MaM
Messaggio del 9 ottobre 1983:Ciò che è più importante per poter pregare bene è avere un continuo desiderio di Dio e un gran desiderio di salvare le anime. Lasciatevi guidare da questi due desideri: l’anelito a Dio e la salvezza degli uomini. Allora pregherete volentieri e troverete facilmente il tempo per la preghiera.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1918

12-62 Settembre 25, 1918 Uffizio di vittima.

(1) Stavo molto afflitta e mi sentivo una forza nel mio interno di voler uscire dal mio solito stato. Oh! Dio, che pena, mi sentivo una mortale agonia, solo Gesù può sapere lo strazio dell’anima mia; io non ho parole come esprimerlo, anzi voglio che solo Gesù sappia tutte le mie pene, perciò passo avanti. Ora, mentre nuotavo nelle amarezze, il mio sempre amabile Gesù, tutto afflitto è venuto e mi ha detto mettendomi un suo dito alla bocca:

(2) “Ti ho contentato, zitta; non ti ricordi quante volte ti ho fatto vedere grandi mortalità, città spopolate e quasi deserte, e tu mi dicevi, no, non lo fare, e se vuoi farlo devi permettere di darli tempo di ricevere i sacramenti, ed Io lo sto facendo; che altro vuoi? Ma il cuore dell’uomo è duro, non è del tutto stanco, non ha toccato ancora l’apice di tutti i mali, e perciò non è sazio ancora, e perciò non si arrende e guarda la stessa epidemia con indifferenza. Ma questi sono i preludi. Verrà!, verrà il tempo in cui questa generazione così maligna e perversa la farò quasi scomparire dalla terra”.

(3) Io tremavo nel sentire ciò e pregavo, e volevo domandare a Gesù: Ed io che dovrei fare? Ma non ardivo, e Gesù ha soggiunto:

(4) “Quello che voglio che da te stessa non ti disponga a farlo, ma trovandoti libera puoi farlo, ti voglio in balia della mia Volontà. In questi giorni scorsi ero Io che ti sforzavo d’uscire dal tuo solito stato, volevo allargare il flagello dell’epidemia e non volevo tenerti, per essere più libero”.

12-63 Ottobre 3, 1918 Come la Giustizia deve equilibrarsi.

(1) Stavo pregando il benedetto Gesù che si plachi, e appena è venuto e gli ho detto: “Amor mio, Gesù, com’è brutto vivere in questi tempi, dovunque si sentono lacrime e si veggono dolori, il cuore mi sanguina, e se il tuo Santo Volere non mi sostenesse, certo non potrei più vivere; ma, oh! quanto mi sarebbe più dolce la morte”. Ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, è la mia giustizia che deve equilibrarsi, tutto è equilibrio in Me. Ma però il flagello della morte tocca le anime con l’impronta della grazia, tanto che quasi tutti chiedono gli ultimi sacramenti. L’uomo è giunto a tanto, che solo quando si vede toccato la propria pelle e si sente disfare, si scuote, tanto che gli altri che non sono toccati vivono spensierati e continuano la vita del peccato, è necessario che la morte mieta, per togliere tante vite che non fanno altro che far nascere spine sotto dei loro passi, e questo di tutte le classi, secolari e religiosi. Ah! figlia mia, sono tempi di pazienza, non ti allarmare, e prega che il tutto ridondi a gloria mia ed a bene di tutti”.

12-64 Ottobre 14, 1918 La vera pace viene da Dio. Il più grande castigo è il trionfo dei cattivi.

(1) Continuando il mio solito stato pieno d’amarezze e di privazioni, il mio dolce Gesù quando appena è venuto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, i governi si sentono mancare il terreno sotto dei piedi, Io userò tutti i mezzi per arrenderli, per farli rientrare in loro stessi e farli conoscere che solo da Me possono sperare vera pace e pace durevole; ed ora umilio l’uno ed ora l’altro, ora li faccio fare amici ed ora nemici, ne farò di tutti i colori per arrenderli, le farò mancare le braccia, farò cose inaspettate ed impreviste per confonderli e farli comprendere l’instabilità delle cose umane e di loro stessi, per farli comprendere che solo Dio è l’Essere stabile da cui possono sperare ogni bene, e che se vogliono giustizia e pace, devono venire alla fonte della vera giustizia e della vera pace, altrimenti non concluderanno nulla, continueranno a dibattersi, e se parrà che combineranno, non sarà duratura, ed incominceranno più forte la zuffa. Figlia mia, le cose come stanno, solo il mio dito onnipotente può aggiustarle, ed a suo tempo lo metterò, ma grandi prove ci vogliono e ci saranno nel mondo, perciò ci vuole gran pazienza”.

