MaM
Messaggio del 12 febbraio 1985:Spesso, durante la settimana, voi non parlate gli uni con gli altri. Dialogare è molto importante. E’ importante perciò essere aperti gli uni con gli altri. Ma poiché non siete aperti, proprio per questo dovete dialogare di più. E non parlate di qualunque cosa: è necessario parlare della preghiera e di ciò che riguarda Dio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 19-54 Settembre 3, 1926 Il desiderio purga l’anima e stuzzica l’appetito per i beni di Gesù. Come la Volontà Divina è penetrante e converte in natura i suoi effetti.

(1) Mi sentivo tutta immedesimata col mio dolce Gesù, e lo pregavo di cuore che vigilasse la povera anima mia, affinché nulla mi entrasse che non fosse di sua Volontà. Ora, mentre ciò facevo, il caro mio bene, la dolce mia vita si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il desiderio di volere un bene, di volerlo conoscere, purga l’anima e dispone la sua intelligenza a comprenderlo, la sua memoria a ricordarlo e la volontà sua si sente stuzzicare l’appetito di volerlo, per farne cibo e vita, e muove Iddio a darle quel bene e a farlo conoscere. Sicché il desiderio di volere un bene, di conoscerlo, è come l’appetito al cibo, e siccome c’è l’appetito si sente il gusto, si mangia con piacere e si resta soddisfatti e contenti d’aver preso quel cibo, e si resta col desiderio di gustarlo di nuovo; invece se manca l’appetito, quel cibo stesso, gustato con tanta avidità da una persona, per l’altra che non ha appetito sente nausea, disgusto e giunge anche a soffrire. Tale è il desiderio all’anima, è come l’appetito, ed Io, vedendo che il desiderio delle cose mie è il suo gusto, fino a farne cibo e vita, largheggio, largheggio tanto nel dare, che non mi stanco mai dal dare. Invece per chi non lo desidera, mancando l’appetito, sentirà nausea delle cose mie, si ripeterà il detto evangelico: Sarà dato a chi tiene e sarà tolto quel poco che tiene a chi non appetisce i miei beni, le mie verità, le cose celesti; giusta pena per chi non desidera, non appetisce e non vuole saperne delle cose che a Me appartengono, e se tiene qualche piccola cosa, è giusto che si tolga e si dia a coloro che posseggono molto”.

(3) Onde, dopo ciò, stavo pensando ed immedesimandomi col Santo Voler Divino, e trovandomi nella sua luce immensa, mi sentivo che i suoi raggi divini mi penetravano tanto, da trasformarmi nella sua stessa luce, e Gesù, uscendo dal mio interno mi ha detto:

(4) “Figlia mia, com’è bella, penetrante, comunicativa, trasformatrice, la luce della mia Volontà! Essa è più che sole, il quale, battendo la terra dona con liberalità gli effetti che la sua luce contiene, né si fa pregare, ma spontaneo, come la sua luce riempie la superficie della terra, dona a ciascuna cosa che trova ciò che tiene, dà al frutto la dolcezza ed il sapore, al fiore il colore ed il profumo, alle piante lo sviluppo, a tutte le cose dà gli effetti ed i beni che contiene, non particolareggia con nessuno, basta solo che la sua luce le tocchi, le penetri, le riscaldi, per fare l’opera sua. Più che sole è la mia Volontà, purché l’anima si esponga ai suoi raggi vivificanti e metta da banda le tenebre e la notte della sua volontà umana, la sua luce sorge ed investe l’anima, e penetra nelle sue più intime fibre per fugarle le ombre e gli atomi dell’umano volere, come batte la sua luce e l’anima la riceve, comunica tutti gli effetti che contiene, perché la mia Volontà, uscendo dall’Essere Supremo, contiene tutte le qualità della Natura Divina, quindi, come l’investe, così comunica la bontà, l’amore, la potenza, la fermezza, la misericordia e tutte le qualità divine, ma non in modo superficiale, ma reale, da trasmutare nella natura umana tutte le sue qualità, in modo che l’anima sentirà in sé, come sua, la natura della vera bontà, della potenza, della dolcezza, della misericordia e così di tutto il resto delle qualità supreme. Solo la mia Volontà tiene questa potenza di convertire in natura le sue virtù, ma però, per chi si lascia in preda della sua luce e del suo calore e tiene lontano da lei la notte tenebrosa del proprio volere, vera e perfetta notte della povera creatura”.