(1) Questa mattina vedevo il confessore tutto umiliato, ed insieme il benedetto Gesù e san Giuseppe, il quale gli ha detto: “Mettiti all’opera, ed il Signore è pronto a darti la grazia che vuoi”.
(2) Dopo ciò, vedendo il mio caro Gesù sofferente come nel corso della Passione gli ho detto: “Signore, non sentivate stanchezza nel soffrire tante diverse pene?
(3) E Lui: “No, anzi una sofferenza accendeva più il cuore a soffrire l’altra, questi sono i modi del patire divino; non solo, ma nel patire ed operare non guarda altro che al frutto che da quello riceve. Io nelle mie piaghe e nel mio sangue vedevo le nazioni salvate, il bene che ricevevano le creature, ed il mio cuore anziché provare stanchezza ne sentiva gioia e ardente desiderio di più soffrire. Onde questo è il segno se ciò che si soffre è partecipazione delle mie pene: Se unisce patire e gioia di più patire, e se nel suo operare opera per Me, se non guarda a ciò che fa, ma alla gloria che dà a Dio ed al frutto che ne riceve.
(1) Trovandomi fuori di me stessa, vedevo il padre tutto difficoltà in riguardo alla grazia che vuole, e Gesù benedetto un’altra volta con san Giuseppe che gli dicevano:
(2) “Se ti metti all’opera tutte le tue difficoltà scompariranno, e se ne cadranno come squame di pesce”.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, dopo d’aver molto stentato, per poco ho visto il mio adorabile Gesù fra le mie braccia ed una luce che gli usciva dalla sua fronte, ed in questa luce stavano scritte queste parole: L’amore è tutto per Dio e per l’uomo, se cessa l’amore cesserebbe la vita, però due specie d’amore vi sono, l’uno spirituale e divino, l’altro corporale e disordinato, e tra questi amori vi è gran differenza tra loro per l’intensità, molteplicità, diversità, si può dire quasi la differenza che passa tra il pensare della mente e l’operare delle mani; la mente in brevissimo tempo può pensare a cento cose, dove le mani appena possono compire un’opera sola”. Iddio Creatore, e se crea le creature, il solo amore le fa creare; se tiene in continua attitudine tutti i suoi attributi verso le creature, è l’amore che a ciò lo spinge e gli stessi attributi dall’amore ne ricevono la vita; lo stesso amore disordinato, come le ricchezze, i piaceri e tante altre cose, non sono queste che formano la vita dell’uomo, ma se sente amore a queste cose, non solo formano la vita, ma giunge a farne un idolo proprio. Sicché se l’amore è santo forma la vita della santificazione, se è perverso forma la vita della dannazione”.
(1) Questa mattina, dopo aver passato giorni amarissimi, il benedetto Gesù è venuto e si tratteneva con me familiarmente; tanto che io credevo di doverlo possedere sempre; ma quando al meglio, come un lampo è scomparso; chi può dire la mia pena? Mi sentivo impazzire, molto più che ne ero quasi sicura di non doverlo più perdere. Ora mentre mi struggeva in pene, come un lampo è ritornato, e con voce sonora e seria mi ha detto:
(2) “Chi sei tu che pretendi tenermi sempre con te?”
(3) Ed io, pazza come stavo, tutta ardita ho risposto: “Tutto io sono stando con Te, mi sento di non essere altro che una volontà uscita dal seno del mio Creatore, e questa volontà fino a tanto che sta unita con Te, sente la vita, l’esistenza, la pace, tutto il suo bene. Senza di Te me la sento senza vita, distruggere, dispersa, irrequieta, posso dire provo tutti i mali, e per aver vita e per non disperdermi, questa volontà uscita da Te cerca il tuo seno, il tuo centro, e là vi vuole rimanere per sempre”. Gesù pareva che tutto s’inteneriva, ma di nuovo ha ripetuto:
(4) “Ma chi sei tu?”
(5) Ed io: “Signore, non sono altro che una goccia d’acqua, e questa goccia d’acqua fino a tanto che si trova nel tuo mare, le pare d’essere tutto il mare; ma se dal mare non esce si mantiene pulita e chiara, in modo di poter stare a confronto delle altre acque; ma se dal mare se ne esce si infangherà, e per la sua piccolezza si disperderà”. Tutto commosso si è inchinato verso di me dandomi un abbraccio, e mi ha detto:
(6) “Figlia mia, chi vuol stare sempre nella mia Volontà conserva in sé la mia stessa persona, e sebbene può uscire dalla mia Volontà, avendola creato libera di volontà, la mia potenza opera un prodigio somministrandogli continuamente la partecipazione della vita divina, ed a questa partecipazione che riceve, sente tale forza ed attiramento d’unione con la Volontà Divina, che anche che lo volesse fare, non lo può fare, e questa è la continua virtù che esce da Me verso di chi fa sempre la mia Volontà che ti parlai l’altro giorno.
