16-59 Aprile 23, 1924 Continua lo stato di sonno profondo di Luisa. Come sapere quando opera Gesù e quando il nemico infernale nell’anima.
(1) Passo i miei giorni nell’amarezza e nella privazione del mio dolce Gesù, con l’aggiunta d’un sonno profondo, che io stessa non so dove mi stia, né che cosa faccio; mi sento l’ombra del mio Gesù intorno a me, la quale mi mette come dentro d’una camicia di ferro che mi rende immobile, mi toglie la vita e mi stordisce, e non capisco più nulla. Che cambiamento doloroso nel mio interno, io che non sapevo che cosa era sonno, e se pur un leggero sonno mi sorprendeva, anche dormendo non perdevo l’attitudine del mio interno, ero a giorno delle fibre del mio cuore, dei miei pensieri per ridarli a Gesù che tanto mi amava, per accompagnarlo in tutte le ore e pene della sua Passione, oppure mi spaziavo nell’immensità della sua Volontà per ridargli quel tutto e quegli atti che voleva da tutte le creature; e ora tutto è finito, mio Gesù, che pene amare, in che mare doloroso vuoi che navighi la povera anima mia; deh! dammi la forza, non mi lasciare né mi abbandonare, ricordati che Tu stesso l’hai detto, che io sono piccina, anzi la più piccola di tutti, neonata appena, e se Tu mi lasci, non mi aiuti, non mi dai più forza, la neonata certo morrà. Ora, mentre mi trovavo in questo stato, pensavo tra me: “Chi sa che non sia il demonio che mi fa quest’ombra e mi mette in questo stato d’immobilità? ” Ma mentre ciò pensavo, più che mai mi sentivo schiacciare sotto d’un peso enorme, ed il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno faceva vedere che poggiava una punta d’una ruota che portava Lui sopra di me, e mi ha detto tutto afflitto:
(2) “Figlia mia, pazienza; è il peso del mondo che ci schiaccia, eppure una sola punta che poggia su di te mi serve per non farla finita del tutto col mondo. Ah! se sapessi quanti inganni, quante frodi, quante nefandezze commettono e quante macchine nascoste di rovina stanno combinando per più rovinarsi tra loro, che accrescono maggiormente il peso alle mie spalle, da fare straripare la bilancia della divina giustizia, perciò ci saranno grandi mali per tutta la terra. E poi, perché temi che sia il demonio che ti mette in questo stato? Quando fa soffrire il nemico getta disperazione, impazienza, disturbi; invece quando sono Io, infondo amore, pazienza e pace, luce e verità; ti senti forse impaziente, disperata, che temi che fosse il nemico? ”.
(3) Ed io: “No mio Gesù, anzi mi sento messa come dentro d’un mare immenso e profondo, del tuo Volere, e l’unico timore, che potessi uscire dall’abisso di questo mare; ma mentre temo, sento su di me innalzarsi le onde più forte che mi sprofondano più sotto”.
(4) E Gesù: “E perciò il nemico non può avvicinarsi, perché le onde del mare della mia Volontà, mentre sprofondano te nell’abisso di Essa, mantengono la sentinella e tengono lontano anche l’ombra del nemico, perché lui non ne sa nulla di ciò che l’anima fa e soffre nella mia Volontà, né tiene mezzi, né vie, né porte per entrarvi, anzi è la cosa che più aborrisce, e se qualche volta la mia sapienza manifesta qualche cosa di ciò che fa l’anima nella mia Volontà, il nemico sente tanta rabbia che si sente moltiplicare le sue pene infernali, perché la mia Volontà amata e compiuta nell’anima, forma il paradiso; non amata e non compiuta forma l’inferno. Perciò, se vuoi essere sicura da qualunque insidia diabolica, ti stia a cuore il mio Voler e vivere continuamente in Esso”.
16-60 Maggio 9, 1924 I castighi serviranno per purificare la terra, e far regnare in essa alla Divina Volontà. Nell’anima che vive di Volontà Divina, Gesù si trova con gli onori e decoro come si trovava nella sua Umanità quando stette sulla terra.
(1) Passo i miei giorni nella più profonda amarezza, ed in un profondo silenzio da parte di Gesù, e con la quasi sottrazione della sua amabile presenza. Sono pene indicibili che provo e credo sia meglio passarle in silenzio per non inasprire maggiormente il mio duro martirio. Onde, dopo molto stentare, questa mattina il benedetto Gesù si faceva vedere nel mio interno, che mi riempiva tutta di Lui, ed io, sorpresa dalla sua inaspettata presenza, volevo lamentarmi con Gesù della sua privazione, ma non mi ha dato tempo di farlo, e tutto afflitto mi ha detto:
(2) “Figlia mia, come mi sento amareggiato, le creature mi hanno messo tre chiodi, non alle mani ma al cuore e al petto, che mi danno pene di morte. Stanno preparando tre congiure, una più brutta dell’altra, ed in queste congiure prendono di mira la mia Chiesa. L’uomo non vuole arrendersi nel male, anzi vuole più precipitare la sua corsa”.
(3) E mentre ciò diceva, faceva vedere riunioni segrete che combinavano come assalire la Chiesa, chi come far sorgere nuove guerre e chi nuove rivoluzioni, quanti mali raccapriccianti si vedevano, ed il mio dolce Gesù ha ripreso il suo dire:
(4) “Figlia mia, non è giusto che la mia giustizia si armi contro dell’uomo per colpirlo, e quasi distruggere tante vite che insozzano la terra, e faccia scomparire insieme con loro regioni intere, affinché sia purificata la terra da tante vite pestifere e da tanti diavoli incarnati, che mascherati sotto un velo sottile di bene apparente macchinano rovine alla Chiesa e alla società? Credi tu che la mia assenza da te sia cosa da nulla? No, no, anzi quanto più a lungo è la mia assenza da te, tanto più gravi succederanno i castighi. E poi, ricordati quante cose ti ho detto sulla mia Volontà, sicché i mali, le distruzioni, serviranno per compire ciò che ti ho detto, che la mia Volontà venga a regnare sulla terra, ma la vuol trovare purificata, e per purificarla ci vogliono le distruzioni, perciò pazienza figlia mia, né mai uscire dalla mia Volontà, perché tutto ciò che si svolge in te servirà al lavoro, che la mia Volontà abbia il suo dominio di venire come in trionfo a regnare in mezzo agli uomini”.
