MaM
Messaggio del 25 ottobre 2001: Cari figli, anche oggi vi invito a pregare con tutto il cuore e ad amarvi gli uni gli altri. Figlioli, voi siete scelti per testimoniare la pace e la gioia. Se la pace non c'è pregate e la riceverete. Attraverso voi e la vostra preghiera, figlioli, la pace comincerà a scorrere nel mondo. Perciò, figlioli, pregate, pregate, pregate perché la preghiera opera miracoli nel cuore degli uomini e nel mondo. Io sono con voi e ringrazio Dio per ognuno di voi che con serietà ha accolto e vive la preghiera. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1924

16-59 Aprile 23, 1924 Continua lo stato di sonno profondo di Luisa. Come sapere quando opera Gesù e quando il nemico infernale nell’anima.

(1) Passo i miei giorni nell’amarezza e nella privazione del mio dolce Gesù, con l’aggiunta d’un sonno profondo, che io stessa non so dove mi stia, né che cosa faccio; mi sento l’ombra del mio Gesù intorno a me, la quale mi mette come dentro d’una camicia di ferro che mi rende immobile, mi toglie la vita e mi stordisce, e non capisco più nulla. Che cambiamento doloroso nel mio interno, io che non sapevo che cosa era sonno, e se pur un leggero sonno mi sorprendeva, anche dormendo non perdevo l’attitudine del mio interno, ero a giorno delle fibre del mio cuore, dei miei pensieri per ridarli a Gesù che tanto mi amava, per accompagnarlo in tutte le ore e pene della sua Passione, oppure mi spaziavo nell’immensità della sua Volontà per ridargli quel tutto e quegli atti che voleva da tutte le creature; e ora tutto è finito, mio Gesù, che pene amare, in che mare doloroso vuoi che navighi la povera anima mia; deh! dammi la forza, non mi lasciare né mi abbandonare, ricordati che Tu stesso l’hai detto, che io sono piccina, anzi la più piccola di tutti, neonata appena, e se Tu mi lasci, non mi aiuti, non mi dai più forza, la neonata certo morrà. Ora, mentre mi trovavo in questo stato, pensavo tra me: “Chi sa che non sia il demonio che mi fa quest’ombra e mi mette in questo stato d’immobilità? ” Ma mentre ciò pensavo, più che mai mi sentivo schiacciare sotto d’un peso enorme, ed il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno faceva vedere che poggiava una punta d’una ruota che portava Lui sopra di me, e mi ha detto tutto afflitto:

(2) “Figlia mia, pazienza; è il peso del mondo che ci schiaccia, eppure una sola punta che poggia su di te mi serve per non farla finita del tutto col mondo. Ah! se sapessi quanti inganni, quante frodi, quante nefandezze commettono e quante macchine nascoste di rovina stanno combinando per più rovinarsi tra loro, che accrescono maggiormente il peso alle mie spalle, da fare straripare la bilancia della divina giustizia, perciò ci saranno grandi mali per tutta la terra. E poi, perché temi che sia il demonio che ti mette in questo stato? Quando fa soffrire il nemico getta disperazione, impazienza, disturbi; invece quando sono Io, infondo amore, pazienza e pace, luce e verità; ti senti forse impaziente, disperata, che temi che fosse il nemico? ”.

(3) Ed io: “No mio Gesù, anzi mi sento messa come dentro d’un mare immenso e profondo, del tuo Volere, e l’unico timore, che potessi uscire dall’abisso di questo mare; ma mentre temo, sento su di me innalzarsi le onde più forte che mi sprofondano più sotto”.

(4) E Gesù: “E perciò il nemico non può avvicinarsi, perché le onde del mare della mia Volontà, mentre sprofondano te nell’abisso di Essa, mantengono la sentinella e tengono lontano anche l’ombra del nemico, perché lui non ne sa nulla di ciò che l’anima fa e soffre nella mia Volontà, né tiene mezzi, né vie, né porte per entrarvi, anzi è la cosa che più aborrisce, e se qualche volta la mia sapienza manifesta qualche cosa di ciò che fa l’anima nella mia Volontà, il nemico sente tanta rabbia che si sente moltiplicare le sue pene infernali, perché la mia Volontà amata e compiuta nell’anima, forma il paradiso; non amata e non compiuta forma l’inferno. Perciò, se vuoi essere sicura da qualunque insidia diabolica, ti stia a cuore il mio Voler e vivere continuamente in Esso”.