(3) Poi ha soggiunto con un accento più commovente e doloroso:

(4) “Figlia mia, il più grande castigo è il trionfo dei cattivi, ci vogliono ancor purghe, ed i cattivi nel loro trionfo purificheranno la mia Chiesa, e dopo li striterò e li disperderò come polvere al vento. Perciò non t’impressionare dei trionfi che senti, ma piangi con Me la loro triste sorte”.

12-65 Ottobre 16, 1918 Predice le guerre e la sorte di alcuni paesi.

(1) Mi sentivo molto afflitta per la privazione del mio amabile Gesù, e la mia mente era funestata dal pensiero che il tutto era stato in me, o lavorio della fantasia o del nemico. Corrono voci di pace e di trionfo per l’Italia, ed io ricordavo che il mio dolce Gesù mi aveva detto che l’Italia sarà umiliata. Che pena, che agonia mortale, pensare che la mia vita era un inganno continuo, mi sentivo che Gesù voleva parlarmi, ed io non volevo sentirlo, lo respingevo; ho lottato tre giorni con Gesù, e molte volte ero tanto sfinita che non teneva forza per respingerlo ed allora Gesù diceva, ed io, pigliando forza dal suo dire gli dicevo: “Non voglio sapere nulla”. Finalmente Gesù mi ha cinto il collo col suo braccio e mi ha detto:

(2) “Chetati, chetati, sono Io, dammi ascolto. Non ti ricordi che mesi addietro, lamentandoti tu con Me della povera Italia, ti dissi: “Figlia mia, perde chi vince e vince chi perde”. L’Italia, la Francia, sono già umiliate, e non saranno più finché non saranno purgate e ritornate a Me libere ed indipendenti, e pacifiche. Nel trionfo puramente apparente che godono, loro già subiscono la più grande delle umiliazioni, ché non loro, ma uno straniero, neppure europeo, è venuto a cacciare il nemico; sicché, se si potesse dire trionfo, ciò che non è, è dello straniero, ma questo è nulla, ora più che mai perdono di più, tanto nel morale quanto nel temporale, perché ciò li farà disporsi a commettere maggiori delitti, a rivoluzioni interne accanite, da sorpassare la stessa tragedia della guerra. E poi, quello che ti ho detto non riguardava solo i tempi presenti, ma anche i futuri, e quello che non si verificherà ora, si verificherà poi e se qualcuno troverà difficoltà, dubbi, significa che non se ne intende del mio parlare, il mio parlare è eterno come sono Io.

(3) Ora voglio dirti una cosa consolante: L’Italia, la Francia, ora vincono e la Germania perde. Tutte le nazioni hanno delle macchie nere e tutte meritano umiliazioni e schiacciamenti. Ci sarà un parapiglio generale, sconvolgimento dappertutto; col ferro, col fuoco e con l’acqua, con morte repentine, con mali contagiosi, rinnoverò il mondo, farò cose nuove; le nazioni faranno una specie della torre di Babele, giungeranno a neppure capirsi tra loro, i popoli si ribelleranno tra loro, non vorranno più re; tutti saranno umiliati e la pace verrà solo da Me, e se senti dir pace, non sarà vera, ma apparente. Quando avrò tutto purgato, ci metterò il mio dito in modo sorprendente e darò la vera pace, ed allora tutti quelli che saranno umiliati ritorneranno a Me, e la Germania sarà cattolica, ho dei grandi disegni su di essa; l’Inghilterra, la Russia e dovunque si è sparso il sangue, risorgerà la fede e s’incorporeranno alla mia Chiesa. Ci sarà il grande trionfo e l’unione dei popoli. Perciò prega, e ci vuole pazienza, perché non sarà così presto, ma ci vorrà il tempo”.

12-66 Ottobre 24, 1918 L’anima deve investirsi di Gesù per riceverlo Sacramentato.

