MaM
Messaggio del 2 febbraio 2017:Cari figli, voi che cercate di presentare a mio Figlio ogni giorno della vostra vita, voi che provate a vivere con lui, voi che pregate e vi sacrificate, voi siete la speranza in questo mondo inquieto. Voi siete i raggi della luce di mio Figlio, un vangelo vivente, e siete i miei cari apostoli dell’amore. Mio Figlio è con voi. Egli è con coloro che pensano a lui, che pregano. Allo stesso modo, però, egli aspetta pazientemente quelli che non lo conoscono. Perciò voi, apostoli del mio amore, pregate col cuore e mostrate con le opere l’amore di mio Figlio. Questa è l’unica speranza per voi, ed anche la sola via verso la vita eterna. Io, come Madre, io sono qui con voi. Le vostre preghiere rivolte a me sono per me le più belle rose d’amore. Non posso non essere là dove sento profumo di rose. C’è speranza! Vi ringrazio.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

16-37 Dicembre 26, 1923 Il morire continuo di Gesù, ed il morire continuo di Luisa nella Divina Volontà.

(1) Ho passato giorni amarissimi per la privazione del mio dolce Gesù, mi sentivo come un vilissimo straccio che Gesù aveva accantonato perché gli faceva schivo, tanto era sporco; e nel mio interno mi sentivo dire:

(2) “Nella mia Volontà non ci sono stracci, ma tutto è vita e Vita Divina. Lo straccio si straccia, si sporca, perché non contiene vita, invece nella mia Volontà, che contiene vita e dà vita a tutto, non c’è pericolo che l’anima si possa ridurre in brandelli, molto meno lordarsi”.

(3) Io, non dando retta a ciò ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-38 Dicembre 29, 1923 Fra Gesù e l’anima che vive nella Divina Volontà c’è un vincolo eterno che li lega insieme, e che non si può disgiungere. Il segreto dove trovare a tutte le creature per amare al Padre per tutte.

(1) Stavo pregando e mi son trovata fuori di me stessa, dove c’era un crocifisso gettato per terra; io mi son messa vicino per adorare e baciare le sue piaghe santissime, ma mentre ciò facevo, il crocifisso facendosi vivo ha schiodato le sue mani dalla croce, e si è avvinto al mio collo, stringendomi forte, forte. Io, temendo ancora che non fosse Gesù cercavo di liberarmi da quella strettezze, e Gesù:

(2) “Figlia mia, perché vuoi fuggire da Me? Come, mi vuoi lasciare? Non sai tu che tra Me e te c’è un vincolo eterno che ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-39 Gennaio 4, 1924 Con le parole di Gesù nell’orto: “Non mea voluntas, sed Tua Fiat”, contrattò col suo Celeste Padre che la Volontà Divina prendesse il suo primo posto d’onore nella creatura.

(1) Stavo pensando alle parole di Gesù nell’orto quando disse: “Padre, se è possibile, passi da Me questo calice, ma però non mea voluntas, sed Tua Fiat”. Ed il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, credi tu che fu il calice della mia Passione per cui dicevo al Padre: “Padre, se è possibile passi da Me questo calice? ” No, non affatto, era il calice della volontà umana che conteneva tale amarezza e pienezza di vizi, che la mia volontà umana unita alla Divina provò tale ribrezzo, terrore e ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-40 Gennaio 14, 1924 Nella flagellazione, Gesù volle essere spogliato per dare di nuovo alla creatura le veste regale della Divina Volontà.

(1) Stavo accompagnando il mistero della flagellazione, compatendo il mio dolce Gesù quando si vide così confuso in mezzo a nemici, spogliato delle sue vesti, sotto una tempesta di colpi, ed il mio amabile Gesù, uscendo dal mio interno nello stato in cui si trovava quando fu flagellato mi ha detto:

(2) “Figlia mia, vuoi tu sapere la causa perché fui spogliato quando fui flagellato? In ogni mistero della mia Passione, prima mi occupavo di rinsaldare la rottura tra la volontà umana e la Divina, e poi alle offese che produsse questa rottura. Onde, l’uomo quando ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-41 Gennaio 20, 1924 Il mare della Divina Volontà, è mare di luce e di fuoco, senza porto e senza lido.

