MaM
Messaggio del 5 agosto 2002:Cari figli, questa sera sono venuta come vostra Madre, piena di gioia. Rallegratevi anche voi. Vi chiamo alla santità. Pregate, cari figli. Soprattutto pregate nelle vostre famiglie, perchè la santità penetri nelle vostre famiglie; e invitate anche gli altri a pregare. Io prego anche per questo; prego per voi e per le famiglie qui presenti. Prego anche per i giovani che sono qui. E voi, giovani, cominciate a pregare. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

2-80 Ottobre 3, 1899 Contrasti con la ubbidienza, e come questa è Gesù medesimo.

(1) Questa mattina, continuava a farsi vedere Gesù afflitto. Al mio pazientissimo Gesù non avevo coraggio di dirgli nessuna parola, per timore che riprendesse il suo dire lamentevole sullo stato religioso, e questo, perché l’ubbidienza vuole che scriva tutto ed anche quello che riguarda la carità del prossimo, e questo è per me tanto penoso, che ho dovuto lottare a forza di braccia con la signora obbedienza, molto più che cambiandosi in aspetto di guerriero potentissimo, armato delle sue armi per darmi la morte. In verità mi sono trovata a tali strettezze, che io stessa non sapevo che fare. Scrivere ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

2-81 Ottobre 7, 1899 Vede Gesù sdegnato contro le gente.

(1) Questa mattina il benedetto Gesù non ci veniva ed ho dovuto molto pazientare per aspettarlo. Nel mio interno andavo dicendo: “Mio caro Gesù, vieni, non farmi tanto aspettare! E’ da ieri sera che non vi ho visto e l’ora si fa troppo tarda e Voi non ci venite ancora? Vedete quanto ho pazientato ad aspettarvi. Deh! non fate che giunga ad impazientirmi perché indugiate lungamente a venire, perché poi, la causa ne siete Voi coi vostri indugi. Perciò venite, ché più non posso”.

(2) Ora, mentre andavo dicendo questi ed altri spropositi, il mio unico Bene è venuto, ma con sommo mio rammarico, l’ho visto quasi sdegnato con le gente. Subito gli ho detto: “Mio buono Gesù, vi prego a far pace col mondo”.

(3) E Lui: “Figlia, non posso; Io sono come un re che vuole andare dentro d’una casa, ma quella casa è piena di cose immonde, di marciume e di tante altre sporcizie. Il re, come re, ne ha il potere di entrarvi, non c’è nessuno che lo potrebbe impedire ed anche con le sue proprie mani può pulire quell’abitazione, ma non vuole farlo, perché non è decente alla sua reale persona scendere a tante bassezze, e fino a tanto che quell’abitazione non verrà pulita da altri, con tutto ciò che ne ha il potere, il volere ed un grande desiderio, fino a soffrirne, mai si benignerà di mettervi il piede. Tale sono Io. Sono re che posso e voglio, ma voglio la loro volontà, voglio che tolgano il marciume delle colpe per entrarvi e far pace con loro. No, non è decente alla mia regalità l’entrarvi e rappacificarmi con loro, anzi, non farò altro che mandare castighi. Il fuoco della tribolazione li inonderà dappertutto, fino ad atterrarli, acciocché si ricordino che esiste un Dio, il solo che può aiutarli e liberarli”.

(4) Ed io, interrompendo il suo dire, gli ho detto: “Signore, se volete mettere mani ai castighi, io me ne voglio venire, non voglio più stare su questa terra. Come potrà resistere il mio cuore a vedere soffrire le tue creature?” E Gesù, prendendo un aspetto benigno mi ha detto:

(5)Se tu te ne vieni, ed Io dove andrò a dimorare su questa terra? Per ora pensiamo a stare insieme di qua, che nel Cielo avremo a starci a lungo, quant’è tutta l’eternità. E poi, troppo presto hai dimenticato l’uffizio di farmi da madre sulla terra. Quindi, mentre castigherò le gente, Io verrò a rifugiarmi e dimorerò con te”.

