MaM
Messaggio del Giovedì santo 27 marzo 1986:Cari figli, Desidero ringraziarvi per tutti i sacrifici e vi invito al più grande sacrificio: il sacrificio dell'amore. Senza amore non potete accettare né me né mio Figlio. Senza amore non potete trasmettere agli altri le vostre esperienze. Perciò vi invito, cari figli, a cominciare a vivere l'amore nei vostri cuori. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 33-41 Giugno 10, 1935 Pioggia d’amore che Nostro Signore versa da dentro le cose create sopra le creature, e come si biloca in essa e si vede pareggiato nel suo Amore.

(1) Stavo facendo il mio giro negli atti della Divina Volontà, ma mentre ciò facevo mi sentivo piovere addosso una pioggia di atti d’amore che mi faceva il mio dolce Gesù. Sicché come giravo nel sole, nel cielo, nel vento, ed in tutte le altre cose create, così mi pioveva una molteplicità di atti d’amore. Essere amato da Dio è la più grande delle felicità, è la gloria più bella che si può trovare in Cielo ed in terra, e anch’io sentivo il bisogno estremo d’amarlo, ed oh! come vorrei essere lo stesso Gesù per fargli anch’io la mia pioggia d’amore. Macché, sentivo la gran distanza, perché in Lui erano fatte opere reali, ma io, poveretta, dovevo servirmi delle sue opere per dirgli che lo amavo, sicché tutto il mio amore si riduceva nella volontà e quindi mi sentivo afflitta perché non lo amavo come mi poteva amare Gesù. Ma mentre ciò pensavo, il mio Sommo Bene Gesù, con un amore e bontà indescrivibile mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, non ti affliggere, non sai che Io ho potenza di rimediare a tutto, e di farmi pareggiare dall’amore della creatura? Quando si tratta che essa vuole amarmi, Io non la rendo mai scontenta, perché l’amore è una delle mie passioni, e sai che faccio per rendere contenta chi mi ama? Mi biloco e prendo posto in ciascuna cosa creata e le piovo amore, poi prendo posto nella creatura e le do virtù di farmi piovere il suo amore sopra di Me, l’amore che le ho dato lo ha fato suo e con diritto può darmelo come se fosse suo, ed Io sento il contento che mi ama come l’ho amata Io, e sebbene so che è mio, Io non ci bado a questo, non sono avaro, ma bado se nella sua volontà vuole amarmi come l’amo Io, e se potesse farebbe ciò che ho fatto Io per lei, questo mi basta e sono contento di poterle dire: “Mi hai amato come Io ti ho amato”. Oltre di ciò, tu devi sapere che Io creai tutto l’universo per far dono alle creature, e mi rimasi in ciascuna cosa creata a piovere amore sopra di loro. Ora chi riconosce questo dono come un amore grande che le fa il suo Creatore, il dono è suo, la pioggia del nostro Amore è sua, quindi ridandolo a Noi, con tutto l’essere suo che ci ama, Noi ci sentiamo pareggiati dall’amore della creatura e vinti dal suo amore, la ridoniamo di nuovo per trovare lo scambio continuo del nostro e del suo amore. E se tu sapessi quanto ne sono contento e resta ferito il mio Amore nel sentirti ripetere che vuoi amarmi e mi ami in ciascuna cosa creata, mi ami nel mio Concepimento, nella mia Nascita, in ogni lacrima infantile, me la sento imperlata del tuo amore, ogni pena, in ogni goccia di sangue sento la vita del tuo amore, ed Io per contraccambiarti in ogni cosa che feci nella mia Vita quaggiù, non faccio altro che formarti pioggia d’amore. Oh! se tu potessi vedere quanto amore ti verso, è tale e tanto che preso dalla foga del mio stesso Amore, abbraccio e bacio il mio Amore in te, e nel vedere che tu senti i miei abbracci ed i miei baci, come ne sono contento e aspetto i tuoi come per essere pagato e ricambiato d’un tanto amore”.

(3) Onde seguivo il mio abbandono nel Voler Supremo, e girando nell’estensione del cielo che serve come pavimento e sgabello della Patria Celeste e come volta ai viatori di quaggiù, quella volta azzurra mi sembrava che faceva doppio ufficio, serviva come sontuoso pavimento ai comprensori e come volta regia ai viatori, unificando gli uni e gli altri insieme per fare che una fosse la volontà e l’amore di tutti. Perciò prostrandomi insieme con il cielo, chiamavo quelli di lassù e quelli della terra ad adorare il mio Creatore, prostrandoci tutti insieme, perché una fosse l’adorazione, la volontà, l’amore di tutti. Onde, mentre ciò facevo il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, il primo dovere della creatura è adorare Colui che l’ha creata, il primo atto che dice santità è il dovere; il dovere chiama l’ordine, e l’ordine fa sorgere la più bella armonia tra il Creatore e la creatura, armonia di volontà, armonia d’amore, di modi e di imitazione, il dovere è la sostanza della santità, e siccome tutte le cose create posseggono e tengono come in natura l’impronta della vera adorazione, quindi la creatura unita con esse può prestare la più perfetta adorazione a Colui che l’ha creata. Onde ogni cosa creata è un’adorazione profonda che mandano a Colui che le ha create, e la creatura unendosi insieme, in virtù del nostro Volere, le mette tutte in adorazione, dando a Dio il dovere di ciascuna, ed elevandosi su tutte ci porta tutti e viene a palpitare nel nostro palpito e a respirare nel nostro respiro. Oh! come è dolce e gradito questo palpito e respiro nel nostro, e Noi per contraccambiarlo, palpitiamo nel suo cuore e respiriamo nel suo respiro, dandole il palpito ed il respiro divino come Vita, retaggio e crescenza del nostro Essere Supremo in essa. Ed ecco che al dovere dell’adorazione sorge il primo dovere dell’atto della Creazione, di dar vita al suo Creatore nella propria anima, dandole il dominio, la libertà di formarsi, palpitar e respirare, riempirla d’amore, per poter dire coi fatti: “Questa creatura è la portatrice del suo Creatore, e mi fa fare ciò che Io voglio”. Tanto vero che il suo palpito lo possiedo Io, niente tiene di suo, ciò che è suo è mio e ciò che è mio è suo, Io tengo il mio posto d’amore in essa, ed essa tiene il posto d’onore nel mio. Sicché Cielo e terra si danno il bacio di pace e di unione permanente”.