MaM
Messaggio del 8 febbraio 1982:Voi mi chiedete il segno perché si creda alla mia presenza. Il segno verrà Ma voi non ne avete bisogno: voi stessi dovete essere un segno per gli altri!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 19-59 Settembre 13, 1926 L’Essere Divino è equilibrato. Il dono del Fiat Divino mette tutto in comune. La giustizia nel dare vuol trovare l’appoggio degli atti delle creature.

(1) Dopo aver fatto il mio solito giro nel Supremo Volere, pregavo il buon Gesù, a nome della sua Creazione e Redenzione, a nome di tutti, dal primo all’ultimo uomo, a nome della Sovrana Regina e di tutto ciò che Ella fece e soffrì, che il Fiat Supremo fosse conosciuto, affinché si stabilisca il suo Regno col suo pieno trionfo e dominio. Ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Se Gesù stesso vuole e ama tanto che il suo Regno sia stabilito in mezzo alle creature, perché vuole che con tanta insistenza si preghi? Se lo vuole lo può dare senza tant’atti continui”. Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il mio Essere Supremo possiede il perfetto equilibrio, e anche nel dare alle creature le mie grazie, i miei doni, molto più poi questo del Regno del Fiat Supremo, che è il dono più grande che Io già avevo dato nel principio della Creazione, e che l’uomo con tanta ingratitudine mi respinse. Ti pare poco mettere a disposizione sua una Volontà Divina, con tutti i beni che Essa contiene? E non per un’ora, per un giorno, ma per tutta la vita? Il Creatore che depone nella creatura la sua Volontà adorabile per poter mettere in comune la sua somiglianza, la sua bellezza, i suoi mari infiniti di ricchezze, di gioie, di felicità senza fine? E solo col possedere la Nostra Volontà la creatura poteva acquistare i diritti di comunanza, di somiglianza e di tutti i beni del suo Creatore. Senza di Essa non ci può essere comunanza con Noi; e se qualche cosa prende, sono appena le nostre piccole sfioriture e le briciole dei nostri interminabili beni. Ora, un dono sì grande, una felicità così immensa, un diritto di somiglianza divina con l’acquisto della nobiltà della nostra figliolanza, respintaci, credi tu che sia cosa facile che la Sovranità Divina, senza essere pregata, senza che nessuno si desse pensiero di ricevere questo Regno del Fiat Supremo lo donasse alle creature? Sarebbe ripetere la storia che successe nell’Eden terrestre, e forse anche peggio. E poi, la nostra giustizia si opporrebbe giustamente. Perciò tutto quello che ti faccio fare, le continue girate nel Voler Supremo, le tue preghiere incessanti che venga a regnare la mia Volontà, la tua vita sacrificata di sì lunghi anni, in cui non sai né cielo né terra, diretta al solo fine che venga il Regno mio, sono tanti appoggi che metto innanzi alla mia giustizia, perché ceda i suoi diritti ed equilibrandosi con tutti i nostri attributi, trovasse giusto che il Regno del Fiat Supremo sia restituito alle umane generazioni. Ciò successe nella Redenzione, se la nostra giustizia non avesse trovato le preghiere, i sospiri, le lacrime, le penitenze dei patriarchi, dei profeti e di tutti i buoni dell’antico testamento, e poi una Vergine Regina, che possedeva integra la nostra Volontà, che prese a petto tutto con tante preghiere insistenti, prendendo Lei tutto il compito della soddisfazione di tutto il genere umano, mai la nostra giustizia avrebbe ceduto alla discesa del sospirato Redentore in mezzo alle creature. Essa sarebbe stata inesorabile e avrebbe detto un no reciso alla mia venuta sulla terra. E quando si tratta di mantenere l’equilibrio del nostro Essere Supremo, non c’è da far nulla. Ora, chi mai ha pregato finora con interesse, con insistenza, mettendo il sacrificio della propria vita, perché il Regno del Fiat Supremo venga sulla terra e che trionfi e domini? Nessuno. E’ vero che la Chiesa recita il Pater Noster dacché Io venni sulla terra, nel quale si domanda che venga il Regno tuo, affinché la mia Volontà si faccia come in Cielo così in terra; ma chi è che pensa alla domanda che fanno? Si può dire che restò nella mia Volontà tutta l’importanza di tale domanda e le creature la recitano per recitarla, senza intendere e senza interesse di ottenere quello che domandano. Perciò figlia mia, tutto è nascosto nel segreto mentre si vive sulla terra, perciò tutto sembra mistero, e se si conosce qualche cosa, è così scarsa, che l’uomo tiene sempre da dire su tutto ciò che Io opero nelle opere mie attraverso i veli delle creature, e giungono a dire: “E perché questo bene, queste conoscenze non sono state date prima, mentre ci sono stati tanti grandi santi?” Ma nell’eternità non ci saranno segreti, Io svelerò tutto e farò vedere tutte le cose e opere mie con giustizia, e che Essa mai poteva dare, se nella creatura non ci fossero gli atti sufficienti per poter dare ciò che la Maestà Suprema vuol dare. E’ vero che tutto ciò che fa la creatura è grazia mia, ma la stessa mia grazia vuole trovare l’appoggio delle disposizioni e buona volontà della creatura. Quindi, per ripristinare il Regno della mia Volontà sulla terra ci vogliono gli atti sufficienti della creatura, affinché il mio Regno non resti in aria, ma scenda per formarsi sugli stessi atti della creatura formati da essa per ottenere un bene sì grande. Ecco perciò tanto ti spingo nel girare in tutte le opere nostre, Creazione e Redenzione, per farti mettere la parte degli atti tuoi, il tuo ti amo, la tua adorazione, la tua riconoscenza, il tuo grazie su tutte le opere nostre. Molte volte l’ho fato Io insieme con te, e poi per compimento, dopo la tua girata nella nostra Volontà, tuo ritornello a Noi tanto gradito: “Maestà Suprema, la tua piccola figlia viene innanzi a Te, sulle tue ginocchia paterne, per chiederti il tuo Fiat, il tuo Regno, che sia da tutti conosciuto; ti chiedo il trionfo del tuo Volere affinché domini e regni su tutti. Non sono io sola che te lo chiedo, ma sono insieme con me le opere tue, il tuo stesso Volere; perciò, a nome di tutti ti chiedo, ti supplico il tuo Fiat”. Se sapessi che breccia è al nostro Essere Supremo questo tuo ritornello. Ci sentiamo pregare da tutte le opere nostre, supplicare dal nostro stesso Volere; Cielo e terra piegano le ginocchia per chiederci il Regno del mio Eterno Volere. Perciò, se lo vuoi, continua i tuoi atti, affinché formandone il numero stabilito possa ottenere ciò che con tanta insistenza sospiri”.