MaM
Messaggio del 2 settembre 2014:Cari figli, io, vostra Madre, vengo nuovamente in mezzo a voi per un amore che non ha fine, dall’amore infinito dell’infinito Padre Celeste. E, mentre guardo nei vostri cuori, vedo che molti di voi mi accolgono come Madre e, con cuore sincero e puro, desiderano essere miei apostoli. Ma io sono Madre anche di voi che non mi accogliete e, nella durezza del vostro cuore, non volete conoscere l’amore di mio Figlio. Non sapete quanto il mio Cuore soffre e quanto prego mio Figlio per voi. Lo prego di guarire le vostre anime, perché Egli può farlo. Lo prego di illuminarvi con un prodigio dello Spirito Santo, affinché smettiate di tradirlo, bestemmiarlo e ferirlo sempre di nuovo. Prego con tutto il Cuore affinché comprendiate che solo mio Figlio è la salvezza e la luce del mondo. E voi, figli miei, apostoli miei cari, portate sempre mio Figlio nel cuore e nei pensieri. Così voi portate l’amore. Tutti coloro che non conoscono Lui lo riconosceranno nel vostro amore. Io sono sempre accanto a voi. Sono in modo particolare accanto ai vostri pastori, perché mio Figlio li ha chiamati a guidarvi sulla via verso l’eternità. Vi ringrazio, apostoli miei, per il sacrificio e l’amore!

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

16-47 Febbraio 16, 1924 Ogni palpito del cuore di Gesù le portava un nuovo dolore, nuove gioie e contenti.

(1) Stavo pensando ai dolori del cuore santissimo di Gesù, oh! come le mie pene scomparivano paragonate alle sue, ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, i dolori del mio cuore sono indescrivibili ed inconcepibili ad umana creatura. Tu devi sapere che ogni palpito del mio cuore era un dolore distinto, ogni palpito mi portava un nuovo dolore, distinto uno dall’altro. La vita umana è un continuo palpitare, se cessa il palpito cessa la vita. Immaginati tu ora quali torrenti di dolore mi portava ogni palpito del mio cuore, fino all’ultimo del mio morire, dacché fui concepito fino all’ultimo mio palpito non mi risparmiò di portarmi nuove pene e acerbi dolori; ma devi sapere pure che la mia Divinità, che era inseparabile con Me, vigilando il mio cuore, mentre in ogni palpito faceva entrare un nuovo dolore, così in ogni palpito faceva entrare nuove gioie, nuovi contenti, nuove armonie e arcani celesti. Se fui ricco nel dolore, e mari immensi di pene racchiudeva il mio cuore, fui anche ricco di felicità, di gioie infinite e di dolcezza inarrivabile. Al primo palpito di dolore Io sarei morto se la Divinità, amando questo cuore con amore infinito, non avesse fatto ripercuotere nel mio cuore un palpito in due: dolore e gioia, amarezza e dolcezza, pene e contenti, morte e vita, umiliazione e gloria, abbandoni umani e conforti divini. Oh! se tu potessi vedere nel mio, vedresti tutto accentrato in Me, tutti i dolori possibili ed immaginabili, dai quali sorgono a novella vita le creature, e tutti i contenti e ricchezze divine, che come tanti mari scorrono nel mio cuore ed Io li diffondo a bene di tutta l’umana famiglia. Ma chi prende di più questi tesori immensi del mio cuore? Chi più soffre. Per ogni pena, ogni dolore, c’è una gioia speciale nel mio cuore che fa seguire quella pena o dolore sofferto dalla creatura, il dolore la rende più dignitosa, più amabile, più cara, più simpatica. E siccome il mio cuore si attirò tutte le simpatie divine in virtù dei dolori sofferti, Io, vedendo nella creatura il dolore, speciale caratteristica del mio cuore, vigilando questo dolore, con tutto amore verso su di lei le gioie ed i contenti che contiene il mio cuore; ma con sommo mio dolore, mentre il mio cuore vorrebbe far seguire le mie gioie al dolore che invio alle creature, non trovando in loro l’amore alle pene e la vera rassegnazione come l’ebbe il mio cuore, le mie gioie seguono il dolore, ma vedendo che il dolore non è stato ricevuto con amore ed onore e con somma sottomissione, le mie gioie non hanno trovato la via per entrare in quel cuore addolorato, se ne sono tornate dolenti al mio cuore. Perciò, quando trovo un’anima rassegnata, amante del patire, me la sento come rigenerata nel mio cuore, ed oh! come si alternano i dolori e le gioie, le amarezze e le dolcezze; non risparmio nulla di tutti i beni che posso versare in lei”.