(1) Mi trovavo nel duro stato delle mie solite privazioni dell’amato mio bene, ed io mi sentivo immersa nelle amarezze, priva di Colui che è il solo che fa sorgere il sole, il calore, il sorriso, la felicità nella povera anima mia; senza di Lui è sempre notte, resto intirizzita dal freddo della sua privazione, sono infelice. Quindi mi sentivo oppressa, ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, coraggio, non ti lasciar in preda dell’oppressione, se sapessi quanto Io ne soffro nel vederti soffrire, tanto che per non vederti tanto soffrire ti addormento, ma Io me ne sto a te vicino, non ti lascio; e mentre tu dormi Io faccio per te ciò che dovremmo fare insieme se tu vegliassi, perché non è che sei tu che vuoi dormire, sono Io che lo voglio e perciò ti supplisco. Vedi quanto ti amo, se sapessi quanto soffro quando ti veggo svegliare, spasimare perché non hai avvertito che ti stavo vicino, perché ti avevo Io stesso assonnata nello spasimo della mia privazione. E’ vero che soffri, Io soffro, ma è il nodo del mio Volere che anche in questo scorre in te, che stringendoti di più rende più stabile la nostra unione. Perciò coraggio, e poi ricordati che sei la mia piccola barchetta nella mia Volontà, e la Volontà Divina non è mare di acqua che ha i suoi porti ed i suoi lidi, dove fanno le fermate le barche, le navi, i passeggeri, dove si riposano, si danno al bel tempo, e molti passeggeri non ritornano neppure a valicare più il mare. Il mare della mia Volontà è mare di luce e di fuoco, senza porto e senza lido, quindi per la mia piccola barchetta non ci sono fermate, deve sempre valicare, ma con tale velocità, da racchiudere in ogni tuo palpito e atto tutta la interminabile eternità, in modo da congiungerli insieme a quel palpito e atto eterno, il quale è palpito e atto di ciascuno; e tu valicando su tutto, farai in ogni tuo palpito il giro dell’eternità, prenderai tutto e ci porterai tutto ciò che dalla Divinità esce, per dare e per ricevere, ma mentre dà non riceve, e la mia piccola barchetta tiene il compito di valicare nel mare immenso della mia Volontà, per ricambiarci di tutto ciò che esce da Noi, perciò, se ti opprimi perderai l’attenzione del giro, ed il mare del mio Volere, non sentendosi agitato dai veloci giri della mia piccola barchetta, ti brucerà di più e spasimerai di più per la mia privazione; invece se giri sempre, sarai come quel dolce venticello, che mentre porterai refrigerio al nostro fuoco, ti servirà per raddolcire lo spasimo che soffri per la mia privazione”.

16-42 Gennaio 23, 1924 Come Gesù intrecciò col suo Fiat Redimente il Fiat Creante, così vuole che il terzo Fiat resti intrecciato col Fiat Creante e Redimente. L’Umanità di Gesù è più piccola che la sua Volontà Eterna.

(1) Stavo tutta abbandonandomi nel Santo Voler di Dio e pensavo tra me: “Il Fiat formò tutto l’universo, e nel Fiat fece pompa la Divinità del suo amore verso dell’uomo, additandolo in ogni cosa creata, in modo che in ogni cosa creata si vede quel Fiat impresso, che con tanta maestria, potenza ed armonia sprigionò dal seno divino verso la creatura. Il Fiat formò la Redenzione, tanto, che in ogni cosa che fece il Verbo Eterno c’è il Fiat, che facendole corona le dà vita. Sicché il Fiat Creante ed il Fiat Redimente sono intrecciate insieme, e l’uno fa ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-43 Febbraio 2, 1924 L’abbandono in Dio forma le ali per volare nell’ambito dell’Eternità. Cosa è l’Eternità.

(1) Mi sentivo molto oppressa per la privazione del mio dolce Gesù, e per altre ragioni che non è necessario scriverle su carta; ed il mio amato Gesù, movendosi nel mio interno e stringendomi a Sé per darmi la forza, ché mi sentivo soccombere, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia Volontà è vita e moto di tutto, ma sai tu chi segue il suo moto e prende il volo nel mio Eterno Volere, in modo che gira come Esso gira nell’ambito dell’eternità, e si trova dove Esso si trova e fa ciò che Esso ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-44 Febbraio 5, 1924 Privazioni. Pene di Gesù, mestizia dell’anima. Effetti dell’allegria. L’anima non può uscire della Divina Volontà, perché la sua volontà sta incatenata con l’immutabilità della Divina.

