MaM
Messaggio del 25 luglio 2011:Cari figli, questo tempo sia per voi tempo di preghiera e di silenzio. Riposate il vostro corpo e il vostro spirito, che siano nell’amore di Dio. Permettetemi figlioli di guidarvi, aprite i vostri cuori allo Spirito Santo perchè tutto il bene che è in voi fiorisca e fruttifichi il centuplo. Iniziate e terminate la giornata con la preghiera del cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1899

2-60 Agosto 16, 1899 Continua a farle da mamma a Gesù.

(1) Gesù continua a volere che gli faccia da madre; onde facendosi vedere da graziosissimo bambinello, piangeva e per quietarlo dal pianto, tenendolo fra le mie braccia, ho incominciato a cantare; quindi avveniva che quando io cantavo cessava dal piangere e quando no riprendeva il suo pianto. Io avrei voluto passare in silenzio ciò che cantavo, perché, primo non ricordo tutto, che essendo fuori di me stessa, difficilmente si ritengono tutte le cose che passano, e anche perché credo che siano spropositi, ma la signora obbedienza, essendo troppo impertinente non me la vuol cedere e basta che si faccia come lei vuole, si contenta anche di spropositi. Io non so, si dice che è cieca questa signora obbedienza ed a me mi pare piuttosto tutt’occhi, perché guarda le minime cose, e quando non si fa come lei dice, si rende tanto impertinente che non ti dà pace. Ecco che per aver quiete da questa bella signora obbedienza, perché poi è tanto buona quando si fa come lei dice, che tutto ciò che si vuole, per mezzo suo, tutto si ottiene, perciò mi accingo a dire quel che mi ricordo che cantavo:

(2) “Bambinello, sei piccolo e forte, da Te aspetto ogni conforto; bambinello grazioso e bello, Tu innamori anche le stelle; bambinello, rubami il cuore per riempirlo del tuo amore; bambinello tenerello, rendi a me bambinella; bambinello, sei un Paradiso, deh! fammi venire a giocondare nell’eterno riso”.

2-61 Agosto 17, 1899. Gesù parla dell’ubbidienza.

(1) Questa mattina, avendo fatto la comunione, stavo a dire al mio amabile Gesù: ”Come va che questa virtù della obbedienza è tanto impertinente e delle volte è tanto forte, che giunge a rendersi capricciosa?”

(2) E Lui: “Sai perché questa nobile signora obbedienza è come tu dici? Perché dà la morte a tutti i vizi, e naturalmente uno che deve far subire la morte ad un altro, dev’essere forte, coraggioso, e se non giunge con questo se ne avvale delle impertinenze e dei capricci. Se questo è necessario per uccidere il corpo, che è tanto fragile, molto più per dar morte ai vizi ed alle proprie passioni, che è tanto difficile che delle volte mentre compariscono morte, incominciano a rivivere di nuovo. Ecco ché questa diligente signora sta sempre in movimento e continuamente sta a spiare; se vede che l’anima fa la minima difficoltà a ciò che le viene comandato, quindi temendo che qualche vizio potrà incominciare a rivivere nel suo cuore, le fa tanta guerra e non le dà pace, fino a tanto che l’anima non si prostri ai suoi piedi ed adori in muto silenzio ciò che lei vuole, ecco perché è tanto impertinente e quasi capricciosa come tu dici. Ah, si, non c’è vera pace senza obbedienza, e se pare che si goda pace, è pace falsa, e pare perché va d’accordo con le proprie passioni, ma giammai con le virtù e si finisce col rovinare, perché discostandosi dall’ubbidienza si discostano da Me, che fui il Re di questa nobile virtù. Poi, l’ubbidienza uccide la propria volontà ed a torrenti riversa la Divina, tanto che si può dire che l’anima ubbidiente non vive della volontà sua, ma della Divina; e si può dare vita più bella, più santa, del vivere della Volontà di Dio medesimo? Onde con le altre virtù, anche le più sublimi, ci può stare l’amor proprio, ma con l’ubbidienza non mai”.

