MaM
Messaggio del 8 marzo 1982:Prima di cominciare la Via Crucis pregate sempre il Credo.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1924

17-3 Giugno 20, 1924 La Divina Volontà contiene la pienezza della felicità. Quando la creatura viva nella Divina Volontà, allora la carità e tutte le virtù raggiungeranno la completa perfezione.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi sono trovata fuori di me stessa insieme col mio dolcissimo Gesù, Lui era tutto bontà e tutto ammirabile; mi ha preso le mie mani fra le sue e se le ha stretto forte al suo petto, e tutto amore mi ha detto:

(2) “Figlia diletta mia, se sapessi che piacere, che gusto sento nel parlarti della mia Volontà! Ogni cosa in più che ti manifesto sul mio Volere è una felicità che sprigiono da Me, e che comunico alla creatura, ed Io mi sento più felicitato in essa in virtù della mia stessa felicità, perché la mia Volontà, la sua specialità caratteristica è proprio questa, rendere felici: Dio e l’uomo. Non ti ricordi figlia mia quanto piacere prendevamo insieme, Io nel parlarti e tu nell’ascoltarmi, e come ci felicitavamo a vicenda? Ed essendo la mia Volontà la sola che contiene il germe della felicità, Io col manifestarla e l’anima col conoscerla, formiamo la pianta ed i frutti della vera felicità imperitura ed eterna che non viene mai meno, e non solo noi, ma anche quelli che ascoltano o leggono le cose mirabili e sorprendenti del mio Volere sentono il dolce incanto della mia felicità. Perciò, per felicitarmi nelle opere mie voglio parlarti della nobiltà della Volontà mia, e dove l’anima può giungere, che deve racchiudere se dà l’entrata nell’anima sua alla mia Volontà. La sua nobiltà è divina, e siccome è dal Cielo, Essa non scende se non in chi trova un nobile corteggio, e perciò la prima che le diede l’entrata fu la mia Umanità; Essa non si contenta di poco, ma vuole tutto, perché vuol dare tutto, e come può dar tutto se non trova tutto per potervi deporre tutti i suoi beni? Così la mia Umanità le diede il santo e nobile corteggio, ed Essa accentro in Me tutto e tutti. Vedi dunque che per venire a regnare nell’anima la mia Volontà, deve racchiudere in lei tutto ciò che fece la mia Umanità, e se le altre creature hanno partecipato in parte ai frutti della mia Redenzione a secondo delle loro disposizioni, questa li accentrerà tutti per formare il nobile corteggio alla mia Volontà, ed Essa accentrerà nell’anima l’amore che dà e vuole da tutti, per poter ricevere l’amore di tutti e di ciascuno, non si contenta di trovare in lei il contraccambio del solo suo amore, ma vuole il contraccambio di tutto; tutti i rapporti che ci sono nella Creazione tra il Creatore e la creatura, li vuole trovare nell’anima dove vuole regnare la mia Volontà, altrimenti non sarebbe piena la sua felicità, né troverebbe tutte le cose sue né tutta Sé stessa. La mia Volontà deve poter dire nell’anima dove regna: Se nessuno mi amasse né mi contraccambiasse, Io sono felice per Me stessa, nessuno può contristare la mia felicità, perché in lei trovo tutto, ricevo tutto e posso dar tutto. Ripeterebbe la frase che c’è nelle Tre Divine Persone: “Siamo intangibili, per quante le creature ne possono fare, nessuno può toccarci, né menomamente ombrare la nostra eterna ed immutabile felicità”. Solo può toccarci, entrare a fare una sola cosa con Noi, chi possiede la mia Volontà, ché essendo lei felice della nostra stessa felicità, restiamo glorificati della felicita della creatura, ed allora la carità raggiungerà la completa perfezione nella creatura, quando la mia Volontà regnerà in modo completo nelle creature, perché allora ognuno si troverà in virtù di Essa, in ogni creatura, amata, difesa, sorretta, come l’ama, difende e sorregge il suo Dio, l’una si troverà trasfusa nell’altra come nella propria vita. Allora tutte le virtù raggiungeranno la completa perfezione, perché non si alimenteranno della vita umana, ma della Vita Divina.

