MaM
Messaggio del 2 luglio 2014:Cari figli, io, Madre di voi radunati qui e Madre del mondo intero, vi benedico con la benedizione materna e vi invito ad incamminarvi sulla via dell'umiltà. Quella via porta alla conoscenza dell’amore di mio Figlio. Mio Figlio è onnipotente, Egli è in tutte le cose. Se voi, figli miei, non comprendete questo, allora nella vostra anima regna la tenebra, la cecità. Solo l’umiltà può guarirvi. Figli miei, io ho sempre vissuto umilmente, coraggiosamente e nella speranza. Sapevo, avevo compreso che Dio è in noi e noi in Dio. Chiedo lo stesso a voi. Voglio tutti voi con me nell’eternità, perché voi siete parte di me. Nel vostro cammino io vi aiuterò. Il mio amore vi avvolgerà come un manto e farà di voi apostoli della mia luce, della luce di Dio. Con l’amore che proviene dall’umiltà, porterete la luce dove regna la tenebra, la cecità. Porterete mio Figlio, che è la luce del mondo. Io sono sempre accanto ai vostri pastori e prego che siano sempre per voi un esempio di umiltà. Vi ringrazio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 2-64 Agosto 22, 1899 Gesù le comunica le sue virtù.

(1) Continua il mio caro Gesù a venire tutto amabile e maestoso; mentre stava in questo aspetto mi ha detto:

(2)La purità dei miei sguardi risplende in tutte le tue operazioni, in modo che risalendo di nuovo nei miei occhi, mi produce uno splendore e mi ricrea dalle sozzure che fanno le creature”.

(3) Io sono restata tutta confusa a queste parole, tanto che non ardivo dirgli niente, ma Gesù, rincuorandomi, ha incominciato a dirmi:

(4)Dimmi, che vuoi?

(5) Ed io: “Quando ho Voi, c’è altra cosa che potrei desiderare di più?”

(6) Ma Gesù ha replicato più di una volta, che gli dicessi ciò che volessi; ed io, dandogli uno sguardo, ho visto la bellezza delle sue virtù e gli ho detto: “Mio dolcissimo Gesù, dammi le tue virtù”.

(7) E Lui aprendo il suo cuore faceva uscire tanti raggi distinti dalle sue virtù, che entrando nel mio, mi sentivo tutta rafforzare nelle virtù.

(8) Poi ha soggiunto: “Che altro vuoi?”

(9) Ed io, ricordandomi che nei giorni passati, per un dolore che soffrivo m’impediva che i miei sensi si perdessero in Dio, gli ho detto: “Benigno mio Gesù, fate che il dolore non m’impedisca di potermi perdere in Te”.

(10) E Gesù, toccandomi con la sua mano la parte sofferente, ha mitigato l’acerbità dello spasimo, in modo che posso raccogliermi e perdermi in Lui.