16-60 Maggio 9, 1924 I castighi serviranno per purificare la terra, e far regnare in essa alla Divina Volontà. Nell’anima che vive di Volontà Divina, Gesù si trova con gli onori e decoro come si trovava nella sua Umanità quando stette sulla terra.

(1) Passo i miei giorni nella più profonda amarezza, ed in un profondo silenzio da parte di Gesù, e con la quasi sottrazione della sua amabile presenza. Sono pene indicibili che provo e credo sia meglio passarle in silenzio per non inasprire maggiormente il mio duro martirio. Onde, dopo molto stentare, questa mattina il benedetto Gesù si faceva vedere nel mio interno, che mi riempiva tutta di Lui, ed io, sorpresa dalla sua inaspettata presenza, volevo lamentarmi con Gesù della sua privazione, ma non mi ha dato tempo di farlo, e tutto afflitto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come mi sento amareggiato, le creature mi hanno messo tre chiodi, non alle mani ma al cuore e al petto, che mi danno pene di morte. Stanno preparando tre congiure, una più brutta dell’altra, ed in queste congiure prendono di mira la mia Chiesa. L’uomo non vuole arrendersi nel male, anzi vuole più precipitare la sua corsa”.

(3) E mentre ciò diceva, faceva vedere riunioni segrete che combinavano come assalire la Chiesa, chi come far sorgere nuove guerre e chi nuove rivoluzioni, quanti mali raccapriccianti si vedevano, ed il mio dolce Gesù ha ripreso il suo dire:

(4) “Figlia mia, non è giusto che la mia giustizia si armi contro dell’uomo per colpirlo, e quasi distruggere tante vite che insozzano la terra, e faccia scomparire insieme con loro regioni intere, affinché sia purificata la terra da tante vite pestifere e da tanti diavoli incarnati, che mascherati sotto un velo sottile di bene apparente macchinano rovine alla Chiesa e alla società? Credi tu che la mia assenza da te sia cosa da nulla? No, no, anzi quanto più a lungo è la mia assenza da te, tanto più gravi succederanno i castighi. E poi, ricordati quante cose ti ho detto sulla mia Volontà, sicché i mali, le distruzioni, serviranno per compire ciò che ti ho detto, che la mia Volontà venga a regnare sulla terra, ma la vuol trovare purificata, e per purificarla ci vogliono le distruzioni, perciò pazienza figlia mia, né mai uscire dalla mia Volontà, perché tutto ciò che si svolge in te servirà al lavoro, che la mia Volontà abbia il suo dominio di venire come in trionfo a regnare in mezzo agli uomini”.

(5) Ond’io, a questo dire di Gesù sono restata rassegnata, sì, ma sommamente afflitta. Il pensiero dei gravi mali del mondo e la sua privazione, sono come un coltello a due tagli che mi uccide, e per maggior tormento non mi fa morire. Quindi il mio dolce Gesù, la mattina seguente, si faceva vedere nel mio interno come internato dentro dentro, e mi ha detto:

(6) “Figlia mia, sto appiattato in te, e da dentro te sto guardando che fa il mondo. In te trovo l’aria della mia Volontà e sento che posso starvi col decoro che conviene alla mia persona; è vero che la mia Volontà si trova dappertutto, ma, oh! quanto differisce trovarsi vita della creatura, e la creatura vivere di Essa; la mia Volontà in mezzo alle creature negli altri punti si trova isolata, offesa, senza poter svolgere i beni che contiene e formarvi una vita tutta di Sé e per Sé. Invece, dove trovo che la creatura si presta a non volere altra vita se non che la mia Volontà, si trova in compagnia, è amata, svolge i beni che contiene e gode nel metterli in comune con l’anima per formarvi una vita di Sé e per Sé, ed Io trovando le cose mie nell’anima, cioè, la mia santità, la mia luce e la mia stessa Volontà agente in essa, mi trovo con gli onori e decoro come mi trovavo nella mia Umanità quando stetti sulla terra, nella quale la mia Divinità, vivendo in Essa, stava come appiattata e coperta con la veste della mia Umanità. Così mi copro con la veste dell’anima che fa la mia Volontà, vivo nascosto in essa come nel mio centro, e da dentro di essa guardo i mali delle creature e piango e prego per loro. E vedendo che una della stirpe loro tiene per vita la mia Volontà anche in terra, quanti mali e castighi non risparmio per suo riguardo? Quante volte sto in atto di distruggerle e di farla finita con loro, per i tanti mali che commettono, ma il solo guardarti, e guardando in te la mia Volontà e la fortezza di Essa, mi appiatto di nuovo e me ne astengo. Perciò figlia mia, pazienza, e fa che il mio Volere abbia sempre vita completa in te”.