(3) Perciò di due umanità faccio bisogno: Della mia per formare la Redenzione, e l’altra per formare il Fiat Voluntas tua come in Cielo così sulla terra. L’una più necessaria dell’altra, perché se nella prima dovevo venire a redimerli, nella seconda dovevo venire a ripristinarlo allo scopo unico per cui fu creato, e aprire la corrente delle grazie tra la volontà umana e la Divina, e farla regnare come in Cielo così in terra. E come la mia Umanità per redimere l’uomo fece regnare la mia Volontà come in Cielo così in terra, così vo trovando un altra umanità, che facendola regnare come in Cielo così in terra, mi faccia compire tutti i disegni della mia Creazione. Perciò sii attenta nel far regnare in te la sola mia Volontà, ed Io ti amerò con lo stesso amore con cui amai la mia Santissima Umanità.

17-4 Luglio 1, 1924 Chi si dona a Dio perde i suoi diritti. Il sangue di Gesù è difesa delle creature presso i diritti della Divina Giustizia.

(1) Mi sentivo molto oppressa per la privazione del mio adorabile Gesù. Oh! come mi sanguina il cuore e mi sento sottoposta a subire morti continue! Mi sentivo che non ne potevo più senza di Lui, e che più duro non poteva essere il mio martirio, e mentre cercavo di seguire il mio Gesù nei diversi misteri della sua Passione, sono giunta ad accompagnarlo al mistero della sua dolorosa flagellazione. In questo mentre si è mosso nel mio interno riempiendomi tutta dalla sua adorabile Persona; io nel vederlo gli volevo dire il duro mio stato, e Gesù imponendomi silenzio mi ha detto:

(2) “Figlia mia, preghiamo insieme, ci sono certi tristi tempi in cui la mia giustizia, non potendo contenersi per i mali delle creature, vorrebbe allagare la terra di nuovi flagelli, e perciò è necessaria la preghiera nella mia Volontà, che allargandosi su tutti si mette a difesa delle creature, e con la sua potenza impedisce che la mia giustizia si avvicini alla creatura per colpirla”.

(3) Come era bello e commovente il sentire pregare Gesù! E siccome lo stavo accompagnando nel doloroso mistero della flagellazione, si faceva vedere diluviante sangue, e sentivo che diceva:

(4) “Padre mio, ti offro questo mio sangue, deh! fa che copra tutte le intelligenze delle creature, e renda vani tutti i loro mali pensamenti, attutisca il fuoco delle loro passioni e faccia risorgere intelligenze sante. Questo sangue copra i loro occhi e faccia velo alla loro vista, affinché non le entri il gusto dei piaceri cattivi, e non s’insozzino del fango della terra. Copra e riempia la bocca questo mio sangue, e renda morte le loro labbra alle bestemmie, alle imprecazioni, a tutte le loro parole cattive. Padre mio, questo mio sangue copra le loro mani, e li metta terrore di tante azioni nefande. Questo sangue circoli nella nostra Volontà Eterna per coprire tutti, per difendere e per essere arma difenditrice a pro delle creature presso i diritti della nostra giustizia”.

(5) Ma chi può dire il modo come Gesù pregava e tutto ciò che diceva? Onde dopo ha fatto silenzio, e mi sentivo nel mio interno che Gesù prendesse nelle sue mani la piccola e povera anima mia, la stringeva, la ritoccava, la guardava, ed io gli ho detto:

(6) “Amor mio, che fai? C’è qualche cosa in me che ti dispiace?”.

(7) E Lui: “Sto operando ed allargando l’anima tua nella mia Volontà, e poi, non debbo dare conto a te di quello che faccio, perché essendoti tutta a Me donata hai perduto i tuoi diritti, tutti i diritti sono miei. Sai qual’è il solo tuo diritto? Che la mia Volontà sia tua e ti somministri tutto ciò che può renderti felice nel tempo e nell’eternità”.

