MaM
Messaggio del 15 giugno 1986: Figli cari! Io vi amo e per questo prego per voi. Se voi volete amarmi, pregate per i vostri fratelli e le vostre sorelle. Oggi sono molte le anime che hanno bisogno di preghiera, di tanta preghiera. Pregate e siate d’esempio perché attraverso di voi desidero guidare gli uomini verso la luce.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1937

34-29 Marzo 26, 1937 La Creazione, l’Umanità di Nostro Signore, sono i campi in cui svolge i suoi atti chi vive nella Divina Volontà. Come Essa forma l’Umanità di Nostro Signore ed il Paradiso a Gesù sulla terra.

(1) Il mio volo nel Fiat Divino continua, ed in Esso mi sento che tutto è mio e sento il bisogno di conoscere, di amare ciò che mi appartiene, e che con tanto amore mi ha dato, e mentre giravo nelle opere del Voler Divino, il caro Gesù, la dolce mia vita, ripetendomi la sua breve visitina tutto bontà mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, com’è vero che per sorgere l’amore si deve possedere ciò che si ama, se non si possiede l’amore non sorge, non amare le cose proprie è quasi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

34-30 Aprile 4, 1937 Come la creatura dà la sua volontà a Dio, così Dio acquista i suoi diritti Divini sopra di essa; come vengono formati tre muri di fortezza per non farla uscire da dentro del Fiat.

(1) Sono sotto le onde eterne del Voler Divino, e se qualche pensiero mi sfugge, queste onde si fanno più forti e soffocano il mio pensiero ed i miei timori, in modo che subito mi rappacifico e corro insieme col Fiat Divino. Onde il pensiero spesso mi tormenta se ancor esco da dentro di Esso. Mio Dio, che pena, mi sento morire solo a pensarlo, mi pare che non sarò più sorella colle cose create, sposterò il mio posto in mezzo a loro, non più saranno mie, ed io che cosa darò allora al mio Dio? Non mi resta altro che il puro nulla. Mi sentivo così male nel pensare ciò, che mi sentivo torturata, ed il mio dolce Gesù, avendo compassione di me e dello stato in cui mi ero ridotta, ha corso per sostenermi nelle sue braccia e tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia, che fai? Coraggio, tu ti opprime troppo ed il tuo Gesù non lo vuole, e poi, la stessa pena che senti significa che non vuoi uscire dalla mia Divina Volontà, e a Me mi basta la tua volontà, essa è il pegno più certo, ed Io la tengo chiusa nel mio cuore divino come la cosa più preziosa, affinché nessuno me la tocchi; del sentire della creatura Io non ne faccio conto, è per Me come se non fosse, e molte volte serve a gettarsi nelle mie braccia, affinché Io la liberi da questo nemico che le fa perdere la pace.