(6) Ed io: “Ah! Signore, a che pro il mio stato di vittima per tanti anni? Qual bene ne è venuto ai popoli, mentre Voi mi dicevate che mi volevate vittima per risparmiare le gente? Ed ora fate vedere che questi castighi, invece di succedere tanti anni prima, succedono dopo, né più né meno di questo”.

(7) E Lui: “Figlia mia, non dire così; la mia longanimità è stata per amore tuo, ed il bene che ne è venuto da questo, è stato che terribili castighi dovevano infierire per lunghissimo tempo, mentre con ciò sarà più breve. E non è questo un bene, che uno, invece di stare per lunghi anni sotto il peso di un castigo, vi stia per pochi? Poi, in questi corsi di anni passati, guerre, morti improvvise, che non dovevano aver tempo di convertirsi, ed invece l’hanno avuto e si sono salvati, non è questo un gran bene? Diletta mia, per ora non è necessario il farti capire il pro del tuo stato per te e per i popoli, ma te lo mostrerò quando verrai nel Cielo ed il giorno del giudizio lo mostrerò a tutte le nazioni. Perciò, non parlare più in questo modo”.

2-82 Ottobre 14, 1899 Gesù dice come sono necessari i castighi, e parla in modo commovente della speranza.

(1) Questa mattina mi sentivo un po’ turbata e tutta annientata in me stessa. Mi vedevo come se il Signore mi volesse discacciare da Sé. Oh Dio! che pena straziante è mai questa! Mentre mi trovavo in tale stato, il benedetto Gesù è venuto con una cordicella in mano e percotendo il mio cuore tre volte, mi ha detto:

(2)Pace, pace, pace, non sai tu che il regno della speranza è regno di pace, ed il diritto di questa speranza è la giustizia? Tu, quando vedi che la mia giustizia si arma contro le gente, entra nel ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

2-83 Ottobre 16, 1899 Aspettazioni. Gesù parla di castighi.

(1) Questa mattina il mio dolce Gesù non ci veniva e da ieri sera che non l’ho visto, quando si fece vedere in un aspetto che faceva pietà e terrore insieme, si voleva nascondere, per non vedere i castighi che Lui stesso stava mandando sulle gente e il modo come doveva distruggerle. Oh! Dio, che spettacolo straziante, non mai visto. Mentre aspettavo e riaspettavo, nel mio interno andavo dicendo: “Come che non viene? Chi sa che non venga perché io non mi conformo alla sua giustizia? Ma come posso far ciò? Mi pare quasi impossibile dire “Fiat Voluntas Tua”. Poi dicevo ancora: “Non viene perché il confessore non me lo manda”. Ora, mentre ciò pensavo, quando appena e quasi l’ombra ho visto, mi ha detto:

(2)Non temere, la potestà ai sacerdoti è limitata; solo che a misura che si prestano a pregarmi di farmi venire a te e ad offrirti a farti soffrire per fare che risparmiasse le gente, così Io nell’atto che manderò i castighi, li guarirò e li risparmierò, se poi non si daranno nessun pensiero, neppure Io avrò nessun riguardo per loro”.

(3) E detto ciò è scomparso, lasciandomi in un mare di afflizione e di lacrime.

2-84 Ottobre 21, 1899 I beni terreni devono servire per la santificazione, non per essere idoli per l’uomo. Causa dei castighi.

(1) Dopo aver passato giorni amarissimi di privazione, mi sentivo stanca e sfinita di forze, sebbene andavo offrendo quelle stesse pene dicendo: “Signore, Tu sai quanto mi costa l’essere priva di te, ma però mi rassegno alla tua Santa Volontà, offrendo questa pena acerbissima come mezzo per attestare il mio amore e placarvi. Queste noie, fastidi, fiacchezze, freddezze che sento, intendo di mandarveli come messaggeri di lodi e di riparazioni per me e per tutte le creature. Questo ho e questo vi offro. E’ certo che Voi accettate il sacrificio della buona volontà, quando vi si offre ciò che si può senza riserva alcuna, ma venite, ché più non posso”.