(1) Mi sentivo amareggiata per la privazione del mio sommo ed unico bene, anzi mi sentivo tutta finita e che non più doveva venire Colui che era tutta la mia vita, tutto il passato un giuoco di fantasia; oh! se fosse in mio potere avrei bruciato tutti gli scritti affinché nessun vestigio potesse rimanere sul conto mio. Anche la natura sentiva i dolorosi effetti, ma è inutile il dire su carta ciò che ha passato, perché anche la carta, crudele non ha una parola di conforto per me, e non mi dà Colui che tanto sospiro, anzi col dirlo ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-45 Febbraio 8, 1924 Come devono stare e che devono fare i piccoli nella Divina Volontà.

(1) Stavo fondendomi tutta nel Santo Voler Divino, e siccome nel fare ciò, come la più piccola di tutti, mi metto avanti a tutte le generazioni, anche prima che Adamo ed Eva fossero creati, affinché prima che loro peccassero io preparassi prima di loro l’atto di riparazione alla Divina Maestà, perché nel Voler Divino non c’è né passato né futuro, ma tutto presente, ed anche ché essendo piccola potessi avvicinarla per perorar e fare i miei piccoli atti nel suo Volere, per poter coprire tutti gli atti delle creature con la sua Volontà Divina, e così poter vincolare la volontà umana spezzata con la Divina e farne una sola. Ora, mentre stavo per far ciò, era tanto il mio annientamento, la mia miseria e piccolezza estrema, che ho detto tra me: “Invece di mettermi avanti a tutti nella Santissima Volontà, debbo piuttosto mettermi dietro a tutti, anche dietro all’ultimo uomo che verrà, essendo la più abietta e la più misera di tutti, mi conviene l’ultimo posto”. Ora, mentre ciò facevo, il mio diletto Gesù è uscito da dentro il mio interno, e prendendomi per mano mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia, nella mia Volontà i piccoli devono stare avanti a tutti, anzi nel mio seno; chi deve perorare, riparare, unificare la nostra Volontà, non solo con la sua, ma con quella degli altri, deve starci vicino e tanto insieme con Noi, da ricevere tutti i riflessi della Divinità per copiarli in sé stesso; deve avere un pensiero che sia di tutti, una parola, un’opera, un passo, un’amore che sia di tutti e per tutti, ed essendo che la nostra Volontà involge tutti, quel tuo pensiero che sia di tutti nel nostro Volere, quella parola, quell’atto, quell’amore brillino in ogni pensiero, parola e atto di tutte le generazioni, e nella potenza della nostra Volontà si facciano antidoto, difensori, amatori, operatori, ecc. Se tu sapessi con quale amore ti aspetta il nostro Celeste Padre, il gaudio, il contento che sente nel vederti così piccina, portare nel suo grembo la Creazione tutta per dargli il ricambio di tutti; si sente ritornare la gloria, le gioie, i trastulli dello scopo della Creazione, perciò è necessario che tu venga avanti a tutti, e dopo che sarai venuta avanti, darai una voltata nella nostra Volontà e andrai dietro a tutti, te li metterai come in grembo e ce li porterai tutti nel nostro seno, e Noi vedendoli coperti dai tuoi atti fatti nel nostro Volere, li accoglieremo con più amore e ci sentiremo più disposti a vincolare la nostra Volontà con quella delle creature, per fare che ritorni nel suo pieno dominio. Perciò, coraggio, i piccoli si sperdono nella folla, perciò è necessario che venga avanti, per compire la missione del tuo ufficio nella nostra Volontà. I piccoli nella nostra Volontà non hanno pensieri propri, cose proprie, ma tutto in comune col Padre Celeste, perciò come tutti godono del sole, restando tutti inondati dalla sua luce, perch’è creato da Dio per bene di tutti, così tutti fruiscono degli atti fatti dalla piccola figlia nella nostra Volontà, che più che sole dardeggiano su tutti per fare che il Sole del Volere Eterno sorga di nuovo con quello scopo per cui furono create tutte le generazioni. Quindi, non ti sperdere nella folla delle tue miserie e della tua abiezione, dei pensieri propri, ma pensa solo al tuo ufficio di piccola della nostra Volontà e sii attenta a compire la tua missione”.

16-46 Febbraio 10, 1924 La dottrina sulla Divina Volontà è la più pura, la più bella, per la quale sarà rinnovata la Chiesa e trasformata la faccia della terra. L’abbandono nella Divina Volontà.