17-5 Luglio 16, 1924 Come nel creare l’uomo, Dio infuse l’anima col suo alito, volendogli infondere la parte più intima del suo interno qual è la sua Volontà, ora volendo disporlo di nuovo a ricevere questa sua Volontà, è necessario che ritorni di nuovo ad alitarlo.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio adorabile Gesù mi ha trasportato fuori di me stessa e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il Creatore va in cerca della creatura per deporre nel suo grembo i beni che Lui ha uscito fuori nella Creazione, e perciò dispone sempre in tutti i secoli che ci siano anime che vadano solo in cerca di Lui, affinché deponga i suoi beni in chi lo cerca e vuole ricevere i suoi doni. Sicché il Creatore si muove dal Cielo e la creatura si muove dalla terra per incontrarsi: L’Uno per dare, l’altra per ricevere. Sento tutta la necessita di dare; preparare i beni per darli e non avendo a chi poterli dare, e tenerli inoperosi per incorrispondenza di chi non se ne cura di volerli ricevere, è sempre una gran pena. Ma sai tu in chi posso Io deporre i beni da Me usciti nella Creazione? In chi fa sua la mia Volontà, perché Essa sola le dà la capacità, l’apprezzamento e le vere disposizioni per ricevere i doni del suo Creatore, e le somministra il ricambio, la gratitudine, il ringraziamento, l’amore che è dovuto di dare per i doni che con tanta bontà ha ricevuto. Perciò vieni insieme con Me, e giriamo insieme per la terra e per il Cielo, affinché deponga in te l’amore che ho uscito per amore delle creature in tutte le cose create, e tu mi dia il ricambio, ed insieme con Me ami tutti col mio amore, e daremo amore a tutti, saremo in due ad amare tutti, non sarò più solo”.

(3) Onde abbiamo girato da per tutto, e Gesù deponeva in me il suo amore che contenevano le cose create; ed io facendo eco al suo amore, ripetevo con Lui il ti amo di tutte le creature. Onde dopo ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, nel creare l’uomo gli infusi l’anima col mio alito, volendogli infondere la parte più intima del nostro interno, qual è la nostra Volontà, la quale gli portava insieme tutte le particelle che poteva contenere come creatura della nostra Divinità, tanto da renderlo una nostra immagine; ma l’uomo ingrato volle romperla con la nostra Volontà, e sebbene gli rimase l’anima, la volontà umana che prese posto invece della Divina lo offuscò, lo infettò, e rese tutte le particelle divine inoperose, tanto da disordinarlo tutto e contraffarlo. Ora, volendo Io disporlo di nuovo a ricevere questa mia Volontà, è necessario che Io ritorni di nuovo ad alitarlo, affinché il mio alito gli metta in fuga le tenebre, le infezioni, e renda operose le particelle della nostra Divinità, infusi in lui nel crearlo, oh! come vorrei vederlo bello, ripristinato come lo creai! E solo la mia Volontà può operare questo grande prodigio. Perciò voglio alitarti, affinché riceva questo gran bene, che la mia Volontà regni in te e ti ridoni tutti i beni, i diritti che diede nella creazione dell’uomo”.

(5) E mentre ciò diceva, avvicinandosi a me mi alitava, mi guardava, mi stringeva, e mi è scomparso.

17-6 Luglio 25, 1924 La santità nel Voler Divino dev’essere un’atto continuato. Dio va trovando anime che vogliano vivere nella Divina Volontà, per mettere nelle sue braccia tutte le anime.

(1) Questa mattina il mio dolce Gesù si faceva vedere nel mio interno, in atto di stendere le braccia in forma di croce, ed io restavo distesa insieme con Lui, e poi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, l’ultimo atto della mia Vita fu il distendermi sulla croce e rimanere lì finché morii con le braccia aperte, senza potermi muovere ne oppormi a quello che volevano farmi. Ero Io il vero ritratto, la viva immagine di chi vive non della volontà umana, ma Divina. Quel non potermi muovere ne potermi opporre, quel aver perduto ogni diritto su di Me, la tensione orribile delle mie braccia, quante cose dicevano! E mentre Io perdevo i diritti, gli altri facevano acquisto della mia Vita. Il primo diritto fu della Volontà Suprema, che facendo uso della sua immensità e onniveggenza, prendeva tutte le anime, innocenti e peccatrici, buone e sante, e me le metteva nelle mie braccia distese, affinché le portassi al Cielo, ed Io non rifiutai nessuno, sicché nelle mie braccia la Volontà Divina diede posto a tutti. Onde la Volontà Suprema è un atto continuato, non mai interrotto, e ciò che fa una volta non lo smette mai, e sebbene la mia Umanità è in Cielo e non soggetta a patire, va trovando le anime che non si muovono nella volontà umana, ma nella Divina, né si oppongano a nulla, che perdano ogni proprio diritto, affinché essendo tutto suo il diritto continui il suo atto di mettere nelle braccia di chi si presta a distendersi nel mio Volere tutte le anime, peccatori e santi, innocenti e cattivi, affinché ripeta e continui ciò che fecero le mie braccia distese in croce. Ecco perché mi sono disteso dentro di te, affinché la Suprema Volontà continui il suo atto di portarmi tutti nelle mie braccia.

