(1) La povera anima mia sente l’irresistibile bisogno di valicare il mare interminabile del Fiat Supremo. Più che da calamita potente mi sento tirata a fare il mio dolce soggiorno nella mia cara eredità datami dal mio caro Gesù, qual’è la sua adorabile Volontà; mi pare che Gesù mi aspetta ora ad un atto fatto dal suo Fiat Divino, ora ad un’altro per darmi le sue mirabili lezioni. Onde la mia mente si perdeva nel girare nei suoi atti innumerevoli, e giunta nel caro Eden, dove tutto fu festa, il mio caro Gesù soffermandomi mi ha detto:
(2) “Figlia mia, se tu sapessi con quanto amore fu formata la creazione dell’uomo! Al solo ricordarlo il nostro Amore si gonfia e forma nuovi innundii, e mentre si atteggia a festa nel ricordare l’opera nostra, bella, perfetta, e messovi tale maestria d’arte che nessun’altro né può formare una simile, ed era tanto bella che giunse a suscitare nel nostro Amore la gelosia che tutta fosse per Noi. Del resto, l’uomo era stato fatto da Noi, era nostro, esserne geloso era un diritto del nostro Amore; tanto vero che il nostro Amore giunse a tanto, che tutti i primi atti fatti in Adamo furono fatti dal suo Creatore. Sicché il primo atto d’amore fu creato e fatto da Noi in Adamo, il primo palpito, il primo pensiero, la prima parola, insomma tutto ciò che lui potette fare dopo, stavano i nostri atti primi fatti in lui, e sopra dei nostri primi atti seguivano gli atti di Adamo. Perciò, se amava, sorgeva il suo amore da dentro il nostro primo atto d’amore; se pensava, sorgeva da dentro il nostro pensiero il suo pensiero, e così di tutto il resto. Se Noi non avessimo fatto i primi atti in lui, non avrebbe potuto né far nulla, né saper far nulla; invece col fare l’Ente Supremo i primi atti, mettevamo in Adamo tante fontanine per quanti atti primi fecimo in lui, in modo che ogni qualvolta voleva ripetere i nostri primi atti, tenesse a sua disposizione queste fontanine come tante diverse sorgenti d’amore, di pensieri, di parole, di opere e di passi. Quindi tutto era nostro, dentro e fuori dell’uomo, perciò la nostra gelosia non solo era un diritto, ma anche giustizia che tutto doveva essere per Noi e tutto nostro. Molto più che gli davamo il nostro Voler Divino affinché ce lo conservasse bello, fresco e ce lo facesse crescere d’una beltà Divina. Il nostro Amore non era contento né soddisfatto di tanto che gli aveva dato, voleva continuare a dare sempre, non voleva dire basta, voleva continuare la sua opera d’amore, e per averlo con Sé, per aver che ci fare coll’uomo, gli dava il nostro stesso Volere, affinché lo rendesse capace di poter sempre ricevere e di tenerlo sempre con Noi con una sola Volontà, con Essa tutto era garantito e al sicuro per lui e per Noi. Sicché doveva essere il nostro trastullo, la gioia e felicità nostra, oggetto di nostra conversazione. Perciò al ricordo della creazione dell’uomo, il nostro Amore si atteggia a festa, ma col vederlo senza la garanzia del nostro Fiat, senza sicurezza e quindi vacillante, sfigurato e come lontano da Noi, si atteggia a mestizia e sente tutto il peso del nostro Amore infinito come chiuso in Sé stesso, perché non può darsi a lui perché non lo trova nella nostra Divina Volontà. Ma tutto ciò non è tutto, non fu al solo Adamo che tanto si versò il nostro Amore, ma giunse a fare tutti i primi atti dai quali dovevano aver vita tutti gli atti umani, ma ciascuna creatura che doveva venire a la luce del giorno fu presente in quell’atto della creazione dell’uomo, ed il nostro Fiat unito al nostro Amore correva, correva, e abbracciando tutti e amando con un solo amore tutti, metteva il primato dei nostri atti in ciascuna creatura che sarebbe venuta all’esistenza, perché per Noi non c’è né passato né futuro, ma tutto è presente ed in atto, se ciò non fosse, il nostro Fiat si troverebbe ristretto ed inceppato, né potrebbe allargare tanto le sue fiamme da racchiudere tutti nella sua luce, in modo da fare in tutti quello che fa in una sola creatura. Perciò non fu il solo Adamo il fortunato della Creazione, ma tutte le altre creature venivano arricchite di tutti i beni, ed in lui posseditrici dei suoi stessi beni. Molto più che tutto ciò che Dio fa in una sola creatura, tutte le altre creature acquistano il diritto degli atti nostri, menochè chi non vuole servirsene. Non successe ciò nella stessa Redenzione? Come la Sovrana del Cielo ebbe il bene di concepirmi e di darmi alla luce, tutte le altre creature acquistarono il diritto dei beni della Redenzione, non solo, ma di potermi ricevere ciascuna nei loro cuori, e solo chi ingrata non mi vuole rimane priva di Me. Ora figlia mia, Adamo col disubbidire ai nostri voleri perdette il nostro regno, e tutti i beni del nostro Fiat rimasero per lui senza la Vita alimentatrice e vivificatrice della nostra Divina Volontà. Si può dire che fu come il distruttore dei beni del regno della mia Divina Volontà nell’anima sua, perché a tutti i beni, se manca la virtù vivificatrice e l’alimento continuo, da per sé stessi a poco a poco perdono la vita.
(3) Or, tu devi sapere che per richiamare di nuovo a vita questi beni nella creatura, ci voleva chi richiamasse di nuovo il mio Fiat nell’anima sua e che nulla le rifiutasse facendolo dominare liberamente, onde poterle somministrare di nuovo la sua virtù vivificatrice e alimentatrice, per richiamare a vita i beni distrutti. Ecco perciò che la mia Divina Volontà col soggiogarti, e tu col farti soggiogare, ha ripreso la sua virtù vivificante nell’anima tua e chiamandoti nel suo soggiorno ti alimenta per richiamare in te tutti i suoi beni; e tutti i tuoi atti che fai in Essa, i tuoi giri e rigiri negli atti suoi, il tuo chiedere continuamente il suo regno sulla terra, non sono altro che alimenti che ti dà, e costituisce il diritto alle altre creature di poter ricevere di nuovo il regno della mia Divina Volontà con la vita di tutti i suoi beni. Io quando voglio fare un bene a tutte le creature, vi metto la fonte sorgitiva in una creatura, da questa fonte apro tanti canali e do il diritto a tutti di prendere i beni che la fonte possiede. Perciò sii attenta ed il tuo volo nella mia Divina Volontà sia continuo”.