16-61 Maggio 13, 1924 La vera adorazione consiste nell’accordo della volontà umana con la Divina. Il vero modello dell’adorazione è la Santissima Trinità.

(1) Stavo facendo le mie solite preghiere, e mentre tutta mi abbandonavo nelle braccia della Volontà Suprema, intendevo fare in Essa le mie adorazioni alla Maestà Divina, ed il mio Gesù, movendosi nel mio interno, prendeva la povera anima mia nelle sue braccia, ed elevandola tra il Cielo e la terra adorava insieme con me l’Ente Supremo, e poi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la vera e perfetta adorazione sta nell’accordo completo dell’unione della Volontà di Dio con l’anima. Quanto più l’anima fa una la sua volontà con quella del suo Creatore, tanto più è ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-62 Maggio 19, 1924 Tutti gli atti, dal più piccolo al più grande di chi vive nel Voler Divino, acquistano il valore di atti eterni e divini.

(1) La mia povera mente si sperdeva nell’immensità del Voler Supremo, mi sentivo come dentro d’un mare, e tutto l’essere mio beveva a larghi sorsi l’acqua salutare della Volontà Eterna, anzi mi entrava da tutte le parti: dalle orecchie, dalla bocca, dagli occhi, dalle nari, dai pori del corpo. Ora, mentre mi trovavo in questo stato, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia Volontà è eterna, e solo chi vive in Essa, abbracciando l’eterno, tutti i suoi atti, dal più piccolo al più grande, essendo animati da una Volontà eterna, tutti acquistano il valore, il merito, la forma di atti divini ed eterni. Il Voler Divino svuota quegli atti di tutto ciò che è umano, e riempiendoli della sua Volontà Divina li fa suoi e vi mette il suggello, li costituisce come altrettanti atti eterni e divini”.

(3) Ond’io, nel sentire ciò ho detto meravigliandomi: “Com’è possibile, o mio sommo bene, che la creatura solo col vivere nel tuo Volere possa ricevere questo gran bene: che i suoi atti diventino eterni e divini? ”.

(4) E Gesù: “Perché ti meravigli? La cosa è semplicissima, tutta la ragione è perché la mia Volontà è eterna e Divina, e tutto ciò che esce da Essa, siccome è parto d’una Volontà eterna e Divina non può andare escluso da essere eterno e divino, ma sempre la creatura deve mettere da bando la sua volontà umana per dar luogo alla mia; se ciò fa, i suoi atti sono contati nei nostri, sia il grande che il suo più piccolo atto. E poi, ciò successe nella Creazione, quante cose non furono create? Grandi e piccole, fino il piccolo seme, il piccolo insetto, ma per quanto piccole, non si può dire che le mie opere grandi furono create da questa Volontà Suprema, e quindi sono opere divine, e le piccole non siano state create da una mano divina. E sebbene si vede che solo tutto ciò che fu creato nell’atmosfera, cielo, sole, stelle, ecc. , sono sempre fissi e stabili, invece ciò che fu creato nella bassa terra: fiori, piante, uccelli, ecc. , sono soggetti a morire e rinascere, ciò dice niente, anzi, siccome sono creati da una Volontà eterna e Divina, il germe tiene virtù di moltiplicarsi, perché in tutte le cose c’è la mia virtù creatrice e conservatrice. Ora, se tutte le cose create, piccole o grandi, perché creati in virtù del mio Fiat onnipotente possono chiamarsi opere divine, molto più possono chiamarsi atti divini ed eterni ciò che la mia Volontà opera nell’anima, che mettendo ai piedi del mio Volere il suo umano volere, mi dà piena libertà di fare agire la mia Volontà. Ah! se si potesse vedere dalle creature un’anima che fa vivere il mio Volere in sé, vedrebbero cose sorprendenti e non mai viste: Un Dio operante nella piccola cerchia della volontà umana, che è la cosa più grande che può esistere in terra ed in Cielo, la stessa Creazione, oh! come resterebbe dietro a confronto dei prodigi che vado operando in questa creatura”.