2-62 Agosto 18, 1899 Come la parola di Dio non solo è verità, ma anche luce.

(1) Venendo questa mattina l’amantissimo Gesù, gli ho detto: “Diletto mio Gesù, io credo che tutto ciò che scrivo siano tanti spropositi”.

(2) E Gesù: “La mia parola non solo è verità, ma luce ancora, e quando una luce entra in una stanza oscura, che fa? Snebbia le tenebre e fa scoprire gli oggetti che ci sono, brutti o belli, se ci sta in ordine o in disordine, e dal modo come si trova si giudica la persona che occupa quella stanza. Or la vita umana è la stanza oscura e quando la luce della verità entra in un’anima, snebbia le tenebre, cioè fa scoprire il vero dal falso, il temporale dall’eterno, onde caccia da sé i vizi e si mette l’ordine delle virtù, perché essendo la mia luce santa, ch’è la mia stessa Divinità, non potrà comunicare altro che santità ed ordine, quindi l’anima si sente uscire da sé, luce di pazienza, d’umiltà, di carità ed altro. Se la mia parola produce in te questi segni, a che pro temere?”

(3) Dopo ciò, Gesù mi ha fatto sentire che pregava il Padre per me, dicendo: “Padre Santo, vi prego per quest’anima, fate che adempisca in tutto perfettamente la nostra Santissima Volontà, fate oh Padre adorabile che le sue azioni siano tanto conformate con le mie, ma in modo tale, da non potersi discernere le une dalle altre, e così poter compiere sopra di essa ciò che ho disegnato”.

(4) Ma chi può dire la forza che mi sentivo infondere nell’animo da questa preghiera di Gesù? Mi sentivo vestire l’anima d’una fortezza tale, che per adempire la Volontà Santissima di Dio non mi sarei curata di soffrire mille martiri, se così fosse il suo beneplacito. Sia sempre ringraziato il Signore, che tanta misericordia usa con questa povera peccatrice.

2-63 Agosto 21, 1899 Effetti dal piacere solo a Gesù.

(1) Dopo aver passato due giorni di sofferenze, il mio benigno Gesù si mostrava tutto affabilità e dolcezza. Nel mio interno andavo dicendo: Quanto è buono con me il Signore, eppure non trovo in me niente di bene che possa gradirlo, e Gesù, rispondendomi, mi ha detto:

(2)Diletta mia, siccome tu non altro piacere e contento trovi, che trattenerti e conversare e darmi gusto solo a Me, in modo che tutte le altre cose che non sono mie ti sono disgustevole, così Io, il mio piacere e la mia consolazione è il venire a trattenermi e parlare con te. Tu non puoi capire la forza che ha sul mio cuore, di attirarmi a sé, un’anima che ha il solo fine di piacere a Me solo, mi sento tanto legato con essa, che sono costretto a fare ciò che lei vuole”.

(3) Mentre Gesù così diceva, compresi che parlava in quel modo, che nei giorni passati, mentre soffrivo acerbi dolori, nel mio interno andavo dicendo: “Gesù mio, tutto per amore tuo, questi dolori siano tanti atti di lode, di onore, di omaggio che vi offro, questi dolori siano tante voci che vi glorifichino e tanti attestati che dicano che ti amo”.

2-64 Agosto 22, 1899 Gesù le comunica le sue virtù.

(1) Continua il mio caro Gesù a venire tutto amabile e maestoso; mentre stava in questo aspetto mi ha detto:

(2)La purità dei miei sguardi risplende in tutte le tue operazioni, in modo che risalendo di nuovo nei miei occhi, mi produce uno splendore e mi ricrea dalle sozzure che fanno le creature”.

(3) Io sono restata tutta confusa a queste parole, tanto che non ardivo dirgli niente, ma Gesù, rincuorandomi, ha incominciato a dirmi:

(4)Dimmi, che vuoi?

(5) Ed io: “Quando ho Voi, c’è altra cosa che potrei desiderare di più?”

