MaM
Messaggio del 9 ottobre 1983:Ciò che è più importante per poter pregare bene è avere un continuo desiderio di Dio e un gran desiderio di salvare le anime. Lasciatevi guidare da questi due desideri: l’anelito a Dio e la salvezza degli uomini. Allora pregherete volentieri e troverete facilmente il tempo per la preghiera.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1924

17-13 Settembre 17, 1924 L’operare nella Divina Volontà significa che: Il Sole della Divina Volontà, trasformando in Sole la volontà umana, agisce in essa come nel suo proprio centro. Gesù benedice questi scritti.

(1) Stavo pensando al Santo Voler Divino, e facevo quanto più potevo da me di fondermi in Esso, per poter abbracciare tutti e portare al mio Dio gli atti di tutti come un atto solo, ché tutti sono dovuti al nostro Creatore. Ora, mentre ciò facevo vedevo aprirsi il Cielo, e ne usciva un Sole che ferendomi coi suoi raggi mi penetrava fin nel fondo dell’anima mia, la quale, ferita da questi raggi si convertiva in un sole che, spandendo raggi, feriva quel Sole da cui era stata ferita. E siccome io continuavo a fare i miei atti per tutti nel Divino Volere, questi atti erano travolti in questi raggi, e convertiti in atti divini, che diffondendosi in tutti e su tutti formavano una rete di luce da mettere un ordine tra il Creatore e la creatura. Io sono restata incantata nel vedere ciò, ed il mio amabile Gesù, uscendo da dentro il mio interno, in mezzo a questo Sole mi ha detto:

(2) “Figlia mia, vedi come è bello il Sole della mia Volontà! qual potenza, qual meraviglia! non appena l’anima si vuol fondere in Essa per abbracciare tutti, il mio Volere trasformandosi in Sole ferisce l’anima, e vi forma un altro Sole in essa; e questa come vi forma i suoi atti, forma i suoi raggi per ferire il Sole della Suprema Volontà, e travolgendo tutti in questa luce, per tutti ama, glorifica, soddisfa il suo Creatore; e quel che è più, non con amore, gloria e soddisfazione umana, ma con amore e gloria di Volontà Divina, perché il Sole della mia Volontà ha operato in essa. Vedi che significa fare gli atti nella mia Volontà, è questo il vivere nel mio Volere: che il Sole della mia Volontà, trasformando in Sole la volontà umana, agisce in essa come nel suo proprio centro”.

(3) Onde dopo, il mio dolce Gesù andava prendendo tutti i libri scritti sul suo Divino Volere, li univa insieme, poi se li stringeva al cuore, e con una tenerezza indicibile ha soggiunto:

(4) “Li benedico di cuore questi scritti, benedico ogni parola, benedico gli effetti ed il valore che essi contengono; questi scritti sono una parte di Me stesso”.

(5) Poi ha chiamato gli angeli, i quali si sono messi di faccia a terra a pregare; e siccome stavano presenti due padri che dovevano vedere gli scritti, Gesù ha detto agli angeli che toccassero la loro fronte per imprimere in loro lo Spirito Santo, onde infondergli la luce per potergli far comprendere le verità ed il bene che ci sono in questi scritti. Gli angeli hanno ciò eseguito, e Gesù, benedicendoci tutti è scomparso.

17-14 Settembre 18, 1924 Differenza che passa tra il vivere nella Volontà di Dio ed il fare la Volontà di Dio. Per capire che cosa vuol dire vivere nella Divina Volontà, si deve disporre al più grande dei sacrifici, qual è quello di non dar vita, anche nelle cose sante, alla propria volontà.