16-63 Maggio 24, 1924 La prima parola di Dio nella Creazione fu Fiat. Questa parola racchiude tutto, e con questa diede la prima lezione sulla Divina Volontà.

(1) Mi sentivo amareggiata al sommo per la privazione del mio dolce Gesù, e col triste dubbio che tutto ciò che Gesù mi ha detto e operato nell’anima mia, non sia stato altro che una mia illusione, un giochetto del nemico infernale, e dicevo tra me:

(2) “Se mi venisse dato, e tutti gli scritti stessero nelle mie mani ed in mio potere, oh! come volentieri li brucerei tutti, ma ahimè! non sono più in potere mio, sono in mani altrui, e se ciò volessi non mi viene dato. Ah! Gesù, salva almeno la povera anima ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-64 Maggio 29, 1924 Il dolore degli Apostoli nel vedere salire Gesù al Cielo. Il bene che partori questo dolore. Lezione a Luisa sul dolore della privazione di Gesù.

(1) Stavo pensando quando il mio dolce Gesù se ne andò al Cielo nella sua gloriosa Ascensione, e quindi il dolore degli apostoli nel restare privi di un tanto bene; ed il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il più grande dolore di tutti gli apostoli in tutta la loro vita fu il restare privi del loro Maestro; come mi vedevano salire al Cielo, il loro cuore si struggeva nel dolore della mia privazione, e molto più fu acuto e penetrante questo dolore perché non era un dolore umano, una cosa materiale che perdevano, ma un dolore divino, era un Dio che perdevano, e sebbene Io avevo la mia Umanità, ma siccome risorse, era spiritualizzata e glorificata, quindi tutto il dolore fu nelle loro anime, che penetrandoli tutti si sentivano struggere tutto nel dolore, da formare in loro il più straziante e doloroso martirio, ma tutto ciò era necessario per loro; si può dire che fino allora non erano altro che teneri bambini nelle virtù e nella conoscenza delle cose divine, e della mia stessa persona; potrei dire che stavo in mezzo a loro e non mi conoscevano, né mi amavano davvero, ma quando mi videro salire al Cielo, il dolore di perdermi squarciò il velo, e mi conobbero con tale certezza che Io ero il vero Figlio di Dio; il dolore intenso di non più vedermi in mezzo a loro, partorì la fermezza nel bene, la fortezza di tutto soffrire per amore di Colui che avevano perduto, partorì la luce della scienza divina, li tolse le fasce dell’infanzia e li formò uomini impavidi, non più paurosi, ma coraggiosi. Il dolore li trasformò e formò il vero carattere di apostoli; ciò che non potettero ottenere con la mia presenza, l’ottennero col dolore della mia privazione.

(3) Ora figlia mia, una piccola lezione a te: La tua vita si può dire un continuo dolore di perdermi e una continua gioia di acquistarmi, ma tra il dolore della perdita e la gioia di acquistarmi, quante sorprese non ti ho fatto? Quante cose non ti ho detto? E’ stato il dolore ed il doloroso martirio della mia perdita che ti preparava e ti disponeva a sentire le sublimi lezioni sulla mia Volontà, difatti, quante volte a te pareva d’avermi perduto, e mentre tu eri immersa nel tuo straziante dolore, Io ritornavo a te con una delle più belle lezioni sulla mia Volontà e facevo ritornare la nuova gioia del mio acquisto, per disporti di nuovo al trafiggente dolore della mia assenza? Posso dire che il dolore di restare priva di Me ha partorito in te gli effetti, il valore, le cognizioni, il fondamento della mia Volontà. Era necessario il comportarmi con te in questo modo, cioè di venire spesso spesso da te, e di lasciarti in preda del dolore di restare priva di Me. Avendo Io stabilito di manifestarti in modo tutto speciale tante cose sulla mia Volontà, dovevo lasciarti in preda ad un continuo dolore divino, perché la mia Volontà è Divina e solo sopra un dolore divino poteva fondare il suo trono e distendere il suo dominio, e atteggiandosi a maestro comunicava la conoscenza della mia Volontà per quanto a creatura è possibile. Molti si meraviglieranno nel sentire le mie continue visite che ti ho fatto, ciò che non ho fatto agli altri, ed il tuo continuo dolore della mia privazione. Se tu non mi avessi veduto tante volte, non mi avresti conosciuto né amato tanto, perché ogni mia visita porta una conoscenza di più di Me, e un nuovo amore, e quanto più l’anima mi conosce e mi ama, più il dolore si raddoppia; ed Io nel venire andavo stuzzicando più forte il tuo dolore, perché voglio che alla mia Volontà non manchi il nobile corteggio del dolore, che costituisce l’anima ferma e forte, da poter la mia Volontà formare in lei il mio stabile soggiorno, e darle lezioni nuove e continue sulla mia Volontà. Perciò, te lo ripeto, lasciami fare e fidati di Me”.

