(1) Il mio amabile Gesù mi fa molto stentare il suo ritorno, oh! come lo sospira la piccola anima mia, ridotta senza di Lui come terra senza acqua e senza sole, che mentre brucio dalla sete, è tanto il tenebrio, che non so dove muovere il paso per rintracciare Colui che solo mi può dare l’acqua che mi disseta e mi fa sorgere il sole che dà luce ai miei passi per ritrovare Colui che da me si allontana. Ah! Gesù! Gesù! Ritorni! non senti il mio palpito nel tuo che ti chiama e che non avendo più umore vitale stenta a palpitare e non ha più forza di più chiamarti? Ma mentre ciò ed altro dicevo, il mio sommo bene Gesù si è mosso nel mio interno, e faceva vedere tre cordicelle, che legate tutte e tre insieme stavano legate nel fondo dell’anima mia, queste corde scendevano dal Cielo, le quale erano legate a tre campane. Gesù era piccolo bambino e con una grazia da non sapersi dire, e tutto in fretta prendeva le cordicelle nelle sue piccole manine e le tirava forte, ma tanto, che sembrava che in Cielo quelle campane formavano una scampanellata tanto forte, che tutto il Cielo usciva fuori per vedere chi era Colui che suonaba con tanta fretta ed imponenza, da chiamare l’attenzione di tutto il Cielo, anche io sono rimasta stupita ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, l’anima dove regna il mio Volere tiene le cordicelle d’oro purissimo, che scendono dalla Potenza del Padre, dalla Sapienza di Me, Figlio, dall’Amore dello Spirito Santo. Com’essa opera, ama, prega, soffre, così Io prendo le cordicelle nelle mie mani e metto in moto la nostra Potenza, Sapienza ed Amore a bene, a gloria di tutti i beati e di tutte le creature. Il suono di queste campane è tanto forte ed armonioso, che chiamano tutti come suono d’invito a festeggiare, perciò tutti sono usciti per godersi la festa dell’atto tuo. Sicché, come vedi, gli atti dell’anima dove regna il mio Volere si formano in Cielo, nel seno del suo Creatore, scendono in terra per le tre corde della nostra Potenza, Sapienza ed Amore e risalgono alla sua sorgente per riportare la gloria a Noi dovuta, ed Io mi diletto tanto nel tirare le corde per far sentire a tutti il suono di queste misteriose campane”.
(3) Onde dopo di ciò, avevo sentito dell’esposizione che s’era fatta del Santissimo Sacramento nella chiesa, ed io pensavo tra me: “Per me non ci sono né esposizioni, né funzioni”. Ed il mio dolce Gesù no dandomi tempo a pensare ad altro è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:
(4) “Figlia mia, per te non c’è bisogno d’esposizione, perché per chi fa la mia Volontà tiene l’esposizione più grande e continua che la mia Volontà tiene in tutta la Creazione, anzi ogni cosa creata, perché animata da Essa, forma tante innumerevoli esposizioni per quante cose esistono. Chi forma la mia Vita Divina nell’Eucaristia? La mia Volontà. Se non fosse ché l’ostia sacramentale fosse animata dalla mia Volontà Suprema, la Vita Divina non esisterebbe in essa, sarebbe una semplice ostia bianca da non meritare l’adorazione dei fedeli. Ora figlia mia, la mia Volontà fa la sua esposizione nel sole e come la mia Volontà tiene i veli dell’ostia che nascondono la mia Vita, così tiene i veli della luce che la nascondono nel sole, eppure chi fa una genuflessione, chi manda un bacio d’adorazione, chi dice un grazie a la mia Volontà esposta nel sole? Nessuno, che ingratitudine! Eppure con tutto ciò, Essa non si arresta, è sempre stabile nel fare il bene, nei suoi veli di luce segue i passi dell’uomo, investe le sue azioni, qualunque via prenda, la sua luce si fa trovare avanti e dietro, portandolo come in trionfo nel suo seno di luce per fargli del bene, disposta a fargli del bene ed a dargli la luce ancorché non la volessi. Oh! Volontà mia, quanto sei invicibile, amabile ed ammirabile, immutabile nel bene, instancabile senza mai indietreggiare. Vedi la gran differenza tra l’esposizione dell’Eucaristia e quella che la mia stessa Volontà tiene in atto continuo nelle cose create, a quella dell’Eucaristia l’uomo deve incomodarsi, andare lui, avicinarsi, disporsi per ricevere il bene, altrimenti nulla riceve, invece l’esposizione della mia Volontà nelle cose create, è Essa che va all’uomo, che s’incomoda e ad onta che non sia disposto, la mia Volontà largheggia e l’affoga dei suoi beni, eppure non vi è chi adora la mia eterna Volontà in tante sue esposizioni. Essa fa la sua esposizione nel mare, e sebbene nel sole, simbolo dell’Eucaristia, dà la sua luce, il suo calore, dà beni innumerevoli, ma sempre in silenzio, non dice mai una parola, non fa mai un rimprovero per quanti mali orrendi può vedere; nel mare invece, nei veli dell’acqua fa la sua esposizione in modo diverso, pare che parla nel formare il suo mormorio, nei veli dell’acqua incute timore nei suoi flutti tumultuanti e nelle onde fragorose, che se investe navi e genti li seppelisce nel fondo del mare senza che nessuno lo può resistere; la mia Volontà nel mare fa l’esposizione della sua potenza e parla nel mormorio, parla nei flutti, parla nelle onde altissime chiamando l’uomo ad amarla ed a tenerla, e non vedendosi ascoltata fa l’esposizione della giustizia divina e cambiando quei veli in tempestà, si avventa contro dell’uomo inesorabilmente. Oh! se le creature facessero attenzione a tutte l’esposizioni che fa la mia Volontà in tutta la Creazione, dovrebbero stare sempre in atto d’adorazione, per adorare la mia Volontà esposta nei campi fioriti dove spande i suoi profumi, negli alberi caricchi di frutti dove spande la varietà delle sue dolcezze, sicché non c’è cosa creata dove non fa la sua esposizione divina e speciale, e siccome le creature non gli tributano gli onori dovuti, spetta a te a mantenere l’adorazione perpetua all’esposizioni che tiene il Fiat Supremo in tutta la Creazione. Sei tu figlia mia, colei che ti esibisce come adoratrice perpetua di questa Volontà senza adoratrice e senza contracambio d’amore da parte delle creature”.