(1) Dopo aver passato giorni amarissimi per le continue privazioni del mio adorabile Gesù, questa mattina mi sentivo giunta la colmo dell’afflizione e stanca e sfinita di forze, stavo pensando che davvero non più mi voleva in questo stato, e quasi mi decidevo ad uscirne. Mentre ciò facevo, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno e si faceva sentire che pregava per me, ed io solo capivo che implorava la potenza, la fortezza, e la provvidenza del Padre per me, soggiungendo:
(2) “Non vedete oh! Padre come ha maggior bisogno d’aiuto, che dopo tante grazie si vuol rendere peccatrice uscendo dalla nostra Volontà?”
(3) Chi può dire come mi sentivo spezzare il cuore al sentire queste parole di Gesù. Onde è uscito da dentro il mio interno, ed io dopo avermi assicurata che fosse il benedetto Gesù ho detto: “Signore, è Volontà vostra che continui a starmi in questo stato di vittima? Ché io non sentendomi nella stessa posizione di prima, mi veggo come se non fosse necessaria la venuta del sacerdote, che se non altro almeno risparmierò il sacrificio al confessore. E Lui:
(4) “Per ora non è Volontà mia che tu esci, riguardo al sacrificio del sacerdote, gli renderò centuplicata la carità che fa”.
(5) Poi, tutto afflitto ha soggiunto: “Figlia mia, i socialisti hanno combinato tra loro di colpire nel segno la Chiesa, e questo l’hanno fatto in Francia pubblicamente, e nell’Italia più nascosto; e la mia giustizia va trovando vuoti per mettere mano ai castighi.
(1) Trovandomi fuori di me stessa, vedevo nostro Signore con una verga in mano che toccava le gente, e queste nell’essere toccate, si disperdevano e ribellavano, ed il Signore le ha detto:
(2) “Vi ho toccati per riunirvi intorno a Me, ed invece di riunirvi vi ribellate e vi disperdete da Me, quindi è necessario che Io suoni la tromba”.
(3) E mentre ciò diceva si è messo a suonare la tromba. Ed io comprendevo che il Signore manderà qualche castigo, e gli uomini invece di umiliarsi prenderanno occasione d’offenderlo e di allontanarsi, ed il Signore nel vedere ciò, farà risuonare la tromba d’altri gravi flagelli.
(1) Avendo passato giorni amarissimi di privazioni e di lacrime, con la aggiunta di vedermi in atto che il Signore mi sospendesse dallo stato di vittima, come di fatto mi ha successo, che per quanto mi sforzavo non mi riusciva di perdere i sensi, anzi sono stata sorpresa da tanti dolori di viscere, che mi rendevano inquieta, senza che mi potessi raccapezzare. Appena un sogno la notte, in cui mi pareva di vedere un angelo che mi portava dentro d’un giardino, in cui vi stavano tutte le piante annerite ma io non ho dato retta e solo pensavo come Gesù mi aveva discacciata da Sé. Onde, verso tardi è venuto il confessore, e trovandomi in me stessa mi ha detto che si erano gelate le vigne. Onde sono restata afflittissima al pensare alla povera gente, ed al timore che non mi facesse cadere nel solito mio stato per poter liberamente castigare. Ma però questa mattina il benedetto Gesù è venuto facendomi cadere nel solito mio stato, ed io appena visto gli ho detto:
(2) “Ah! Signore, e ieri che facesti? La facesti la bravata, e poi, neppure a dirmi niente, che almeno vi avrei pregato di risparmiare in parte il castigo”.
(3) E Lui: “Figlia mia, era necessario che ti sospendessi, altrimenti tu mi avresti impedito, ed Io non potevo essere libero; e poi quante volte non ho fatto Io ciò che tu hai voluto? Ah! figlia mia è necessario che nel mondo piovano i flagelli, altrimenti per risparmiare i corpi, si perderanno le anime”.
(4) Detto ciò è scomparso, ed io mi sono trovata fuori di me stessa, senza del mio dolce Gesù; quindi l’andavo cercando, ed in questo mentre vedevo nella volta dei cieli un Sole diverso del sole che noi vediamo, ed appresso una moltitudine di santi, i quali nel vedere lo stato del mondo, la corruzione, e come di Dio se ne fanno beffe, tutti ad una voce gridavano: Vendetta del tuo onore, della tua gloria, fate uso della giustizia, mentre l’uomo non vuole più riconoscere i diritti del suo Creatore; però parlavano in latino, comprendevo io che fosse questo il significato; nel sentire ciò io tremavo, mi sentivo agghiacciare, ed imploravo pietà e misericordia.
