valicare il mare immenso del Fiat Divino, e nel suo mare va in cerca dei suoi atti per amarli, adorarli e fargli compagnia, sicché la mia povera mente è sotto l’influsso d’una forza irresistibile che la fa andare sempre vagando in cerca degli atti del Supremo Volere. Ma mentre ciò facevo pensavo: “Qual bene faccio nel girare e rigirare nel mare del Fiat Divino? ” Ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quante volte giri nel mare del mio Voler Divino, tanti ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

28-8 Aprile 12, 1930 Gli atti fatti nel Volere Divino sono muri di luce in torno a Gesù. Il sole, seminatore d’amore del suo Creatore. Come il Sole della Divina Volontà forma il suo Sole nella creatura e vi fa da seminatore Divino.

(1) Il mio abbandono nel Fiat continua, e seguendo i suoi atti stavo pensando e accompagnando le pene amarissime del mio dolce Gesù, e dicevo tra me: “Oh! come vorrei difendere ed impedire che Gesù ricevesse nuove offese”. E Lui movendosi nel mio interno e stringendomi fra le sue braccia mi ha detto:

(2) “Figlia mia, se mi vuoi difendere in modo che le offese non giungano a Me, riparami nella mia Divina Volontà, perché come tu ripari in Essa formerai muro di luce intorno a Me, e se mi offendono, le offese resteranno al di ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

28-9 Aprile 18, 1930 Come tutti i primi atti furono fatti da Dio in Adamo. Gelosia dell’Amor Divino. Garanzia e sicurezza del Fiat Divino per la creatura. Come nella creazione dell’uomo tutti eravamo presenti ed in atto. Virtù vivificatrice e alimentatrice del Voler Divino.

(1) La povera anima mia sente l’irresistibile bisogno di valicare il mare interminabile del Fiat Supremo. Più che da calamita potente mi sento tirata a fare il mio dolce soggiorno nella mia cara eredità datami dal mio caro Gesù, qual’è la sua adorabile Volontà; mi pare che Gesù mi aspetta ora ad un atto fatto dal suo Fiat Divino, ora ad un’altro per darmi le sue mirabili lezioni. Onde la mia mente si perdeva nel girare nei suoi atti innumerevoli, e giunta nel caro Eden, dove tutto fu festa, il mio caro Gesù soffermandomi mi ha detto:

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28-10 Aprile 23, 1930 Dio nel creare l’uomo non lo distaccò da sé. Condizione di necessità d’amarlo. Ultimo assalto. Il gran dono della Volontà Divina. Ordine che Dio tenne nel creare l’uomo.

(1) Il mio dolce Gesù, mi pare che ha voglia di parlare dell’amore rigurgitante con cui fu creato l’uomo, vuol dire la sua storia come sfogo del suo intenso Amore per essere compatito dalla sua piccola figlia, e dirle la cagione perché ci ama tanto, ed il diritto d’essere amato.

(2) Onde girando negli atti del suo Volere Divino, e giunta nell’Eden ha ripreso il suo dire:

(3) “Figlia del mio Voler Divino, voglio farti conoscere tutte le particolarità con cui fu creato l’uomo, per farti comprendere l’eccesso del nostro Amore ed il diritto del nostro Fiat di regnare in lui. Tu devi sapere che il nostro Essere Divino nella creazione dell’uomo si trovava nella condizione di necessità dell’amore d’amarlo, perché tutto ciò che le demmo non restò distaccato da Noi, ma trasfuso in Noi. Tanto vero, che alitandolo gli infondemmo la vita, ma non distaccammo il nostro alito da quello creato in lui, ma lo restammo immedesimato col nostro, in modo che come l’uomo fiatava sentivamo e sentiamo il suo fiato nel nostro. Se col nostro Fiat creò la parola col pronunziarsi sulle sue labbra, non restò distaccata la parola, dono grande datogli da dentro il nostro Voler Divino. Se creammo in lui l’amore, il moto, il passo, quest’amore restò vincolato col nostro Amore, col moto nostro e la virtù comunicativa dei nostri passi nei suoi piedi. Sicché sentivamo l’uomo dentro di Noi, non fuori di Noi; non il figlio lontano, ma vicino, anzi immedesimato con Noi. Come non amarlo, se era nostro e la sua vita stava nella continuazione degli atti nostri? Non amarlo sarebbe andare contro la natura del nostro Amore. E poi, chi è che non ama ciò ch’è suo e ciò ch’è stato formato da lui? Perciò il nostro Essere Supremo si trovava e si trova tutt’ora nella condizione di necessità d’amarlo, perché l’uomo è ancor tutt’ora quello da Noi creato, il suo fiato lo sentiamo nel nostro, la sua parola è l’eco del nostro Fiat, tutti i nostri doni non li abbiamo ritirato, siamo l’Essere immutabile né siamo soggetti a mutarci, l’amammo e l’amiamo, ed è tanto questo nostro amore, che Noi stessi ci mettemmo in condizione di necessità d’amarlo. Ecco perciò i nostri tanti stratagemmi d’amore, e l’ultimo assalto che vogliamo dargli il gran dono del nostro Fiat, affinché lo faccia regnare nell’anima sua, perché senza del nostro Volere l’uomo sente gli effetti della sua Vita, ma non scorge la causa e perciò non si cura d’amarci. Invece la nostra Divina Volontà farà sentire chi è che le dà la vita, e allora anche lui si sentirà la necessità d’amare Colui che è causa primaria di tutti gli atti suoi e che tanto l’ama”.

(4) Onde seguivo il mio giro nella Creazione, ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:

(5) “Figlia mia, vedi che ordine c’è nella Creazione di tutto l’universo, ci sono cieli, stelle, soli, tutti ordinati. Molto più nel creare l’uomo, il nostro Essere Divino stendeva nel fondo della sua anima l’ordine delle nostre qualità divine come tanti cieli. Quindi stendevamo in lui il cielo dell’amore, il cielo della nostra Bontà, il cielo della nostra Santità, della nostra bellezza, e così di seguito. E dopo d’aver disteso l’ordine dei cieli delle nostre qualità divine, il nostro Fiat nella volta di questi cieli si costituì Sole dell’anima, che con la sua luce e calore, riflettendo in lui, doveva crescere e conservare la nostra Vita Divina nella creatura. E come le nostre qualità divine ci additano il nostro Essere Supremo, così questi cieli distesi nell’uomo, additano che lui è nostra abitazione. Chi può dirti il modo, l’amore con cui ci dilettammo nel creare l’uomo? Oh! se lui conoscesse chi fosse, che possiede, oh! come si stimerebbe di più e starebbe attento a non macchiare l’anima sua e amerebbe Colui che con tant’amore e grazia lo ha creato”.