(1) Avevo letto nel primo volume dei miei scritti come Nostro Signore mi aveva detto che voleva che io accettassi d’entrare in battaglia col nemico infernale, nelle dure prove che mi sottoposi. Ond’io pensavo tra me: “Mi sembra che ci sia contraddizione, perché Gesù mi ha detto tante volte che chi vive nella sua Volontà Divina non è soggetto né a tentazioni, né a turbazione, né il nemico tiene potere di poter entrare nel Fiat Divino, perché questo lo brucerebbe più dello stesso fuoco dell’inferno, e per non restare più bruciato fugge dall’anima che vive in Esso”. Ora, mentre ciò, e a tant’altre cose pensavo, il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tu ti sbagli, né ci sono contraddizioni. Tu devi sapere che dovendoti chiamare in modo tutto speciale a vivere nella mia Divina Volontà, per fartela conoscere e per mezzo tuo far conoscere agli altri la santità del vivere in Essa, per farla regnare sulla terra, era necessario che accentrassi in te tutta la santità umana per consumarla in te, per dar principio alla vera santità del vivere nel mio Volere Divino. La santità nell’ordine umano doveva essere lo sgabello, il trono della santità nell’ordine della mia Divina Volontà. Ecco perciò che fin dal principio in cui ti chiamai allo stato di vittima, e a tutto ciò che soffristi in quell’epoca, Io te lo dicevo prima per domandarti se tu accettassi, e dopo che tu accettavi, allora ti mettevo in quello stato di pena, volevo da te il patire volontario, non forzato, perché era la tua volontà che volevo far morire, e accendere sopra della tua volontà, quasi come spenta fiammella, il gran fuoco del Sole del mio Fiat. Il patire volontario è qualche cosa di grande innanzi alla nostra Maestà Suprema, e perciò sulla morte del tuo volere, affogato di pene, poteva la mia Volontà avere il dominio e disporti a ricevere il bene più grande delle sue conoscenze. Non fu il mio patire tutto volontario, nessuno poteva imporsi su di Me, che formò il gran bene della Redenzione? Quindi, tutto ciò che tu soffriste allora, non fu altro che completazione dell’ordine della santità nel modo umano, perciò quasi nulla ti dicevo della santità del vivere nel mio Voler Divino, volevo completare l’una per incominciare l’altra, e quando vidi che nulla mi negasti di ciò che Io volevo, a costo anche della tua vita, e mentre nulla mi negavi, la tua volontà perdeva la via e si trovava in continuo atto di morire, la mia faceva la sua via e riacquistava la sua Vita in te, e come riacquistava la sua Vita, così si svelava dicendoti la sua lunga storia, il suo dolore e come sospira di venire a regnare in mezzo alle creature. La mia parola è vita, e come più che tenero padre ti parlavo del mio Fiat, così andavo formando la sua Vita in te, perché mai mi avresti capito ciò che riguardava il mio Volere se non avresti avuto la sua Vita in te, perché di ciò che forma vita si ha il vero interesse di comprendere e difendere; ciò che non forma vita entra nell’ordine secondario, non primario, e non si sente il vero amore che si può avere alla propria vita. Onde alla stessa Vita del mio Fiat formata in te, Io potevo affidare tutte le sue conoscenze per poter formare altrettante Vite di Esso nelle creature, e poi, dovevo far di te ciò che feci di Me: Io quando venni sulla terra osservai tutte le leggi, mi sottoposi a tutti i sacrifici della legge antica in modo perfetto, che nessun’altro fino allora aveva osservato, e dopo che tutto completai in Me, consumando nella mia umanità tutte le leggi e santità di modo antico, l’abolì e diedi principio alla nuova legge di grazia e alla nuova santità che portai sulla terra. Così ho fatto di te: Accentrai in te le pene, i sacrifici, le battaglie della santità presente per completarla, e così poter rincominciare la nuova santità del vivere nel mio Volere, cioè il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra. Ora, dove sono le contraddizioni che tu dici? Quando l’anima entra nel mio Volere per farvi vita perenne, il nemico non può più avvicinarsi, la sua vista resta accecata dalla luce del mio Fiat, né può vedere ciò che la felice creatura opera in questa luce divina. La luce si schermisce di tutto, domina tutti, è intangibile, né si fa offendere, né offende, e se qualcuno la vuol toccare o stringerla nelle sue mani, con rapidità incantevole sfugge, e quasi scherzevole la spruzza di luce; tocca tutto, abbraccia tutti per far bene a tutti, ma non si fa toccare da nessuno. Tale è la mia Divina Volontà, chiude l’anima nella sua luce, e col suo impero eclissa tutti i mali, e lei vivendo di luce, tutto si converte in luce, in santità e pace perenne, sicché i mali si smarriscono e perdono la via, le turbazione, le tentazioni, le passioni, il peccato, restano tutti spezzati di gambe e non sanno più camminare. Perciò sii attenta, ed il tuo vivere nel mio Fiat sia continuo”.