(5) Ond’io, a questo dire di Gesù sono restata rassegnata, sì, ma sommamente afflitta. Il pensiero dei gravi mali del mondo e la sua privazione, sono come un coltello a due tagli che mi uccide, e per maggior tormento non mi fa morire. Quindi il mio dolce Gesù, la mattina seguente, si faceva vedere nel mio interno come internato dentro dentro, e mi ha detto:
(6) “Figlia mia, sto appiattato in te, e da dentro te sto guardando che fa il mondo. In te trovo l’aria della mia Volontà e sento che posso starvi col decoro che conviene alla mia persona; è vero che la mia Volontà si trova dappertutto, ma, oh! quanto differisce trovarsi vita della creatura, e la creatura vivere di Essa; la mia Volontà in mezzo alle creature negli altri punti si trova isolata, offesa, senza poter svolgere i beni che contiene e formarvi una vita tutta di Sé e per Sé. Invece, dove trovo che la creatura si presta a non volere altra vita se non che la mia Volontà, si trova in compagnia, è amata, svolge i beni che contiene e gode nel metterli in comune con l’anima per formarvi una vita di Sé e per Sé, ed Io trovando le cose mie nell’anima, cioè, la mia santità, la mia luce e la mia stessa Volontà agente in essa, mi trovo con gli onori e decoro come mi trovavo nella mia Umanità quando stetti sulla terra, nella quale la mia Divinità, vivendo in Essa, stava come appiattata e coperta con la veste della mia Umanità. Così mi copro con la veste dell’anima che fa la mia Volontà, vivo nascosto in essa come nel mio centro, e da dentro di essa guardo i mali delle creature e piango e prego per loro. E vedendo che una della stirpe loro tiene per vita la mia Volontà anche in terra, quanti mali e castighi non risparmio per suo riguardo? Quante volte sto in atto di distruggerle e di farla finita con loro, per i tanti mali che commettono, ma il solo guardarti, e guardando in te la mia Volontà e la fortezza di Essa, mi appiatto di nuovo e me ne astengo. Perciò figlia mia, pazienza, e fa che il mio Volere abbia sempre vita completa in te”.
16-61 Maggio 13, 1924 La vera adorazione consiste nell’accordo della volontà umana con la Divina. Il vero modello dell’adorazione è la Santissima Trinità.
(1) Stavo facendo le mie solite preghiere, e mentre tutta mi abbandonavo nelle braccia della Volontà Suprema, intendevo fare in Essa le mie adorazioni alla Maestà Divina, ed il mio Gesù, movendosi nel mio interno, prendeva la povera anima mia nelle sue braccia, ed elevandola tra il Cielo e la terra adorava insieme con me l’Ente Supremo, e poi mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la vera e perfetta adorazione sta nell’accordo completo dell’unione della Volontà di Dio con l’anima. Quanto più l’anima fa una la sua volontà con quella del suo Creatore, tanto più è
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(1) Stavo facendo le mie solite preghiere, e mentre tutta mi abbandonavo nelle braccia della Volontà Suprema, intendevo fare in Essa le mie adorazioni alla Maestà Divina, ed il mio Gesù, movendosi nel mio interno, prendeva la povera anima mia nelle sue braccia, ed elevandola tra il Cielo e la terra adorava insieme con me l’Ente Supremo, e poi mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la vera e perfetta adorazione sta nell’accordo completo dell’unione della Volontà di Dio con l’anima. Quanto più l’anima fa una la sua volontà con quella del suo Creatore, tanto più è completa e perfetta la sua adorazione, e se la volontà umana non è una con la Divina, molto più se da Dio è lontana, non si può dire che è adorazione, ma ombra, oppure come tinta senza colore, che non lascia neppure la traccia, e se la volontà umana non è disposta a ricevere il bacio dell’unione della Volontà Suprema, invece d’adorazione può essere insulto e disprezzo. Il primo atto di adorazione è quello di riconoscere la Volontà del suo Creatore per compirla, se questo non c’è, con le parole si adora, coi fatti s’insulta e si offende. E se vuoi conoscere il vero e perfetto modello dell’adorazione, vieni con Me in mezzo alle Tre Divine Persone”.
(3) Io non so come, Gesù mi ha stretto di più e mi ha elevato più in alto, in mezzo ad una luce interminabile. Io mi sentivo annientare, ma sul mio annientamento veniva sostituita una Vita Divina, che sprigionando da Sé tante varie tinte di bellezza, di santità, di luce, di bontà, di pace, d’amore, ecc. , in modo che il mio nulla restava trasformato da quelle tinte divine, da non più riconoscersi e da innamorare Colui stesso che mi aveva così abbellito, ed il mio dolce Gesù ha ripreso il suo dire:
(4) “Vedi figlia mia, il primo atto delle Divine Persone è l’accordo perfetto della nostra Volontà, ed è tanto unificata la nostra Volontà, che non si può discernere quale sia la Volontà dell’Uno o dell’Altro, tanto che sebbene le nostre Persone sono distinte, siamo Tre, ma la Volontà è una, e questa Volontà una produce un atto continuato di perfetta adorazione tra le Divine Persone; l’Una adora l’Altra. Questo accordo di Volontà produce uguaglianza di santità, di luce, di bontà, di bellezza, di potenza, d’amore, e stabilisce in Noi il vero regno dell’ordine e della pace, rendendoci gioie e felicità immense e beatitudini infinite. Sicché l’accordo della volontà umana con la Divina è il primo anello di congiunzione tra il Creatore e la creatura, e da questo scendono in lei, come da dentro un canale, le virtù divine, e producono in essa la vera adorazione, il perfetto amore verso il suo Creatore, che elevandosi da dentro lo stesso canale di congiunzione, riceve le varie tinte delle qualità divine. E ogniqualvolta l’anima si eleva per tuffarsi in questa Volontà Eterna, tante varietà di più di bellezza divina l’abbelliscono e acquista. Perciò dico che l’anima che fa la mia Volontà è il mio trastullo ed il mio contento, e per divertirmi sto col pennello della mia Volontà nelle mani, e come lei si tuffa nel mio Volere, Io la ritocco e mi diverto con imprimerle, con una mia pennellata, una sfumatura di più della mia bellezza, del mio amore, della mia santità, e di tutte le mie qualità. Sicché per Me, tanto è stare in Cielo come stare in essa, trovo la stessa adorazione delle Divine Persone, la mia Volontà, il mio amore, e siccome alla creatura c’è sempre da poter dare, Io la faccio ora da valente pittore e dipingo in lei la mia immagine, or da maestro e le insegno le dottrine più alte e sublimi, or da amante appassionato, che do e voglio amore, insomma, uso e faccio tutte le arti per divertirmi con essa, e quando il mio amore offeso dalle creature non trova dove rifugiarsi, dove fuggire da quelli che m’inseguono per darmi morte, oppure mi costringono a prendere la via della volta dei Cieli, Io mi rifugio nell’anima che contiene in sé la mia Volontà, e trovo la mia potenza che mi difende, il mio amore che mi ama, la mia pace che mi dà riposo; trovo tutto ciò che voglio. Quindi la mia Volontà congiunge tutto insieme, Cielo e terra, e tutti i beni, e ne forma uno solo, e da questo solo scaturiscono tutti i beni possibili ed immaginabili, sicché l’anima che fa la mia Volontà, posso dire che è il tutto per Me, ed Io sono il tutto per lei”.
