(1) Stavo pensando al grande interesse che il mio sempre amabile Gesù tiene di far conoscere la sua Santa Volontà, e dicevo tra me: “Ama, sospira, vuole che venga il suo regno, e poi tarda tanto a farlo sorgere in mezzo alle creature; se il volesse, tutto può, potenza non le manca, in un momento può travolgere Cielo e terra, chi può resistere alla sua potenza? Nessuno. Molto più che in Gesù, volere e potere è tutto lo stesso, perché dunque tarda finora? ” Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù movendosi e facendosi sentire nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il sospirare, desiderare e volere un bene è disporsi a riceverlo, e quando si riceve un bene che tanto si è sospirato, si ama, si apprezza, si custodisce, si tiene come il benvenuto ed il portatore del bene che sospirava. Non solo, questo è un’altro eccesso del nostro Amore, che facciamo sospirare il bene che vogliamo dare, perché vogliamo che la creatura metta qualche cosa di suo, almeno i suoi sospiri, le sue preghiere, la sua volontà di volere quel bene, per poterle dire: “Vedi, te l’hai meritato, perché da parte tua hai fatto quello che hai potuto per ottenerlo, e Noi, con tutto il cuore te lo diamo, mentre è tutto effetto della bontà nostra. Ed è questa la causa perché facciamo sapere prima quello che vogliamo dare alle creature. Si può dire che ci mettiamo in corrispondenza, mandando le nostre lettere d’avviso, spediamo i nostri messaggeri, col farli dire ciò che vogliamo dare; e tutto ciò per disporli, per farli sospirare il gran dono che vogliamo dare. Non fecimo lo stesso per il regno della Redenzione? Ci furono quattromill’anni di aspettazione, e quanto più si avvicinava il tempo, più pressanti erano gli avvisi, più frequenti le lettere, e tutto per disporli. Così è per il regno della mia Divina Volontà, tardo perché voglio che lo sappiano, che preghino, che sospirino che venga a regnare, che comprendano il gran dono di Essa, e così poterli dire: “L’avete voluto, ve lo avete meritato, ed Essa già viene a regnare in mezzo a voi; col conoscerla, pregarla e sospirarla avete formato il suo popolo eletto dove potesse dominare e regnare”. Senza popolo non si può formare un regno, ed ecco l’altra causa che si sappia che la mia Volontà Divina vuol regnare sulla terra, che preghino, che la sospirino, che si dispongano per formare il popolo suo dove scendere in mezzo a loro e formare la sua reggia, la sua sede, il suo trono. Perciò non ti meravigliare che mentre vedi tanto interesse da parte mia che voglio che la mia Volontà regni, poi vedi che tarda. Sono le disposizioni della nostra Sapienza inarrivabile, che tutto dispone con ordine, ed il ritardo serve a mettere in via le sue conoscenze che faranno da lettere, da telegrafi, da telefono, da messaggeri, per formare il popolo alla mia Divina Volontà. Quindi prega ed il tuo volo in Essa sia continuo”.
(3) Dopo di ciò seguivo il mio giro nel Fiat Divino, e giunta nell’eden mi sono soffermata nel pensare all’amore scambievole tra Dio e l’Adamo innocente, come la Divinità non trovando nessun intoppo dalla parte dell’uomo si riversava a torrenti sopra di lui, col suo Amore lo rapiva a Sé con dolci attrattivi, facendole sentire la sua voce tutta soavità che gli diceva: “Figlio, ti amo, ti amo assai”. E Adamo ferito e rapito dall’Eterno Amore, ripeteva il suo ritornello: “Ti amo, ti amo”. E slanciandosi nelle braccia del suo Creatore si stringeva tanto, che non sapeva distaccarsi, come ad unico amore che conosceva e che viveva solo per amarlo. Ma mentre la mia mente si perdeva in questo scambievole amore di Dio e della creatura, il mio dolce Gesù tutto bontà mi ha detto:
(4) “Figlia mia, che dolce ricordo è la creazione dell’uomo. Lui era felice e Noi pure, sentivamo il frutto della felicità dell’opera nostra, sentivamo tal gusto nell’amarlo e nell’essere riamati. La nostra Volontà Divina ce lo conservava fresco e bello, e portandolo fra le sua braccia di luce, ce lo faceva contemplare com’era bella l’opera da Noi creata, il nostro caro figlio, e da figlio lo tenevamo in casa nostra, nei nostri beni interminabili, e per conseguenza come figlio faceva da padrone. Sarebbe stato contro la natura del nostro Amore, non far fare da padrone a chi tanto amavamo e ci amava; nel vero amore non c’è il tuo e mio, ma tutto è in comune. E poi, il farlo fare da padrone niente ci veniva di male, anzi ci rallegrava, ci faceva sorridere, ci trastullava, ci dava le belle sorprese degli stessi beni nostri, e poi come non doveva essere padrone se possedeva la nostra Volontà Divina che signoreggia tutto e domina tutto? Per non farlo padrone dovevamo mettere in servitù la nostra Volontà, ciò che non poteva essere, dove Essa regna non esistono servitù, ma tutto è padronanza. Perciò fino a tanto che l’uomo visse nel nostro Fiat Divino, non conobbi servitù; come peccò, sottraendosi dal nostro Volere Divino, perdette la padronanza e si ridusse in servitù. Che cambiamento! Da figlio a servo! Perdette il commando sulle cose create, divenne il servo di tutto. L’uomo col ritirarsi dal nostro Fiat Divino si sentì scosso fin dalle fondamenta, e la sua stessa persona la sentì vacillante, provò che cosa è debolezza, e si sentì servo di passioni che lo facevano vergognare di sé stesso, e giunse a perdere il suo dominio. Sicché non stava più in suo potere, come prima, la forza, la luce, la grazia, la pace, ma le doveva mendicare con lacrime e preghiere dal suo Creatore. Vedi dunque che significa vivere nel mio Volere Divino? Essere padrona; è servo chi fa la sua volontà”.
(5) Ed io sorpresa dal dire di Gesù gli ho detto: “Amor mio, per quanto è consolante il sentirti parlare del tuo Volere Divino, altrettanto è doloroso sentire i mali della volontà umana”. E Gesù ha soggiunto:
(6) “Figlia mia, se è necessario parlarti del mio Fiat Divino che servirà come invito, allettamenti, voci soavi, dolci e forti per chiamare tutti a vivere nella reggia della mia Divina Volontà, affinché non siano più servi ma padroni, così è necessario parlarti dei mali dell’umana volontà, perché Io non toglierò mai il libero arbitrio all’uomo, perciò è necessario che nel regno della mia Volontà Divina faccia montare le guardie, le nobili sentinelle che tengano in guardia le creature, facendole conoscere il gran male dell’umano volere, affinché stiano sull’attenti, e aborrendolo, amino la felicità e la padronanza che le dà la mia Divina Volontà”.