(1) Stavo preparandomi a ricevere il mio dolce Gesù in Sacramento e lo pregavo che coprisse Lui la mia grande miseria, e Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia, per fare che la creatura potesse avere tutti i mezzi necessari per ricevermi, volli istituire questo sacramento l’ultimo della mia Vita, per poter schierare intorno a ciascuna ostia tutta la mia Vita, come preparativo per ciascuna creatura che mi avesse ricevuto. Mai la creatura poteva ricevermi, se non avesse un Dio preparatore, che preso solo da eccesso d’amore di volersi dare alla creatura, e non potendo essa ricevermi, lo stesso eccesso mi portava a dare tutta la mia Vita per prepararla, sicché ci metteva i passi miei, le opere mie, il mio amore avanti ai suoi; e siccome in Me c’era anche la mia Passione, ci metteva anche le mie pene per prepararla; sicché investiti di Me, copriti di ciascun atto mio e vieni”.

(3) Dopo mi son lamentata con Gesù, perché non più mi fa soffrire come una volta, e Lui ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, Io non guardo tanto il patire, ma la buona volontà dell’anima, l’amore con cui soffre; per questo il più piccolo patire si fa grande, i nonnulli prendono vita nel tutto e acquistano valore, e il non patire è più forte dello stesso patire. Che dolce violenza è per Me vedere una creatura che vuol patire per amor mio, che importa a Me che non soffra, quando veggo che il non patire le è chiodo più trafiggente dello stesso patire. Invece la non buona volontà, le cose sforzate e senza amore, per quanto grandi, sono piccole; Io non le guardo, anzi mi son di peso”.

12-67 Novembre 7, 1918 L’anima che fa la Volontà di Dio, imprigiona Gesù.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, stavo dicendo al mio dolce Gesù: “Se volessi che uscissi dal mio solito stato; come è possibile che dopo tanto tempo non mi contenti?” E Lui mi ha detto:

(2) “Figlia, chi fa la mia Volontà e vive nel mio Volere, e non per poco, ma per un periodo di vita, mi forma come una prigione nel suo cuore, tutta della mia Volontà. Sicché, come faceva la mia Volontà e cercava di vivere nel mio Volere, così andava innalzando le mura di questa divina e celeste prigione, ed Io con mio sommo contento ne sono rimasto imprigionato dentro; e come lei assorbiva Me, Io assorbivo lei in Me, in modo da formare in Me la sua prigionia; sicché lei è restata imprigionata in Me ed Io imprigionato in lei. Onde quando l’anima vuole qualche cosa, Io le dico: “Tu hai fatto sempre la mia Volontà, è giusto che Io qualche volta faccia la tua”. Molto più, che vivendo quest’anima della mia Volontà, ciò che vuole può essere frutto, desiderio della mia stessa Volontà che vive in lei, perciò non ti dar pensiero, quando sarà necessario Io farò la tua volontà.

12-68 Novembre 15, 1918 Come si vive a spese della Santità di Gesù.

(1) Stavo pensando che sarebbe meglio, pensare a santificare sé stessa, oppure occuparsi solo presso Gesù di ripararlo, ed a qualunque costo cercare insieme con Gesù la salvezza delle anime? Ed il benedetto Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi pensa solo a ripararmi e a salvare le anime, vive a spese della mia Santità. Vedendo Io che l’anima non vuole altro che ripararmi, e facendo eco al mio palpito infuocato mi chiede anime, Io veggo in lei le caratteristiche della mia Umanità, e preso da follia verso di essa la fo vivere a spese della mia Santità, dei miei desideri, del mio amore, a spese della mia fortezza, del mio sangue, delle mie piaghe, ecc., posso dire che metto a sua disposizione la mia Santità, sapendo che non vuole altro che ciò che voglio Io. Invece chi pensa a santificare solo sé stessa, vive a spese della sua santità, della sua forza, del suo amore, oh! come crescerà misera, sentirà tutto il peso della sua miseria e vivrà in continua lotta con sé medesima. Invece chi vive a spese della mia Santità, il suo cammino scorrerà placido, vivrà in pace con sé e con Me, Io le vigilerò i pensieri e ciascuna fibra del suo cuore, e sarò geloso che neppure una fibra non chieda anime, ed il suo essere non stia in continuo versarsi in Me per ripararmi; non la avverti tu questa mia gelosia?”

12-69 Novembre 16, 1918 Le umiliazioni sono fessure per cui entra la luce.

