(1) Stavo ricordando tutti gli atti di Nostro Signore per unirmi con Lui, non solo, ma per trovare la sua Santissima Volontà operante in tutti gli atti suoi, per potermi immedesimare con Essa e fare un atto solo col mio, sicché avrei voluto concepire con Gesù, nascere con Gesù, gemere, piangere, patire, pregare, versare il mio sangue insieme col suo e morire insieme con Gesù. Ora, mentre ciò pensavo, si è mosso nel mio interno facendosi sentire che c’era nel mio cuore, alzando le braccia in atto di stringermi a Sé e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tutta la mia Vita fu un atto solo proveniente da quell’atto solo dell’Eterno, che non ha successione di atti, e se nella mia Umanità, esternamente si videro a grado a grado la successione dei miei atti, cioè, concepire, nascere, crescere, operare, camminare, patire, morire, nell’interno della mia Umanità, la mia Divinità, il Verbo Eterno unito alla mia anima, formava un atto solo di tutta la mia vita, quindi la successione degli atti esterni che si vedevano in Essa era lo sbocco dell’atto solo, che straripando fuori formava la successione della mia Vita esterna, ma nel mio interno, come restai concepito, nel medesimo tempo nascevo, piangevo, gemevo, camminavo, operavo, parlavo, predicavo il vangelo, istituivo i sacramenti, pativo e restavo crocifisso. Quindi, tutto ciò che si vedeva all’esterno della mia Umanità a poco a poco, a grado a grado, dentro era un atto solo, lungo e continuato e che continua ancora. Sicché, come restai concepito, partendo dall’atto solo dell’Eterno, restai sempre a concepire, sempre a nascere, sempre a gemere e piangere, insomma, tutto ciò che Io feci restò in atto e come atto continuo, perché tutto ciò che esce da Dio e resta in Dio non subisce mutazioni, né accrescimento, né diminuzione, fatto l’atto, resta con la pienezza della vita che mai finisce e che può dare vita a tutti, per quanto ne vogliono. Sicché la mia Volontà mantenne e mantiene tutto in atto, tutta la mia Vita, come mantiene in atto la vita del sole, senza farlo né diminuire né crescere nella sua luce, nel calore e nei suoi effetti, come conserva l’estensione del cielo con tutte le stelle, senza mai restringersi o sperdere anche una stella, e di tante altre cose da Me create, così il mio Supremo Volere mantiene la vita a tutti gli atti della mia Umanità, senza sperdere neppure un respiro. Ora, questa mia Volontà, dove regna non sa fare atti separati, la sua natura è un atto solo, molteplice negli effetti, ma nell’atto è sempre solo, perciò chiama l’anima che si fa dominare da Essa all’unione del suo atto solo, affinché trovi tutti i beni, tutti gli effetti che solo un’atto solo d’un Dio può possedere. Quindi la tua attenzione sia di stare unita a quell’atto solo dell’Eterno, se vuoi trovare in atto tutta la Creazione, tutta la Redenzione, in cui troverai, in quell’atto uno, la lunghezza delle mie pene, dei miei passi, la continuata mia crocifissione, tutto troverai, la mia Volontà non sperde nulla, e tu in Essa resterai immedesimata negli atti miei e prenderai il frutto di tutta la mia vita. Se ciò non fosse, non ci sarebbe gran differenza tra l’operare mio e quello dei miei santi, invece con l’essere il mio operato un atto solo, tra il mio ed il loro passa la differenza tra il sole e la piccola fiammella, tra il gran mare e la goccia d’acqua, tra la vastità dei cieli ed il piccolo buco. Solo la potenza del mio atto uno tiene il potere di darsi a tutti e abbracciare tutto, e mentre dà, non perde mai nulla”.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù mi faceva vedere il reverendo padre che deve occuparsi della stampa degli scritti sull’adorabile Volontà di Dio, e Gesù, mettendosi a lui vicino, gli diceva:
(2) “Figlio mio, il titolo che darai al libro che stamperai sulla mia Volontà sarà questo: “Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Libro di Cielo. Il richiamo delle creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”. Vedi, anche il titolo voglio che corrisponda alla grande opera della mia Volontà, voglio che la creatura comprenda che il suo posto, assegnatole da Dio, è nella mia Volontà, e fino a tanto che non entri in Essa sarà senza posto, senza ordine, senza scopo, sarà un intruso nella Creazione, senza diritto di sorte, e perciò andrà ramingo, senza pace, senza eredità, ed Io, mosso a compassione di lui gli griderò continuamente: “Entra nel tuo posto, vieni nell’ordine, vieni a prendere la tua eredità, a vivere in casa tua, perché vuoi vivere in casa estranea? Perché vuoi occupare un terreno che non è tuo? E non essendo tuo vivi infelice e sei il servo e lo zimbello di tutte le cose create. Tutte le cose create da Me, perché stanno al loro posto, stanno nell’ordine ed in perfetta armonia con tutta la pienezza dei loro beni, assegnatogli da Dio, tu solo vuoi essere infelice, ma infelicità volontaria, perciò vieni al posto tuo, là ti chiamo e ti aspetto”. Perciò colui o colei che si presterà a far conoscere la mia Volontà sarà il mio portavoce, ed Io gli affiderò i segreti del Regno di Essa”.