(6) Ma Gesù ha replicato più di una volta, che gli dicessi ciò che volessi; ed io, dandogli uno sguardo, ho visto la bellezza delle sue virtù e gli ho detto: “Mio dolcissimo Gesù, dammi le tue virtù”.

(7) E Lui aprendo il suo cuore faceva uscire tanti raggi distinti dalle sue virtù, che entrando nel mio, mi sentivo tutta rafforzare nelle virtù.

(8) Poi ha soggiunto: “Che altro vuoi?”

(9) Ed io, ricordandomi che nei giorni passati, per un dolore che soffrivo m’impediva che i miei sensi si perdessero in Dio, gli ho detto: “Benigno mio Gesù, fate che il dolore non m’impedisca di potermi perdere in Te”.

(10) E Gesù, toccandomi con la sua mano la parte sofferente, ha mitigato l’acerbità dello spasimo, in modo che posso raccogliermi e perdermi in Lui.

2-65 Agosto 27, 1899 L’effetto quando Gesù va all’anima

(1) Questa mattina, mentre vedevo il mio dolce Gesù, mi sentivo un timore che non fosse Lui, ma il demonio per illudermi. E Gesù, rispondendomi al timore, mi ha detto:

(2)Quando sono Io che Mi presento all’anima, tutte le interiori potenze si annichiliscono e conoscono il loro nulla, ed Io, vedendo l’anima umiliata, fo soprabbondare il mio amore, come tanti ruscelli, in modo da inondarla tutta e fortificarla nel bene. Tutto il contrario succede quando è il demonio”.

2-66 Agosto 30, 1899 Gesù le fa vedere lo stato lacrimevole del mondo.

(1) Questa mattina il mio diletto Gesù mi ha trasportata fuori di me stessa e mi ha fatto vedere il decadimento della religione negli uomini ed un preparativo di guerra. Io Gli ho detto: “Oh Signore, in che stato lacrimevole si trova il mondo in questi tempi, in fatti di religione. Pare che dal mondo non più si riconosce Colei che nobilita l’uomo e lo fa aspirare ad un fine eterno. Ma quello che fa più piangere è che ignora la religione parte di quei stessi che si dicono religiosi, che dovrebbero mettere la propria vita per difenderla e fare rivivere”. E Gesù, prendendo un aspetto afflittissimo, mi ha detto:

(2)Figlia mia, è questa la causa ché l’uomo vive da bestia, perché ha perduto la religione; ma tempi più tristi verranno per l’uomo, in pena della cecità in cui lui stesso si è immerso, tanto che mi stringe il cuore a vederli. Ma il sangue farà rivivere questa santa religione, che farò spargere da ogni specie di gente, da secolari e da religiosi, innaffierà il resto delle gente inselvatichite che rimarranno, ed ingentilendole di nuovo le restituirà la loro nobiltà. Ecco la necessità che il sangue si sparga e che le stesse chiese restino quasi abbattute, per fare che ritornino di nuovo ed esistano con il loro primiero lustro e splendore”.

(3) Ma chi può dire lo strazio crudele che ne faranno nei tempi avvenire? Lo passo in silenzio perché non ricordo tanto bene e non lo veggo tanto chiaro; se il Signore vuole che ne faccia parola, mi darà più chiarezza ed allora prenderò di nuovo la penna su questo argomento, perciò, per ora faccio punto.

2-67 Agosto 31, 1899 Il confessore dà l’ubbidienza di respingere Gesù e non parlare con Lui.

(1) Avendo il confessore dato l’ubbidienza che quando veniva Gesù dovevo dire: “Non posso parlare, allontanatevi”. Io l’ho preso per uno scherzo, non come obbedienza formale, perciò quando Gesù è venuto, quasi non badando all’ordine ricevuto, ho ardito di dirgli: “Mio buon Gesù, vedete un po’ che cosa vuol fare il padre”.

(2) E Lui mi ha detto: “Figlia, abnegazione”.