(1) Continuando il mio solito stato, appena è venuto il mio dolce Gesù, e pareva che sentiva un dolore forte al cuore, e chiedendomi aiuto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, che catene di delitti in questi giorni, che trionfo satanico. La prosperità dell’empio è il segno più cattivo e sono spinte con cui la fede parte dalle loro nazioni, restano come inceppati dentro d’una oscura prigione. Invece le umiliazioni all’empio sono tante fessure per cui entra la luce, che facendolo rientrare in sé stesso, le porta la fede a lui ed alle stesse nazioni. Sicché le farà più bene l’umiliazione che qualunque vittorie e conquiste. Che punti critici e dolorose attraverseranno! L’inferno ed i malvagi si rodono di rabbia per incominciare le loro tresche e malvagità. Poveri miei figli, povera mia Chiesa”.

12-70 Novembre 29, 1918 Chi esce dalla Divina Volontà, esce dalla luce.

(1) Trovandomi nel solito mio stato stavo pregando il mio sempre amabile Gesù, che oggi, come mi aveva promesso l’altra volta, che quando l’anima fa sempre la sua Volontà, qualche volta permette che Lui faccia la volontà dell’anima; sicché gli dicevo: “Oggi proprio dovete fare la mia volontà”.

(2) E Gesù venendo mi ha detto: “Figlia mia, non sai tu che l’anima, uscendo dalla mia Volontà, è per lei come una giornata senza sole, senza calore, senza la vita dell’attitudine divina in lei?”

(3) Ed io: “Amor mio, il Cielo mi guardi di far ciò; amerei piuttosto morire che uscire dalla tua Volontà, perciò metti la tua Volontà in me, e poi dimmi che: E’ Volontà mia che oggi Io faccio la tua volontà”.

(4) E Gesù: “Ah! cattivella! Va bene, ti contento, ti terrò con Me finché vorrò, e poi Io stesso ti lascerò libera”.

(5) Oh! come ne son rimasta contenta, che senza fare la mia volontà, Gesù, immedesimando la sua Volontà alla mia, facendo la Sua faceva la mia.

(6) Onde dopo, il mio amabile Gesù si è trattenuto con me, e pareva che intingeva la punta del suo dito nel suo preziosissimo sangue e mi passava la fronte, gli occhi, la bocca, il cuore, e poi mi ha baciato. Io, nel vederlo così affettuoso, dolce, ho cercato di succhiare dalla sua bocca le amarezze che conteneva il suo cuore, come facevo prima; ma Gesù subito si è ritirato un poco lontano e mi faceva vedere un involto che teneva in mano, pieno di altri flagelli, e mi ha detto:

(7) “Vedi quant’altri flagelli ci sono da versare sulla terra, perciò non verso in te. I nemici hanno preparato tutti i piani interni per fare rivoluzioni; ora non resta altro che finire di preparare i piani esterni. Ah! figlia mia, come mi duole il cuore, non ho con chi sfogare il mio dolore, voglio sfogarlo con te. Tu avrai pazienza nel sentirmi parlare spesso spesso di cose tristi. So che tu ne soffri, ma è l’amore che a ciò mi spinge. L’amore vuol far sapere le sue pene alla persona amata; quasi non saprei stare se non venissi a sfogarmi con te”.

(8) Io mi sentivo male nel vedere Gesù così amareggiato, mi sentiva le sue pene nel mio cuore, e Gesù, per sollevarmi mi ha dato a bere pochi sorsi di latte dolcissimo, e poi ha soggiunto:

(9) “Io mi ritiro e ti lascio libera”.

12-71 Dicembre 4, 1918 Effetti della prigione di Gesù nella Passione.

(1) Questa notte l’ho passato insieme con Gesù in prigione, lo compativo, mi stringevo alle sue ginocchia per sostenerlo, e Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, nella mia Passione volli soffrire anche la prigione per liberare la creatura dalla prigione della colpa. Oh! che prigione orrida è per l’uomo il peccato, le sue passioni lo incatenano da vile schiavo, e la mia prigionia e le mie catene lo sprigionavano e lo scioglievano. Per le anime amanti la mia prigionia le formava la prigione d’amore dove starsi al sicuro e difese da tutti e da tutto, e le sceglieva per tenerle come prigioni e tabernacoli viventi, che mi dovevano riscaldare dalle freddezze dei tabernacoli di pietra, molto più dalle freddezze delle creature, che imprigionandomi in loro mi fanno morire di freddo e di fame, ecco perciò molte volte lascio le prigioni dei tabernacoli e vengo nel tuo cuore, per riscaldarmi dal freddo, per ristorarmi col tuo amore, e quando ti veggo andare in cerca di Me nei tabernacoli delle chiese, Io ti dico: “Non sei tu la mia vera prigione d’amore per Me? Cercami nel tuo cuore ed amami”.