16-48 Febbraio 18, 1924 Tutte le cose create hanno un sol suono: Ti amo, ed un’amore distinto.

(1) Stavo secondo il mio solito fondendomi nel Divino Volere, per trovare tutte le cose create e potervi dare il mio ricambio d’amore per me e per tutti. Ora, mentre ciò facevo pensavo tra me: “Il mio Gesù dice che tutto ha creato per amor mio e per amore di ciascuno, e come ciò può essere se io tante cose create neppure le conosco? Come tanti pesci che guizzano nel mare, tanti uccelli che volano per l’aria, tante piante, tanti fiori, tanta varietà di bellezza che contiene tutto l’universo, chi li conosce? Appena in piccolo numero; quindi, se io neppure lo so, specie io, poi, che sto anni ed anni confinata in un letto, come può dire che tutte le cose create hanno l’impronta, il suggello del suo ti amo per me? ” Ora, mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno in atto di tendere le orecchie per ascoltarmi, e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, eppure è vero che tutte le cose create hanno ciascuna un amore distinto verso di te. E’ pur vero che tu non tutte le conosci, ma ciò dice nulla, anzi ti rivela maggiormente l’amor mio e ti dice a chiare note che il mio ti amo per te ti sta vicino e lontano, nascosto e svelato; non faccio come le creature, che quando stanno vicino sono tutto amore, non appena si allontanano si raffreddano e non sanno più amare. Il mio amore è stabile e fisso, e tanto vicino quanto lontano, nascosto e segreto, ha uno stesso suono non mai interrotto: Ti amo. Vedi, tu conosci la luce del sole, è vero; certo tu ne ricevi la sua luce ed il suo calore per quanto ne vuoi, ma altra luce ti sopravanza, tanto da circuire tutta la terra. Se tu volessi più luce, il sole te la darebbe, ed anche tutta. Ora, tutta la luce del sole ti dice il mio ti amo, la vicina e la lontana, anzi, come percorre la terra così porta la sonatine del mio ti amo per te, eppure tu non conosci né le vie che percorre la luce, né le terre che illumina, né le persone che godono il benefico influsso del raggio solare, ma mentre non conosci tutto ciò che fa la luce, tu stai in quella stessa luce, e se non la prendi tutta è perché ti manca la larghezza di poterla assorbire in te; con ciò non puoi dire che tutta la luce del sole non ti dice ti amo, anzi fa più sfoggio d’amore, perché come va invadendo la terra va raccontando a tutti il mio ti amo; come pure tutte le gocce d’acqua, tutte non le puoi bere e rinchiuderle in te; con ciò non puoi dire che non dicono ti amo. Sicché tutte le cose create, conosciute o non conosciute, tutte hanno l’impronta del mio ti amo, perché tutte servono all’armonia dell’universo, al decoro della Creazione, alla maestria della nostra mano creatrice. Io ho fatto come un padre ricco e tenero, amante del suo figlio; dovendo questo uscire dalla casa paterna per prendere stato, il padre prepara un sontuoso palazzo con innumerevoli stanze, dove ognuna contengono un certo che, che può servire a suo figlio. Ora queste stanze, siccome sono molte il figlio non sempre le vede, anzi alcune non le conosce, perché non gli successe nessuna necessità che potevano servirgli, con tutto ciò si può forse negare che in ogni stanza non ci sia stato un amore paterno speciale verso del figlio, avendo la bontà paterna preveduto anche a ciò che al figlio poteva e non poteva essere necessario? Così ho fatto Io, questo figlio è uscito da dentro il mio seno, e nulla volli che gli mancasse, anzi ho creato tante svariate cose, e chi gode d’una cosa e chi di un’altra, ma tutto ha un solo suono: Ti amo”.

