(1) Stavo pensando alla Divina Volontà operante nella creatura. Mio Dio, quante sorprese, quante scene commoventi, quante maraviglie e prodigi che solo un Dio può fare, e la piccolezza umana resta stupita, incantata nel vedere l’immensità del Fiat Divino, che mentre resta immenso, si chiude nel suo piccolo atto, e con la Potenza creatrice vi forma il suo atto operante, con una catena di prodigi divini inauditi, ma tali e tanti, che i Cieli stupiscono e la terra trema innanzi all’atto operante del Voler Divino nella creatura; ma mentre la mia mente si perdeva in queste sorprese, il mio Sommo Bene Gesù, ripetendo la sua breve visitina, tutto bontà mi ha detto:
(2) “Mia piccola figlia del Fiat Supremo, è tanto il nostro Amore, che non appena la creatura chiama il nostro Volere nell’atto suo, che corre e scende nell’atto di essa; già chiamarlo, non è altro che preparare il posticino dove deve operare, chiamarlo significa amarlo, e che sente il bisogno dell’atto operante della mia Volontà, affinché la sua non solo non operi, ma resta come sgabello e ammiratore d’un Volere sì Santo. Onde scendendo porta con Sé la sua virtù creatrice, le sue gioie e beatitudini celesti, la stessa Trinità Sacrosanta, come spettatrice e attrice del suo operato, e mentre nel posticino della creatura pronunzia il suo Fiat, forma tali prodigi e maraviglie, che il cielo, il sole resta dietro, e supera tutto il bello della Creazione, vi crea le sue musiche divine, i soli più fulgidi, vi crea la sua Vita operante, le sue gioie nuove; è tale e tanto quest’atto, che gli angeli, i santi, vorrebbero svuotare le regioni Celesti per godersi l’atto operante del loro Fiat creatore. E’ tale e tanta la bellezza, la sontuosità, la virtù vivificatrice di quest’atto divino, che il mio Voler Divino se lo porta nel Cielo come conquista e trionfo dell’anima in cui ha operato, per rallegrare con nuove gioie e beatitudini tutta la corte celeste; è tale la gioia, la gloria che ricevono, che non fanno altro che ringraziare il mio Voler Divino che con tant’amore ha operato nella creatura, perché non vi è né gloria, né gioia maggiore, dell’atto suo operante e conquistante in essa”.
(3) E io nel sentir ciò, sorpresa ho detto: “Amor mio, se quest’atto se lo porta in Cielo, la povera creatura resta senza e come digiuna di quest’atto”. E Gesù ha soggiunto:
(4) “No, no, figlia mia, l’atto è sempre suo, nessuno lo può togliere e mentre allieta la patria celeste, resta come base, fondamento e proprietà nel fondo dell’anima, la conquista è sua, e mentre allieta la corte celeste, essa nulla perde, anzi sente in sé la virtù creatrice e continua del mio Fiat in atto di fare sempre nuove conquiste, e mentre resta nell’anima, nel medesimo tempo se lo porta nel Cielo, come nuova gloria e gioia dei santi e come pioggia benefica a tutti i viatori, molto più che l’umana famiglia è vincolata col Cielo, ed il Cielo con la terra, c’è un vincolo tra loro, che tutti hanno diritto di partecipare al bene che esse fanno, sono membri unite tra loro, e come connaturale il bene corre per darsi a tutti. E poi come la mia Volontà opera nell’anima, il Cielo si mette in aspettativa, perché nuotando essi nel Fiat sentono che sta per operare, e perciò si mettono sull’attenti, reclamano, sospirano di ricevere le nuove conquiste e gioie della Vita della Divina Volontà che loro posseggono. Essa è vita primaria dei santi in Cielo, quindi negli atti che Essa fa tutti concorrono, perciò con diritto vogliono ricevere le nuove gioie e le belle conquiste che sa fare la mia Volontà. Onde chi la fa operare negli atti suoi, è la nuova gioia del Cielo, la benvenuta, la beniamina, la sospirata di tutta la corte celeste, molto più che gioie di conquiste non c’è ne sono lassù, e perciò l’aspettano dalla terra. Oh! se tutti conoscessero tutti questi segreti del mio Fiat Divino, metterebbero la vita per vivere di Esso e farlo regnare nel mondo intero”.
(5) Dopo ciò continuavo a pensare alla Divina Volontà, né posso farne a meno, me la sento dentro di me che mi dà vita, me la sento fuori di me, che come la più tenera delle madri mi porta fra le sue braccia, mi alimenta, mi cresce e mi difende da tutto e da tutti, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
(6) “Figlia mia, com’è bella la mia Volontà, nessuno può darsi il vanto d’amare la creatura come Essa l’ama, è tanto il suo amore, che tutto Essa vuol farle, non la vuole affidare a nessuno, col suo Fiat la crea, la cresce, l’alimenta, la porta sempre fra le sue braccia di luce, le fa da maestra, insegnandole le scienze più sacre, le rivela i segreti più reconditi e nascosti del nostro Essere Supremo, la mette a conoscenza del nostro Amore, delle fiamme che ci bruciano, per farla bruciare insieme con Noi in ogni atto che fa, non la lascia mai sola, corre per mettervi la sua Vita. Sicché ogni atto è animato dalla sua Vita Divina, e posseggono la virtù di poter produrre Vita Divina; e la mia Volontà prende queste vite da dentro gli atti della creatura per dare Vita Divina, vita di grazia, vita di luce, vita di santità alle altre creature, e vita di gloria a tutta la corte celeste, Essa è la vera faccendiera, vuol darsi a tutti per mezzo di chi vive nel suo Volere. E quando ha formato la pienezza del suo capolavoro, se la porta al Cielo come trionfo, vittoria della sua Potenza e arte divino, che sa e può fare nella creatura purché si presti a vivere con Essa e si faccia portare nelle sue braccia. Perciò sii attenta e fati lavorare d’un Volere sì Santo, che tanto ti ama e che vuol essere amato”.