(1) Stavo impensierita di ciò che sta scritto sul vivere nel Divino Volere, e pregavo Gesù che mi desse più luce per spiegarmi meglio, onde poter più chiarire, a chi sono in obbligo di farlo, questo benedetto vivere nella Divina Volontà, ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non si vuol capire. Il vivere nella mia Volontà è regnare, il fare la mia Volontà è stare ai miei ordini; lo primo è possedere, lo secondo è ricevere i miei ordini ed eseguirle. Il vivere nel mio Volere è far sua la mia ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

17-15 Settembre 22, 1924 Rabbia diabolica perché si scrive sulla Divina Volontà. Il vivere nel Divino Volere porta con sé la perdita di qualunque diritto di volontà propria.

(1) Continuo: Mentre scrivevo ciò che sta detto di sopra, vedevo il mio dolce Gesù che poggiava la sua bocca alla parte del mio cuore e mi imboccava le parole che stavo scrivendo; e nel medesimo tempo sentivo un orribile fracasso lontano, che si battevano e ruggivano con tanto strepito da incutere spavento. Ed io, volgendomi al mio Gesù gli ho detto:

(2) “Mio Gesù, amor mio, chi è che fa tanto fracasso? Mi sembrano demoni arrabbiati; che cosa vogliono che tanto si dibattono?”.

(3) E Gesù: “Figlia mia, sono proprio loro, vorrebbero che tu non scrivessi sulla mia Volontà, e quando ti veggono scrivere verità più importanti sul vivere nel mio Volere, soffrono un doppio inferno e tormentano di più tutti i dannati; temono tanto che potessero uscire questi scritti sulla mia Volontà, perché si veggono perduto il loro regno sulla terra, acquistato da loro quando l’uomo, sottraendosi dalla Volontà Divina, diede libero il passo alla sua volontà umana. Ah! sì, fu proprio allora che il nemico acquistò il suo regno sulla terra, e se il mio Volere potesse regnare sulla terra, il nemico, lui stesso si rintanerebbe nei più cupi abissi. Ecco perché si dibattono con tanto furore, sentono la potenza della mia Volontà in questi scritti, e al solo dubbio che potessero uscire fuori, montano in furore e cercano a tutto loro potere d’impedire un tanto bene. Tu, però non dargli retta, e da questo impara ad apprezzare i miei insegnamenti”.

(4) Ed io: “Mio Gesù, mi sento che ci vuole la tua mano onnipotente per farmi scrivere ciò che Tu dici sul vivere nel tuo Volere. Alle tante difficoltà che fanno, specie quando mi si ripete: “Possibile che nessun’altra creatura sia vissuta nella tua Santissima Volontà?” Mi sento tanto annientata che vorrei scomparire dalla faccia della terra, affinché nessuno più mi vedesse; ma a mio malgrado sono costretta a starci per compiere la tua Santa Volontà”.

(5) E Gesù: “Figlia mia, il vivere nel mio Volere porta con sé la perdita di qualunque diritto di volontà propria, tutti i diritti sono da parte della Volontà Divina, e se l’anima non perde i propri diritti, non si può dire vero vivere nel mio Volere, al più si può dire vivere rassegnata, uniformata, perché il vivere nel mio Volere non è la sola azione che faccia a seconda della mia Volontà, ma è che tutto l’interno della creatura non dà luogo né a un affetto, né a un pensiero, né a un desiderio, neppure a un respiro in cui il mio Volere non abbia il suo posto, né il mio Volere tollererebbe anche un affetto umano, e che Lui non ne sia la Vita; avrebbe schifo di far vivere l’anima nella mia Volontà coi suoi affetti, pensieri ed altro che potrebbe avere una volontà umana. E credi tu che sia facile che un’anima, volontariamente perda i propri diritti? Oh! quanto è difficile! anzi, ci sono anime che quando giungono al punto di perdere tutti i diritti sulla loro volontà, si danno indietro e si contentano di menare una vita di mezzo, perché il perdere i propri diritti è il più grande sacrificio che può fare la creatura, e che dispone la mia bontà ad aprirle le porte del mio Volere, e facendola vivere in Essa, contraccambiarla coi miei diritti divini. Perciò sii attenta, e non uscire mai dai confini della mia Volontà”.