(3) Onde dopo di ciò, faceva vedere tutta la Creazione, come tutte le cose create stanno al loro posto voluto da Dio, e quindi nell’ordine perfetto e nella completa armonia tra loro e la Suprema Volontà, perché stanno al loro posto, mantiene la loro esistenza integra, bella, fresca e sempre nuova, e l’ordine porta la felicità comune e la forza universale a tutti. Che incanto nel vedere l’ordine, l’armonia di tutta la Creazione, e Gesù, riprendendo il suo dire ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, come sono belle le opere nostre, sono il nostro onore e la nostra gloria perenne, tutte stanno al posto loro e ciascuna cosa creata compie perfettamente il suo ufficio, solo l’uomo è il nostro disonore nella nostra opera creatrice, perché col sottrarsi dalla nostra Volontà cammina con la testa giù in terra e coi piedi all’aria, che disordine! che disordine! fa ribrezzo a vederlo; camminando con la testa giù striscia la terra, si sconvolge tutto, si trasforma, alla vista le manca lo spazio necessario per guardare, né può diffondersi nello spazio per conoscere le cose, né difendersi se il nemico le sta dietro le spalle, né fare molto cammino, perché, poveretto, con la testa deve strisciarsi, non camminare, perché l’ufficio di camminare è dei piedi, quello della testa è di dominare. Sicché il fare la propria volontà è il vero e perfetto capitombolo dell’uomo ed il disordine dell’umana famiglia. Perciò m’interessa tanto che la mia Volontà sia conosciuta, affinché ritorni al suo posto, non più si strisci con la testa giù, ma che cammini coi piedi, non più formi il mio ed il suo disonore, ma il mio ed il suo onore. Guarda tu stessa, non compariscono brutte le creature, vederle camminare con la testa per terra? Non dispiace anche a te vederle così disordinate?”.
(5) Io ho guardato e vedevo le teste giù ed i piedi in aria. Gesù è scomparso ed io rimasto a guardare questo brutto spettacolo delle umane generazioni, e pregavo di cuore che la sua Volontà sia conosciuta.
(1) La mia povera mente è sempre di ritorno nel centro supremo del Voler Eterno, e se qualche volta penso ad altro, Gesù stesso con un suo detto chiama la mia attenzione a valicare il mare interminabile della sua Santissima Volontà. Onde, siccome stavo pensavo ad altro, il mio dolce Gesù, geloso, mi ha stretto a Sé e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, sempre nella mia Volontà ti voglio, perché in Essa c’è la natura del bene. Un bene allora si può chiamare vero bene quando non finisce mai, né ha principio né fine. Il ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo secondo il mio solito, facendo i miei atti, le mie giratine nel Santo Voler Divino, io stessa veggo che non so fare altro che girare in Esso, nella mia cara eredità, datami dal mio dolce Gesù, nella quale c’è tanto da fare e d’apprendere, che non mi basterà né la mia piccola vita dell’esilio, né tutta l’eternità per compiere i miei uffici in questa estesissima eredità che non si veggono i confini, né dove comincia né dove finisce, e quanto più si gira in Essa, tanto più cose nuove s’imparano, ma molte cose si veggono e non ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Mi sentivo tutta immedesimata col mio dolce Gesù, e lo pregavo di cuore che vigilasse la povera anima mia, affinché nulla mi entrasse che non fosse di sua Volontà. Ora, mentre ciò facevo, il caro mio bene, la dolce mia vita si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il desiderio di volere un bene, di volerlo conoscere, purga l’anima e dispone la sua intelligenza a comprenderlo, la sua memoria a ricordarlo e la volontà sua si sente stuzzicare l’appetito di volerlo, per farne cibo e vita, e muove Iddio a darle quel bene e a farlo conoscere. Sicché il desiderio di volere un bene, di conoscerlo, è come l’appetito al cibo, e siccome c’è l’appetito si sente il gusto, si mangia con piacere e si resta soddisfatti e contenti d’aver preso quel cibo, e si resta col desiderio di gustarlo di nuovo; invece se manca l’appetito, quel cibo stesso, gustato con tanta avidità da una persona, per l’altra che non ha appetito sente nausea, disgusto e giunge anche a soffrire. Tale è il desiderio all’anima, è come l’appetito, ed Io, vedendo che il desiderio delle cose mie è il suo gusto, fino a farne cibo e vita, largheggio, largheggio tanto nel dare, che non mi stanco mai dal dare. Invece per chi non lo desidera, mancando l’appetito, sentirà nausea delle cose mie, si ripeterà il detto evangelico: Sarà dato a chi tiene e sarà tolto quel poco che tiene a chi non appetisce i miei beni, le mie verità, le cose celesti; giusta pena per chi non desidera, non appetisce e non vuole saperne delle cose che a Me appartengono, e se tiene qualche piccola cosa, è giusto che si tolga e si dia a coloro che posseggono molto”.