16-65 Giugno 1, 1924 Il gran bene che procura all’anima il ricordarsi di tutto ciò che Gesù fece, patì e disse nella sua Vita.

(1) Questa mattina mi sono trovata fuori di me stessa, e vedevo il mio ultimo confessore defunto circondato da tante persone che stavano tutte attente e come rapite ad ascoltarlo, e lui che diceva e diceva, che s’infiammava tanto che faceva infiammare gli altri. Io mi sono avvicinata per sentire ciò che diceva, e con mia sorpresa sentivo che stava dicendo tutto ciò che il mio benedetto Gesù mi aveva detto, le sue finezze d’amore, le tante condiscendenze di Gesù verso di me, e quando parlava degli stratagemmi dell’amore di Gesù verso di me, lui spiccava luce, da restare trasfuso non solo lui in quella luce, ma anche quelli che lo ascoltavano. Io son rimasta meravigliata e dicevo tra me: “Il confessore non solo lo ha fatto in vita, di dire le cose dell’anima mia agli altri, ma anche dopo morto lo sta facendo nell’altra vita”. E aspettavo che fosse finito di dire, per potermi avvicinare a lui e dirgli qualche mia difficoltà, ma non la finiva, ed io mi son trovata in me stessa.

(2) Onde, secondo il mio solito ho seguito il mio amato Gesù nella sua Passione, compatendolo, riparandolo e facendo mie le sue pene, e Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(3)Figlia mia, quanto gran bene procura all’anima il ricordarsi di Me e di tutto ciò che feci e patii e dissi nella mia Vita, lei, col compatirmi e facendo sue le mie intenzioni, e ricordando ad una ad una le mie pene, le mie opere, le mie parole, le chiama in sé e le dispone in bell’ordine nell’anima sua, in modo che viene a prendere i frutti di ciò che Io feci, patii e dissi, e questo produce nell’anima una specie di umido divino, dove il sole della mia grazia si diletta di sorgere e di formare, in virtù di quell’umido, la rugiada celeste, e questa rugiada non solo abbellisce l’anima in modo meraviglioso, ma tiene virtù di mitigare i raggi del sole cocente della divina giustizia, quando trovando le anime bruciate dal fuoco della colpa sta per colpirle, per bruciarle e seccarle di più; questa rugiada divina, temperando i suoi raggi, se ne serve per formare la rugiada benefica per non far colpire le creature, e si costituisce umido vitale per non farle seccare. Oh! come simboleggia la natura, quando dopo una giornata di sole ardente, le piante stanno per seccare, basta una nottata umida, che sorgendo di nuovo il sole su quell’umido vi forma la sua rugiada, ed invece di farle perire, il suo calore serve a fecondarle e a portare a fine la maturazione dei frutti. Più sorprendente succede nell’ordine soprannaturale, il ricordo è il principio d’un bene, il ricordo forma tanti sorsi all’anima per darle vita; quando il bene, le cose, si dimenticano, perdono per l’anima la virtù vitale, perdono la loro attrattiva, la gratitudine, la corrispondenza, la stima, l’amore, il valore. E questo ricordo non solo produce in vita l’origine d’ogni bene, ma anche dopo morto produce l’origine della gloria. Non hai sentito il tuo confessore defunto, come si dilettava nel parlare delle grazie che ti ho fatto? Era perché in vita ci teneva a sentirle, le ricordava, il suo interno ne restava riempito fino a traboccarne fuori; e ora, quanto bene non gli apportò nell’altra vita? Per lui è come una fonte di bene che straripa a bene altrui, sicché quanto più ricorda l’anima ciò che a Me appartiene, le grazie, le lezioni che le ho dato, tanto più cresce in lei la fonte dei miei beni, che non potendoli contenere in sé straripa a bene altrui”.