17-16 Ottobre 2, 1924 Effetti della adorazione fatta nella Divina Volontà.

(1) Mi sentivo tutta amareggiata per la privazione del mio dolce Gesù. Oh! come il mio esilio si fa più duro ed amaro senza di Colui che forma tutta la mia vita! E lo pregavo che avesse di me compassione, che non mi lasciasse in balia di me stessa. Ora, mentre ciò dicevo, il mio amato Gesù si faceva vedere che mi stringeva forte il cuore con le sue mani, e poi, con una cordicella di luce mi legava tutta, ma tanto stretta da togliermi il più piccolo moto. Onde dopo si è disteso in me, e soffrivamo insieme. In questo mentre, mi sono sentita trasportare fuori di me stessa verso la volta del cielo, e mi sembrava che incontrassi il Celeste Padre e lo Spirito Santo, e Gesù, che stava con me, si è messo in mezzo a Loro, e mi ha messo in seno del Padre, cui mi sembrava che mi aspettava con tanto amore, che mi ha stretto al suo seno ed immedesimandomi con la sua Volontà mi comunicava la sua potenza, così hanno fatto le altre due Divine Persone. Ma mentre si comunicavano ad uno ad uno, facendosi poi tutt’uno, mi sentivo infondere tutta insieme la Volontà della potenza del Padre, la Volontà della sapienza del Figlio, e la Volontà dell’amore dello Spirito Santo, ma chi può dire quello che mi sentivo infondere nell’anima mia? Ed il mio amabile Gesù mi ha detto:

(2)Figlia del nostro eterno Volere, prostrati innanzi alla nostra Maestà Suprema e offri le tue adorazioni, i tuoi omaggi, le tue lodi, a nome di tutti con la potenza della nostra Volontà, con la sapienza e con la Volontà del nostro amore supremo; sentiremo in te la potenza della nostra Volontà che ci adora, la sapienza della nostra Volontà che ci glorifica, l’amore della nostra Volontà che ci ama e ci loda. E siccome la potenza, la sapienza e l’amore delle Tre Divine Persone sono in comunicazione con l’intelletto, memoria e volontà di tutte le creature, sentiremo scorrere le tue adorazioni, omaggi e lodi in tutte le intelligenze delle creature, che elevandosi tra il Cielo e la terra, sentiremo l’eco della nostra stessa potenza, sapienza e amore che ci adora, che ci loda e ci ama. Adorazioni più grandi, omaggi più nobili, amore e lodi più divine non puoi darci; nessun altro atto può eguagliare quest’atti, né darci tanta gloria e tanto amore, perché vediamo aleggiare nell’atto della creatura la potenza, la sapienza ed il reciproco amore delle Tre Divine Persone, troviamo gli atti nostri nell’atto della creatura. Come non gradirli e non darli la supremazia sopra tutti gli altri atti?”.

(3) Ond’io mi sono prostrata innanzi alla Maestà Suprema, adorandola, lodandola e amandola a nome di tutti con la potenza della loro Volontà, sapienza e amore che sentivo in me. Ma chi può dirne gli effetti? Non ho parole per esprimerli, perciò passo avanti. Onde dopo ho fatto la comunione, e stavo fondendomi nel Volere del mio sommo bene Gesù per trovare in Esso tutta la Creazione, affinché nessuno potesse mancare all’appello, onde insieme con me potessero tutti prostrarsi ai piedi del mio Sacramentato Gesù, adorarlo, amarlo, benedirlo, ecc., ecc. Ma mentre ciò facevo, mi sentivo come distratta cercando tutte le cose create nella sua Divina Volontà, affinché uno fosse l’amore, la lode, le adorazioni per il mio Gesù. E Gesù, vedendomi come impicciata, ha preso tutta la Creazione nel suo grembo e mi ha detto:

(4) “Figlia mia, ho preso la Creazione tutta nel mio grembo, affinché ti riesca più facile trovare e chiamare tutti insieme con te, affinché nessuna cosa uscita da Me, non mi dia, per mezzo tuo, il ricambio dell’amore e dell’adorazione che mi si conviene come cose che a Me appartengono; Io non sarei pienamente contento in te se qualcuna mancasse. Nel mio Volere tutto voglio trovare in te”.

