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Messaggio del 17 aprile 1982:Queste mie apparizioni qui a Medjugorje sono le ultime per l'umanità. Affrettatevi a convertirvi!

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1934

33-25 Agosto 5, 1934 Storia d’amore di Dio, la Creazione racchiusa nell’uomo. Note dolenti nell’Amore Divino.

(1) Stavo facendo il mio giro negli atti della Divina Volontà, e passando da un’opera all’altra sono giunta alla creazione dell’uomo, ed il mio dolce Gesù, soffermandomi, con un amore indicibile che non poteva contenere mi ha detto:

(2)Figlia mia, il mio Amore mi fa sentire il bisogno di parlare della creazione dell’uomo, già tutta la Creazione è pregna del nostro Amore e dice, sebbene in muto linguaggio, e se non parla lo dice coi fatti, ed è la più grande narratrice del nostro Amore verso l’uomo, e quando in tutto fu disteso il ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-26 Settembre 24, 1934 Come chi vive nella Volontà Divina diventa membro di Essa, e acquista l’inseparabilità di tutte le opere del suo Creatore.

(1) Mi sento come se nuotassi nell’immenso abisso della Divina Volontà, e siccome sono troppo piccola faccio per prendere, e non mi riesce altro che di prendere che piccole goccioline di Essa, e quel poco che prendo restano in me, ed inseparabili dal Fiat Supremo, e mi fanno sentire l’inseparabilità di Esso e di tutti gli atti suoi. Oh! Volontà Divina, Tu ami tanto chi vive in Te, che non vuoi far nulla, né sai far nulla se non metti a parte colei che già in Te vive, è tanta la tua foga d’amore che dici: “Ciò che faccio Io, devi far tu che vivi in Me”. Mi sembra che ti renderesti infelice se non potessi far e dire: “Ciò che fa la creatura faccio Io, ciò che faccio Io, fa essa”. Ma mentre la mia mente si perdeva in Essa e sentivo i forti vincoli della sua inseparabilità, il mio dolce Gesù ripetendo la sua visitina all’anima mia mi ha detto:

(2)Mia piccola figlia del mio Volere, tu devi sapere che è tale e tanta l’inseparabilità di chi vive nella mia Volontà da Essa, che non vi è cosa che fa in Cielo ed in tutta la Creazione, che non renda parte a chi vive in Essa. Come il corpo possiede l’inseparabilità delle sue membra, e ciò che fa un membro, tutte le altre membra si accentrano nel membro che opera, sono a giorno di tutto, e tutte prendono parte; così chi vive nella mia Volontà diventa membro di Essa, e come connaturale d’ambi le parti sentono tale inseparabilità, e ciò che fa l’uno fa l’altro. Onde il mio Volere in Cielo felicita, beatifica, coi suoi sorrisi d’amore incanta tutta la corte celeste e fa provare gioie inaudite; in terra a chi vive nel suo Volere, svolge la sua Vita operante, santifica, fortifica, e facendola da conquistatrice vi fa tante conquiste per quanti atti, palpiti, parole, pensieri, passi, fa in Essa. Ora il Cielo, i beati sentono e prendono parte alla Vita operante e conquistatrice che fa la mia Volontà sulla terra nelle anime che vivono in Essa, sentono l’inseparabilità dei loro atti, respiri e palpiti, e la felicità della mia Volontà conquistatrice, per cui si sentono le nuove gioie, le belle sorprese che sa dare il mio Fiat conquistante nelle creature, e siccome sono conquiste d’una Volontà Divina, si sentono i beati che già vivono di Essa conquistatori dei suoi beni e opere sue, ed oh! quanti nuovi mari di felicità godono. Ed ecco che il Cielo si sente inseparabile fin dai respiri della creatura che vive nella mia Volontà sulla terra, e la creatura sente in virtù di Essa, l’inseparabilità delle gioie e felicità del Cielo, la pace dei santi e sua, la fermezza e conferma nel bene si convertono in natura, la vita del Cielo se la sente scorrere nelle sue membra più che sangue nelle sue vene, tutto è inseparabile per chi vive nella mia Volontà, dal cielo, dal sole, dalla Creazione tutta, non vi è cosa che da lei può separarsi, pare che tutti e tutto le dicono: “Siamo inseparabili da te”. Le mie stesse pene sofferte sulla terra, la mia Vita, le mie opere le dicono: “Siamo tue”. La circondano, la investono e prendono il posto d’onore e si vincolano con modi inseparabili da lei. Ecco perciò che la creatura che vive nel mio Volere si sente sempre piccola, perché sentendo l’inseparabilità da tante mie opere grandi ed innumerevoli del mio Amore, dalla mia Luce e Santità, è la vera piccina in mezzo a tutte le opere mie, ma piccina fortunata, amata da tutti, che giunge fino a dare le belle, le nuove conquiste, le nuove gioie al Cielo. Perciò se vuoi tutto, vivi sempre nel mio Volere e ti sentirai la più felice creatura”.