(3) La santità non è formata d’un atto solo, ma di tanti atti uniti insieme. Un solo atto non forma né santità, né perversità, perché mancando la continuazione degli atti, mancano i colori e le vive tinte della santità, e mancando questi non si può dare un peso e un valore giusto né della santità né della perversità. Sicché quello che fa rifulgere e mette il suggello alla santità sono gli atti buoni continuati. Nessuno può dire che è ricco perché possiede un soldo, ma chi possiede possedimenti estesi, ville, palazzi, ecc., ecc. Così è della santità; e se la santità ha bisogno di tanti atti buoni, sacrifici, eroismo, ma può andare anche soggetta a vuoti, ad intervalli; la santità nel mio Volere non è soggetta a fasi intermittenti, ma deve associarsi a quell’atto continuato del Voler Eterno che mai, mai smette, ma è sempre agente, sempre operante, sempre trionfante, che sempre ama e mai si arresta. Sicché la santità nel mio Volere porta nell’anima l’impronta dell’operato del suo Creatore, qual è il suo amore continuo, la conservazione continua di tutte le cose da Lui create, non mai si cambia, ed è immutabile. Chi è soggetto a mutarsi appartiene alla terra e non al Cielo; il cambiarsi è della volontà umana, non della Divina; interrompere il bene è della creatura, non del Creatore, quindi tutto ciò sarebbe disdicevole alla santità del vivere nel mio Volere, perché essa contiene la divisa, l’immagine della santità del suo Creatore. Perciò sii attenta, lascia tutti i diritti alla Volontà Suprema, ed Io andrò formando in te la santità del vivere nel mio Volere”.

17-7 Luglio 29, 1924 Gli atti fatti nella Divina Volontà formano un appoggio di riposo a Gesù e all’anima.

(1) Questa mattina, dopo molto stentare, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere nel mio interno, stanco come se volesse riposare, e stando in me un certo poggio, stendeva le sue braccia per abbracciarsi a quel poggio, e poggiandovi la sua testa si riposava, e non solo riposava Lui, ma invitava me a riposarmi insieme. Come si stava bene, poggiata a quel poggio insieme con Gesù, per prendere dopo tante amarezze un po’ di riposo! Onde dopo mi ha detto:

(2) “Figlia mia, vuoi tu sapere che cosa è questo poggio che tanto ci solleva e ci dà riposo? Sono tutti i tuoi atti fatti nella mia Volontà che hanno formato questo poggio per Me e per te, il quale è tanto forte da poter sostenere il peso del Cielo e della terra che in Me contengo, e darmi riposo. Solo la mia Volontà contiene questa forza e questa virtù sì grande, gli atti fatti nella mia Volontà vincolano Cielo e terra e racchiudono in loro la potenza divina da poter sostenere un Dio”.

(3) Ond’io nel sentir ciò gli ho detto: “Amor mio, eppure, con tutto questo poggio che Tu dici, io temo che Tu mi lasci; che farò io senza di Te? E Tu lo sai quanto sono misera e buona a nulla, quindi temo che lasciandomi Tu, anche la tua Volontà si parta da me”.

