(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù mi faceva vedere il reverendo padre che deve occuparsi della stampa degli scritti sull’adorabile Volontà di Dio, e Gesù, mettendosi a lui vicino, gli diceva:
(2) “Figlio mio, il titolo che darai al libro che stamperai sulla mia Volontà sarà questo: “Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Libro di Cielo. Il richiamo delle creature nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”. Vedi, anche il titolo voglio che corrisponda alla grande opera della mia Volontà, voglio che la creatura comprenda che il suo posto, assegnatole da Dio, è nella mia Volontà, e fino a tanto che non entri in Essa sarà senza posto, senza ordine, senza scopo, sarà un intruso nella Creazione, senza diritto di sorte, e perciò andrà ramingo, senza pace, senza eredità, ed Io, mosso a compassione di lui gli griderò continuamente: “Entra nel tuo posto, vieni nell’ordine, vieni a prendere la tua eredità, a vivere in casa tua, perché vuoi vivere in casa estranea? Perché vuoi occupare un terreno che non è tuo? E non essendo tuo vivi infelice e sei il servo e lo zimbello di tutte le cose create. Tutte le cose create da Me, perché stanno al loro posto, stanno nell’ordine ed in perfetta armonia con tutta la pienezza dei loro beni, assegnatogli da Dio, tu solo vuoi essere infelice, ma infelicità volontaria, perciò vieni al posto tuo, là ti chiamo e ti aspetto”. Perciò colui o colei che si presterà a far conoscere la mia Volontà sarà il mio portavoce, ed Io gli affiderò i segreti del Regno di Essa”.
(3) Onde dopo di ciò, faceva vedere tutta la Creazione, come tutte le cose create stanno al loro posto voluto da Dio, e quindi nell’ordine perfetto e nella completa armonia tra loro e la Suprema Volontà, perché stanno al loro posto, mantiene la loro esistenza integra, bella, fresca e sempre nuova, e l’ordine porta la felicità comune e la forza universale a tutti. Che incanto nel vedere l’ordine, l’armonia di tutta la Creazione, e Gesù, riprendendo il suo dire ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, come sono belle le opere nostre, sono il nostro onore e la nostra gloria perenne, tutte stanno al posto loro e ciascuna cosa creata compie perfettamente il suo ufficio, solo l’uomo è il nostro disonore nella nostra opera creatrice, perché col sottrarsi dalla nostra Volontà cammina con la testa giù in terra e coi piedi all’aria, che disordine! che disordine! fa ribrezzo a vederlo; camminando con la testa giù striscia la terra, si sconvolge tutto, si trasforma, alla vista le manca lo spazio necessario per guardare, né può diffondersi nello spazio per conoscere le cose, né difendersi se il nemico le sta dietro le spalle, né fare molto cammino, perché, poveretto, con la testa deve strisciarsi, non camminare, perché l’ufficio di camminare è dei piedi, quello della testa è di dominare. Sicché il fare la propria volontà è il vero e perfetto capitombolo dell’uomo ed il disordine dell’umana famiglia. Perciò m’interessa tanto che la mia Volontà sia conosciuta, affinché ritorni al suo posto, non più si strisci con la testa giù, ma che cammini coi piedi, non più formi il mio ed il suo disonore, ma il mio ed il suo onore. Guarda tu stessa, non compariscono brutte le creature, vederle camminare con la testa per terra? Non dispiace anche a te vederle così disordinate?”.
(5) Io ho guardato e vedevo le teste giù ed i piedi in aria. Gesù è scomparso ed io rimasto a guardare questo brutto spettacolo delle umane generazioni, e pregavo di cuore che la sua Volontà sia conosciuta.