(5) Onde il mio amabile Gesù si è ritirato nel fondo del cuore e mi è scomparso, ed io son restata confortata, sì, rafforzata, ma in preda del dolore di essere restata priva di Lui e di non avergli detto neppure una parola del mio duro stato. Ah! sì, quando si sta con Gesù l’anima s’illude di doverlo per sempre possedere, e non sente bisogno di nulla, scompariscono tutti i mali, e con Gesù tutti i beni escono in campo, ma come Lui si sottrae, i mali ritornano ed il dolore della privazione aguzza di più la sua punta, che squarciando senza pietà il povero cuore, rende sempre nuovo e più intenso il suo dolore. In questo mentre, il mio Gesù è ricomparso e mi diceva che teneva il suo cuore tutto ferito come da mille punture, e mi ha detto:
(6) “Figlia mia, queste ferite me le hai fatto tu al mio cuore: Come tu mi chiamavi mi ferivi, come ti ricordavi che stavi priva di Me mi ripetevi le ferite, e come soffrivi per la mia privazione, altre ferite aggiungevi”.
(7) Ed io nel sentir ciò ho detto: “Amor mio, se sapessi come mi sanguina il cuore per causa tua, e come me lo sento ferito ed inasprito per la tua privazione, che non ne posso più, sicché me lo sento ferito più io che Tu”.
(8) E Gesù: “E allora vediamo chi contiene più ferite, tu o Io”.
(9) Onde Gesù ha visitato l’interno dell’anima mia, e poi ha fatto il confronto tra me e Lui chi teneva più ferite, io o Gesù. Con mia sorpresa ho visto che Gesù teneva più ferite di me, sebbene io ne avessi bastanti. E Gesù ha ripreso:
(10) “Hai visto che Io sono ferito più di te, ma sappi che ci sono varie vuoti d’amore per la mia privazione, ma non temere, che Io prenderò l’impegno di riempirli, perché lo so Io che non puoi fare ciò che fai quando sto Io insieme con te; quindi, non stando la tua volontà di formare quei vuoti d’amore, il tuo Gesù ci penserà a riempirli, basterà un solo volo che ti faccio fare nella mia Volontà per metterci d’accordo nell’amore, in modo che straripando fuori questo amore, scorra a bene dei nostri fratelli. Perciò, lasciami fare e fidati di Me”.
16-62 Maggio 19, 1924 Tutti gli atti, dal più piccolo al più grande di chi vive nel Voler Divino, acquistano il valore di atti eterni e divini.
(1) La mia povera mente si sperdeva nell’immensità del Voler Supremo, mi sentivo come dentro d’un mare, e tutto l’essere mio beveva a larghi sorsi l’acqua salutare della Volontà Eterna, anzi mi entrava da tutte le parti: dalle orecchie, dalla bocca, dagli occhi, dalle nari, dai pori del corpo. Ora, mentre mi trovavo in questo stato, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Volontà è eterna, e solo chi vive in Essa, abbracciando l’eterno, tutti i suoi atti, dal più piccolo al più grande, essendo animati da una Volontà eterna, tutti acquistano il valore, il merito, la forma di atti divini ed eterni. Il Voler Divino svuota quegli atti di tutto ciò che è umano, e riempiendoli della sua Volontà Divina li fa suoi e vi mette il suggello, li costituisce come altrettanti atti eterni e divini”.
(3) Ond’io, nel sentire ciò ho detto meravigliandomi: “Com’è possibile, o mio sommo bene, che la creatura solo col vivere nel tuo Volere possa ricevere questo gran bene: che i suoi atti diventino eterni e divini? ”.
(4) E Gesù: “Perché ti meravigli? La cosa è semplicissima, tutta la ragione è perché la mia Volontà è eterna e Divina, e tutto ciò che esce da Essa, siccome è parto d’una Volontà eterna e Divina non può andare escluso da essere eterno e divino, ma sempre la creatura deve mettere da bando la sua volontà umana per dar luogo alla mia; se ciò fa, i suoi atti sono contati nei nostri, sia il grande che il suo più piccolo atto. E poi, ciò successe nella Creazione, quante cose non furono create? Grandi e piccole, fino il piccolo seme, il piccolo insetto, ma per quanto piccole, non si può dire che le mie opere grandi furono create da questa Volontà Suprema, e quindi sono opere divine, e le piccole non siano state create da una mano divina. E sebbene si vede che solo tutto ciò che fu creato nell’atmosfera, cielo, sole, stelle, ecc. , sono sempre fissi e stabili, invece ciò che fu creato nella bassa terra: fiori, piante, uccelli, ecc. , sono soggetti a morire e rinascere, ciò dice niente, anzi, siccome sono creati da una Volontà eterna e Divina, il germe tiene virtù di moltiplicarsi, perché in tutte le cose c’è la mia virtù creatrice e conservatrice. Ora, se tutte le cose create, piccole o grandi, perché creati in virtù del mio Fiat onnipotente possono chiamarsi opere divine, molto più possono chiamarsi atti divini ed eterni ciò che la mia Volontà opera nell’anima, che mettendo ai piedi del mio Volere il suo umano volere, mi dà piena libertà di fare agire la mia Volontà. Ah! se si potesse vedere dalle creature un’anima che fa vivere il mio Volere in sé, vedrebbero cose sorprendenti e non mai viste: Un Dio operante nella piccola cerchia della volontà umana, che è la cosa più grande che può esistere in terra ed in Cielo, la stessa Creazione, oh! come resterebbe dietro a confronto dei prodigi che vado operando in questa creatura”.