16-49 Febbraio 20, 1924 Se altre anime, prima di Luisa, avessero vissuto nella Divina Volontà, Gesù avrebbe fatto uso della sua potenza per far tralucere fuori il modo sublime del vivere nel suo Volere. Vivere nel Divino Volere significa uno scambio continuo di volontà umana e Divina.

(1) Di tutto ciò che il mio dolce Gesù mi ha detto sul suo Santissimo Volere, stavo pensando tra me: “Può essere mai possibile che non vi sia stata finora un’anima che non abbia vissuto nel Divino Volere, e che io sia la prima? Chi sa quante altre sono state prima di me ed in modo più perfetto, più attivo, che non sono io”. Ma mentre ciò dicevo, il mio sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, perché non vuoi riconoscere il dono, la grazia, la tua missione d’essere stata chiamata in modo tutto speciale e nuovo a vivere nel mio Volere? Se altre anime ci fossero state nella mia Chiesa prima di te, essendo il vivere nel mio Volere la cosa più importante, la che più m’interessa e che tanto mi sta a cuore, ci sarebbero state le tracce, le norme, gli insegnamenti nella mia Chiesa di chi avrebbe avuto la sorte di far vita nella mia Volontà, ci sarebbero stati le conoscenze, gli allettamenti, gli effetti, i beni che contiene questo vivere nel mio Volere. Se ci siano state tant’altre manifestazioni, avrei fatto uso della mia potenza, facendo tralucere fuori il modo sublime del vivere nel mio Volere. In vista del mio grande compiacimento e nel vedermi onorato dall’anima con la gloria della mia stessa Volontà, avrei messo tanto alle strette l’anima, in modo da non potermi resistere di far manifestare ciò che Io volevo. Come ci sono i detti e gli insegnamenti sul vivere rassegnato, paziente, ubbidiente, ecc. , ci sarebbe stato anche questo; sarebbe proprio bello e strano che la cosa che più amavo dovesse tenerla nascosta; anzi, quanto più si ama più si vuole far conoscere, quanto più compiacimento e gloria mi porta un modo di vivere, più voglio diffonderlo, non è natura del vero amore il nascondere ciò che può felicitare e arricchire gli altri. Se tu sapessi come sospiravo questo tempo che fosse venuta alla luce la mia piccola neonata nella mia Volontà, per farti vivere nel mio Volere, quale corteggio di grazia preparavo per ottenere l’intento, tu ne resteresti stordita e mi saresti più grata e più attenta. Ah! tu non sai che significa vivere nel mio Volere: Significa farmi ritornare le pure gioie dello scopo della Creazione, gli innocenti miei trastulli del perché creai l’uomo, significa togliermi tutta l’amarezza che la perfida volontà umana mi diede quasi sul nascere della Creazione, significa uno scambio continuo di volontà umana e Divina, e l’anima temendo della sua vive della mia, e questa mia va riempiendo l’anima di gioie, di amore e di beni infiniti. Oh! come mi sento felice nel poter dare ciò che voglio a quest’anima, perché la mia Volontà contiene larghezza da poter tutto ricevere, sicché tra Me e lei non ci sono più divisioni, ma stabile unione d’operare, di pensare, d’amare, perché la mia Volontà la supplisce in tutto, onde stiamo in accordo perfetto ed in comunanza dei nostri beni. Era stato questo lo scopo della creazione dell’uomo: Farlo vivere come nostro figlio e mettere in comune con lui i nostri beni, affinché lui fosse in tutto felice e Noi restassimo divertiti della sua felicità.