(2) Molte volte mi veniva la tentazione di conformarmi alla giustizia e pensavo che la causa che non ci veniva ero io stessa, perché quando Gesù, nei giorni passati mi aveva detto che se non mi conformasse lo avrei costretto a non farlo venire ed a non dirmi più niente per non tenermi dispiaciuta, ma non mi dava l’animo di farlo, molto più perché l’ubbidienza neppure vi consentiva. Mentre mi trovavo in queste amarezze, primo è venuta una luce, con una voce che diceva:

(3)A misura che l’uomo s’intromette nelle cose terrene, così si allontana e perde la stima dei beni eterni. Io ho dato le ricchezze perché se ne servissero per la loro santificazione, ma essi se ne sono serviti per offendermi e formare un idolo per il loro cuore; ed Io distruggerò loro e le ricchezze insieme con loro”.

(4) Dopo ciò ho visto il mio carissimo Gesù, ma tanto sofferente ed offeso e sdegnato con le gente, che metteva terrore. Io subito ho incominciato a dirgli: “Signore, vi offro le tue piaghe, il tuo sangue, l’uso santissimo dei tuoi santissimi sensi che ne faceste nel corso della tua vita mortale, per ripararvi le offese ed il cattivo uso dei sensi che ne fanno le creature”.

(5) E Gesù, prendendo un aspetto serio e quasi tuonante, ha detto:

(6)Sai tu come sono divenuti i sensi delle creature? Come quei gridi delle bestie feroci, che coi loro ruggiti allontanano gli uomini, invece di farli avvicinare. E’ tanto il marciume e la molteplicità delle colpe che scaturisce dai loro sensi, che mi costringono a farmi fuggire”.

(7) Ed io: “Ah! Signore, come vi veggo sdegnato. Se Voi volete continuare a mandare i castighi, io me ne voglio venire, oppure voglio uscire da questo stato. A che pro starvi, una volta che non posso più offrirmi vittima per risparmiare le gente?” E Lui, parlandomi serio, tanto che mi sentivo atterrire, mi ha detto:

(8)Tu vuoi toccare i due estremi, o che vuoi che non faccia niente, o che te ne vuoi venire. Non ti contenti che le gente siano risparmiate in parte? Credi tu che Corato sia il migliore, ed il minore nell’offendermi? E lo che l’abbia risparmiato a confronto degli altri paesi è cosa da niente? Perciò contentati e quietati, e mentre Io mi occuperò a castigare le gente, tu accompagnami coi tuoi sospiri e con le tue sofferenze, pregandomi che gli stessi castighi riescano per la conversione dei popoli”.

2-85 Ottobre 22, 1899 La croce, una via battuta di stelle.

(1) Continua Gesù a farsi vedere afflitto. Nell’atto che è venuto si è gettato nelle mie braccia, tutto sfinito di forze, quasi volendo un ristoro. Mi ha partecipato qualche poco delle sue sofferenze e dopo mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la via della croce è una via battuta di stelle, conforme si cammina, quelle stelle si cambiano in soli luminosissimi. Quale felicità sarà dell’anima per tutta l’eternità, l’essere circondata da questi soli? Poi, il premio grande che do alla croce è tanto, che non c’è misura, né di larghezza, né di lunghezza, è quasi incomprensibile alle menti umane, e questo perché nel sopportare le croci non ci può essere niente di umano, ma tutto divino”.

2-86 Ottobre 24, 1899 L’uomo è un riprodotto dell’Essere Divino.

(1) Questa mattina il mio adorabile Gesù è venuto e mi ha trasportato fuori di me stessa, in mezzo alle gente e Gesù pareva che guardava con occhio di compassione le creature, e gli stessi castighi comparivano sue infinite misericordie, uscite dal più intimo del suo cuore amorosissimo; onde, rivolto a me mi ha detto:

(2)Figlia mia, l’uomo è un riprodotto dell’Essere Divino e siccome il nostro cibo è l’amore, sempre reciproco, conforme e costante tra le Tre Divine Persone, quindi, essendo uscito dalle nostre mani e dall’amore puro disinteressato, è come una particella del nostro cibo. Ora questa particella ci è diventata amara; non solo, ma la maggior parte, discostandosi da Noi si è fatta pascolo delle fiamme infernali e cibo dell’odio implacabile dei demoni, nostri e loro capitali nemici. Eccoti la causa principale del nostro dispiacere della perdita delle anime; è questa: Perché sono nostre, sono cosa che ci appartiene. Come pure la causa che mi spinge a castigarli è l’amore grande che nutro per loro, per poter mettere in salvo le loro anime”.