16-63 Maggio 24, 1924 La prima parola di Dio nella Creazione fu Fiat. Questa parola racchiude tutto, e con questa diede la prima lezione sulla Divina Volontà.
(1) Mi sentivo amareggiata al sommo per la privazione del mio dolce Gesù, e col triste dubbio che tutto ciò che Gesù mi ha detto e operato nell’anima mia, non sia stato altro che una mia illusione, un giochetto del nemico infernale, e dicevo tra me:
(2) “Se mi venisse dato, e tutti gli scritti stessero nelle mie mani ed in mio potere, oh! come volentieri li brucerei tutti, ma ahimè! non sono più in potere mio, sono in mani altrui, e se ciò volessi non mi viene dato. Ah! Gesù, salva almeno la povera anima
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(1) Mi sentivo amareggiata al sommo per la privazione del mio dolce Gesù, e col triste dubbio che tutto ciò che Gesù mi ha detto e operato nell’anima mia, non sia stato altro che una mia illusione, un giochetto del nemico infernale, e dicevo tra me:
(2) “Se mi venisse dato, e tutti gli scritti stessero nelle mie mani ed in mio potere, oh! come volentieri li brucerei tutti, ma ahimè! non sono più in potere mio, sono in mani altrui, e se ciò volessi non mi viene dato. Ah! Gesù, salva almeno la povera anima mia, non mi lasci perire, e giacché il tutto è finito, le relazioni tra me e Te, non permettere che io abbia la più grande delle sventure di non fare menomamente la tua Santissima e adorabile Volontà”.
(3) Ora, mentre ciò pensavo, il mio adorabile Gesù si è mosso nel mio interno; alla sua amabile presenza le tenebre sono fuggite, i dubbi sono scomparsi ed è ritornata in me la luce e la pace; ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
(4) “Figlia della mia Volontà, perché dubiti del mio operato in te? E poi, dubitare della mia Volontà e di ciò che ti ho detto sul mio Volere Supremo, è la cosa più assurda che può darsi. La dottrina della mia Volontà è più che acqua cristallina, presa dalla limpida fonte della mia Divinità, è più che sole sfolgorante che illumina e riscalda, è specchio tersissimo, che chiunque avrà il gran bene di potersi rimirare in questa dottrina celeste e divina, resterà scosso e sentirà in sé tutta la buona volontà di purificarsi dalle sue macchie, per poter bere a larghi sorsi di questa dottrina celeste e così restare abbellito dai fregi divini. Tu devi sapere la causa, il perché la sapienza e onnipotenza divina volle pronunziare il Fiat nella Creazione. Poteva creare tutte le cose senza dir parola, ma siccome volle che la sua Volontà aleggiasse su tutte le cose, e ricevessero la virtù, i beni che contiene, pronunziò il Fiat, e mentre lo pronunziava comunicava i prodigi del suo Volere, affinché tutte le cose avessero per vita, per regime, per esempio e per maestro la mia Volontà. Gran che, figlia mia, la prima parola del tuo Dio che risuonò sulla volta dei cieli fu il Fiat, né disse altro, ciò significava che il tutto stava nel Fiat; col Fiat creavo tutto, costituivo tutto, ordinavo tutto, racchiudevo tutto, legavo tutti i suoi beni a pro di tutti quelli che non sarebbero usciti dal suo eterno Fiat, e quando dopo aver creato tutto volli creare l’uomo, non feci altro che ripetere il Fiat, come impastandolo con la mia stessa Volontà, e poi soggiunsi: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, in virtù del nostro Volere manterrà in sé integra la nostra somiglianza e conserverà bella ed intatta la nostra immagine”. Vedi dunque ché la sapienza increata, come se non sapesse dire altro che Fiat, volle pronunziarlo; tanto era necessaria a tutti questa lezione così sublime. E questo Fiat aleggia tuttora su tutto il creato, come conservatore delle stesse mie opere, e come in atto di scendere sulla terra per investire l’uomo per racchiuderlo un’altra volta in Esso, affinché da donde uscì, cioè essendo uscito dal mio Volere, nel mio stesso Volere ritorni, perché è mia Volontà che tutte le cose da Me create ritornino sulla stessa via da donde uscirono, affinché mi ritornino belle, decorose, e portate come in trionfo dalla mia stessa Volontà.
(5) Onde, tutto ciò che ti ho detto sulla mia Volontà, questo è stato il mio scopo: Che la mia Volontà sia conosciuta e che venga a regnare sulla terra. E ciò che ho detto, sarà; travolgerò tutto per ottenere questo, ma il tutto mi deve ritornare in quella parola Fiat. Fiat disse Iddio, Fiat deve dire l’uomo; in tutte le sue cose non avrà altro che l’eco del mio Fiat, l’impronta del mio Fiat, le opere del mio Fiat, per poter dare i beni che contiene la mia Volontà, e così completerò lo scopo completo di tutta la Creazione, e perciò mi sono accinto al lavoro di far conoscere gli effetti, il valore, i beni, e le cose sublimi che contiene il mio Volere, e come l’anima tracciando la stessa via del mio Fiat, resterà talmente sublimata, divinizzata, santificata, arricchita, da far stupire Cielo e terra nel vedere il portento del mio Fiat operante nella creatura, perché in virtù della mia Volontà usciranno da Me grazie nuove da Me mai uscite, luce più sfolgorante, portenti inauditi e non mai visti. Io faccio come un maestro quando insegna al suo discepolo le scienze che lui conosce, il quale, se insegna al suo discepolo è perché vuol farne un altro maestro come sé stesso. Così faccio Io, se la mia lezione sublime fu la mia prima parola Fiat, la mia preghiera insegnata fu il Fiat come in Cielo così in terra, ora, avendo passato a te a darti più diffuse, più chiare, più sublimi le lezioni sulla mia Volontà, è che voglio che il discepolo acquisti non solo la scienza di Essa, ma che diventando maestro, non solo insegni agli altri, ma che acquisti le mie proprietà ed i beni, le mie gioie, e la mia stessa felicità, perciò sii attenta e fedele ai miei insegnamenti e non spostarti mai dalla mia Volontà”.
