(1) La mia povera mente è sempre in balia del Fiat Supremo, mi sembra che non so pensare ad altro, né voglio occuparmi d’altro, sento una corrente in me, che ora mi ferma ad un punto ed ora ad un’altro del Voler Divino, ma sempre in Esso vado a finire, senza prendere mai tutta la sua luce interminabile, perché ne sono incapace. Ed il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto, facendomi una sorpresa:
(2) “Figlia mia, quando l’anima pratica una virtù, il primo atto che pratica forma il germe, e come pratica il secondo ed il terzo atto e così di seguito, così coltiva il germe, lo innaffia, cresce in pianta e porta i suoi frutti. Se poi si pratica una sol volta, o qualche volta, il germe non viene né innaffiato, né coltivato, muore, e l’anima resta senza pianta e senza frutto, perché non forma mai una virtù un’atto solo, ma ripetuti atti. Succede come alla terra che non basta gettarle il seme nel suo seno, ma conviene spesso coltivare la terra, innaffiarla, se si vuole la pianta ed i frutti di quel seme, altrimenti la terra si fa dura sopra del seme e lo seppellisce senza darle la vita. Ora chi vuole la virtù della pazienza, dell’ubbidienza, ed altro, deve gettare il primo germe, e poi con altri atti innaffiarli e coltivarli, così nell’anima sua formerà tante belle e diverse piante. Invece la mia Volontà non è germe come le virtù, ma vita, e come l’anima incomincia a rassegnarsi, a guardarla in tutto ed a vivere in Essa, così viene formata in lei la piccola Vita Divina, e come si va inoltrando nella pratica di vivere nel mio Volere, così cresce e si va ingrandendo questa Vita Divina, fino a riempire l’anima di tutta questa Vita, in modo che non resta di lei che il solo velo che la copre e nasconde dentro di sé. E come alle virtù, così per la mia Volontà, se la creatura non dà l’alimento continuo degli atti suoi in Essa alla piccola Vita Divina, questa non cresce e non la riempie tutta intera. Succede come ad un bambino nato che se non si alimenta muore sul nascere, perché la mia Volontà essendo Vita, ha più bisogno che le virtù che sono immagini delle piante, del continuo alimento per crescere e formarsi vita intera, per quanto è capace una creatura. Ecco perciò la necessità che tu viva sempre in Essa, per prendere il suo cibo prelibato dallo stesso mio Volere per alimentare la sua Vita Divina in te. Vedi dunque che gran differenza c’è tra le virtù e la mia Volontà, le prime sono piante, fiori e frutti che abbelliscono la terra e dilettano le creature, invece il mio Fiat è cielo, sole, aria, calore, palpito, cose tutte che formano Vita e Vita Divina nella creatura. Quindi amala questa Vita e dagli alimento continuo, affinché tutta ti riempia e nulla resti di te”.
(3) Dopo di ciò seguivo il mio giro nel Voler Divino, e ripetendo il mio ritornello del ti amo, stavo dicendo: “Gesù, amor mio, voglio lasciare tutto l’essere mio nel tuo Fiat per potermi trovare in tutte le cose create, per imperlarle col mio ti amo. Anzi voglio mettere il mio cuore nel centro della terra, e come palpito, così voglio abbracciare tutti i suoi abitatori, e seguendo tutti i loro palpiti col mio ti amo voglio darti l’amore di ciascuno di essi, e come si ripete il mio palpito da dentro il centro della terra, così voglio mettere il mio ti amo a tutti i germi che racchiude nel suo seno, e come i germi spuntano e si formano le piante, le erbe, i fiori, così voglio mettere il mio ti amo, per poterli vedere racchiusi nel mio ti amo per Gesù”. Ma mentre ciò dicevo, il mio pensiero ha interrotto il mio ritornello del ti amo dicendomi: “Quante sciocchezze dici, Gesù stesso ne sarà stanco di sentire la tua lunga cantilena, ti amo, ti amo”. E Gesù, movendosi in fretta nel mio interno, e guardando tutta la Creazione per vedere se in tutte le cose, piccole e grandi, c’era la vita del mio ti amo mi ha detto:
(4) “Figlia mia, che maraviglia, che incanto vedere tutte le cose imperlate col tuo ti amo, se si potesse vedere, da tutte le creature, imperlate tutte le piante, gli atomi della terra, le pietre, le gocce dell’acqua col tuo ti amo, riempita la luce del sole, l’aria che respirano, il cielo che veggono col tuo ti amo, le stelle che scintillano il tuo ti amo, qual maraviglia non susciterebbero in loro, qual dolce incanto non attirerebbe alle loro pupille a guardare il tuo ritornello e lunga cantilena del tuo ti amo? Direbbero: “Possibile che non si ha fatto sfuggire nulla? Noi stessi ci sentiamo imperlati dal suo ti amo”. Ed anderebbero curiosando ed indagando tutto per vedere se di fatto nulla ti avessi sfuggito, per godere l’incanto del tuo ti amo. Ora, se questo incanto meraviglioso resta inosservato per le creature terrestri, non resta inosservato per il Cielo e gli abitatori di lassù, godono l’incanto e le meraviglie di vedere la Creazione tutta riempita ed imperlata dal tuo ti amo, sentono armonizzare il loro ti amo col tuo, non si sentono distaccati dalla terra perché l’amore l’unisce insieme e forma le stesse note e le stesse armonie, e poi, tu devi sapere che Io non mi stancai, in tutte le cose, piccole o grandi, quando furono create d’imperlarle coi miei ripetuti ed incessanti ti amo per te, e come non mi stancai nel metterli, così non mi stanco a sentirli ripetere da te, anzi ne godo che il mio ti amo non resta isolato, ma tiene la compagnia del tuo, che facendo eco nel mio si fondono insieme e fanno vita comune. E poi l’amore non stanca mai, ma invece mi è portatore di gioia e felicità”.
(5) Onde non so come mi è venuto il pensiero: “Se io morissi e andassi in purgatorio, come farei? Se qui stando imprigionata nel mio corpo, ché più che stretta prigione, sta accerchiata la mia povera anima, la sente tanto quando Gesù mi priva dalla sua adorabile presenza, che non so che farei e soffrirei per ritrovarlo, ora che sarà quando rotta la carcere del mio corpo e l’anima mia libera e sciolta prendesse il suo rapido volo non trovasse il mio Gesù, centro nel quale devo rifugiarmi per non uscirne mai più, ed invece di trovare la mia vita, il centro del mio riposo, mi trovassi sbalzata nel purgatorio? Qual sarà la mia pena ed il mio tormento?” Ora mentre mi sentivo oppressa da questi pensieri, il mio amato Gesù mi ha stretto tutta a Sé, ed ha soggiunto:
(6) “Figlia mia, perché ti vuoi opprimere, non sai tu che chi vive nella mia Volontà tiene vincolo d’unione col cielo, col sole, col mare, col vento, con tutta la Creazione? I suoi atti sono fusi in tutte le cose create, perché la mia Volontà come cose sue li ha messo tutti in comune, in modo che tutta la Creazione sente la vita di questa creatura, e se potesse andare in purgatorio, si sentirebbero tutti offesi, e l’universo intero si ribellerebbe e non la lascerebbero andare sola in purgatorio, il cielo, il sole, il vento, il mare, tutti la seguirebbero spostandosi dai loro posti, ed offesi direbbero al loro Creatore: “E’ vostra e nostra, la vita che anima noi tutti anima lei, come in purgatorio? Il Cielo la reclamerebbe col suo amore, il sole parlerebbe con la sua luce, il vento con le sue voci lamentevoli, il mare con le sue onde tumultuanti, tutti avrebbero una parola per difendere colei che ha fatto vita comune con esse. E siccome chi vive nella mia Volontà, assolutamente non può andare in purgatorio, perciò l’universo starà al suo posto e la mia Volontà avrà il trionfo di portare nel Cielo chi ha vissuto in Essa in questa terra d’esilio, perciò segui a vivere nel mio Volere, e non voler funestare la tua mente ed opprimerti di cose che a te non appartengono”.