(4) E Lui: “Figlia mia, perché temi? Questo timore è la tua volontà umana che vorrebbe uscire in campo per fare un po’ di cammino, la mia Volontà esclude ogni timore, perché non ha di che temere, anzi è sicura di sé ed irremovibile. Anzi, devi sapere che come l’anima si decide a farsi possedere dalla mia Volontà e vive in Essa, come la mia Volontà è vincolata con tutte le cose create, non c’è cosa su cui Essa non tenga il suo dominio, così l’anima resta vincolata con tutte le cose create, e come fa i suoi atti, così resta con caratteri incancellabili scritta su tutte le cose create, la sua figliolanza con la mia Volontà, la sua dimora, il suo possesso. Sicché, guarda un poco in tutto l’universo, nel cielo, nelle stelle, nel sole, in tutto, il tuo nome scritto con caratteri incancellabili, la tua figliolanza con la mia Volontà; quindi, come può essere mai possibile che questa Madre Eterna e Divina lasci la sua cara figlia, nata da Lei e cresciuta con tanto amore? Perciò togli ogni timore se non vuoi amareggiarmi”.

(5) Onde, mentre ciò diceva, io ho guardato nel cielo, nel sole, ed in tutto il resto, e vedevo scritto il mio nome col titolo di figlia della sua Volontà. Sia tutto a gloria di Dio e a confusione della povera anima mia.

17-8 Agosto 9, 1924 Immagini del vivere nella Divina Volontà: Il mare ed i pesci; la terra e le piante.

(1) Dopo molto aspettare la presenza del mio adorabile Gesù, me l’ho sentito nel mio interno, che stendeva le braccia e mi diceva:

(2) “Figlia mia, stendi le tue braccia insieme con Me nella mia Volontà, per riparare per tanti che stendono le loro opere nella volontà umana, la quale li forma la rete di tutti i mali per precipitarli nell’eterno abisso, e per impedire che la mia giustizia si riversi su di loro per sfogare il suo giusto furore, perché quando la creatura si stende nella mia Volontà per operare e per patire, la mia ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

17-9 Agosto 14, 1924 l’operato nella Divina Volontà contiene la potenza creatrice. L’operato di Gesù forma la corona all’operato delle creature.

(1) Stavo pensando tra me: “Vorrei girare sempre nel suo Voler Divino, vorrei essere come una rotella dell’orologio che gira sempre senza fermarsi mai”. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, vuoi girare sempre nel mio Volere? Oh! come volentieri e con che amore voglio che tu giri sempre nel mio Volere! L’anima tua sarà la rotella, la mia Volontà ti darà la corda per farti velocemente girare senza mai fermarti, la tua intenzione sarà il punto di partenza dove vuoi andare, qual via vuoi prendere, se nel passato oppure nel presente, o vuoi dilettarti nelle vie future, a tua libera scelta, mi sarai sempre cara e mi darai sommo diletto qualunque punto di partenza tu prenda”.

(3) Poi ha soggiunto: “Figlia carissima della mia Volontà, l’operato nella mia Volontà contiene la potenza creatrice. Vedi, tutto ciò che fece la mia Umanità stando in terra, perché il tutto fu fatto nella Volontà Suprema, contiene in tutto ciò che fece questa potenza creatrice, tanto che, come sta un sole sempre in atto, sempre pieno di luce e di calore, senza mai diminuire né crescere nel suo pieno splendore, come da Dio fu creato, così tutto ciò che feci, tutto sta in atto; e come il sole è di tutti e di ciascuno, così il mio operato, mentre è uno è di tutti e di ciascuno, anzi, i miei pensieri formano la corona a ciascuna intelligenza creata, i miei sguardi, le mie parole, le mie opere, i miei passi, i palpiti miei, le mie pene, formano corona degli sguardi, delle parole, delle opere, delle pene, ecc., ecc., delle creature, potrei dire che come corona sono a guardia di tutto ciò che fa la creatura. Ora, se la creatura pensa nella mia Volontà, la corona dei miei pensieri si apre e rinchiude nei miei, i pensieri di essa, e prendendo parte alla potenza creatrice, fanno presso Dio e presso le creature l’ufficio della mia intelligenza; così se guardi, se parli, i miei sguardi, le mie parole, formano il posto per ricevere le tue, e formando una sola corona fanno l’ufficio dei miei sguardi e delle mie parole, e così di tutto il resto. Le anime che vivono nella mia Volontà sono le mie vere ripetitrici, le mie inseparabili immagini riprodotte in loro ed assorbite di nuovo in Me, per fare che tutto ciò che fanno resti col suggello che sono opere mie, e continuano il mio stesso ufficio.