16-64 Maggio 29, 1924 Il dolore degli Apostoli nel vedere salire Gesù al Cielo. Il bene che partori questo dolore. Lezione a Luisa sul dolore della privazione di Gesù.
(1) Stavo pensando quando il mio dolce Gesù se ne andò al Cielo nella sua gloriosa Ascensione, e quindi il dolore degli apostoli nel restare privi di un tanto bene; ed il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il più grande dolore di tutti gli apostoli in tutta la loro vita fu il restare privi del loro Maestro; come mi vedevano salire al Cielo, il loro cuore si struggeva nel dolore della mia privazione, e molto più fu acuto e penetrante questo dolore perché non era un dolore umano, una cosa materiale che perdevano, ma un dolore divino, era un Dio che perdevano, e sebbene Io avevo la mia Umanità, ma siccome risorse, era spiritualizzata e glorificata, quindi tutto il dolore fu nelle loro anime, che penetrandoli tutti si sentivano struggere tutto nel dolore, da formare in loro il più straziante e doloroso martirio, ma tutto ciò era necessario per loro; si può dire che fino allora non erano altro che teneri bambini nelle virtù e nella conoscenza delle cose divine, e della mia stessa persona; potrei dire che stavo in mezzo a loro e non mi conoscevano, né mi amavano davvero, ma quando mi videro salire al Cielo, il dolore di perdermi squarciò il velo, e mi conobbero con tale certezza che Io ero il vero Figlio di Dio; il dolore intenso di non più vedermi in mezzo a loro, partorì la fermezza nel bene, la fortezza di tutto soffrire per amore di Colui che avevano perduto, partorì la luce della scienza divina, li tolse le fasce dell’infanzia e li formò uomini impavidi, non più paurosi, ma coraggiosi. Il dolore li trasformò e formò il vero carattere di apostoli; ciò che non potettero ottenere con la mia presenza, l’ottennero col dolore della mia privazione.
(3) Ora figlia mia, una piccola lezione a te: La tua vita si può dire un continuo dolore di perdermi e una continua gioia di acquistarmi, ma tra il dolore della perdita e la gioia di acquistarmi, quante sorprese non ti ho fatto? Quante cose non ti ho detto? E’ stato il dolore ed il doloroso martirio della mia perdita che ti preparava e ti disponeva a sentire le sublimi lezioni sulla mia Volontà, difatti, quante volte a te pareva d’avermi perduto, e mentre tu eri immersa nel tuo straziante dolore, Io ritornavo a te con una delle più belle lezioni sulla mia Volontà e facevo ritornare la nuova gioia del mio acquisto, per disporti di nuovo al trafiggente dolore della mia assenza? Posso dire che il dolore di restare priva di Me ha partorito in te gli effetti, il valore, le cognizioni, il fondamento della mia Volontà. Era necessario il comportarmi con te in questo modo, cioè di venire spesso spesso da te, e di lasciarti in preda del dolore di restare priva di Me. Avendo Io stabilito di manifestarti in modo tutto speciale tante cose sulla mia Volontà, dovevo lasciarti in preda ad un continuo dolore divino, perché la mia Volontà è Divina e solo sopra un dolore divino poteva fondare il suo trono e distendere il suo dominio, e atteggiandosi a maestro comunicava la conoscenza della mia Volontà per quanto a creatura è possibile. Molti si meraviglieranno nel sentire le mie continue visite che ti ho fatto, ciò che non ho fatto agli altri, ed il tuo continuo dolore della mia privazione. Se tu non mi avessi veduto tante volte, non mi avresti conosciuto né amato tanto, perché ogni mia visita porta una conoscenza di più di Me, e un nuovo amore, e quanto più l’anima mi conosce e mi ama, più il dolore si raddoppia; ed Io nel venire andavo stuzzicando più forte il tuo dolore, perché voglio che alla mia Volontà non manchi il nobile corteggio del dolore, che costituisce l’anima ferma e forte, da poter la mia Volontà formare in lei il mio stabile soggiorno, e darle lezioni nuove e continue sulla mia Volontà. Perciò, te lo ripeto, lasciami fare e fidati di Me”.
16-65 Giugno 1, 1924 Il gran bene che procura all’anima il ricordarsi di tutto ciò che Gesù fece, patì e disse nella sua Vita.
(1) Questa mattina mi sono trovata fuori di me stessa, e vedevo il mio ultimo confessore defunto circondato da tante persone che stavano tutte attente e come rapite ad ascoltarlo, e lui che diceva e diceva, che s’infiammava tanto che faceva infiammare gli altri. Io mi sono avvicinata per sentire ciò che diceva, e con mia sorpresa sentivo che stava dicendo tutto ciò che il mio benedetto Gesù mi aveva detto, le sue finezze d’amore, le tante condiscendenze di Gesù verso di me, e quando parlava degli stratagemmi dell’amore di Gesù verso di me, lui spiccava luce, da restare trasfuso non solo lui in quella luce, ma anche quelli che lo ascoltavano. Io son rimasta meravigliata e dicevo tra me: “Il confessore non solo lo ha fatto in vita, di dire le cose dell’anima mia agli altri, ma anche dopo morto lo sta facendo nell’altra vita”. E aspettavo che fosse finito di dire, per potermi avvicinare a lui e dirgli qualche mia difficoltà, ma non la finiva, ed io mi son trovata in me stessa.