33-27 Ottobre 7, 1934 Amore reciproco tra Dio e la creatura, scambio d’azione, labirinto d’amore in cui viene messo chi vive nel mio Fiat. Dio seminatore del campo delle anime.

(1) Sono sotto le onde eterne del Fiat Divino e la mia povera mente sente il suo dolce incanto, la sua Potenza e virtù operatrice, che investendomi mi fa fare ciò che fa Lui, mi sembra che col suo occhio di luce, dà vita e fa sorgere tutto, e col suo impero impera su tutto, tiene conto di tutto, neppure un respiro le sfugge, dà tutto e vuole tutto, ma con tanto amore che dà dell’incredibile, e quello che è più da stupire, che vuole che la creatura sappia ciò che fa per averla inseparabile con Sé e farla ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-28 Ottobre 21, 1934 Come la caratteristica e proprietà della Divina Volontà è la spontaneità. Come tutto il bello, il santo, il grande sta in Essa.

(1) Sono sempre in via nel Fiat Divino, la mia piccola intelligenza non sta mai ferma, corre, corre sempre per potermi trovare, per quanto mi è possibile, insieme alla corsa degli atti incessanti che fa la Divina Volontà per amore delle creature, pensare che Essa mi ama sempre, né cessa mai d’amarmi, ed io non correre nel suo Amore per amarla non lo posso, mi sento che le faccio un torto, anzi mi sento nel labirinto del suo Amore, e senza sforzo l’amo e voglio investigare il suo Amore per vedere quanto mi ama di più, e resto sorpresa nel vedere i suoi mari immensi d’amore, ed il mio amore goccioline appena, e quel che è più, attinte dal suo stesso mare. Quindi mi conviene stare nel suo stesso mare e dirle: “Il tuo Amore è mio, perciò amiamoci con un solo amore”. Così mi quieto, ed il Voler Divino è contento, è necessario prendere del suo, essere ardita, altrimenti resto senza dare nulla, con un amore così piccino che muore sulle labbra. Ma mentre la mia mente spropositava, il mio dolce Gesù, la cara mia vita, facendo la sua breve visitina, che pareva che prendeva gusto ad ascoltarmi mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia, l’amore, gli atti, i sacrifici spontanei, senza sforzo che mi fa la creatura, mi sono così graditi, che per più godermeli me li chiudo nel mio cuore, ed è tanto il mio contento che vado sempre ripetendo: “Come sono belli, com’è dolce il suo amore”. Ahi! trovo in essi il mio modo divino, le mie pene spontanee, il mio Amore che sempre ama, senza che nessuno mi obblighi o mi preghi. Tu devi sapere che una delle caratteristiche più belle, e come sua legittima proprietà e virtù in natura che possiede la mia Divina Volontà, è la spontaneità, tutto è spontaneo in Essa, se ama, se opera, se con un solo atto dà vita e conserva tutto, non mette nessuno sforzo né si fa pregare da nessuno, il suo motto è: “Voglio e faccio”. Perché lo sforzo dice necessità, e Noi non abbiamo di nulla bisogno, né di nessuno; lo sforzo dice mancanza di potenza, mentre siamo potenti per natura e tutti pendono dalla nostra Potenza, ed in uno istante possiamo far tutto, ed in un altro istante, se vogliamo, possiamo tutto atterrare; lo sforzo dice mancanza d’amore, mentre è tale e tanto il nostro Amore che dà dell’incredibile. Ecco perciò che tutto creammo senza che nessuno ci pregò, o ci disse nulla, e nella stessa Redenzione, nessuna legge c’era su di Me, nessuno poteva obbligarmi a soffrire tanto fino a morire, ma la mia legge fu l’amore e la virtù operativa della mia spontaneità divina, tanto che le pene prima si formavano in Me, le davo la vita, e poi investendo le creature me le ridavano, ed Io con quell’amore spontaneo con cui le avevo dato la vita, così le ricevevo, nessuno avrebbe potuto toccarmi se Io non lo volessi. Sicché tutto il bello, il buono, il santo, il grande, sta nell’operare con modi spontanei, mentre chi opera e ama sforzato, perde il più bello, e si possono chiamare e sono opere e amore senza vita, e di conseguenza soggette a modo mutabile, mentre la spontaneità produce la fermezza nel bene.

