(1) Stavo secondo il mio solito, seguendo gli atti del Voler Supremo nella Creazione, e giunta a quel punto quando Iddio metteva fuori la creazione dell’uomo, mi univo coi primi atti perfetti che fece Adamo quando fu creato, per incominciare insieme con lui e per seguire dove finì d’amarlo, d’adorarlo, quando pecco, con quella perfezione con cui aveva incominciato nell’unità del Fiat Supremo, ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Ma abbiamo diritto noi a questo regno del Voler Divino?” Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tu devi sapere che Adamo prima di peccare faceva i suoi atti nel Fiat Divino, ciò significaba che la Trinità ne aveva dato il possesso di questo regno, perché per poter possedere un regno, ci vuole chi lo forma, chi lo dona e chi lo riceva. La Divinità lo formò e lo donò, l’uomo lo ricevette. Sicché, Adamo nella sua prima epoca della Creazione possedeva questo regno del Fiat Supremo e siccome lui era il capo di tutta l’umana generazione, tutte le creature ricevevano il diritto di questo possesso. E sebbene Adamo col sottrarssi della nostra Volontà perdette il possesso di questo regno, perché col fare la sua si misse come in stato di guerra coll’eterno Fiat e poveretto, non avendo forza sufficiente per combattere, né esercito ben fornito per poter guerreggiare con un Volere sì Santo, che teneva forza invincibile ed esercito formidabile, restò vinto e perdette il regno da Noi dato, molto più che la forza che possedeva prima era la nostra, dandole anche il nostro esercito a sua disposizione, come peccò, la forza se ne venne alla nostra sorgente e l’esercito si ritirò da lui mettendosi a nostra disposizione. Tutto ciò non tolse i diritti ai suoi discendenti di poter riacquistare il regno della mia Volontà. Succese come ad un re che per guerra perde il suo regno, non ci può essere tutta la probabilità che uno dei suoi figli, con un’altra guerra può riunire il regno di suo padre che già era suo? Molto più che venni Io sulla terra, il divino vincitore, per rifare le perdite dell’uomo e che trovando chi volesse ricevere questo regno, gli restituivo la forza, mettendole di nuovo il mio esercito a sua disposizione per mantenere l’ordine, il decoro, la gloria di Esso. E qual’è questo esercito? E’ tutta la Creazione, in cui in ciascuna cosa creata sta bilocata la Vita della mia Volontà più che esercito meraviglioso e formidabile per mantenere la vita di questo regno. Allora l’uomo perderebbe la speranza di possedere di nuovo questo regno se vedese scomparire tutto l’esercito invincibile della Creazione, allora si potrebbe dire: “Iddio ha ritirato la sua Volontà dalla faccia della terra che la vivificava, l’abbelliva, l’arricchiva, il regno non c’è più speranza che può essere in nostro possesso”. Ma fino a tanto che questa esiste, sono effetti di tempi per trovare coloro che lo vogliono ricevere. E poi se non c’era da operare il possesso di questo regno del Fiat Divino, non era necessario che Io te manifestassi tante sue conoscenze che le riguardano, né il suo Volere che vuole regnare, né il suo dolore perché non regna, quando una cosa non si può effettuare è inutile parlarne, quindi non avrei avuto nessuno interesse di dire tante cose che riguardano la mia Volontà Divina. Sicché il solo parlarne è segno che voglio che ritorni il suo possesso”.