(1) Continuando il mio solito stato, stavo pensando alla Passione di Gesù benedetto e facendosi vedere crocifisso mi partecipava un poco dei suoi dolori, dicendomi:
(2) “Figlia mia, volli essere crocifisso ed innalzato in croce, per fare che le anime, a seconda che mi vogliano mi trovino. Sicché, uno mi vuole maestro, ché sente la necessità di essere ammaestrato, ed Io mi abbasso ad insegnargli tanto le cose piccole quanto le più alte e sublimi, da farlo il più dotto. Un altro geme nell’abbandono, nell’oblio, vorrebbe trovare un padre, viene ai piedi della mia croce, ed Io mi faccio padre dandogli l’abitazione nelle mie piaghe, per bevanda il mio sangue, per cibo le mie carni, e per eredità il mio stesso regno. Quell’altro è infermo e già mi trova medico, che non solo lo guarisco, ma gli do i rimedi sicuri per non più cadere nelle infermità. Quest’altro è oppresso da calunnie, da disprezzi, ai piedi della mia croce trova il suo difensore, fino a restituirgli le calunnie, i disprezzi, in onori divini; così di tutto il resto sicché, chi mi vuole giudice mi trova giudice, chi amico, chi sposo, chi avvocato, chi sacerdote, tale mi trovano. Perciò volli essere inchiodato mani e piedi, per non oppormi a nulla di ciò che vogliono, per farmi come mi vogliono; ma guai chi vedendo che Io non posso muovermi neppure un dito, ardiscono d’offendermi”.
(1) Mentre ciò diceva, ho detto: “Signore, chi sono quelli che più vi offendono?” E Lui ha soggiunto:
(2) “Quelli che mi danno più da soffrire sono i religiosi, i quali vivendo nella mia Umanità mi tormentano e mi lacerano le mie carni nella mia stessa Umanità; mentre chi vive da fuori della mia Umanità, mi lacera da lontano”.
(1) Continuando il mio solito stato, quando appena è venuto il mio benedetto Gesù e nell’atto che stavo pregando, tutta stringendomi mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la preghiera è musica al mio udito, specialmente quando un’anima è tutta uniformata alla mia Volontà, in modo che non si scorge in tutto il suo interno che una continua attitudine di vita di Volontà Divina. Quest’anima è come se uscisse un altro Dio e mi facesse questa musica. Oh! come è dilettevole, trovando chi mi rende la pariglia e può rendermi gli onori divini. Solo chi vive nel mio Volere può giungere a tanto, ché tutto il resto delle anime, ancorché facessero e pregassero molto, saranno sempre cose e preghiere umane che faranno, non già divine; quindi non avranno quella potenza e quella attrattiva al mio udito”.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, quando appena è venuto il benedetto Gesù, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, Io non sono contento quando escono dall’anima barlumi di luce; ma voglio che sia luce il pensiero, luce la parola, luce il desiderio, luce le opere, luce i passi, e queste luci unite insieme formino un sole, ed in questo sole viene formata tutta la mia immagine, e questo succede quando fa tutto, tutto per Me, diventa tutta luce, e siccome chi vuole entrare dentro la luce solare non trova ostacolo di potervi entrare, così Io non trovo ostacolo in questo sole che la creatura ha formato di tutto il suo essere. Invece, chi non è tutta luce ci trovo molti impedimenti per formare la mia immagine”.
(1) Continuando il mio solito stato, per poco è venuto il mio benedetto Gesù e mi ha detto:
(2) “Alla verità nessuno può resistere, né l’uomo può dire che non è verità; per quanto cattivo e stupido non può dire uno che il bianco è nero, e che il nero è bianco, che la luce è tenebre, e che le tenebre sono luce; solo che chi l’ama, l’abbraccia e la mette in opera, e chi non l’ama ne resta conturbato e tormentato”.