(1) Continuando il mio stato amarissimo di privazione, al più si fa vedere taciturno e per brevi istanti. Questa mattina, impegnandosi il confessore a farlo venire, nel perdere i sensi, per poco e quasi per forza si faceva vedere, e voltandosi al confessore gli ha detto in aspetto serio ed afflitto:
(2) “Che cosa vuoi?”
(3) Il padre pareva che restasse confuso e non sapeva dire niente, onde io ho detto: “Signore, forse è il fatto della messa che vuole”.
(4) Ed il Signore gli ha soggiunto: “Disponiti e l’avrai, e poi tu hai la vittima, quanto più ti starai vicino col pensiero e con la intenzione, tanto più ti sentirai forte e libero da poter fare ciò che vuoi”.
(5) Quindi ho detto: “Signore, come non vieni?” E Lui ha soggiunto:
(6) “Vuoi sentire? Senti”.
(7) Ed in questo mentre, si sentivano tanti gridi di voci da tutte le parti del mondo, che dicevano: Morte al Papa, distruzione di religione, chiese atterrate, distruzione d’ogni dominio, nessuno deve esistere sopra di noi, e tante altre voci sataniche, che mi pare inutile il dirle. Onde nostro Signore ha soggiunto:
(8) “Figlia mia, l’uomo quando si dispone al bene, riceve il bene; e se si dispone al male, il male riceve. Tutte queste voci che senti giungono al mio trono, e non una volta, ma reiterate volte, e la mia giustizia quando vede che l’uomo non solo vuole il male, ma con replicate istanze lo domanda, con giustizia è costretto a concederlo, per farlo conoscere il male che volevano, perché allora si conosce veramente il male, quando nello stesso male si trova. Ecco la causa perché la mia giustizia va trovando vuoti per punire l’uomo, però non è giunto ancora il tempo della tua sospensione, al più qualche giorno per ora, per fare che la giustizia calcasse un po’ la sua mano sopra dell’uomo, non potendo più reggere al peso di tante enormità, e nello stesso tempo far abbassare la fronte dell’uomo troppo inalberata.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, quando appena ho visto il mio adorabile Gesù che mi ha detto:
(2) “La pace mette a posto tutte le passioni; ma quello che trionfa di tutto, che stabilisce tutto il bene nell’anima e che tutto santifica, è il fare tutto per Dio, cioè, operare con retta intenzione di piacere solo a Dio. Il retto operare è quello che dirige, che domina, che rettifica le stesse virtù, fino la stessa ubbidienza; insomma è come un maestro che dirige la musica spirituale dell’anima”.
(3) Detto ciò, come un lampo è scomparso.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi sono trovata fuori di me stessa, col benedetto Gesù in braccio in mezzo a tanta gente, i quali con ferri, spade, coltelli, cercavano, chi battere, chi ferire, e chi tagliare le membra di Nostro Signore; ma per quanto facevano e si sforzavano, non potevano fare nessun male; anzi gli stessi ferri, per quanto affilati e taglienti, perdevano la loro attività e si rendevano inoperosi. Gesù ed io eravamo sommamente afflitti nel vedere la brutalità di quei cuori disumani, che sebbene vedevano che non potevano far nulla, pure replicavano colpi per riuscire nel loro intento; e che se nessun danno facevano era perché non potevano. Quelli si arrabbiavano perché le loro armi si erano rese inutili, e non potevano effettuare la loro risoluta volontà di far danno a Nostro Signore, e dicevano tra loro: “E perché non possiamo far nulla? Quale ne è la causa? Pare che altre volte abbiamo potuto qualche cosa, ma trovandosi in braccio a questa non possiamo far nulla; proviamo se possiamo far danno a questa e togliercela davanti”. Mentre ciò dicevano, Gesù si è ritirato al mio fianco, ed ha dato libertà a quelli di fare quello che volevano. Onde, prima che quelli mi mettessero le mani ho detto: “Signore offro la mia vita per la Chiesa e per il trionfo della verità, accettate vi prego il mio sacrificio”.
(2) E quelli hanno preso una spada e mi troncavano la testa. Gesù benedetto accettava il mio sacrificio, ma mentre ciò facevano, nell’atto di compiere il sacrificio mi sono trovata in me stessa con sommo mio dispiacere, mentre credevo d’essere giunta al punto dei miei desideri, ed invece sono restata delusa.