(5) Allora mi è stato facile trovare e chiamare tutta la Creazione insieme con me, per fare che tutti lodassimo, amassimo il mio sommo bene Gesù; ma, oh! stupore! Ogni cosa creata conteneva un riflesso distinto ed un amore speciale di Gesù, e Gesù riceveva il ricambio dei suoi riflessi e del suo amore. Oh! come Gesù ne era contento! Ma mentre ciò facevo mi sono trovata in me stessa.

17-17 Ottobre 6, 1924 La Divina Volontà è palpito primario dell’anima, e di tutte le cose create.

(1) Mi stavo tutta fondendo nel Santo Voler Divino, ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come è bello vedere un’anima fondersi nella mia Volontà! Come lei si fonde, così il palpito creato prende posto e vita nel palpito increato e ne forma uno solo, e corre e palpita insieme col palpito eterno. Questa è la più grande felicità del cuore umano: Palpitare nell’eterno palpito del suo Creatore. Il mio Volere lo mette in volo, ed il palpito umano si slancia nel centro del suo Creatore”.

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17-18 Ottobre 11, 1924 Amore di Dio nel creare la creatura. Come ogni senso è una comunicazione tra Dio e l’anima.

(1) Mi sentivo molto oppressa per la privazione del mio dolce Gesù. Oh! quanti timori si suscitavano nell’animo mio! Ma il più che mi straziava era che il mio Gesù non mi ami più come prima. Onde, in questo mentre mi sono sentita stringere nelle spalle e sentendomi la voce di Gesù all’orecchio mi sentivo dire:

(2) “Figlia mia, perché temi che non ti ami? Ah! se sapessi anche del mio amore in genere per tutte le creature, tu ne resteresti sorpresa. Con quanto amore non creai la creatura? Di quanti sensi non la dotai? Ogni senso era una comunicazione che lasciai tra Me e lei, il pensiero era comunicazione tra la mia e la sua intelligenza, l’occhio era comunicazione tra la sua e la mia luce, la parola era via di comunicazione tra il suo ed il mio Fiat, il cuore tra il suo ed il mio amore, insomma, tutto: il respiro, il moto, il passo, tutto, tutto era comunicazione tra Me e la creatura. Io facevo più che un padre che dovendo situare un figlio, non solo gli prepara l’abitazione, le vesti, il cibo e tutto ciò che può felicitare suo figlio, ma dà virtù al figlio e gli dice: “Ci separeremo, è vero, ma da lontano tu sentirai la mia vita ed io la tua, tu sentirai il mio pensiero ed io il tuo, tu il mio respiro, il mio palpito ed io il tuo, sicché staremo lontani e vicini, separati ed inseparabili, tu sentirai la mia vita ed io la tua”. Ma ciò che non può fare il padre terreno per suo figlio, perché gli è impossibile, lo feci Io, Padre Celeste, che mentre usciva alla luce questo mio figlio, dopo d’avergli preparato Io stesso l’abitazione di questo mondo, mettevo tra Me e lui tale strettezza, che Io dovevo sentire la sua vita in Me, e la creatura la mia, e questo è il mio amore in generale e per tutti; che dirti poi del mio amore speciale che ho avuto per te? Ogni patire che ti ho inviato era una comunicazione di più tra Me e te, e quindi un fregio di più con cui abbelliva l’anima tua; ogni verità che ti manifestava era una particella delle mie qualità, con cui abbelliva e riempiva la tua anima; ogni grazia ed ogni mia venuta a te, erano doni che piovevo su di te; non ho fatto altro che moltiplicare le mie comunicazioni quasi ad ogni istante, per dipingere in te le svariate mie bellezze, la mia somiglianza, affinché tu vivessi con Me in Cielo ed Io vivessi con te in terra, e dopo tutto ciò dubiti del mio amore? Piuttosto ti dico: pensa ad amarmi ed Io penserò sempre più ad amarti”.

