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Messaggio del 21 gennaio 1982:Pregate e digiunate perché tra i sacerdoti regni la pace!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 21-1 Febbraio 23, 1927 Come il vivere nel Voler Divino è formare una visita di sorpresa a Gesù.

(1) Il mio povero cuore me lo sentivo sotto d’un torchio durissimo per la privazione del mio dolce Gesù; oh! come gemevo e spasimavo e facendo il mio solito giro nella Creazione, per seguire gli atti della sua Volontà in essa, come giungevo nel mare, così lo chiamavo e gli dicevo: “Mio Gesù, vieni, ritorna, la tua piccola figlia ti chiama nel mare, ti chiamo insieme con la bastità di queste acque, col loro mormorio, ti chiamo nel guizzo dei pesci, ti chiamo con la potenza della tua stessa Volontà che in questo mare si stende; se non vuoi ascoltare la mia voce che ti chiama, ascolta le tante voci innocenti che si sprigionano da questo mare che ti chiamano. Deh! non farmi più penare che non ne posso più”. Ma che! con tutte le voci del mare, Gesù non ci veniva, quindi ho dovuto passare nel sole e lo chiamavo nel sole, lo chiamavo con la immensità della sua luce, sicché dovunque giravo lo chiamavo in nome di ciascuna cosa creata e della sua stessa Volontà che dominava in esse. Onde giunta sotto alla volta azzurra del cielo gli ho detto: “Senti oh Gesù, ti porto tutte le opere tue, non senti la voce di tutto il cielo, le voci innumerevoli delle stelle che ti chiamano? Vogliono tutte circondarti e farti una visita come loro Creatore e Padre di esse, e Tu vuoi mandarci tutti indietro?” Ora mentre ciò dicevo, il mio dolce Gesù è uscito, e mettendosi come in mezzo a tutte le opere sue mi ha detto:

(2) “Figlia mia, che bella sorpresa mi hai fatto oggi, mi hai portato tutte le opere mie a farmi la visita, mi sento raddopiata la mia gloria, la mia felicità nel vedermi circondato da tutte le opere mie, che riconosco come tanti figli miei. Tu oggi hai fatto come un figlio che ama assai suo padre e che conosce che gode tanto quando si vede circondato e visitato da tutti i suoi figli, questo li chiama tutti, ad uno ad uno unisce tutti insieme, fratelli e sorelle e va a fare la sua sorpresa a suo padre, il quale gode nel vedersi circondato da tutti i suoi figli, nessuno manca, riconsce tutte le membre della sua famiglia, oh! come si sente glorificato da tutti i suoi figli, la sua felicità è al colmo, e per compimento della sua gioia imbandisce un suntuoso banquetto e festeggiano tutti insieme, padre e figli, ma nella pienezza della sua felicità riconosce il figlio che ha radunato tutta la sua famiglia per fare la sorpresa al padre e farlo tanto godere, questo figlio sarà amato di più, perché la causa è stato lui di tanta sua felicità. Ora piccola figlia mia, mentre tu mi chiamavi nel mare con tutte le sue voci, Io ti ascoltavo e dicevo: “Lascia che gire per tutte le cose create, affinché me le raduna tutte insieme e poi mi farò trovare, così potrò ricevere la visita di tutte le opere mie, che sono come tanti miei figli, così loro felicitano Me, ed Io felicito loro”. Sicché il vivere nella mia Volontà contiene sorprese indescrivibile, posso dire: “Dove Essa regna diventa l’anima la mia felicità, la mia gioia, la mia gloria ed Io imbandisco a lei il banchetto delle sue conoscenze, affinché felicitandoci insieme, stendiamo il regno del Fiat Supremo, onde venga conosciuto, amato e glorificato, perciò aspetto spesso queste sorprese della piccola figlia che mi porta la visita di tutta la famiglia che mi appartiene.

(3) Oltre di ciò, siccome nella Creazione sono come sparse tutte le nostre qualità Divine, ed ogni cosa creata occupa un ufficio dai nostri attributi, quindi: Chi è figlio della 21[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta nostra potenza, chi della giustizia, chi della luce, chi della pace, chi della bontà, insomma, ogni cosa creata è figlio di ciascun nostro attributo. Onde quando tu mi porti tutta la Creazione, sei la portatrice della mia felicità sparse in essa, ed Io riconosco il mio figlio della luce nel sole, il mio figlio della giustizia nel mare, quello del mio impero nel vento, quello della pace nella terra fiorita, insomma, in tutte le cose create riconosco ciascun parto dei miei attributi, ed Io godo nel riconoscere i figli miei che mi porta la piccola figlia del mio Volere. Faccio proprio come quel padre che tiene tanti figli ed ognuno di essi occupa un ufficio d’onore: Chi è principe, chi è giudice, chi è deputato, chi senatore, chi governatore; il padre si sente più felice nel riconoscere nel parto delle sue viscere ciascuno ufficio ed altezza d’onore dei propri figli, e siccome tutte le cose create furono fatte che dovevano servire per felicitare i figli del Fiat Supremo, nel vederti riportare a Noi le nostre opere, riconosciamo in te lo scopo nostro, ed oh! come godiamo nel vederti girare per riunire insieme tutte le opere nostre per riportarci la nostra felicità sparsa in tutta la Creazione. Perciò il tuo volo nella mia Volontà sia continuo”.

(4) Onde dopo di ciò, avendo fatto la santa comunione, stavo dicendo al mio amato Gesù: “Amor mio e vita mia, la tua Volontà tiene virtù di moltiplicare la tua Vita per quanti esseri esistono ed esisteranno sulla terra, ed io nel tuo Volere voglio formare tanti Gesù per darti tutto intero a ciascun’anima del purgatorio, a ciascun beato del Cielo, a ciascun vivente sulla terra”. Ora mentre ciò dicevo, il mio celeste Gesù mi ha detto:

(5) “Figlia mia, chi vive nel mio Volere, Esso questo appunto fa, moltiplica gli atti dell’anima in virtù sua per quanti sono gli esseri creati, l’anima riceve l’attitudine divina, e l’atto suo diventa atto di tutti. E’ proprio questo l’operato divino: Un atto che fa si moltiplica in tanti, che tutti possono fare proprio quell’atto come se fosse stato fatto per ciascun essere, mentre l’atto è stato uno, sicché l’anima dove regna il mio Volere si mette nelle condizione di Dio medesimo, sia di gloria, sia di dolore, a seconda che le creature lo ricevono o lo respingono. La gloria che l’atto suo può portare, il bene e la Vita di Gesù a tutti, è grande, esuberante, infinito; il dolore che le creature, non tutte prendono quel bene e la mia stessa Vita resta sospesa, senza portare l’utile della mia Vita Divina, è dolore che supera ogni dolore”.