(1) Stavo tutta impensierita, con l’aggiunta che mi vedevo tanto cattiva che solo Gesù può sapere lo stato miserabile dell’anima mia, ed il mio dolce Gesù, tutto bontà mi ha detto:
(2) “Figlia mia, di che ti opprimi? Nella mia Volontà, le cose proprie, sai come sono? Come tanti miseri cenci, stracci che fanno più disonore all’anima che onore, e che le fanno ricordare che lei era una povera e che neppure una veste sana possedeva. Io quando voglio chiamare un’anima nel mio Volere per fare che vi stabilisca il suo soggiorno, faccio come un gran signore che vorrebbe prendere una delle più povere nel suo palazzo, per fare che deponendo le divise di povera, si vestisse pare alla sua condizione, facendo vita insieme con lui e mettendola a parte di tutti i suoi beni. Ora, questo signore gira tutte le strade della città e dove trova una delle più povere, senza tetto, senza letto, solo luridi stracci che la coprono, la prende e la porta come trionfo della sua carità al suo palazzo, però ordina che deponga i suoi stracci, si pulisca e si vesta delle più belle vesti, e che per non tenere memoria della sua povertà, bruci i suoi stracci, perché essendo lui ricchissimo non ammette in casa sua cose che diano di povertà. Or, se la povera rimpiange i suoi cenci e si affligge ché nulla ha portato di suo, non offenderebbe la bontà, la magnanimità di quel signore? Tale sono Io, e se quel signore gira una città, Io giro tutto il mondo e forse tutte le generazioni, e dove trovo la più piccola, la più povera, la prendo e la metto nell’ambito eterno del mio Volere e le dico: “Lavora insieme con Me nella mia Volontà, ciò che è mio e tuo, deponi se hai qualche cosa di proprio, perché nella santità ed immense ricchezze della mia Volontà, non è altro che miseri cenci. Chi vuol tenere i meriti propri è dei servi, degli schiavi, non dei figli; ciò che è del padre è dei figli, e poi, che cosa sono tutti i meriti che potresti acquistare a confronto d’un atto solo della mia Volontà? Tutti i meriti hanno il loro piccolo valore, peso e misura, ma chi mai potrebbe misurare un atto solo della mia Volontà? Nessuno, nessuno, e poi, che sono i tuoi meriti a confronto dei miei? Nel mio Volere li troverai tutti, ed Io te ne faccio padrona, non ne sei tu contenta?
(3) Senti figlia mia, voglio che lasci tutto da parte, la tua missione è grandissima, e più che il dire è il fare che attendo da te, voglio che tutta te stia in continuo atto nel mio Volere, voglio il passeggio dei tuoi pensieri nel mio Volere, che passeggiando su tutte le umane intelligenze, stendi il manto del mio Volere su tutte le menti create, ed elevandoti fino al trono dell’Eterno, offri tutti i pensieri umani improntati dell’onore, della gloria della mia Volontà Divina, poi stendi il manto del mio Volere su tutti gli sguardi umani, su tutte le parole, mettendo come in passeggio i tuoi occhi e le tue parole su tutte le loro, e suggellandole col mio Volere ti elevi di nuovo innanzi alla Maestà Suprema, ed offra l’omaggio come se tutti avessero fatto uso della vista e delle parole secondo il mio Volere. E così se operi, se respiri, se il tuo cuore palpita, il tuo passeggio sarà continuo, la tua via è lunghissima, è tutta l’eternità che devi percorrere; se sapessi quanto perdi con una tua fermata, e che privi Me non di un onore umano, ma di un onore divino. Questi sono i meriti che tu dovresti temere di perdere, non i tuoi stracci e le tue miserie, perciò più attenzione a far le corse nel mio Volere”.