17-10 Settembre 2, 1924 Quanto danno fa la sfiducia nell’anima.

(1) Mi sentivo molto oppressa, ma tutta abbandonata nelle braccia di Gesù, e lo pregavo che avesse di me compassione, ma mentre ciò facevo mi sono sentita perdere i sensi, e vedevo che usciva da dentro di me una piccola bambina, debole, pallida, e tutta assorta in una mestizia profonda; e Gesù benedetto, facendosi incontro la prendeva nelle sue braccia e muovendosi a pietà se l’ha stretto al cuore, e con le sue mani le passava la fronte, segnandole con segni di croce gli occhi, le labbra, il petto, e tutto il resto della piccola bambina; e come ciò faceva si rinvigoriva, acquistava il colorito e si scuoteva dallo stato di mestizia, e Gesù, vedendo che la bambina riacquistava le forze, se la stringeva più forte per maggiormente rinvigorirla e le diceva:

(2) “Povera piccina, come sei ridotta! Ma non temere, il tuo Gesù ti farà uscire da questo stato”.

(3) Onde mentre ciò succedeva, io pensavo tra me: “Chi sarà questa bambina che è uscita da me e che Gesù ama tanto?” Ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(4) “Figlia mia, questa bambina è l’anima tua, ed Io l’amo tanto che non tollero di vederti così mesta e debole, perciò sono venuto, per infonderti nuova vita e nuovo vigore”.

(5) Ond’io, nel sentir ciò gli ho detto piangendo: “Amor mio e vita mia, Gesù, quanto temo che Tu mi lasci! Come farò senza di Te? Come potrò vivere, in che stato deplorevole si ridurrà la povera anima mia? Che pena straziante è il pensiero che tu potessi lasciarmi! Pena che mi lacera, mi toglie la pace e mi mette l’inferno nel cuore! Gesù, pietà, compassione, misericordia di me, piccola bambina; non ho nessuno, se mi lasci Tu, tutto è finito per me!”.

(6) E Gesù, riprendendo il suo dire, ha soggiunto: “Figlia mia, quietati, non temere, il tuo Gesù non ti lascia. Io sono geloso della tua fiducia, né voglio che diffidi menomamente di Me. Vedi, Io amo tanto che le anime stiano con tutta fiducia con Me, che molte volte nascondo qualche loro difetto o imperfezione, o qualche loro incorrispondenza alla mia grazia, per non darle occasione di non stare con Me con tutta fiducia, perché se perdono la fiducia, l’anima resta come divisa da Me e tutta rannicchiata in sé stessa, si mette con Me a debita distanza, e resta paralizzata nello slancio dell’amore, e quindi paralizzata nel sacrificarsi per Me. Oh! quanto danno fa la sfiducia, si può dire che è come quella gelata primaverile che arresta la vegetazione alle piante, e molte volte, se è forte, la gelata le fa anche morire; così la sfiducia, più che gelata arresta lo sviluppo alle virtù e mette il gelo al più ardente amore, oh! quante volte per mancanza di fiducia restano arrestati i miei disegni e le più grandi santità, perciò Io tollero qualche difetto, anziché la sfiducia, perché mai le possono recare tanto danno. E poi, come posso lasciarti se tanto ho lavorato nell’anima tua? Guarda un poco quanto ho dovuto lavorare”.

(7) E mentre ciò diceva, faceva vedere un palazzo sontuoso e grande, lavorato dalle mani di Gesù nel fondo dell’anima mia, e dopo ha ripreso il suo dire:

(8) “Figlia mia, come posso lasciarti, guarda un poco quante stanze, sono quasi innumerevoli; quante conoscenze, effetti, valori e pregi nella mia Volontà ti ho fatto conoscere, tante stanze formavo Io in te, per deporre tutti quei beni. Non mi resta altro che aggiungere qualche altra varietà d’altri vari colori per dipingere altre rare bellezze della mia Suprema Volontà per dare più risalto ed onore al mio lavoro, e tu dubiti che potessi lasciare un tanto mio lavorio? Mi costa troppo, c’è la mia Volontà compromessa, e dove c’è la mia Volontà c’è la vita, vita non soggetta a morire. Ed il tuo timore non è altro che un poco di sfiducia da parte tua, perciò fidati di Me ed andremo d’accordo, ed Io compirò il lavoro della mia Volontà.