(3) Ed io: “Neh Signore, ma la cosa è seria: si tratta che non devo voler Voi; come lo posso?”

(4) E Lui, per la seconda volta: “Abnegazione”.

(5) Ed io: “Neh Signore, che dite? Conoscete Voi che posso starne senza di Voi?”

(6) E Lui per la terza volta: ”Ma figlia mia, abnegazione”.

(7) Ed è scomparso. Chi può dire come sono lasciata nel vedere che Gesù voleva che mi disponessi all’ubbidienza?

2-68 Settembre 1, 1899 Continua l’ubbidienza, ma un po’ più mite.

(1) Essendo venuto il confessore, mi ha domandato se avessi fatto l’ubbidienza, ed avendogli detto la cosa come era andata, ha rinnovato l’ubbidienza che assolutamente non dovessi discorrere con Gesù, mio solo ed unico conforto, e che dovevo cacciarlo se veniva. Ed ecco che avendo capito che l’ubbidienza era vera che mi si dava, nel mio interno ho detto il “Fiat Voluntas Tua”, anche in questo; ma, oh! quanto mi costa, e che crudele martirio, mi sento come un chiodo fitto nel cuore, che me lo trapassa da parte a parte; e siccome il cuore abituato a chiedere e desiderare ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

2-69 Settembre 2, 1899. Il confessore la lascia libera.

(1) Onde, con questa obbedienza un po’ più mite, il mio povero cuore pareva che da morto incominciasse un po’ a rivivere, ma con tutto ciò non mi lasciava di essere straziato in mille guise, perché l’ubbidienza, quando vedeva che il cuore si fermava un po’ di più in cerca del suo Autore, quasi che si volesse in Lui riposare perché sfinito di forze, mi dava sopra e coi suoi artigli tutta mi feriva. E poi, quel dover ripetere quel ritornello quando il benedetto Gesù si faceva vedere: “Non ci venite, non posso discorrere ché l’ubbidienza non vuole”, non era per me il più atroce e crudele martirio? Onde il mio dolce Gesù, trovandomi nel mio solito stato, è venuto ed io gli ho manifestato il comando ricevuto, e Lui se n’è andato. Una sola volta mentre io gli stavo dicendo: “Non ci venite, che l’ubbidienza non vuole”, mi ha detto :

(2)Figlia mia, abbi sempre innanzi alla tua mente la luce della mia Passione, ché nel vedere le mie pene acerbissime, le tue ti parranno piccole, e nel considerare la causa ché soffrii tanti dolori immensi, che fu il peccato, i più piccoli difetti ti parranno gravi. Invece, se non ti specchierai in Me, le più piccole pene ti sembreranno pesanti ed i difetti gravi li reputerai cosa da niente”. Ed è scomparso.

(3) Dopo poco è venuto il confessore ed avendolo domandato se ancora dovessi continuare questa obbedienza, mi ha detto: “No, puoi dirgli ciò che vuoi e tienilo quanto vuoi”.

(4) Pare che sono lasciata libera e non ho tanto che ci fare con questo guerriero sì potente; altrimenti questa volta si sarebbe reso tanto forte che mi dava la morte; ma però mi avrebbe fatto fare un gran guadagno, perché mi sarei unita per sempre al sommo bene e non ad intervallo, e lo avrei ringraziato, non solo, ma gli avrei cantato il cantico dell’ubbidienza, cioè il cantico delle vittorie, quindi me ne sarei risa di tutta la sua fortezza... Ma mentre ciò dico, innanzi a me è comparso un occhio risplendente e bello, e una voce che diceva: “Ed io mi sarei unito insieme con te e mi sarei compiaciuto di ridere, perché sarebbe stata mia la vittoria”.

(5) Ed io: “Oh cara obbedienza, che dopo averci fatto una risata insieme, ti avrei lasciato alla porta del Paradiso per dirti addio e non più rivederci, per non avere che ci fare con te, e me ne sarei ben guardata di lasciarti entrare”.