MaM
Messaggio del 25 agosto 1990:Cari figli, oggi desidero invitarvi ad accettare con serietà e a realizzare nella vita i messaggi che vi sto dando. Voi sapete, figlioli, che io sono con voi e desidero guidarvi verso il cielo sulla strada che è bella per tutti coloro che la scoprono nella preghiera. Perciò, figlioli, non dimenticate che questi messaggi che vi sto dando bisogna realizzarli nella vita quotidiana affinché possiate dire:' Ecco, io ho preso i messaggi e ho provato a metterli in pratica '. Cari figli, io vi proteggo con le mie preghiere davanti al Padre celeste. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1908

8-31 Marzo 25, 1908 Le tentazioni si vincono facilmente. Dove c’è passione il demonio tiene più forza.

(1) Continuando il solito mio stato, quando appena è venuto il benedetto Gesù e mi ha detto:

(2) “Figlia, le tentazioni si vincono facilmente, perché il demonio è la creatura più vile che possa esistere, e basta un atto in contrario, un disprezzo, una prece per farlo fuggire, perché questi atti lo rendono ancor più vile di quello che è, e lui, per non sostenere quella confusione, non appena vede quell’anima risoluta, che non vuol dare retta alla sua viltà, fugge atterrito.

(3) Or, se l’anima non facilmente si può liberare, significa che non è solo tentazione, ma passione radicata nell’anima che la tiranneggia unita alla tentazione, perciò non può liberarsi, e dove c’è passione, il demonio tiene più forza per farsene giuoco dell’anima”.

8-32 29 Marzo 1908 L’anime pacifiche sono la delizia di Dio.

(1) Questa mattina, nel venire il benedetto Gesù, pareva che portava un manto nero, ed avvicinandosi pareva che mi mettesse sotto, dicendomi:

(2) “Così ravvolgerò le creature, come sotto d’un nero ammanto”.

(3) Ed è scomparso. Io sono rimasta impensierita per qualche castigo, e lo pregavo che ritornasse, non potendo più stare senza di Lui, ma come infastidita per quella vista di prima. Onde dopo molto stentare è venuto, portando in mano una coppa piena d’un liquore, mi ha dato a bere e dopo ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, le anime pacifiche mangiano alla mia stessa mensa e bevono alla mia coppa, ed il Divino frecciatore non fa altro che frecciarle continuamente, e nessuna freccia resta fallita; tutte, tutte feriscono l’anima amante, e l’anima viene meno, ed il Divino frecciatore continua le sue frecce, le quali or la fanno morire d’amore, or le restituiscono novella vita d’amore, e l’anima dalle sue ferite scocca i dardi per ferire chi l’ha tanto ferita. Sicché l’anima pacifica è la delizia ed il giuoco di Dio; mentre le anime torbide, se il Divino frecciatore le freccie, le frecce vanno fallite per l’anima, e Lui ne resta amareggiato, e formano il giuoco ed il gusto diabolico”.

8-33 Aprile 5, 1908 Tutto quello che contiene la Regina Mamma, ha il suo principio nel Fiat.

(1) Continuando il mio solito stato, mi sono trovata fuori di me stessa, dentro d’un giardino, in cui vedevo la Regina Mamma messa su d’un altissimo trono. Io ardevo di andare su per baciarle la mano, e mentre mi sforzavo d’andare, Lei mi è venuta incontro, scoccandomi un bacio in viso. Nel guardarla ho visto nel suo interno come un globo di luce, e dentro di quella luce stava la parola Fiat, e da quella parola scendevano tanti diversi, interminabili mari di virtù, grazie, grandezze, gloria, gioie, bellezze, ed il tutto che nell’assieme contiene la nostra Regina Mamma, sicché tutte erano radicate in quel Fiat, e dal Fiat avevano principio tutti i suoi beni. Oh! Fiat onnipotente, fecondo, santo, chi ti può comprendere? Io mi sento muta; è tanto grande che non so dir niente; perciò faccio punto. Onde io la guardavo meravigliata, e Lei mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutta la mia Santità è uscita da dentro la parola Fiat. Io non mi smovevo neppure per un respiro, né un passo, né un’azione, tutto, tutto, se non da dentro la Volontà di Dio; la mia vita era la Volontà di Dio, il mio cibo, il mio tutto, e questo mi produceva tale santità, ricchezze, glorie, onori, ma non umani ma Divini. Sicché quanto più l’anima è unita, immedesimata con la Volontà di Dio, tanto più si può dire santa, tanto più è amata da Dio, e quanto più amata più favorita, perché la vita di questa non è altro che il riprodotto della Volontà di Dio; e può non amarla se è la sua stessa cosa? Sicché non si deve guardare al molto o al piccolo che si fa, ma piuttosto se è voluto da Dio, perché il Signore guarda più il piccolo fare, se è secondo la sua Volontà, che il grande senza di questa”.