(3) Ora, il vivere nel mio Volere è proprio questo: E’ il farci restituire lo scopo, le gioie, le feste della Creazione; e tu dici che dovevo tenerlo nascosto nella mia Chiesa, senza farlo uscire fuori? Avrei messo Cielo e terra sottosopra, travolto gli animi da una forza irresistibile, per far conoscere ciò che sarà compimento della Creazione. Vedi quanto m’interessa questo vivere nel mio Volere, che mette il suggello a tutte le opere mie, che tutte siano complete? A te forse ti sembra nulla, oppure che ci siano cose simili nella mia Chiesa, no, no, per Me invece è il tutto delle mie opere, e come tale devi apprezzarlo ed essere più attenta a compire la missione che voglio da te”.

16-50 Febbraio 22, 1924 Iddio godette le gioie della Creazione finché l’uomo peccò, poi le godette quando venne alla luce la Vergine Santissima, dopo quando venne il Verbo sulla terra, e le godrà quando le anime vivranno nel Voler Divino.

(1) Stavo pensando a ciò che sta detto di sopra e dicevo tra me: “Possibile che il Signore benedetto dopo tanti secoli non abbia goduto le pure gioie della Creazione, e aspetta il vivere nel Divino Volere per ricevere queste gioie, questa gloria e lo scopo per cui il tutto fu creato? ” Ora, mentre ciò pensavo e altro, il mio dolce Gesù si è fatto vedere nel mio interno, e con una luce che mi mandava all’intelletto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, le pure gioie della Creazione, i miei innocenti trastulli con la creatura ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-51 Febbraio 24, 1924 Gesù vuole stabilire la legge della sua Volontà. Effetti anche d’un solo atto nella sua Volontà.

(1) Mi sentivo immersa nel Voler Divino, e pensavo tra me: “Chi sa quante altre cose dirà il mio dolce Gesù alle altre anime sulla sua Volontà, se a me che sono tanto indegna ed incapace me ne ha detto tanto, chi sa quante cose più sublimi dirà alla altre, che sono più buone”. Ed il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutta la legge ed i beni della Redenzione furono scritti da Me e deposti nel cuore della mia cara Mamma. Era giusto che siccome fu Lei ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-52 Febbraio 28, 1924 Il Signore tiene sospesi i beni che aveva stabilito nella Creazione, per darle alle anime che devono vivere nel suo Volere.

(1) Mentre pregavo mi sentivo il mio amabile Gesù nel mio interno, che ora pregava, ora soffriva, ora come se stesse operando, spesso spesso mi chiamava col mio nome, ed io gli ho detto: “Gesù, che vuoi, che stai facendo? Mi sembra che sei molto occupato e soffri molto, e mentre mi chiami, tirato dalle tue occupazioni ti scordi che mi hai chiamato, e non mi dici nulla”.

