(1) Mi sentivo molto oppressa per la privazione del mio dolce Gesù, e per altre ragioni che non è necessario scriverle su carta; ed il mio amato Gesù, movendosi nel mio interno e stringendomi a Sé per darmi la forza, ché mi sentivo soccombere, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Volontà è vita e moto di tutto, ma sai tu chi segue il suo moto e prende il volo nel mio Eterno Volere, in modo che gira come Esso gira nell’ambito dell’eternità, e si trova dove Esso si trova e fa ciò che Esso fa? L’anima del tutto abbandonata nella mia Santa Volontà; l’abbandono sono le ali per volare insieme col mio Volere, come cessa l’abbandono così perde il volo e restano distrutte le ali. Sicché tutti sentono il moto, la vita della mia Volontà, ma vi restano al punto dove stanno, perché non c’è moto che non parta da Me, ma solo chi tiene le ali dell’abbandono in Me, che fa la stessa via della mia Volontà, sorvola su tutto, sí in Cielo che in terra, entra nell’ambito dell’eternità e gira in mezzo alle tre Divine Persone, penetra nei più intimi nascondigli di loro, è a giorno dei loro segreti e delle loro beatitudini. Succede come ad una macchina, dove in mezzo c’è la prima ruota ed intorno tant’altre piccole rotelle, ma fisse; come si muove la prima ruota, tutte ricevono il moto, ma mai giungono a toccare la prima ruota, né nulla sanno di ciò che essa fa e dei beni che contiene; invece un’altra piccola rotella non è fissa, e per mezzo di un meccanismo gira sempre per tutte le rotelle, per trovarsi in ogni moto della prima ruota, per far di nuovo il suo giro; ora, questa rotella girante sa ciò che c’è nella prima ruota e vi prende parte ai beni che essa contiene. Ora, la prima ruota è la mia Volontà; le rotelle fisse sono le anime abbandonate a sé stesse, il che le rende immobilizzate nel bene; la rotella girante è l’anima che vive nella mia Volontà; il meccanismo è l’abbandono tutto in Me, sicché ogni mancanza di abbandono in Me è un giro che perdi nell’ambito dell’Eternità. Se sapessi che significa perdere un giro eterno! ”.
(3) Io, nel sentire ciò ho detto: “Ma dimmi amor mio, che significa eternità, e che cosa è questo giro eterno? ”.
(4) E Gesù ha soggiunto: “Figlia mia, l’eternità è un circolo immenso, dove non si può conoscere né dove comincia né dove finisce; in questo circolo si trova Dio, senza principio e senza fine, dove possiede felicità, beatitudine, gioie, ricchezze, bellezza, ecc. , infinite. In ogni moto divino, che non cessa mai, mette fuori da questo circolo dell’eternità, nuove felicità, nuove bellezze, nuove beatitudini, ecc. , ma questo nuovo è un atto non mai interrotto, ma uno non è pari all’altro, distinti tra loro, i nostri contenti sono sempre nuovi; sono tale e tante le nostre beatitudini, che mentre ne godiamo una un’altra ci sorprende, e sempre, e mai finiscono, sono eterne, immense al par di Noi, e ciò che è eterno tiene virtù di far sorgere cose sempre nuove; l’antico, le cose ripetute non esistono in ciò che è eterno. Ma sai tu chi in Cielo prende più parte a quel nuovo che mai esaurisce? Chi più avrà praticato il bene in terra, questo bene sarà come il germe che gli porterà la conoscenza delle nostre beatitudini, gioie, bellezze, amore, bontà, ecc. , e a secondo quel bene che l’anima ha praticato in terra, che ha qualche armonia con le nostre svariate beatitudini, così si avvicinerà a Noi e a larghi sorsi si riempie di quella beatitudine di cui ne contiene il germe, fino a traboccarne fuori. Di tutto ciò che contiene il circolo dell’eternità prenderanno parte; invece dei germi acquistati in terra, ne saranno riempiti. Succederà come ad uno che ha imparato la musica, un lavoro, una scienza; suonandosi la musica, molti ascoltano e godono, ma chi capisce, chi sente penetrare nell’intelligenza, scendere nel cuore tutte quelle note di gaudio o di dolore, sentirsi come riempito e vedere in atto le scene che la musica esprime? Chi ha studiato, chi si è affaticato ad impararla, gli altri godono, ma non capiscono, il loro godimento è al suono dell’udito, tutto l’interno ne resta digiuno; così chi ha imparato le scienze, chi gode di più: uno che ha studiato, che ha logorato la sua intelligenza sui libri, su tante cose scientifiche, oppure chi le ha solo guardato? Certo, chi ha studiato può fare dei giusti guadagni, può occupare posti distinti; invece l’altro può godere la sola vista se vede cose che appartengono alle scienze; così di tutte le altre cose. Se questo succede in terra, molto più nel Cielo, dove la giustizia pesa con la bilancia dell’amore ogni piccolo atto buono fatto dalla creatura, e vi mette su quell’atto buono una felicità, una gioia, una bellezza interminabile.
(5) Ora, che sarà dell’anima che avrà vissuto nel mio Volere, dove tutti i suoi atti restano con un germe eterno e divino? Il circolo dell’eternità si riverserà talmente in loro, che tutta la Celeste Gerusalemme ne resterà stupita e faranno nuove feste, e riceveranno nuova gloria”.