(1) Stavo pensando tra me a tutto ciò che sta scritto in questi giorni passati, e dicevo tra me che non erano cose né necessarie né serie, potevo fare a meno di metterle su carta, ma l’ubbidienza l’ha voluto, ed io ero in dovere di dire il Fiat anche in questo. Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, eppure era tutto necessario per far conoscere come si vive nel mio Volere, non dicendo tutto, tu faresti mancare una qualità del modo come vivere in Esso, e quindi non potranno avere il pieno effetto del vivere nella mia Volontà, come per esempio sull’abbandono del vivere nel mio Volere, se l’anima non vivesse del tutto abbandonata nella mia Volontà, sarebbe come una persona che vivesse in un sontuoso palazzo, e ora esce ad una finestra, ora ad un balcone, ora scende al portone, sicché la poveretta poco o di passaggio vi passa da qualche stanza, sicché non se ne intende né del regime, né del lavoro che ci vuole, né dei beni che ci sono, né ciò che può prendere e né ciò che può dare; chi sa quanti beni ci sono e lei non se ne intende, perciò non ama come dovrebbe amare, né fa quella stima che merita quel palazzo. Ora, l’anima che vive nella mia Volontà e non è del tutto abbandonata in Essa, le riflessioni proprie, le cure di sé stessa, i timori, le turbazioni, non sono altro che finestre, balconi, portoni che si forma nella mia Volontà, che uscendo spesso spesso è costretta a vedere e sentire le miserie della vita umana, e siccome le miserie sono proprietà sua, e le ricchezze della mia Volontà sono mie, si attacca più alle miserie che alle ricchezze, onde non prenderà amore e né gusterà che significa vivere nel mio Volere; e avendosi formato il portone, un giorno o l’altro se ne andrà per vivere nel misero tugurio della sua volontà. Vedi dunque come è necessario il pieno abbandono in Me per vivere nella mia Volontà; Essa non ha bisogno delle miserie della volontà umana, la vuole a vivere insieme, bella come la usci dal suo seno, senza il misero corredo che si ha formato nell’esilio della vita; altrimenti ci sarebbe disparità che porterebbe dolore alla mia, ed infelicità alla volontà umana. Vedi come è necessario far capire che ci vuole il pieno abbandono per vivere nella mia Volontà, e tu dici che non era necessario scrivere su ciò; ti compatisco, perché tu non vedi ciò che veggo Io, perciò lo prendi alla leggiera. Invece, nella mia onniveggenza veggo che questi scritti saranno per la mia Chiesa come un nuovo sole che sorgerà in mezzo di essa, che attratti dalla sua luce sfolgorante, si applicheranno per trasformarsi in questa luce e uscire spiritualizzati e divinizzati, per cui rinnovandosi la Chiesa, trasformeranno la faccia della terra.

(3) La dottrina sulla mia Volontà è la più pura, la più bella, non soggetta ad ombra di materia o d’interesse, tanto nell’ordine soprannaturale come nell’ordine naturale, perciò sarà a guisa di sole, la più penetrante, la più feconda e la più benvenuta e accolta. E siccome è luce, da per sé stessa si farà capire e si farà via; non sarà soggetta a dubbi, a sospetti di errore, e se qualche parola non si capirà, sarà la troppa luce che eclissando l’intelletto umano, non potranno comprendere tutta la pienezza della verità, ma non troveranno una parola che non sia verità, al più non potranno del tutto comprenderla. Perciò, in vista del bene che veggo, ti spingo a nulla tralasciare di scrivere, un detto, un effetto, una similitudine sulla mia Volontà può essere come una rugiada benefica sulle anime, come è benefica la rugiada sulle piante dopo una giornata di sole ardente, come una pioggia dirotta dopo lunghi mesi di siccità. Tu non puoi capire tutto il bene, la luce, la forza che c’è dentro d’una parola, ma il tuo Gesù lo sa, e sa a chi deve servire ed il bene che deve fare”.

(4) Ora, mentre ciò diceva mi ha fatto vedere nel mezzo della Chiesa un tavolo, e tutti gli scritti sulla Divina Volontà messi sopra; molte persone venerande circondavano quel tavolo e ne uscivano trasformate in luce e divinizzate, e come camminavano comunicavano quella luce a chi incontravano.

(5) E Gesù soggiunse: “Tu lo vedrai dal Cielo il gran bene, quando la Chiesa riceverà questo alimento Celeste, che fortificandola risorgerà nel suo pieno trionfo”.