(3) Ora figlia mia, il segno se l’anima vive nella mia Volontà Divina è amare, operare, e anche patire spontaneamente, lo sforzo non esiste; la mia Volontà, che la tiene con Sé, le comunica la sua spontaneità per averla con Sé, nel suo amore che corre nelle sue opere che mai cessano, altrimenti le sarebbe di fastidio tenerla nel suo grembo di luce senza la caratteristica del suo modo spontaneo; anzi la creatura è tutt’occhio a guardare il mio Fiat Divino ché non vuole restare dietro, ma vuol correre insieme per amare col suo Amore e per trovarsi nelle sue opere per contraccambiarla, ed a decantarle la sua Potenza e magnificenza creatrice. Quindi, corri, corri sempre, e fa che l’anima tua, senza sforzo, si tuffi nel mio Voler Divino per percorrere insieme le sue vie amorose e piene di stratagemmi per amore delle creature”.

33-29 Novembre 5, 1934 Il vero amore nella creatura si forma il posticino nelle opere divine, per poter racchiudere la Vita della Divina Volontà.

(1) Sento una forza irresistibile che non mi lascia mai ferma, e pare che ogni cosa creata, tutto ciò che ha fatto il mio dolce Gesù, ha fatto e sofferto, mi dice: “Per te l’ho creata, per amor tuo, e tu niente vuoi mettere per amor mio, niente del tuo in ciò che ho fatto per te? Ho pianto per te, ho sofferto, sono morto per te, e tu niente vuoi mettere nelle mie lacrime, nelle mie pene, nella mia morte, tutto l’Essere mio cerca te, e tu non vuoi investire e cercare tutte le cose mie per investirle e chiuderle nel tuo ti amo? Io sono tutto amore, e tu non vuoi essere tutto amore per Me”. Io resto confusa e la mia povera mente prende la corsa degli atti fatti della Divina Volontà per poter dire: “Anch’io vi ho messo del mio negli atti tuoi, fosse un mio piccolo ti amo, ma nel mio ti amo vi metto tutta me stessa”. Ma mentre facevo la mia corsa, il mio dolce Gesù sorprendendomi con la sua breve visitina, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, tu devi sapere che il vero amore nella creatura mi mette nelle condizioni di farmi dimenticare tutto e di dispormi a concedere che venga a regnare la mia Volontà sulla terra, non che Io soffra di dimenticanza, ciò non può essere in Me, sarebbe difettoso, ma piuttosto provo tanto gusto nel vero amore della creatura quando trovo che tutte le particelle del suo essere mi dicono che mi amano, e sboccando fuori questo suo amore per me, mi investe e corre in tutto l’Essere mio, nelle opere mie, e come impastandosi con Me, mi fa sentire dappertutto e ovunque il suo amore. Io per godermi questo amore della creatura metto da parte tutto, e come se lo dimenticassi mi inclina tanto che, mi dispone e si impone su di Me a darle cose sorprendenti e ciò che vuole, e fino il regno della mia Volontà; il vero amore tiene tale potenza che chiama la mia Volontà come vita nell’essere umano. Tu devi sapere che quando distesi i cieli, creai il sole, fin