(2) E Gesù: “Figlia mia, sono tanto occupato in te ché sto svolgendo tutto l’operato del vivere nel mio Volere. E’ necessario che lo faccia prima Io in te, e mentre lo faccio lego tutto il tuo interno nell’interminabile luce della mia Volontà, affinché la tua piccola volontà umana resti concatenata e vi prenda il suo posto, e allargandosi in Essa riceva tutto il bene che la Volontà Divina vuol dare alla volontà umana. Tu devi sapere che, come la Divinità decretò la Creazione, mise fuori di Sé tutto ciò che doveva dare alla creatura, i doni, le grazie, le carezze, i baci, l’amore che doveva manifestarle; come uscii fuori il sole, le stelle, l’azzurro cielo e tutto il resto, così uscii fuori tutti i doni con cui doveva arricchire le anime. Ora, come l’uomo si sottrò dalla Volontà Suprema, respinse tutti questi doni, ma la Divinità non se li ritirò in Sé stessa, ma li lasciò sospesi nella sua Volontà, aspettando che la volontà umana si vincolasse con la sua ed entrasse nel primo ordine da Lei creato, per mettere in corrente con l’umana natura i doni da Lei stabiliti, sicché stanno sospesi nella mia Volontà tutte le finezze d’amore, i baci, le carezze, i doni, le comunicazioni ed i miei trastulli innocenti che dovevo seguire con Adamo se non avesse peccato. La mia Volontà vuole sgravarsi di questi cumuli di beni che aveva stabilito di dare alle creature, e perciò voglio stabilire la legge del vivere nel mio Volere, per mettere in vigore tra Creatore e creatura tutti questi beni sospesi, perciò sto lavorando in te, per riordinare la tua volontà con la Divina, così potrò dar principio e mettere in corrente i tanti beni che finora sono sospesi tra Creatore e creatura. M’interessa tanto questo riordinamento dell’umana volontà con la Divina e che del tutto viva in Essa, che fino a tanto che ciò non ottenga, mi sento come se la Creazione non avesse il mio scopo primario. Del resto, Io creai la Creazione non perché ne avessi bisogno; ero più che sufficientemente felice per Me stesso, e se la creai fu solo ché ai tanti beni che contenevamo in Noi stessi, volevamo un divertimento all’esterno di Noi, perciò il tutto fu creato, e dentro d’un intenso sfogo del più puro amore nostro, mettemmo fuori dal nostro alito onnipotente questa creatura, per poterci trastullare con lei, e lei felicitarsi con Noi e con tutte le cose da Noi create per amor suo. Ora, non fu distruggere il nostro scopo, che chi doveva servire solo per farci gioire e scherzare insieme, col sottrarsi dalla nostra Volontà ci servì d’amarezze, e allontanandosi da Noi, invece di trastullarsi con Noi si trastullò con le cose da Noi create, con le sue stesse passioni, e a Noi ci mise da parte? Non fu questo un capovolgere lo scopo di tutta la Creazione? Vedi dunque come è necessario che ci rifacciamo dei nostri diritti, che la creatura ritorni nel nostro seno per ricominciare i nostri trastulli; ma deve ritornare dove l’uomo fece incominciare il nostro dolore, e vincolarsi con nodo indissolubile con la nostra Eterna Volontà, deve smettere la sua per vivere della Nostra. Perciò sto lavorando nell’anima tua, e tu segui il lavoro del tuo Gesù che vuol mettere in corrente i doni, le grazie sospese che ci sono nella mia Volontà”.

16-53 Marzo 2, 1924 L’anime che fanno la Volontà di Dio, daranno la giratina nella sua luce, e saranno come i primi da Dio creati.

(1) Stavo pensando come poteva succedere che il mio dolce Gesù, come pensava, parlava, operava, ecc. , stendeva i suoi pensieri in ciascun pensiero di creatura, in ciascuna parola e opera. Ed il mio amato Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, nulla c’è da meravigliare di ciò, in Me c’era la Divinità con la luce interminabile della sua Volontà Eterna, in questa luce Io scorgevo in modo facilissimo ciascun pensiero, parola, palpito e atto delle creature; e come Io pensavo, la luce che Io contenevo portava il mio pensiero a ciascun ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-54 Marzo 13, 1924 La natura del vero amore. La Volontà Divina è luce purissima che contiene tutto e che inondando l’anima le porta tutto.

(1) Mi sentivo morire per la privazione del mio dolce Gesù. Onde dopo molto stentare si è mosso nel mio interno e mi ha partecipato le sue pene, ma tanto che mi sentivo soffocare, sentivo il rantolo dell’agonia, eppure io stessa non so dire chi era la causa delle mie pene, mi sentivo solo in una luce immensa, e questa luce si cangiava in pena per me; onde dopo d’aver in qualche modo sofferto, il mio amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, perciò non volevo venire, perché erano tante le pene che Io soffrivo ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16-55 Marzo 19, 1924 Il Voler Divino è passaporto per entrare in tutto, nelle fibre più segrete, e con la sua virtù moltiplica la Vita di Gesù.