(3) E come lampo è scomparso, e dopo poco è ritornato ed ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, chi vive nell’ambiente della mia Volontà sta a porto di tutte le ricchezze; e chi vive fuori di questo ambiente della mia Volontà, sta a porto di tutte le miserie, perciò si dice nel Vangelo che a chi tiene sarà dato, e a chi non tiene sarà tolto quel poco che tiene, perché chi vive nella mia Volontà, stando a porto di tutte le ricchezze, non è maraviglia che si andrà sempre più arricchendo di tutti i beni, perché vive in Me come nella propria casa, ed Io, tenendolo in Me sarò forse avaro? Non andrò di giorno in giorno, or dandole un favore, or un altro, e mai cesserò di darle fino a tanto che non l’avrò partecipato di tutti i mie beni? Sì, certo. Invece, chi vive a porto delle miserie, fuori della mia Volontà, già per sé stessa la propria volontà è la più grande delle miserie e distruttrice d’ogni bene. Che maraviglia dunque, che se tiene qualche poco di bene, non avendo contatto con la mia Volontà e vedendolo inutile in quell’anima le venga tolto?”
(1) Continuando il mio solito stato, quando appena è venuto il benedetto Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, quanto è necessario che l’anima sia costante nel fare il bene che ha incominciato, perché sebbene tiene principio, ma non avrà fine, e non avendo fine è necessario che si uniformi ai modi dell’Eterno Iddio. Iddio è giusto, è santo, è misericordioso, è Colui che contiene tutto; ma forse un sol giorno? No, sempre, sempre, sempre, così l’anima non deve essere un giorno paziente, umile, ubbidiente, e un altro giorno impaziente, superba, capricciosa. Queste sono virtù spezzate, è un mescolare nero e bianco, luce e tenebre, tutto è disordine, tutto è confusione, modi, tutti dissimili dal suo Creatore. In detta anima, c’è guerra continua, perché le passioni le fanno guerra, ché vedendosi nutrite spesso spesso, sperano d’essere loro la vittoria; i demoni, le creature ed anche le stesse virtù, vedendosi deluse le fanno guerra accanita e finiscono col nausearla. Se si salvano dette anime, oh! quanto avrà da lavorare il fuoco del purgatorio. Invece per l’anima costante tutto è pace, già la sola costanza fa stare tutto a posto, già le passioni si sentono morire, e chi è che essendo vicino a morire pensa di far guerra a nessuno? La costanza è spada che mette tutto in fuga, è catena che lega tutte le virtù, in modo che si sente da esse carezzata continuamente, ed il fuoco del purgatorio niente lavorerà, perché la costanza ha ordinato tutto e l’ha fatto simili ai modi del Creatore”.
(1) Continuando il mio solito stato appena l’ombra ho visto del benedetto Gesù, tutto afflitto e quasi in atto di mandare castighi. Io nel vederlo ho detto: “Nel modo come è stato chi potrà scampare, non solo dai castighi, ma anche la stessa salvezza?” E lui, cambiando aspetto, ha detto:
(2) “Figlia mia, l’unione delle opere umane con le mie, è garanzia per salvarsi, perché se due persone lavorano in un medesimo terreno, il lavorare in quel terreno è garanzia che ambedue dovranno raccogliere; così chi unisce le sue opere con le mie, è come se lavorasse nel mio terreno, quindi non dovrà raccogliere nel mio regno? Forse dovrà lavorare unito con Me nel mio terreno, e dovrà raccogliere in un regno a Me del tutto estraneo? No, certo”.
(1) Trovandomi nel solito mio stato mi sentivo tutta oppressa per la privazione del mio benedetto Gesù, onde quando appena è venuto e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tutte le altre virtù nelle creature fabbricano un muro di determinata altezza, ma il muro dell’anima che vive nella Volontà di Dio è un muro tant’alto e profondo, che non si trova né la profondità, né l’altezza, ed è tutto d’oro puro e massiccio, non soggetto a nessun malanno, perché essendo questo muro nel Volere Divino, cioè in Dio, Iddio stesso lo custodisce, e contro Dio non c’è potenza che vaglia, e l’anima mentre vive in questo Volere Divino, viene rivestita d’una luce tutta simile a Colui in cui vive, tanto, che anche in Cielo risplenderà più di tutti gli altri, da essere agli stessi santi occasione di maggiore gloria. Ah! figlia mia, pensaci un po’ che ambiente di pace, di beni contiene la sola parola: “Volontà di Dio”, già solo che l’anima pensi di voler vivere in questo ambiente, già si sente cambiata, sente un’aria divina che l’investe, si sente sperdere l’essere umano, si sente divinizzata; da impaziente, paziente; da superba, umile, docile, caritatevole, ubbidiente; insomma, da povera ricca; già tutte le altre virtù sorgono a farle corona a questo muro alto che non tiene confine; perché come Iddio non tiene confine, così l’anima resta sperduta in Dio, e perde i confini propri ed acquista i confini della Volontà di Dio”.