d’allora, nella mia onniveggenza, vedevo il tuo amore correre nel cielo, investire la luce del sole ed in tutte le cose create formarti un posticino per amarmi, ed oh! come gioivo e la mia Volontà fin d’allora correva verso di te e di quelli che mi avrebbero amato, per darsi come vita in quel posticino d’amore. Vedi dunque, la mia Volontà percorreva i secoli, li riduceva in un punto solo, tutti in atto, e trovava il posto d’amore dove mettere la sua Vita per continuarla con tutta la sua Maestà e decoro divino. Io venni sulla terra, ma sai tu in chi trovavo il posticino per chiudere la mia Vita? Nel vero amore della creatura, fin d’allora Io già vedevo il tuo amore, che facendomi corona investiva tutta la mia Umanità e scorreva nel mio sangue, in tutte le mie particelle, quasi impastandosi con Me. Tutto era in atto per Me e come presente, e le mie lacrime trovavano il posticino dove versarsi, il mio Amore, le mie pene, la mia Vita, il rifugio dove potersi stare in luogo sicuro, e la mia morte trovava fin la risurrezione nell’amor vero della creatura, e la mia Volontà Divina trovava il suo regno dove regnare. Perciò se vuoi che la mia Divina Volontà venga a regnare come vita nelle creature, fammi trovare il tuo amore dappertutto, ovunque ed in ogni cosa fammelo sentire sempre, con ciò formerai il rogo dove tutto bruciare, il quale consumando tutto ciò che non è di mia Volontà, formerà il posto dove potersi chiudere la mia Volontà, e allora tutte le opere mie troveranno posto, il loro nascondiglio dove poter continuare il bene e la virtù operante che posseggono, e così faremo d’ambi le parti scambio di posto, tu troverai il tuo posticino in Me ed in tutte le opere mie, ed Io lo troverò in te ed in tutti gli atti tuoi. Quindi sempre avanti nella mia Divina Volontà per formare il rogo dell’amore dove brucerai te e tutti gli impedimenti che impediscono il suo regnare in mezzo alle creature”.

33-30 Novembre 18, 1934 Amor di Dio nella Creazione, la gloria che le avrebbe dato se avesse ragione. Sacrificio che fa l’amore della sua gloria, il suo grido continuo. L’esercito armato d’amore, scambi d’amore tra Dio e la creatura.

(1) Sono sempre in cerca degli atti che continuamente fa la Divina Volontà, e siccome non si fa trovare mai senza far nulla, ma sempre in atto operante, oh! com’è bello poter dire al mio Creatore che il suo Fiat Divino mi ama tanto, che sta distendendo il cielo, creando il sole, dando la vita al vento ed a tutte le altre cose perché mi ama, ed è tanto il suo amore che mi dice coi fatti e con le parole: “Per te faccio questo, non feci ma faccio, a Noi tanto ci costa il creare quanto il conservare ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-31 Novembre 25, 1934 Vivere nella Divina Volontà è come si vivesse tra Padre e figlio. I suoi atti sono visite al Padre Celeste. Abisso divino in cui viene messo chi vive nella Divina Volontà.