(3) Ora, tu devi sapere che quando l’anima mi ha dato la sua volontà con decisione ferma, e con conoscenza certa di ciò che faceva, senza volerla più conoscere, già ha preso posto nella mia, ed Io con diritto ne sono il Padrone, ed essa con diritto è della mia. Onde credi tu che Io sono facile a cedere questi diritti? Affatto, userò tutte le arti, metterò in campo la mia stessa Potenza, perché non mi venisse tolto ciò che tanto mi interessa; tu devi sapere ch’è il vincolo più forte tra il Creatore e la creatura, la cessione della sua volontà, e resta inseparabile da non potersi più disgiungere da Noi, la sua vita la sentiamo come nostra, perché una è la Volontà che ci anima. Ora, credi tu che con un pensiero, con un sentire si possano spezzare questi vincoli, perdere la nostra inseparabilità, e Noi cedere ciò ch’è nostro senza atti decisi, ripetuti, che vuole la sua volontà? Figlia mia, ti inganni; molto più ch’è tanto il nostro amore per essa, che non appena ci ha dato il suo volere, Noi muriamo la creatura, prima con muro di luce, in modo che se volesse uscire, la luce la eclissa e non sa dove muovere il passo, perché dovunque trova luce, e non sapendo dove andare, indietreggia e si nasconde nel seno del suo Creatore. Il secondo muro è tutto ciò che fece la mia Umanità stando sulla terra, le mie lacrime, le mie opere, passi e parole, le mie pene, le mie piaghe, il mio sangue, si murano intorno alla felice creatura per impedirle la uscita, perché Essa contiene il segreto, la forza, la vita per dar vita a chi vive nel Voler Divino, e credi tu che dopo aver ottenuto l’intento di vincere a via di pene questa volontà, Io mi faccia sfuggire ciò che mi costa sangue, vita e morte. Ah! tu non hai capito bene ancora il mio Amore, se si trattasse di semplice rassegnazione, è facile farla e non farla la mia Volontà, perché questi non mi hanno ceduti i loro diritti, la loro volontà se la tengono cara, e perciò ora sono rassegnati, ora impazienti, ora amano il Cielo, e ora la terra, ma per chi mi ha dato la sua volontà ha preso posto nell’ordine divino, vuole e fa ciò che facciamo Noi, si sente regina, quindi è quasi impossibile uscire dal nostro Fiat, né si adatterebbe a fare la serva, la schiava, se uscisse dal nostro Volere. Il terzo muro è tutta la Creazione, la quale sente in essa la virtù operante del Voler Divino, di cui tutte ne posseggono la vita, e per farle omaggio si murano d’intorno, il sole con la sua luce, il vento col suo impero, insomma, tutte le cose create sentono la forza creatrice, la virtù operante e sempre nuova che opera nella creatura, mentre loro non possono far di più di quello che fanno e corrono intorno per godersi le opere di quel Fiat di cui sono animati. Perciò non ti dar pensiero, godi la pace di quel Volere che ti possiede, ed il tuo Gesù ci penserà a tutto”.

34-31 Aprile 8, 1937 Tutto ciò che si fa nel Voler Divino costituisce un diritto per tutti, e tutti possono fare quel bene. Questi diritti furono dati da Adamo, dalla Regina del Cielo, da Nostro Signore, il quale ci preparò la veste regale.

(1) La mia povera mente non fa altro che tuffarsi nel mare del Fiat Supremo, e per quanto sento il Cielo in me del Voler Divino, molte volte sperdo Gesù nell’immensità di questo Cielo, e non lo trovo, e la sua privazione è il più duro martirio della mia povera esistenza quaggiù, e quanto ci vuole per trovarlo, fino a farmi ridurre in uno stato sì compassionevole da sentirmi morire, e allora se ne viene, o con uno stratagemma d’amore, o con una verità più sorprendente da sentirmi ritornare la vita fino a dimenticarmi le pene sofferte. Ah! Gesù, ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

34-32 Aprile 18, 1937 Incontri continui tra il Voler Divino e la creatura. Come chi vive in Esso ha formato il piccolo maricello del Fiat. Come corre sempre in ogni cosa per dare nuove grazie e nuovo amore.

(1) Il mio volo nel Fiat continua, anzi mi sento che mi viene incontro in ogni istante, in ogni cosa che tocco, che faccio, nelle pene e nelle gioie, in ciascuna cosa creata, che me le mette intorno per farmi servire, mi sembra che stia come alla spia, per farsi conoscere per dirmi: “Sono qui, dimmi che vuoi, mi renderai più felice se mi metti in condizione di poterti abbondare di più, affinché felicitandoti, Io mi senta più felice per la felicità della figlia mia. Ora, mentre la mia mente era affogata nel suo mare divino, il mio ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

34-33 Aprile 25, 1937 Prodigio dell’atto operante della Divina Volontà nella creatura. Come chi la fa operare in essa, è la sospirata, la benvenuta, la beniamina di tutta la corte celeste. Tutto ciò che si fa in Essa, acquista la virtù di produrre Vita Divina.

(1) Stavo pensando alla Divina Volontà operante nella creatura. Mio Dio, quante sorprese, quante scene commoventi, quante maraviglie e prodigi che solo un Dio può fare, e la piccolezza umana resta stupita, incantata nel vedere l’immensità del Fiat Divino, che mentre resta immenso, si chiude nel suo piccolo atto, e con la Potenza creatrice vi forma il suo atto operante, con una catena di prodigi divini inauditi, ma tali e tanti, che i Cieli stupiscono e la terra trema innanzi all’atto operante del Voler Divino nella creatura; ma mentre la mia mente si perdeva in queste sorprese, il mio ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

34-34 Maggio 6, 1937 Come Gesù non sa che farne di un’anima che non possiede la pace. Chi vive nel Voler Divino Dio le fa dono di tutte le opere sue, e anche della sua stessa Vita, per farle veder quanto e come vuol essere amato.