17-19 Ottobre 17, 1924 Con quanto amore Dio crea le anime, come le cresce, come le innaffia e si dà tutto a loro.

(1) Stavo pensando con quanto amore Gesù ci ama, la mia mente si perdeva nell’amore eterno ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno mi faceva vedere innanzi alla mia mente una raggiera di luce; dentro di quella raggiera c’era un Sole e questo Sole conteneva tanti raggi per quante creature esistevano, ognuna delle quali teneva un raggio tutto a sé, che le dava vita, luce, calore, forza, crescenza, tutto ciò che era necessario per formare una vita. Era dilettevole vedere come ogni creatura era attaccata a ciascun raggio di questo Sole, dal quale era uscita, come un tralcio alla vite. Ed il mio amabile Gesù, mentre la mia mente si perdeva in questo, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, vedi con quanto amore amo la creatura: Essa, prima d’uscire alla luce del giorno di questo mondo, già stava nel mio seno, e nel uscirla fuori non la lasciai, un raggio di luce che contiene la mia Vita la segue per somministrarle tutto ciò che è necessario per svolgere questa Vita, e con quanta cura non la cresco! Con quanto amore non la innaffio! Io steso mi fo luce, calore, cibo, difesa, e quando termina i suoi giorni nel tempo, sulla via dello stesso raggio la ritiro nel mio seno per farla spaziare nella patria celeste. Il mio amore si fa per la creatura più che il sole che formai nell’azzurro cielo, anzi, il sole non è altro che l’ombra del mio vero Sole, che creai per benefizio della natura umana, perché il sole dell’atmosfera non forma le piante, né dà l’acqua per non farle seccare, né dà tutti quegli aiuti che sono necessari perché le piante crescano belle e forti, e gli uomini ancorché ciechi, possano godere della sua luce, fa solo il suo ufficio d’illuminare e riscaldare e passa avanti, e se le piante non sono innaffiate, non ha che farle per comunicare i suoi effetti, anzi, le secca di più. Invece Io, che sono il vero Sole delle anime, non le lasciò né di notte, né di giorno, Io stesso formo le anime, le do l’acqua della mia grazia per non farle seccare, le nutrisco con la luce delle mie verità, le fortifico coi miei esempi, le do il vento delle mie carezze per purificarle, la rugiada dei miei carismi per abbellirle, le frecce del mio amore per riscaldarle, insomma, non c’è cosa che non faccia, Io sono tutto per loro e metto a disposizione di ciascuna tutta la mia Vita per il bene loro. Ma quanta ingratitudine da parte delle creature! Pare che stano attaccate come tralci alla mia vite, non per amore ma per forza, perché non possono farne a meno di Me, e quindi crescono come tralci, che non ricevendo tutti gli umori buoni che contiene la vite, crescono magri, senza mai formare uva matura, ma acerba, da amareggiare il mio gusto divino. Ah! se tutti sapessero come amo le loro anime, tutti resterebbero presi dalla forza ed attrattiva del mio amore e mi amerebbero di più! Perciò, amami tu, ed il tuo amore si allarghi tanto, da amarmi per tutti”.

17-20 Ottobre 23, 1924 La Divina Volontà operante e dominante nella creatura forma un dolce incanto alle pupille divine, e disarma la Giustizia Divina.