(3) Ed io: “Ah! Signore, pare che questa volta non avete altre parole da dire che di castighi. La vostra potenza tiene tanti altri mezzi per salvare queste anime. E poi, se sarei certa che tutta la pena cadesse sopra di loro col restare Voi libero, senza soffrire in loro, pure mi contenterei, ma veggo che già state soffrendo molto per quei castighi che avete mandato; che sarà se continuate a mandare altri castighi?”

(4) E Gesù: “Con tutto ciò che soffro, l’amore mi spinge a mandare più pesanti flagelli, e questo perché non c’è mezzo più potente per far entrare in sé stesso l’uomo e fargli conoscere che cosa è il suo essere, che col fargli vedere disfatto sé stesso; gli altri mezzi pare che lo ingagliardiscono di più, onde conformati alla mia giustizia. Veggo bene che l’amore che tu mi vuoi ti spinge tanto a non conformarti Meco e non hai cuore di vedermi soffrire; ma anche mia Madre mi amò più di tutte le creature e che nessun’altra può mai pareggiarla, eppure, per salvare queste anime si conformò alla giustizia e si contentò di vedermi tanto soffrire. Se ciò fece mia Madre, come non lo potresti tu?

(5) E nell’atto che Gesù parlava, mi sentivo tirare la mia volontà talmente alla sua, che quasi non sapevo più resistere di non conformarmi alla sua giustizia. Non sapevo che dire, tanto mi sentivo convinta; ma però non ancora ho manifestato la mia volontà. Gesù è scomparso, ed io sono rimasta in questo dubbio, se devo o no conformarmi.

2-87 Ottobre 25, 1899 Gesù parla del suo amore grande per le creature.

(1) Continua il mio dolcissimo Gesù a manifestarsi quasi sempre lo stesso. Questa mattina ha soggiunto:

(2)Figlia mia, è tanto l’amore verso le creature, che come un eco risuona nelle regioni celesti, riempie l’atmosfera e si diffonde sopra tutta quanta la terra. Ma qual è la corrispondenza che fanno le creature a quest’eco amoroso? Ahi! mi corrispondono con un eco d’ingratitudine, velenoso, ripieno d’ogni sorta di amarezze e di peccati, con un eco quasi micidiale, atto solo a ferirmi. Ma Io spopolerò la faccia della terra, acciocché quest’eco risonante di veleno non assordi più le mie orecchie”.

(3) Ed io: “Ah! Signore, che dite?”

(4) E Gesù: “Io non faccio altro che come un medico pietoso, che ha gli estremi rimedi verso i suoi figli, e questi figli sono ripieni di piaghe, che fa questo padre e medico, che ama i suoi figli più che la propria vita? Lascerà incancrenire queste piaghe? Li farà perire, per timore che, applicando il fuoco ed i ferri, vengano essi a soffrire? Mai, no! Sebbene sentirà come se sopra di sé si applicassero tali strumenti, con tutto ciò mette mano ai ferri, squarcia e taglia le carni, vi applica il veleno, il fuoco, per impedire che più s’inoltri la corruzione. Sebbene molte volte succede che in queste operazioni i poveri figli se ne muoiono, ma non era questa la volontà del padre medico, ma la sua volontà è di vederli risanati. Tale sono Io. Ferisco per risanarli, li distruggo per risuscitarli. Che molti periscano, non è questa la mia Volontà, questo è effetto solo della loro malvagia ed ostinata volontà, è effetto di quest’eco velenoso che, fino a vedersi distrutti, vogliono inviarmelo”.

(5) Ed io: “Dimmi, mio unico Bene, come potrei raddolcirvi quest’eco velenoso che tanto vi affligge?”