(1) Sono sempre di ritorno nella celeste eredità del Fiat Divino, ogni atto che faccio mi sembra che ritorno nelle braccia del mio Padre Celeste, ma per che fare? Per ricevere uno sguardo, un bacio, una carezza, una parolina d’amore, una conoscenza di più del suo Essere Supremo, per poterlo amare di più, e non solo per ricevere, ma anche per dargli il ricambio delle sue tenerezze paterne. Nel Volere Divino non si fa altro che: Dio svolgere la sua Paternità con un amore tenero ed indicibile, come se stesse aspettando la creatura per cullarla nelle sue braccia per dirle: “Sappi che Io sono il Padre tuo, e tu sei la figlia mia”. Oh! come amo la corona dei figli miei intorno a Me, con essi intorno a Me mi sento più felice, mi sento Padre, e non vi è contento maggiore che possedere una prole numerosa, che attestano l’amore, la figliolanza al Padre loro. E la creatura coll’entrare nel Volere Divino, non fa altro che far la figlia al Padre suo; invece fuori del Voler Divino, i diritti di paternità e di figliolanza cessano. Ma mentre la mia mente si perdeva nella folla di tanti pensieri sul Fiat Divino, il Sovrano Celeste Gesù, la cara mia vita, sorprendendomi con un amore più che paterno, in atto di prendermi fra le sue braccia mi ha detto:

(2) “La figlia mia, la figlia mia, se tu sapessi quali sono le mie ansie, i miei sospiri, e come aspetto e riaspetto di vederti ritornare nella mia Volontà, tu saresti più attenta a ritornarvi più spesso, il mio Amore giunge a rendermi irrequieto quando non ti vede saltare nelle mie braccia per darti il mio Amore, le mie tenerezze paterne e ricevere le tue, ma sai quando mi salti nelle mie braccia? Quando vedendoti piccina piccina, vuoi amarmi e non sai amarmi, mi dici un ti amo, ed il tuo ti amo forma il salto per slanciarti nelle mie braccia, e siccome vedi che il tuo ti amo è piccolo, ardita prendi il mio Amore e mi dici un ti amo grande grande, ed Io me la godo che la figlia mia mi ama col mio Amore, e mi diletto molto di farne scambio, gli atti miei con quelli della creatura; del resto nella mia Volontà non è agli estranei che do, che devo usare il peso, la misura, ma do ai figli miei, perciò faccio prendere quello che vogliono. Sicché ogniqualvolta ti ricordo di far scorrere gli atti tuoi nella mia Volontà, la tua preghiera, le tue pene, il tuo ti amo, il tuo lavoro, sono visitine che fai al Padre tuo, per chiedere qualche cosa, e Lui per dirti: “Dimmi che vuoi? ” E sii certa che sempre otterrai altri doni e favori”.

(3) Gesù ha fatto silenzio, ed io sentivo il bisogno estremo di riposarmi fra le sue braccia per rinfrancarmi delle sue tante privazioni, ma con mia sorpresa, vedevo il dolce Gesù con un pennello in mano, e con una maestria ammirabile dipingeva nell’anima mia, al vivo, gli atti della Divina Volontà fatti nella Creazione e Redenzione, e poi prendendo la parola ha soggiunto:

(4) “La mia Volontà racchiude tutto, dentro e fuori di Sé, e dove Essa regna non sa stare, né può stare senza la vita degli atti suoi, perché i suoi atti si possono chiamare le braccia, il passo, la parola della mia Volontà, quindi, stare la mia Volontà nella creatura senza le sue opere, sarebbe come una vita spezzata, ciò che non può essere, perciò Io non faccio altro che pennellare le opere sue, affinché dove c’è la Vita vengano accentrate le opere sue, vedi dunque in che abisso divino si trova la creatura che possiede la mia Volontà, dentro di sé sente la sua Vita con tutte le sue opere accentrate nella sua piccolezza, per quanto a creatura è possibile, fuori di sé sente la sua interminabilità di cui non si vedono i confini, la quale possedendo la forza comunicativa, si sente come sotto d’una pioggia dirotta che le piove addosso le sue opere, il suo amore, la molteplicità dei suoi beni divini. La mia Divina Volontà racchiude tutto e vuol dare tutto alla creatura, vuol poter dire: “Nulla ho negato, tutto ho dato a chi vive nella mia Volontà”.