8-34 Aprile 8, 1908 La Divina Volontà è continua comunione. Come sapere se uno stato è Volontà di Dio.

(1) Stavo impensierita per non poter fare la comunione tutti i giorni, ed il buon Gesù nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, nessuna cosa voglio che ti metta fastidio. E’ vero che è cosa grande fare la comunione, ma quanto dura l’unione stretta con l’anima? Al più un quarto d’ora, ma la cosa che ti stia più a cuore, la completa disfatta della tua volontà nella mia, perché chi vive della Volontà mia non è solo un quarto d’ora l’unione stretta, ma sempre sempre. Sicché la mia Volontà è continua comunione con l’anima, onde ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

8-35 Maggio 3, 1908 Effetti della circolazione del Divino Volere nell’anima.

(1) Continuando il mio solito stato, quando appena ho sentito vicino Nostro Signore, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, l’anima che fa la Volontà mia, vi circola il mio Volere in tutto il suo essere, come vi circola il sangue, sicché sta a continuo mio contatto, con la mia potenza, sapienza, carità, bellezza, sicché a tutto il mio prende parte. Onde non vivendo più del suo volere, il suo volere vive nel mio, e come il mio circola nel suo, così il suo vi circola in tutto il mio Essere, e ci sento continuamente il suo contatto, e sentendomi continuamente da lei toccare, non puoi tu comprendere quanto mi sento d’amarla, di favorirla, di esaudirla in tutto ciò che domanda, e se si lo negassi, lo negherei a Me stesso, poi, in fin dei conti, vivendo del mio Volere, non domanda altro che ciò che voglio Io; questo vuole e questo solo la rende felice, per sé e per altri, perché la sua vita è più in Cielo che in terra, questo è il frutto che produce la mia Volontà, beatificarla anticipatamente”.

8-36 Maggio 12, 1908 I ricchi col suo cattivo esempio hanno avvelenato ai poveri.

(1) Continuando il mio solito stato, stavo pregando Nostro Signore che si benignasse di mettere la pace negli animi che stanno tutti in discordia, i poveri vogliono aggredire i ricchi; c’è un fremito, un’avidità di sangue umano, pare che loro stessi non sanno più contenersi. Se il Signore non mette la sua mano, siamo già in punto ai castighi che tante volte ha manifestato. Onde quando appena è venuto e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, giusta giustizia mia, i ricchi sono stati i primi a dare cattivo esempio ai poveri, i primi che si sono allontanato dalla religione, dall’adempiere i loro doveri, fino a vergognarsi d’entrare in chiesa, di ascoltare la messa, di farsi il precetto. I poveri si sono nutriti della loro bava velenosa, ed avendosi nutrito ben bene del veleno del loro cattivo esempio, con lo stesso veleno da loro dato, non potendolo più contenere cercano di aggredirli ed anche d’ucciderli. Non c’è ordine senza sudditanza, i ricchi si sono sottratti da Dio, i popoli si ribellano a Dio, ai ricchi ed a tutti. La bilancia della mia giustizia è piena, e non posso più contenerla”.

8-37 Maggio 15, 1908 Vede guerre e rivoluzioni.

(1) Trovandomi nel solito mio stato mi sono trovata fuori di me stessa, in mezzo a rivoluzioni, pare che si ostinano sempre più nel voler spargere sangue. Io pregavo il Signore, e Lui mi ha detto:

(2) “Figlia mia, sono due burrasche che gli uomini stanno preparando, una contro il governo, e l’altra contro la Chiesa”.

(3) In questo mentre, mi pareva di vedere i capi fuggiaschi, il re che passava pericolo di restare come prigioniero e si metteva in fuga, non so dir bene; mi pareva che cadeva nelle mani dei nemici. Tutti i ricchi passavano gravi pericoli, e chi restava vittima, quello che più faceva pena, che in mezzo ai capi delle rivoluzioni, anche contro la Chiesa, non ci mancavano i preti; quando poi le cose giungevano agli ultimi eccessi, pareva che interveniva una potenza straniera. Non passo più innanzi perché sono cose dette altre volte.

8-38 Giugno 22, 1908 La Divina Volontà trionfa su tutto.

(1) Questa mattina mi sentivo molto oppressa per la privazione del mio adorabile Gesù, e dicevo tra me: “Non ne posso più, come posso durarla senza della mia vita? Che pazienza ci vuole senza di Te! quale sarebbe la virtù che potrebbe indurlo a farlo venire?” In questo mentre, è venuto e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la virtù che trionfa di tutto, che conquide tutto, appiana tutto, raddolcisce tutto, è la Volontà di Dio, perché questa contiene tale potenza che non c’è cosa che possa resisterle”.