(3) Onde, dopo ciò, stavo pensando ed immedesimandomi col Santo Voler Divino, e trovandomi nella sua luce immensa, mi sentivo che i suoi raggi divini mi penetravano tanto, da trasformarmi nella sua stessa luce, e Gesù, uscendo dal mio interno mi ha detto:
(4) “Figlia mia, com’è bella, penetrante, comunicativa, trasformatrice, la luce della mia Volontà! Essa è più che sole, il quale, battendo la terra dona con liberalità gli effetti che la sua luce contiene, né si fa pregare, ma spontaneo, come la sua luce riempie la superficie della terra, dona a ciascuna cosa che trova ciò che tiene, dà al frutto la dolcezza ed il sapore, al fiore il colore ed il profumo, alle piante lo sviluppo, a tutte le cose dà gli effetti ed i beni che contiene, non particolareggia con nessuno, basta solo che la sua luce le tocchi, le penetri, le riscaldi, per fare l’opera sua. Più che sole è la mia Volontà, purché l’anima si esponga ai suoi raggi vivificanti e metta da banda le tenebre e la notte della sua volontà umana, la sua luce sorge ed investe l’anima, e penetra nelle sue più intime fibre per fugarle le ombre e gli atomi dell’umano volere, come batte la sua luce e l’anima la riceve, comunica tutti gli effetti che contiene, perché la mia Volontà, uscendo dall’Essere Supremo, contiene tutte le qualità della Natura Divina, quindi, come l’investe, così comunica la bontà, l’amore, la potenza, la fermezza, la misericordia e tutte le qualità divine, ma non in modo superficiale, ma reale, da trasmutare nella natura umana tutte le sue qualità, in modo che l’anima sentirà in sé, come sua, la natura della vera bontà, della potenza, della dolcezza, della misericordia e così di tutto il resto delle qualità supreme. Solo la mia Volontà tiene questa potenza di convertire in natura le sue virtù, ma però, per chi si lascia in preda della sua luce e del suo calore e tiene lontano da lei la notte tenebrosa del proprio volere, vera e perfetta notte della povera creatura”.
(1) Mi sentivo oppressa, anzi come senza vita per la privazione del mio dolce Gesù, la sua pena è sempre nuova e più trafiggente, in modo da formare nuove ferite, da far sanguinare di dolore la povera anima mia. Ora, mentre mi trovavo sotto l’incubo del dolore della sua privazione, il mio amato Gesù si è mosso nel mio interno stringendomi al suo cuore santissimo, dicendomi:
(2) “La figlia mia, la figlia nostra, la figlia della Mamma Celeste, la figlia degli angioli e dei santi, la figlia del cielo, la figlia del sole, la figlia delle ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo per riprendere il mio volo nel Voler Supremo, per fare la mia solita visita nel Regno della Volontà Divina, stendermi nei suoi confini per fare echeggiare il mio ti amo, la mia adorazione, il mio grazie, per ciascuna cosa creata. Ora, mentre stavo per fare ciò, pensavo tra me: “Se Iddio è dappertutto, a che pro prendere il mio volo nel Voler Divino per portarmi fino nell’altezza dei Cieli, innanzi alla Maestà Suprema, portando come nel mio piccolo grembo tutte le umane volontà delle generazioni, per fare per ciascuna volontà ribelle il mio atto di sudditanza, di ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo pensando quanta potenza, quanti beni stanno racchiusi nel Santo Voler Divino, come in Esso tutto è pace, tutto è felicità, né si ha bisogno di comandi per operare, ma la natura stessa sente in sé tale forza del bene, che non può fare a meno di farlo. Che felicità sentirsi convertita in bene, in santità, in forza, la stessa natura, sicché nel Regno del Voler Supremo non ci saranno leggi, ma tutto sarà amore e la natura convertita in legge divina, in modo che da per sé stessa vorrà fare ciò che il Fiat Supremo vuole che ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Mentre pare che il mio sempre amabile Gesù ritorna ed io credo di non doverlo più perdere, al più bello, come lampo mi sfugge ed io rimango priva, senza di Colui che forma la vita della mia povera esistenza, col duro chiodo del delirio, che mi ritorni Colui che fa sorgere il sole nella povera anima mia. Ma mentre deliravo per il suo ritorno, e temevo che mi avesse lasciato, tutto all’improvviso è ritornato e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, non vuoi persuaderti che non posso lasciarti? Se la tua unione con Me fosse ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Dopo aver fatto il mio solito giro nel Supremo Volere, pregavo il buon Gesù, a nome della sua Creazione e Redenzione, a nome di tutti, dal primo all’ultimo uomo, a nome della Sovrana Regina e di tutto ciò che Ella fece e soffrì, che il Fiat Supremo fosse conosciuto, affinché si stabilisca il suo Regno col suo pieno trionfo e dominio. Ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Se Gesù stesso vuole e ama tanto che il suo Regno sia stabilito in mezzo alle creature, perché vuole che con tanta insistenza si preghi? Se lo vuole lo può ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)