(1) Stavo pregando, ed il mio dolce Gesù mi ha tirato a Sé, tutta trasformandomi in Lui e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, preghiamo insieme per poter prendere il Cielo in pugno ed impedire alla terra che si precipiti di più nella corrente del male”.
(3) Onde abbiamo pregato insieme, e poi ha soggiunto:
(4) “La mia Umanità stando in terra si vedeva molto stretta innanzi alla Divinità, e siccome era inseparabile da Essa, non faceva altro che entrare nell’immensità della Volontà Eterna ed apriva tante fonti a pro delle creature, perché essendo aperte da un Uomo Dio, dava il diritto alla umana famiglia di avvicinarsi a queste fonti e prendere ciò che volevano. Quindi formai la fonte dell’amore, quella della preghiera, l’altra della riparazione, la fonte del perdono, quella del mio sangue, l’altra della gloria. Ora, vuoi sapere tu chi agita queste fonti per farle sorgere e farle straripare, in modo che tutta la terra resti inondata? L’anima che entra nel mio Volere; come entra, se vuole amare s’avvicina alla fonte dell’amore, ed amando e anche col mettere l’intenzione d’amare, agita la fonte, le acque con essere agitate crescono, straripano ed allagano tutta la terra, e delle volte sono tanto forti queste agitazioni, che le onde s’innalzano tanto da toccare il Cielo ed allagare la patria celeste. Se vuol pregare, riparare, impetrare il perdono ai peccatori, darmi gloria, agita la fonte della preghiera, della riparazione, del perdono, e queste sorgono, straripano ed allagano tutti. Quanti beni non ha impetrato all’uomo la mia Umanità? Lasciai le porte aperte affinché potessero entrare a loro bell’agio, ma quanto pochi sono quelli che vi entrano”.