(1) Passo giorni amari per la privazione del mio dolce Gesù. Oh! come rimpiango la sua amabile presenza! Anche il solo ricordo delle sue dolci parole sono ferite al mio povero cuore e dico tra me: “E adesso, dov’è? Dove rivolse i suoi passi? Dove potrei ritrovarlo? Ahi! il tutto è finito, non più lo vedrò! Non ascolterò più la sua voce, non più pregheremo insieme, come è dura la mia sorte, che strazio! Che pena! Ah! Gesù, come ti sei cambiato! Come da me sei fuggito? Ma sebbene lontana, ti mando sulle ali del tuo Volere, dovunque Tu sia, i miei baci, il mio amore, il mio grido di dolore che ti dice: “Vieni, ritorna alla povera esiliata, alla piccola neonata, che non può vivere senza di Te!” Ma mentre ciò dicevo ed altro, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno, e stendendomi le braccia mi ha stretto forte forte, ed io gli ho detto: “Mia vita, mio Gesù, non ne posso più, aiutami, dammi la forza, non mi lasciare più, portami con Te, me ne voglio venire!” E Gesù, spezzando il mio dire, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non vuoi fare la mia Volontà?”.

(3) Ed io: “Certo che voglio fare la tua Volontà, ma anche in Cielo c’è la tua Volontà, sicché, se finora l’ho fatta in terra, d’ora in poi voglio venire a farla in Cielo, perciò, presto, portami, non mi lasciare più, mi sento che più non posso, abbi pietà di me”.

(4) E Gesù di nuovo: “Figlia mia, tu non sai che cosa è la mia Volontà in terra, si vede che dopo tante mie lezioni non l’hai ben capito. Devi sapere che l’anima che fa vivere la mia Volontà in essa, come prega, come soffre, come opera, come ama, ecc. ecc., forma un dolce incanto alle pupille divine, in modo che racchiude in quell’incanto, coi suoi atti, lo sguardo di Dio, in modo che preso dalla dolcezza di questo incanto, molti castighi che si attirano le creature coi loro gravi peccati, questo incanto ha virtù d’impedire che la mia giustizia si riversi con tutto il suo furore sulla faccia della terra, perché anche la mia giustizia subisce l’incanto della mia Volontà che opera nella creatura. Ti par poco che il Creatore veda nelle creature, vivendo ancora sulla terra, la loro Volontà operante, trionfante, dominante, con quella libertà con cui opera e domina in Cielo? Questo incanto non c’è nel Cielo, perché la mia Volontà nel mio Regno domina come in casa sua, e l’incanto viene formato in Me stesso, non fuori di Me, sicché sono Io, è la mia Volontà che incanta con una forza rapitrice tutti i beati, in modo che le loro pupille sono racchiuse nel mio incanto per bearsi eternamente; sicché non loro mi formano il dolce incanto, ma Io a loro, sicché le mie pupille sono libere, non subiscono nessuno affascinamento. Invece, la mia Volontà vivendo nella creatura che valica l’esilio, è come operante e dominante in casa della creatura, ed è perciò che mi forma l’incanto, mi affascina e fa subire al mio sguardo un’attrattiva tali da rapirmi a fissare le mie pupille su di lei, senza poterle spostare. Ah! tu non sai quanto sia necessario questo incanto in questi tempi, quanti mali verranno! I popoli saranno costretti a mangiarsi l’un l’altro; saranno presi da tale rabbia, da inferocire l’uno contro dell’altro, ma la colpa maggiore è dei capi. Poveri popoli! Hanno per capi veri carnefici, diavoli incarnati che vogliono fare carneficina dei loro fratelli. Se i mali non dovessero essere gravi, il tuo Gesù non ti lasciava come priva di lui; tu temi che sia per altre cose che ti privo di Me, no, no, rassicurati, è la mia giustizia che privandoti di Me vuole sgravarsi sulle creature. Tu però, non uscire mai dalla mia Volontà, affinché il suo dolce incanto possa risparmiare i popoli dai mali peggiori”.