17-11 Settembre 6, 1924 Immagine dello stato della Chiesa. Necessita di purificarla.

(1) Trovandomi nel solito mio stato mi sono trovata fuori di me stessa, e con mia sorpresa ho trovato in mezzo ad una via, una donna gettata per terra, tutta piena di ferite e le membra tutte slogate, non c’era osso al suo posto. La donna, sebbene così malconcia che sembrava il vero ritratto del dolore, era bella, nobile, maestosa, ma nel medesimo tempo faceva pietà nel vederla abbandonata da tutti, esposta a chiunque volesse farle del male. Onde, mossa io a compassione guardavo d’intorno se ci fosse qualcuno che mi aiutasse ad alzarla da terra per portarla in luogo sicuro, ed oh! maraviglia, al mio fianco ci stava un giovane che mi pareva che fosse Gesù; così insieme l’abbiamo alzato da terra, ma ad ogni moto soffriva pene strazianti dato lo slogamento delle ossa. Così, piano piano l’abbiamo trasportato dentro d’un palazzo, sopra d’un lettino, ed insieme con Gesù, che pareva che tanto amava questa donna che voleva darle la propria Vita per salvarla e darle la sanità, prendevamo in mano le membra slogate per metterle a posto; al tocco di Gesù le ossa prendevano il loro posto, e quella donna si trasformava in una bella e graziosa bambina. Io sono rimasta stupita di ciò, e Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, questa donna è l’immagine della mia Chiesa. Lei è sempre nobile, piena di maestà e santa, perché la sua origine è dal Figlio del Padre Celeste; ma in che stato doloroso l’hanno ridotto le membra a lei incorporate! Non contenti di vivere santi al par di lei, l’hanno trasportato in mezzo alla strada, esponendola al freddo, alle beffe, alle battiture, ed i suoi stessi figli, come membra slogate, vivendo in mezzo alla strada si sono dati ad ogni specie di vizi; l’amore all’interesse predominante in loro li acceca e commettono le più brutte nefandezze, e vivono vicino a lei per ferirla e dirle continuamente: “Sia crocifissa, sia crocifissa!” In che stato doloroso si trova la mia Chiesa! Quei ministri che dovrebbero difenderla sono i suoi più crudeli carnefici; ma per rinascere è necessaria la distruzione di queste membra, ed incorporarle membra innocenti, disinteressate, che vivendo al par di lei, ritorni bella e graziosa bambina, quale Io la costituii, senza malizia, più che semplice bambina, per crescere forte e santa. Ecco la necessita che i nemici muovano battaglia, per purgarsi le membra infette; tu prega e soffri affinché il tutto ridondi alla gloria mia”.

(3) Detto ciò mi sono trovata in me stessa.

17-12 Settembre 11, 1924 Terribili effetti delle opposizioni dell’anima alla Volontà di Dio. Nel Cielo, tutta l’eternità si aggira intorno all’anima che ha vissuto nella Divina Volontà, per arricchirla, felicitarla, non la priva di nulla di ciò che Essa contiene.

(1) Mi sentivo molto turbata e pregavo Gesù che avesse di me compassione, che prendesse Lui tutta la cura della povera anima mia, e gli dicevo:

(2) “Deh! allontanami anche tutti, purché mi resti Tu solo, Tu solo mi basti. Dopo tanto tempo avresti dovuto contentarmi, molto più che non ti chiedo che Te solo”.

(3) Ora, mentre ciò ed altro dicevo, il mio Gesù mi ha preso un braccio, come se volesse Lui liberarmi e farmi così l’ufficio del mio confessore. Oh! come mi sentivo felice nel vedere ciò fare dal mio ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)