(1) Questa mattina stavo pensando a Nostro Signore nell’atto che l’inchiodavano in croce, e lo stavo tutto compatendo, ed il benedetto Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, non furono le sole mani e piedi che furono inchiodati in croce, ma tutte le particelle della mia Umanità, dell’anima e della Divinità restarono inchiodate tutte nella Volontà del Padre, perché la crocifissione fu Volontà del Padre, perciò restai tutto nella sua Volontà inchiodato e trasmutato, e ciò era necessario, perché che cosa è il peccato se non un ritirarsi dalla Volontà di Dio, da tutto ciò ch’è buono e santo che Dio ci ha dato, credersi da per sé stesso qualche cosa, ed offendere il proprio Creatore. Ed io, per riparare quest’audacia e questo idolo proprio che si fa la creatura di sé stessa, volli sperdere del tutto la mia volontà e vivere della Volontà del Padre a costo di grande sacrificio”.
(1) Questa mattina il benedetto Gesù quando appena si ha fatto vedere e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, l’onore più grande che la creatura può dare a Dio come Creatore, è il dipendere in tutto dalla sua Volontà Divina, ed il Creatore vedendo che la creatura fa il suo dovere di creatura verso del Creatore, le comunica la sua Grazia”.
(3) E mentre ciò diceva, usciva una luce da Gesù benedetto e faceva comprendere il modo come comunica la Grazia. Ed io comprendevo così: Che l’anima, per esempio, sente in sé stessa un annientamento di sé stessa, vede il suo nulla, la sua miseria, inabilitata a fare ombra di bene, ora, mentre si sente in questo modo, Iddio comunica la sua Grazia, e la Grazia della verità, sicché l’anima scorge in tutto la verità senza inganno, senza tenebre, ed ecco ciò che Dio è per natura: Verità eterna che non può ingannare, né essere ingannata, l’anima diventa per Grazia, ossia, l’anima sente un distacco dalle cose della terra, vede la loro fugacità, instabilità, come tutto è falso, tutto marciume, che meritano d’essere aborrite anziché amate. Iddio mentre l’anima si sente in questo stato, comunica la sua Grazia, e la Grazia del vero amore e dell’amore eterno; comunica la sua bellezza, in modo da fare impazzire l’anima amante, e l’anima resta ripiena dell’amore e della bellezza di Dio; ed ecco, ciò che Dio è per natura: Amore e bellezza eterna, l’anima diventa per Grazia, e così di tutte le altre virtù divine, che se volessi dire tutto, andrei troppo per le lunghe; solo aggiungo che la Grazia previene l’anima, la eccita, ma allora si comunica ed entra a prendere possesso quando le mastica quelle verità e come cibo se le inviscera nel proprio seno, perciò non tutti ricevono gli effetti detti di sopra, perché come lampi se le fanno sfuggire dalla mente e non ne fanno posto.
(1) Continuando il solito mio stato, stavo dicendo tra me stessa: “Signore, manifestatemi la vostra Volontà, se devo o no stare in questo stato. Che ci perdete? Un sì o un no che dovete dire”. Mentre ciò dicevo, il benedetto Gesù si è fatto sentire nel mio interno, e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, dico che voglio che esci da questo stato di vittima, ma se lo fai, guai!”
(3) Ed io: “Se Voi stesso mi dite che vorreste che esca, non devo farlo?”
(4) E Lui: “Devo dirtelo, spingerti, violentarti, e non devi farlo, perché una figlia che sta sempre con suo padre deve conoscere il temperamento del padre, il tempo, la causa; deve tutto ben bene ponderare, e se ciò occorre deve dissuadere il proprio padre di darle quel comando”.
(5) Ed io: “Non l’ho fatto perché l’ubbidienza non vuole”.
(6) E Lui senza darmi tempo: “E se te lo permettono, povero a colui che ciò farà!”
(7) Io nel sentire ciò ho detto: “Signore, pare che questa volta volete tentarmi e crearmi tanti imbarazzi; io stessa non so più come regolarmi”.
(8) E Lui: “Ho voluto un po’ scherzare con te; non scherzano qualche volta gli sposi fra loro, ed io non potevo fare altrettanto?”