(1) Mi stavo fondendo nel mare immenso del Voler Divino, ed il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno in atto di benedirmi, e dopo avermi benedetto mi ha cinto il collo con le sue braccia e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, ti benedico il tuo cuore, i tuoi palpiti, i tuoi affetti, le tue parole, i tuoi pensieri, fino il tuo più piccolo moto, affinché tutti, con la mia benedizione restino investiti d’una virtù divina, in modo che entrando nel mio Volere portino con sé, in virtù della mia benedizione, questa virtù divina, e abbiano il potere di potersi diffondere in tutti, darsi a tutti, moltiplicarmi per ciascuno, per darmi l’amore, la gloria, come se tutti avessero la mia Vita in loro, perciò entra nel mio Volere, penetra tra il Cielo e la terra, gira per tutti. Il mio Volere è luce purissima, e questa luce contiene l’onniveggenza, il passaporto per poter entrare nei più intimi nascondigli, nelle fibre più segrete, nell’abisso delle profondità e nello spazio delle altezze più alte. Questo passaporto non ha bisogno di firma per essere valido, ma contiene in sé stesso questo potere, perché essendo luce che scende dall’alto, nessuno può impedirgli il passo e l’entrata; e poi è re di tutto e tiene il dominio ovunque. Onde metti in giro nella mia Volontà i tuoi pensieri, le tue parole, i tuoi palpiti, le tue pene, tutto il tuo essere, non lasciare nulla in te stessa, affinché col passaporto della luce della mia Volontà e con la mia virtù divina entri in ogni atto di creatura e moltiplichi la mia Vita in ciascuna di esse. Oh! come sarò contento nel vedere che la creatura, in virtù della mia Volontà riempie Cielo e terra di tante mie Vite per quante creature esistono”.

(3) Ond’io mi sono abbandonata nel Volere Supremo, e girando in Esso facevo scorrere i miei pensieri, le mie parole, le mie riparazioni, ecc. , per ciascuna intelligenza creata, ed in tutto il resto dell’operato umano, e come facevo i miei atti, restava formato Gesù, oh! come era bello ed incantevole vedere tanti Gesù dovunque passava il passaporto della luce dell’eterna Volontà! Onde dopo mi sono trovata in me stessa, e ho trovato Gesù che stava avvinto al mio collo, e stringendomi tutta mi sembrava che faceva festa, come se io fossi causa di moltiplicare la sua Vita, per dargli l’onore e la gloria di altrettante Vite Divine. Ond’io gli ho detto:

(4) “Amor mio, non mi sembra vero che io potessi moltiplicare la tua Vita per darti il grande onore di tante Vite Divine; e poi, Tu ti trovi dappertutto, quindi è in virtù di Te stesso che sorge ad ogni atto questa Vita, non mia, io resto sempre la piccola bimba che non è buona a nulla”.

(5) E Gesù: “Figlia mia, tutto ciò che tu dici è vero, Io mi trovo dappertutto, ma è la mia potenza, immensità e onniveggenza che mi fa trovare, non è l’amore e l’agire della creatura nella mia Volontà che mi fa trovare e mi moltiplica; invece quando l’anima entra nel mio Volere, è l’amore di essa, sono i suoi atti che riempiendosi di virtù divina fanno sorgere la mia Vita, a seconda che i suoi atti più o meno si stendano e vengano fatti, ecco perciò la mia festa nel vedere che la creatura prende del mio e mi dà il mio amore, la mia gloria e fino la mia stessa Vita, è tanto il mio contento che alla creatura non le è dato di comprenderlo finché vive nell’esilio, ma lo comprenderà nella patria celeste, quando si vedrà contraccambiata con altrettante Vite Divine per quante ne ha formato sulla terra”.

16-56 Marzo 22, 1924 Necessità di scriverlo tutto. Come la Vergine fece il più gran miracolo. Solo questa dottrina potrà arrestare le generazioni che corrono in un declino vertiginoso nel male.

(1) Avendo detto al confessore ciò che sta scritto avanti, diceva che non era convinto di ciò; che se fosse vero, questa mattina si doveva vedere il mondo cambiato, o almeno in parte. Ond’io sono restata dubbiosa e quasi con la volontà di non voler più scrivere e di non dire più nulla. Onde nel venire il mio amabile Gesù, mi sono abbandonata nelle sue braccia e ho sfogato con Lui tutto il mio cuore; gli ho detto come la pensava il confessore, e che per credere vorrebbero vedere le cose portentose, i miracoli, ecc. Quindi il mio amato ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)