(3) Mentre ciò diceva, appariva innanzi a me una strada tutta piena di pietre, di spine e di monti irti. Tutto questo, messo nella Volontà di Dio, con la sua potenza le pietre restavano spolverizzate, le spine cambiate in fiori, i monti appianati, sicché nella Volontà di Dio tutte le cose hanno un solo aspetto, tutte prendono lo stesso colore. Sia sempre benedetta la sua SS. Volontà.

8-39 Giugno 31, 1908 Il vero spirito di carità nei ricchi ed i sacerdoti.

(1) Continuando il mio solito stato pieno di amarezze e di privazioni, dopo aver molto stentato, mi pareva di vedere i popoli in atto di ribellarsi e di stringere più forte la zuffa contro dei ricchi. In questo mentre, il lamento del dolcissimo Gesù si faceva sentire al mio orecchio, tutto amareggiato che diceva:

(2) “Sono Io che do la libertà ai poveri, sono stanco dei ricchi, molto ne hanno fatto: Quanti denari sciupati in balli, in teatri, in inutili viaggi, in vanità, ed anche in peccati, ed i poveri? Non hanno potuto avere pane bastante per sfamarsi; oppressi, affaticati, amareggiati; se avessero dato loro solo quello che hanno speso in cose non necessarie, i miei poveri sarebbero stati felici; e i ricchi li hanno tenuto come una famiglia che non apparteneva loro, anzi li hanno disprezzato, tenendosi per loro le comodità, i divertimenti, come cose appartenenti alla loro condizione, e lasciando i poveri nella miseria come cosa della loro condizione”.

(3) E mentre ciò diceva pareva che ritirava la grazia ai poveri, e questi inferocivano contro i ricchi, in modo da succedere cose gravi. Ond’io nel vedere ciò ho detto: “Cara mia vita e tutto il mio bene, è vero che ci sono i ricchi cattivi, ma ci sono anche i buoni, le tante signore devote che fanno elemosine alle chiese, i tuoi sacerdoti che fanno tanto bene a tutti”.

(4) “Ah! figlia mia, taci e non mi toccare un tasto per Me molto doloroso, potrei dire che non le riconosco queste tali devote, fanno le elemosine dove vogliono loro, per ottenere il loro intento, per tenere le persone a comodo loro, per chi le simpatizza spendono anche le migliaia di lire; dove poi è necessario, non si benignano di dare un soldo. Potrei dire che lo fanno per Me? Potrei riconoscere questo loro operato? E tu stessa dai segni potrai riconoscere se lo fanno per Me se si trovano pronte a qualunque stretta necessità; se non variano di dare il molto dove non è tanto necessario e negano il poco dove è necessario, si può ben dire che non c’è spirito di vera carità né retto operare. Quindi, i miei poveri sono messi in oblio anche da queste signore devote, ed i sacerdoti? Ah! figlia, peggio ancora; fanno bene a tutti? Tu t’inganni, fanno bene ai ricchi, hanno tempo per i ricchi. Anche da loro quasi che sono esclusi i poveri, per i poveri non hanno tempo, per i poveri non hanno una parola di conforto, di aiuto da dirli, li rimandano indietro, giungono a dirsi malati. Potrei dire che se i poveri si sono allontanati dai sacramenti, loro vi hanno contribuito, perché non hanno preso sempre tempo per confessarli, e i poveri si sono stancati e non sono più ritornati. Tutto al contrario se si è presentato un ricco, non hanno esitato un momento, tempo, parole, conforti, aiuto, tutto si è trovato per i ricchi. Posso dire che hanno spirito di vera carità i sacerdoti se giungono a fare la scelta di quelle tale che devono sentire, e le altre? O le mandano attorno o le precipitano tanto, che se la mia grazia non aiutasse in modo speciale i poveri, i poveri sarebbero stati sbanditi dalla mia Chiesa. Di rado qualche sacerdote, ché tutto il resto potrei dire che la vera carità e lo spirito retto è partito dalla terra”.

(5) Io sono restata più che mai amareggiata, implorando misericordia.

8-40 Luglio 26, 1908 L’ubbidienza.

(1) Continuando il mio solito stato, quando appena è venuto il benedetto Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, l’ubbidienza è l’aria della mia dimora nell’anima; dove non c’è quest’aria dell’ubbidienza, posso dire che non c’è posto per Me dentro di quell’anima e sono costretto a starmene fuori”.