(1) Dopo aver passato due giorni di sofferenze, il mio benigno Gesù si mostrava tutto affabilità e dolcezza. Nel mio interno andavo dicendo: Quanto è buono con me il Signore, eppure non trovo in me niente di bene che possa gradirlo, e Gesù, rispondendomi, mi ha detto:
(2) “Diletta mia, siccome tu non altro piacere e contento trovi, che trattenerti e conversare e darmi gusto solo a Me, in modo che tutte le altre cose che non sono mie ti sono disgustevole, così Io, il mio piacere e la mia consolazione è il venire a trattenermi e parlare con te. Tu non puoi capire la forza che ha sul mio cuore, di attirarmi a sé, un’anima che ha il solo fine di piacere a Me solo, mi sento tanto legato con essa, che sono costretto a fare ciò che lei vuole”.
(3) Mentre Gesù così diceva, compresi che parlava in quel modo, che nei giorni passati, mentre soffrivo acerbi dolori, nel mio interno andavo dicendo: “Gesù mio, tutto per amore tuo, questi dolori siano tanti atti di lode, di onore, di omaggio che vi offro, questi dolori siano tante voci che vi glorifichino e tanti attestati che dicano che ti amo”.