16-66 Giugno 6, 1924 Gesù vuol racchiudere in Luisa la sua Volontà, facendole parte di tutti gli atti che contiene, per formare la sua Vita e uscire come da una seconda Madre per venire in mezzo alle creature, per far conoscere e compire il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra.

(1) Mi trovavo nelle mie solite e dure pene della sua privazione. Mi sento sotto la sferza d’una giustizia che mi punisce con tanto rigore, senza neppure l’ombra d’una pietà, oh! giustizia punitrice di Dio, quanto sei terribile, ma più terribile quando ti nascondi a chi ti ama, le tue frecce mi sarebbero più dolci, se mentre mi punisci, mi facessi anche a brani, il mio Gesù fosse con me. Oh! come piango la mia sorte; anzi vorrei che Cielo e terra, tutti piangessero con me la sorte della piccola esiliata, che non solo vive lontana dalla patria mia, ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

17-1 Giugno 10, 1924 Chi vive nella Divina Volontà tutto deve racchiudere. La Divina Volontà è principio, mezzo e fine dell’uomo.

(1) Questa mattina avendo fatto la santa comunione secondo il mio solito, stavo dicendo al mio caro Gesù:

(2) “Dolce vita mia, non voglio essere sola nello stare con Te, ma voglio tutto e tutti insieme con me; e non solo voglio la corona di tutti i tuoi figli, ma voglio insieme la corona di tutte le cose create da Te, che insieme con me nell’interminabilità della tua Santissima Volontà dove io tutto trovo, prostrati ai tuoi piedi, tutti insieme ti adoriamo, ti ringraziamo, ti benediciamo”.

(3) In questo mentre, vedevo come tutte ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

17-2 Giugno 14, 1924 L’importanza dell’ordine in questi scritti. Dio è ordine. La bellezza dell’anima che opera nel Voler Supremo.

(1) Questa mattina, mentre mi trovavo nel solito mio stato, non so se fu sogno, vedevo il mio confessore defunto, il quale mi pareva che prendesse qualche cosa di attorcigliato da dentro la mia mente, e l’aggiustava e la scioglieva. Io gli ho domandato perché ciò faceva, e lui mi ha detto:

(2) “Sono venuto per dirti che sia attenta all’ordine, perché Dio è ordine, e basta una frase, una parola di ciò che ti dice il Signore che non stia nel ordine, potrà suscitare dubbi e difficoltà in chi potrà leggere ciò che scrivi sulla sua adorabile Volontà”.

(3) Io, nel sentir ciò ho detto: “Forse sapete voi che ho scritto cose disordinate finora?

(4) Ed il confessore: “No, no, ma sii attenta per l’avvenire, fa che le cose che scrivi siano chiare e semplici come te le dice Gesù, e che nulla ometta, perché basta una piccola frase, una parola che manchi di quelle che ti dice Gesù, o che la scriva diversamente, per mancare l’ordine; perché quelle parole serviranno per dar luce, per far comprendere con più chiarezza, e per legare l’ordine delle verità che il buon Gesù ti manifesta. Tu sei facile a che molte piccole cose le ometti, mentre le piccole legano le grandi, e le grandi le piccole, perciò sii attenta per l’avvenire, affinché il tutto sia ordinato”.

(5) Detto ciò si è dileguato da me, ed io so rimasta un po’ impensierita. Dopo ciò stavo tutta abbandonandomi nel Santo Voler Divino, ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno mi ha detto:

(6) “Figlia mia, quanto è bello vedere un’anima operare nella mia Volontà! Lei tuffa la sua azione, il suo pensiero, la sua parola nella mia Volontà, è come una spugna che impregnandosi di tutti i beni che il Voler Supremo contiene, si veggono nell’anima tanti atti divini che spandono luce, e quasi non si sanno distinguere se sono atti del Creatore o della creatura. Come si sono impregnati di questa Volontà Eterna, hanno assorbito in loro una potenza, una luce, ed il modo dell’operato della Eterna Maestà. Guardati quanto il mio Volere ti ha fatto bella; non solo, ma in ogni tuo atto racchiudo Me stesso, perché racchiudendo il mio Volere tutto racchiudi”.

(7) Io mi sono guardata, ed oh! quanta luce usciva, ma quello che più mi ha colpito e fatto piacere, il vedere il mio Gesù racchiuso in ogni mio atto, la sua Volontà lo imprigionava in me.