(2) Onde, secondo il mio solito ho seguito il mio amato Gesù nella sua Passione, compatendolo, riparandolo e facendo mie le sue pene, e Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(3) “Figlia mia, quanto gran bene procura all’anima il ricordarsi di Me e di tutto ciò che feci e patii e dissi nella mia Vita, lei, col compatirmi e facendo sue le mie intenzioni, e ricordando ad una ad una le mie pene, le mie opere, le mie parole, le chiama in sé e le dispone in bell’ordine nell’anima sua, in modo che viene a prendere i frutti di ciò che Io feci, patii e dissi, e questo produce nell’anima una specie di umido divino, dove il sole della mia grazia si diletta di sorgere e di formare, in virtù di quell’umido, la rugiada celeste, e questa rugiada non solo abbellisce l’anima in modo meraviglioso, ma tiene virtù di mitigare i raggi del sole cocente della divina giustizia, quando trovando le anime bruciate dal fuoco della colpa sta per colpirle, per bruciarle e seccarle di più; questa rugiada divina, temperando i suoi raggi, se ne serve per formare la rugiada benefica per non far colpire le creature, e si costituisce umido vitale per non farle seccare. Oh! come simboleggia la natura, quando dopo una giornata di sole ardente, le piante stanno per seccare, basta una nottata umida, che sorgendo di nuovo il sole su quell’umido vi forma la sua rugiada, ed invece di farle perire, il suo calore serve a fecondarle e a portare a fine la maturazione dei frutti. Più sorprendente succede nell’ordine soprannaturale, il ricordo è il principio d’un bene, il ricordo forma tanti sorsi all’anima per darle vita; quando il bene, le cose, si dimenticano, perdono per l’anima la virtù vitale, perdono la loro attrattiva, la gratitudine, la corrispondenza, la stima, l’amore, il valore. E questo ricordo non solo produce in vita l’origine d’ogni bene, ma anche dopo morto produce l’origine della gloria. Non hai sentito il tuo confessore defunto, come si dilettava nel parlare delle grazie che ti ho fatto? Era perché in vita ci teneva a sentirle, le ricordava, il suo interno ne restava riempito fino a traboccarne fuori; e ora, quanto bene non gli apportò nell’altra vita? Per lui è come una fonte di bene che straripa a bene altrui, sicché quanto più ricorda l’anima ciò che a Me appartiene, le grazie, le lezioni che le ho dato, tanto più cresce in lei la fonte dei miei beni, che non potendoli contenere in sé straripa a bene altrui”.
16-66 Giugno 6, 1924 Gesù vuol racchiudere in Luisa la sua Volontà, facendole parte di tutti gli atti che contiene, per formare la sua Vita e uscire come da una seconda Madre per venire in mezzo alle creature, per far conoscere e compire il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra.
(1) Mi trovavo nelle mie solite e dure pene della sua privazione. Mi sento sotto la sferza d’una giustizia che mi punisce con tanto rigore, senza neppure l’ombra d’una pietà, oh! giustizia punitrice di Dio, quanto sei terribile, ma più terribile quando ti nascondi a chi ti ama, le tue frecce mi sarebbero più dolci, se mentre mi punisci, mi facessi anche a brani, il mio Gesù fosse con me. Oh! come piango la mia sorte; anzi vorrei che Cielo e terra, tutti piangessero con me la sorte della piccola esiliata, che non solo vive lontana dalla patria mia,
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(1) Mi trovavo nelle mie solite e dure pene della sua privazione. Mi sento sotto la sferza d’una giustizia che mi punisce con tanto rigore, senza neppure l’ombra d’una pietà, oh! giustizia punitrice di Dio, quanto sei terribile, ma più terribile quando ti nascondi a chi ti ama, le tue frecce mi sarebbero più dolci, se mentre mi punisci, mi facessi anche a brani, il mio Gesù fosse con me. Oh! come piango la mia sorte; anzi vorrei che Cielo e terra, tutti piangessero con me la sorte della piccola esiliata, che non solo vive lontana dalla patria mia, ma lasciata ancora dal suo Gesù che l’era l’unico conforto, l’unico poggio del suo lungo esilio.
(2) Ora, mentre il mio povero cuore nuotava nell’amarezza del suo dolore, il mio adorabile Gesù si faceva vedere nel mio interno, in atto di dominare tutto. Teneva nelle sue mani come tante briglie, e ciascuna briglia era legata ad un cuore umano, sicché quante creature esistevano, tante briglie stavano nelle sue mani; e poi mi ha detto:
(3) “Figlia mia, la via è lunga, anzi ciascuna vita di creatura è una via distinta; quindi conviene molto camminare e da tante vie. Tutte queste vie le farai tu, perché dovendo chiudere in te la mia Volontà, devi racchiudere tutto ciò che Essa contiene, ed a te conviene fare tutte le vie, insieme con la mia Volontà, di ciascuna creatura. Quindi nella mia Volontà hai molto da fare e da soffrire ancora”.
(4) Io nel sentir ciò, oppressa e stanca come stavo ho detto: “Mio Gesù, è troppo, chi può farle? Sono già stanca abbastanza, e poi Tu mi lasci sola ed io senza di Te non so far nulla. Ahi! se ti avessi sempre meco potrei farle; ma, ahimè! Tu mi lasci ed io non so far nulla”.
(5) E Gesù ha soggiunto: “Eppure sto nel tuo cuore guidando tutto, e tutte queste vie furono fatte da Me. Tutto racchiusi, non mi feci sfuggire neppure un palpito né una pena di ciascuna creatura; e tu devi sapere che dovendo racchiudere in te come centro di vita la mia Volontà, è necessario che il mio Supremo Volere trovi tutte le vie e tutto ciò che fece il tuo Gesù, perché gli sono inseparabili, basta non accettare una sola cosa che Esso contiene, che non può formare il suo centro né avere il suo pieno dominio, né può avere il suo punto di partenza da te per farsi conoscere e dominare gli altri. Lo avrà da per Sé stesso, ma non da te. Vedi dunque quanto è necessario che tu abbracci tutti e faccia le vie di tutti, sobbarcandoti agli stenti, pene e atti di tutti, se vuoi che la Maestà del mio Volere scenda in te per farvi il suo corso”.
(6) E sorpresa nel sentire ciò, ho detto: “Amor mio, che dici? Tu sai quanto sono povera ed in che stato mi trovo; e poi, come io posso racchiudere tutta la tua Volontà? Al più con la tua grazia posso farla, vivere in Essa, ma racchiuderla è impossibile, sono troppo piccola e non posso contenere una Volontà interminabile”.