(6) E Lui: “L’unico mezzo è che tu faccia sempre tutte le tue operazioni per il solo fine di piacermi e che impieghi tutti i sensi e le potenze tue per fine d’amarmi e di glorificarmi. Sia che ogni tuo pensiero, parola e tutto il resto non vorrà altro che l’amore che hai verso di Me, così il tuo eco salirà gradito al mio trono e raddolcirà il mio udito”.

2-88 Ottobre 28, 1899 Chi sei tu, e chi sono Io?

(1) Questa mattina il mio amabile Gesù è venuto in mezzo ad una luce e guardandomi, come se mi penetrasse dappertutto, tanto che mi sentivo annichilita, mi ha detto:

(2)Chi sono Io e chi sei tu?

(3) Queste parole mi penetravano fin nelle midolla delle ossa e scorgevo l’infinita distanza che passa tra l’Infinito e il finito, tra il Tutto e il niente; non solo, ma vi scorgevo ancora la malizia di questo nulla ed il modo come si era infangato, mi pareva come un pesce che nuota nelle acque; così l’anima mia nuotava nel marciume, nei vermi ed in tante altre cose atte solo a mettere orrore alla vista. Oh! Dio, che vista abominevole! L’anima mia avrebbe voluto fuggire dinanzi alla vista di Dio tre volte Santo, ma con altre due parole mi lega, cioè: “Qual è l’Amor mio verso di te? E qual è il tuo contraccambio verso di Me?”

(4) Ora, mentre alla prima parola avrei voluto fuggire spaventata dalla sua presenza, alla seconda parola, “qual è l’amor mio verso di te?” mi sono trovata inabissata, legata da tutte parti dal suo amore, sicché la mia esistenza era un prodotto dell’amore suo, onde se questo amore cessava, io più non esisteva. Quindi, mi pareva i palpiti del cuore, l’intelligenza e perfino il respiro d’essere un riprodotto del suo amore. Io nuotavo in Lui ed anche a voler fuggire mi pareva impossibile a farlo, perché il suo amore da per tutto mi circondava. Il mio amore poi mi pareva come una gocciolina d’acqua gettata nel mare, che scomparisce, non si sa più discernere.

(5) Quante cose ho compreso, ma il volerle dire, andrei troppo per le lunghe. Quindi Gesù è scomparso ed io sono lasciata tutta confusa; mi vedevo tutta peccato e nel mio interno imploravo perdono e misericordia. Dopo poco il mio unico Bene è ritornato ed io mi sentivo tutta inzuppata dall’amarezza e dal dolore dei miei peccati, e Lui mi ha detto:

(6)Figlia mia, quando un’anima è convinta di aver fatto male nell’offendermi, già fa l’ufficio della Maddalena, che bagnò i miei piedi con le sue lacrime, li unse col balsamo e li asciugò coi suoi capelli. L’anima, quando incomincia a rimirare in sé il male che ha fatto, mi prepara un bagno alle mie piaghe. Vedendo il male, ne riceve un’amarezza e ne prova un dolore e con questo viene ad ungere le mie piaghe con un balsamo squisitissimo. Da questa conoscenza, l’anima vorrebbe fare una riparazione e, vedendo l’ingratitudine passata, si sente nascere in sé l’amore verso d’un Dio tanto buono e vorrebbe mettere la sua vita per attestare l’amore suo, e questo sono i capelli, che come tante catene d’oro, la legano all’amore mio”.

2-89 Ottobre 29, 1899 Gesù la porta in braccia e l’ammaestra.

(1) Continua il mio adorabile Gesù a venire, ma questa mattina, appena venuto mi ha preso fra le sue braccia e mi ha trasportato fuori di me stessa; ed io, trovandomi in quelle braccia, comprendevo molte cose e specialmente che per poter stare liberamente nelle braccia di Nostro Signore ed anche entrare a bell’agio nel suo cuore ed uscirne come all’anima più piacerebbe, e per non essere di peso e di fastidio al benedetto Gesù, era assolutamente necessario spogliarsi di tutto. Quindi, con tutto il cuore Gli ho detto: “Mio caro ed unico Bene, quello che vi chiedo per me ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)