(1) Il mio abbandono nel Voler Divino continua, la mia povera mente, oppressa per gli incidenti della vita, per me troppo dolorosi, cerca il mio rifugio nel centro del Fiat, nel quale mi sento rinascere a novella vita, ringiovanire, rifare dalle mie tappe dolorose, ma come mi scosto dal suo centro, le mie oppressioni risorgono, tanto da sentirmi i giusti rimproveri del mio caro Gesù, fino a dirmi: “Figlia mia, badaci, che Io non so che farne d’una anima che non è pacifica, è la pace il mio celeste soggiorno; il campanello che con suoni vibranti e dolci che ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

34-35 Maggio 10, 1937 Come Dio si fa cibo della creatura; lo scambio, l’affiatarsi, il parlarsi d’ambi le parti formano le opere più belle. Come la Regina del Cielo continua l’ufficio di Madre e cresce suo Figlio nelle creature.

(1) Il mare del Voler Divino continua ad inondarmi, ed essendo io incapace ed inabile a tutto, pare che si diletta come a piccola piccina di imboccarmi con le sue mani, più che materne, il cibo del suo Fiat, ed insegnarmi parola per parola, sillaba per sillaba, le prime vocali della scienza della Divina Volontà, e quando pare che in qualche modo l’ho capito, oh! come fa festa, perché sente tutta la certezza di formare un’anima tutta di Volontà Divina. Ed io nel vedere le sue materne cure, come ne sono contenta e lo ringrazio di cuore. Ed il ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

34-36 Maggio 16, 1937 Le verità, parto divino, ed è il più grande miracolo che Iddio possa fare, ed il gran bene che porta alle creature.

(1) Sono sempre di ritorno nel mare del Voler Divino, le tante verità manifestatemi, si affollavano nella mia piccola mente come tanti fulgidi soli, ognuno dei quali volevano dire la storia del Fiat Divino, ma l’uno distinto dall’altro, chi voleva dire la storia della sua luce eterna, chi della sua santità, chi del modo come forma la sua Vita nel centro dell’anima, insomma, tutte avevano che dire d’un Volere sì Santo, e tutte avevano un compito speciale d’essere portatori del bene che ciascuna racchiudeva, che unite insieme formavano una sol vita. Però, per poter deporre il bene che racchiudevano, volevano essere ascoltate, aperte le porte dell’anima, riconosciute e quasi pregate e apprezzate, per farle deporre la Vita che contenevano. Io mi perdevo in mezzo a tanti messaggeri, ché tutti volevano dire la storia eterna del Fiat. Ed il mio Sommo Bene Gesù, ripetendomi la sua breve visitina, con un’amore indicibile mi ha detto:

(2) “Mia piccola Figlia del Voler Divino, tu devi sapere che il più gran miracolo che il nostro Essere Divino può fare, è il manifestare una verità che ci appartiene, perché Essa primo viene formata, maturata nel nostro seno e come parto nostro l’usciamo fuori come portatore di Vita Divina a bene delle creature. E allora l’usciamo questo parto, quando il nostro Amore alza tanto le sue fiamme, che per non restare affogato sentiamo il bisogno di mettere fuori i nostri parti divini. Vedi dunque che cosa mettiamo fuori col manifestare una verità, non il cielo, il sole, il vento, ma la Vita nostra come portatrice di Vita Divina alle creature, gli altri miracoli, la stessa Creazione sono opere nostre, non vita, invece le verità sono vita perenne, e se trovano chi le riceve, si bilocano, si moltiplicano in modo incredibile per ciascuna creatura, tanto che ciascuna la può tenere per sé come vita che l’appartiene. Queste verità come parti nostri, ci somigliano in tutto al nostro Ente Supremo, non sono voce e parlano, e fanno parlare; non hanno piedi e camminano, ma così veloci, che nessuno li può raggiungere, né impedire il passo; entrano nelle intelligenze e formano il pensiero per farsi conoscere; trasmutano la volontà per farsi possedere; rinnovano la memoria per non farsi dimenticare; camminano nelle vie del cuore per farsi amare. Sicché non hanno mani e operano, non hanno occhi e guardano, non hanno cuore e generano amore. Le verità non sono altre che vite palpitanti del nostro Essere Divino in mezzo alle creature, palpito senza cuore, perché il nostro cuore è la creatura, e Noi come Spirito purissimo, che ci troviamo dappertutto, siamo il palpito, che mentre non si vede, si sente e formiamo la vita e la diamo a tutte le umane generazioni. Onde non vi è miracolo simile al gran miracolo di quando usciamo da Noi una verità, è una Vita nostra che esponiamo, la quale più che sole, si farà luce delle creature, che dardeggiandole col suo calore vitale, maturerà la sua Vita, prima a chi viene diretta e poi diffondersi in chi la vuol ricevere, e se trovano ingrati che non vogliano ricevere un tanto bene, esse non sono soggette né a morire, né a perder la vita, ma aspettano con pazienza invitta, se occorre anche secoli, nuove generazioni, alle quali daranno i beni che posseggono e compiranno lo scopo perché sono uscite dal seno Divino. Noi nell’uscire le nostre verità guardiamo i secoli, e quando siamo certi che bilocheranno, moltiplicheranno le nostre vite in mezzo alle creature, allora l’usciamo per dare il bene che posseggono, e per ricevere l’onore e la gloria divina che le nostre verità posseggono. Noi non facciamo mai cose inutili, credi tu che le tante verità che ti abbiamo manifestato sulla nostra Volontà con tanto amore non porteranno il loro frutto e non formeranno la vita di esse nelle anime? Affatto, se l’abbiamo uscito è perché sappiamo certo che porteranno il loro frutto e stabiliranno il regno del nostro Volere in mezzo alle creature, e se non oggi, perché li sembra che non sia cibo adattabile per loro, e forse disprezzano ciò che li potrebbe formare la Vita Divina in loro, verrà tempo che faranno a gara a chi più potrà conoscere queste verità, col conoscerle le ameranno, l’amore le renderà cibo adattabile per loro e così formeranno la vita che le mie verità le porgeranno. Perciò non ti dar pensiero, è questione di tempo, Io che conosco le cose come andranno, non mi arresto, continuo a manifestare le mie verità, e tu segui il tuo volo, e prestati ad ascoltarmi, e a metterle in pratica”.

34-37 Maggio 23, 1937 Come la Divina Volontà è ordine e pace, e questo è il segno dov’Essa regna. Chi vive nel Voler Divino è sempre rinnovata nella santità, amore e freschezza divina, e nel suo atto corre l’atto creante e crescente dei beni divini.

(1) Il mare del Voler Divino mormora continuamente, ma con tale armonia, ordine e pace, le sue onde sebbene altissime, sono sempre pacifiche e come investono le creature, Cielo e terra, prima le danno l’abbraccio ed il bacio di pace e poi entrano nelle loro anime; se non ricevono il bacio di pace, pare che le passano avanti, perché dove non vi è pace non si adatta il Voler Divino, non è luogo per Esso. Ma mentre la mia mente si perdeva in questo mare, il mio sempre amabile Gesù, visitando la piccola anima mia, con una dolcezza e ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

34-38 Maggio 28, 1937 La Regina portatrice di Gesù, il gran dono che le fu consegnato. Compito che ebbe dall’Ente Supremo.

(1) Il vivere nel Voler Divino continua, è tanto il suo Amore che mi nasconde nella sua luce affinché non vegga, non senta, non tocchi che la sua Santissima Volontà. Anzi, questa mattina la mia Madre Celeste mi ha fatto una dolce e cara sorpresa: Avendo fatto la Santa Comunione si faceva vedere nel mio interno, che stava come affiatata col bambino Gesù, lo teneva così stretto al suo materno cuore, coperto con le sue braccia, che per guardarlo e ricrearlo col mio piccolo amore, doveva abbandonarmi fra le sue braccia per starmi anch’io affiatata con loro, affinché potesse ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)