(7) E Gesù: “Figlia mia, si vede che non vuoi capirla, chi vuol racchiudere in te questa Volontà deve darti la grazia e la capacità di contenerla. Non racchiusi forse tutto il mio Essere nel seno della mia Celeste Mamma? Forse mi rinchiusi in parte ed in parte mi lasciai nel Cielo? Certo che no. E col racchiudermi nel suo seno, non fu Lei la prima che prese parte a tutti gli atti del suo Creatore, a tutte le pene, immedesimandosi con Me per fare che nulla omettesse di ciò che Io operai? Non fu Lei il mio punto di partenza, da dove uscii per darmi alle altre creature? Se ciò feci con la mia inseparabile Mamma per scendere all’uomo e compire la mia Redenzione, non posso farlo con un’altra creatura, dandole grazia e capacità di racchiudere la mia Volontà, facendole parte di tutti gli atti che contiene, per formare la sua Vita e uscire come da una seconda Madre per venire in mezzo alle creature, per farmi conoscere e compire il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra? Non vuoi tu dunque essere il punto di partenza della mia Volontà? Ma, oh! quanto costò alla mia Regina Madre essere il punto di partenza della mia comparsa sulla terra; così costerà a te il punto di partenza della mia Volontà per fare la sua comparsa in mezzo alle creature. Chi tutto deve dare, tutto deve racchiudere; non si può dare se non ciò che si tiene, perciò figlia mia, non prenderla alla leggera ciò che riguarda la mia Volontà, e ciò che ti conviene fare perché formi la sua Vita in te, a Me è la cosa che più m’interessa, e tu devi starci attenta per seguire i miei insegnamenti”. Deo Gratias, e sempre sia benedetto chi tanta bontà usa per l’ultima delle sue creature.
17-1 Giugno 10, 1924 Chi vive nella Divina Volontà tutto deve racchiudere. La Divina Volontà è principio, mezzo e fine dell’uomo.
(1) Questa mattina avendo fatto la santa comunione secondo il mio solito, stavo dicendo al mio caro Gesù:
(2) “Dolce vita mia, non voglio essere sola nello stare con Te, ma voglio tutto e tutti insieme con me; e non solo voglio la corona di tutti i tuoi figli, ma voglio insieme la corona di tutte le cose create da Te, che insieme con me nell’interminabilità della tua Santissima Volontà dove io tutto trovo, prostrati ai tuoi piedi, tutti insieme ti adoriamo, ti ringraziamo, ti benediciamo”.
(3) In questo mentre, vedevo come tutte
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(1) Questa mattina avendo fatto la santa comunione secondo il mio solito, stavo dicendo al mio caro Gesù:
(2) “Dolce vita mia, non voglio essere sola nello stare con Te, ma voglio tutto e tutti insieme con me; e non solo voglio la corona di tutti i tuoi figli, ma voglio insieme la corona di tutte le cose create da Te, che insieme con me nell’interminabilità della tua Santissima Volontà dove io tutto trovo, prostrati ai tuoi piedi, tutti insieme ti adoriamo, ti ringraziamo, ti benediciamo”.
(3) In questo mentre, vedevo come tutte le cose create correvano intorno a fare corona a Gesù, per prestargli ognuna il suo omaggio, ed io ho soggiunto:
(4) “Vedi amor mio come sono belle le opere tue, come il sole facendosi braccia coi suoi raggi, mentre si prostra per adorarti, sale a Te per abbracciarti e baciarti; come le stelle, facendoti corona ti sorridono col loro dolce scintillio e ti dicono: “Grande Tu sei, gloria a Te diamo per tutti i secoli dei secoli”; come il mare corre, e col suo armonioso mormorio, come tante voci argentine ti dicono: “Grazie infinite al nostro Creatore”. Ed io insieme col sole ti abbraccio e ti bacio, con le stelle ti riconosco e ti glorifico, col mare ti ringrazio”.
(5) Ma chi può dire tutto ciò che io dicevo, chiamando tutte le cose create intorno a Gesù? Se io volessi dire tutto sarei troppo lunga, mi sembrava che ogni cosa creata avesse un ufficio distinto per poter rendere il suo omaggio al suo Creatore. Ora, mentre ciò facevo pensavo tra me che perdevo il tempo, e che non era questo il ringraziamento da farsi a Gesù dopo la comunione, e l’ho detto a Gesù, e Lui tutto bontà mi ha detto:
(6) “Figlia mia, la mia Volontà contiene tutto, e a chi vive in Essa non deve nulla sfuggirgli di tutto ciò che a Me appartiene, anzi basta che gli sfugga una sola cosa per dire che non mi dà tutto l’onore e la gloria che la mia Volontà contiene, quindi non si può dire che la sua vita sia completa in Essa, né mi dà il ricambio di tutto ciò che il mio Volere gli ha dato, perché tutto ho dato a chi vive nella mia Volontà, ed Io vado a loro come in trionfo sulle ali delle opere mie, per darli il nuovo ricambio del mio amore, e loro devono venire sulla mia stessa via per darmi il nuovo ricambio del loro. Non sarebbe dilettevole per te se avessi fatto tante belle e svariate opere, ed una persona da te amata, per farti piacere te le mettesse intorno, e ad una ad una facendole vedere ti dicesse: “Vedi, queste sono opere tue, quanto è bella questa, come è artistica quest’altra, e nella terza quanta maestria, e nella quarta quanta varietà di colori, qual incanto in quest’altra? Qual gioia non ne proveresti, qual gloria per te? Così è per Me, molto più che chi vive nella mia Volontà, dovendo tutto accentrare in lei, dev’essere come il palpito di tutta la Creazione, che palpitando tutte le cose in lei in virtù del mio Volere, deve formare un solo palpito, per ridarmi in quel palpito i palpiti di tutti e di tutto, e ricondurmi la gloria e l’amore di tutte le cose uscite da Me. Io devo trovare nell’anima in cui regna la mia Volontà tutti, affinché lei, contenendo tutto, possa darmi tutto ciò che gli altri dovrebbero darmi. Figlia mia, il vivere nel mio Volere è ben differente dalle altre santità, e perciò finora non se ne trovò il modo ed i veri insegnamenti del vivere in Esso, 17[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta si può dire che le altre santità sono le ombre della mia Vita Divina, questa è la fonte della Vita Divina, perciò sii attenta negli esercizi del vivere nel mio Volere, affinché da te possa uscire il vero modo e gli insegnamenti esatti e precisi, per chi volendo vivere in Esso possa trovare non l’ombra, ma la vera santità della Vita Divina. Oltre di ciò, la mia Umanità stando in terra nella mia Volontà Divina, non ci fu opera, pensiero, parola, ecc., che non fosse racchiuso in Me per coprire tutto l’operato delle creature, si può dire che Io avevo un pensiero per ciascun pensiero, una parola per ogni parola e così di tutto il resto per glorificare completamente mio Padre, e per dare la luce, la vita, i beni, i rimedi, alle creature. Ora, nella mia Volontà tutto esiste, e chi deve vivere in Essa deve racchiudere tutte le creature, per andare ripassando tutti gli atti miei e mettervi un’altra bella sfumatura divina presa dalla mia Volontà, per darmi il ricambio di ciò che Io feci. Solo chi vive nella mia Volontà può darmi questo ricambio, ed Io l’aspetto come mezzo per poter mettere in comunicazione la Volontà Divina con l’umana, e per darle i beni che Essa contiene. Voglio la creatura come intermediaria, che facendo la stessa via che fece la mia Umanità nella mia Volontà, apra la porta del Regno della mia Volontà, chiusa dalla volontà umana. Perciò la tua missione è grande, e ci vuole sacrificio e grande attenzione”.