17-21 Ottobre 30, 1924 Gli angeli sono angeli perché si sono sempre conservati in quell’atto primo in cui furono creati, e dal conoscere il più ed il meno della Suprema Volontà, vengono costituiti i diversi cori degli angeli. Le pene dell’amore sono le più acerbe, le più crudeli, più dolorose che le

(1) Mi sento che non posso affidare alla penna i miei dolorosi segreti, né esprimere sulla carta ciò che sento nel mio martire cuore. Ah! sì, non c’è martirio che possa paragonarsi al martirio della privazione del mio dolce Gesù. Il martire è ferito ed ucciso nel corpo; invece il martirio della sua privazione ferisce l’anima, la lacera nelle più intime fibre, e quello che è peggio, la uccide senza farla morire per batterla continuamente sull’incudine di ferro del dolore e dell’amore. E mentre passo avanti le pene che sento nel mio interno, perché sono cose che non posso ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

17-22 Novembre 23, 1924 Dio nel creare l’uomo, per conservargli la vita formò intorno a lui l’aria del corpo e l’aria dell’anima: l’aria naturale per il corpo, l’aria della mia Volontà per l’anima.

(1) Continuo il mio stato di privazione di Gesù e di amarezze intense per la povera anima mia, e se alla sfuggita si fa vedere nel mio interno, è tutto taciturno e pensoso; ma però, ad onta del suo silenzio io rimango contenta, pensando che non mi ha lasciato e che la sua dimora in me continua ancora. E mentre la povera anima mia sta per appassire, la sua vista mi dà un sorso di vita, e qual rugiada benefica mi fa rinverdire, ma per fare che? Per ritornare di nuovo ad appassire e sentirmi morire; sicché sto sempre tra la vita e la morte. Onde, mentre nuotavo nel mare immenso del dolore d’averlo perduto, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno, e facendosi vedere in atto di pregare, mi sono unita con Lui nella preghiera e poi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, Io nel creare l’uomo, per conservargli la vita formai intorno a lui l’aria del corpo e l’aria dell’anima: l’aria naturale per il corpo, l’aria della mia Volontà per l’anima. Credi tu che l’aria naturale, solo perché aria ha virtù di dare la respirazione all’uomo, la forza, l’alimento, la freschezza, la vegetazione a tutta la natura? Sicché, ad onta che non si vede tiene tutto in pugno e si costituisce vita d’ogni essere creato, onde tutti sentono la necessita dell’aria, ed essa dovunque fa il suo corso, di notte e di giorno, penetra nel palpito del cuore, nella circolazione del sangue, dovunque; ma sai perché contiene tanta virtù? Perché nell’aria c’è tutta la sostanza dei beni che produce, e furono messi da Dio nell’aria la forza alimentatrice, respirativa, vegetativa, ed essa contiene come tanti semi di tutto il bene che racchiude. Ora, se ci voleva un’aria per la conservazione di tutta la natura, ci voleva anche un aria per la conservazione dell’anima, e la mia bontà non volle affidare né formare un’altra aria per l’anima, ma la mia stessa Volontà si volle costituire aria per l’anima, onde tutta quella sostanza dei beni che Essa contiene, come aria che ad onta che non si veda, potesse penetrare nel fondo dell’anima e portarle l’alimento divino, la vegetazione e tutti i beni; la virtù respirativa di tutto ciò che è Cielo, la fortezza invincibile, la fecondità di tutte le virtù. Ci dovrebbe essere una gara, il corpo a respirare l’aria naturale, l’anima a respirare l’aria della mia Volontà. Eppure, c’è da piangere! Se si sentono mancare l’aria naturale, se la procurano; andando sugli alti monti, manifestano con dolore la mancanza dell’aria; invece dell’aria della mia Volontà non si danno pensiero né dolore, e ad onta che sono costretti ad essere come imbevuti dell’aria della mia Volontà, le creature non amandola quest’aria balsamica e santificatrice, Essa non può mettere nell’anima i beni che contiene, ed è costretta a starvi sacrificata, senza poter svolgere la vita che Essa contiene. Perciò figlia mia, ti raccomando, se vuoi che la mia Volontà compia in te i suoi disegni, che respiri sempre l’aria della mia Volontà, affinché come la respiri, vegeti in te la Vita Divina e ti conduca al vero scopo per cui fosti creata”.