(7) Onde mi sentivo immersa nel Voler Supremo, e Gesù ha ripreso:
(8) “Figlia mia, la mia Volontà è tutto e contiene tutto, e poi è principio, mezzo, e fine dell’uomo. Perciò nel crearlo non gli diedi legge, ne istituii sacramenti, ma solo diedi all’uomo la mia Volontà, perché era più che sufficiente, stando nel principio di Essa, per trovare tutti i mezzi per giungere non ad una santità bassa, ma all’altezza della santità divina, e così trovarsi al porto del suo fine. Ciò significa che l’uomo non doveva aver bisogno d’altro che solo della mia Volontà, in cui doveva trovare tutto in modo sorprendente, ammirabile ed agevole, per rendersi santo e felice nel tempo e nell’eternità; e se gli diedi una legge, dopo secoli e secoli di creato, fu perché l’uomo aveva perduto il suo principio, quindi aveva smarrito i mezzi ed il fine. Sicché la legge non fu principio, ma mezzo; ma vedendo che con tutta la mia legge l’uomo andava perduto, nel venire sulla terra istituii i sacramenti, come mezzi più forti e potenti per salvarlo; ma quanti abusi, quante profanazioni, quanti se ne servono per mezzo della legge e degli stessi sacramenti per più peccare e per precipitare nell’inferno. Mentre con la sola mia Volontà, che è principio, mezzo e fine, l’anima si mette al sicuro, si eleva alla santità divina, raggiunge in modo completo lo scopo per cui fu creata, e non c’è l’ombra del pericolo di potermi offendere. Sicché la via più sicura è solo la mia Volontà, e gli stessi sacramenti, se non sono fatti in ordine con la mia Volontà, possono servire come mezzi di condanna e di rovina. Perciò inculco tanto la mia Volontà, perché l’anima stando nel suo principio, i mezzi le saranno propizi, e riceverà i frutti che contengono; invece, senza di Essa, gli stessi sacramenti le possono essere veleno che la conducano alla eterna morte”.
17-2 Giugno 14, 1924 L’importanza dell’ordine in questi scritti. Dio è ordine. La bellezza dell’anima che opera nel Voler Supremo.
(1) Questa mattina, mentre mi trovavo nel solito mio stato, non so se fu sogno, vedevo il mio confessore defunto, il quale mi pareva che prendesse qualche cosa di attorcigliato da dentro la mia mente, e l’aggiustava e la scioglieva. Io gli ho domandato perché ciò faceva, e lui mi ha detto:
(2) “Sono venuto per dirti che sia attenta all’ordine, perché Dio è ordine, e basta una frase, una parola di ciò che ti dice il Signore che non stia nel ordine, potrà suscitare dubbi e difficoltà in chi potrà leggere ciò che scrivi sulla sua adorabile Volontà”.
(3) Io, nel sentir ciò ho detto: “Forse sapete voi che ho scritto cose disordinate finora?
(4) Ed il confessore: “No, no, ma sii attenta per l’avvenire, fa che le cose che scrivi siano chiare e semplici come te le dice Gesù, e che nulla ometta, perché basta una piccola frase, una parola che manchi di quelle che ti dice Gesù, o che la scriva diversamente, per mancare l’ordine; perché quelle parole serviranno per dar luce, per far comprendere con più chiarezza, e per legare l’ordine delle verità che il buon Gesù ti manifesta. Tu sei facile a che molte piccole cose le ometti, mentre le piccole legano le grandi, e le grandi le piccole, perciò sii attenta per l’avvenire, affinché il tutto sia ordinato”.
(5) Detto ciò si è dileguato da me, ed io so rimasta un po’ impensierita. Dopo ciò stavo tutta abbandonandomi nel Santo Voler Divino, ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno mi ha detto:
(6) “Figlia mia, quanto è bello vedere un’anima operare nella mia Volontà! Lei tuffa la sua azione, il suo pensiero, la sua parola nella mia Volontà, è come una spugna che impregnandosi di tutti i beni che il Voler Supremo contiene, si veggono nell’anima tanti atti divini che spandono luce, e quasi non si sanno distinguere se sono atti del Creatore o della creatura. Come si sono impregnati di questa Volontà Eterna, hanno assorbito in loro una potenza, una luce, ed il modo dell’operato della Eterna Maestà. Guardati quanto il mio Volere ti ha fatto bella; non solo, ma in ogni tuo atto racchiudo Me stesso, perché racchiudendo il mio Volere tutto racchiudi”.
(7) Io mi sono guardata, ed oh! quanta luce usciva, ma quello che più mi ha colpito e fatto piacere, il vedere il mio Gesù racchiuso in ogni mio atto, la sua Volontà lo imprigionava in me.