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Messaggio del 30 settembre 1984:Ciò che rende triste Gesù è il fatto che gli uomini portano dentro di sè la paura verso di lui vedendolo come un giudice. Egli è giusto, però è anche misericordioso al punto che preferirebbe morire di nuovo piuttosto che perdere una sola anima.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 33-7 Gennaio 28, 1934 Affratellamento tra l’Ente Supremo e la creatura in terra, affratellamento nella gloria. Potere sullo stesso Gesù. Come chi opera nella Divina Volontà acquista la forza unitiva, comunicativa e diffusiva.

(1) Stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino, e la mia povera mente ora si fermava ad un punto dei suoi atti divini, ora ad un altro per guardare in chi la Bellezza, in chi la Potenza, in chi l’Interminabilità e altro della Divina Volontà Creatrice. Mi sembravano tutte le qualità supreme esposte in tutto il creato per amar le creature, per farsi conoscere, affratellarsi con esse e prenderle come in grembo e portarle nel seno del Creatore, da dove tutto era uscito, sicché tutti gli atti della Divina Volontà sono aiuti possenti, rivelatori a chi si fa dominare da essi, e si fanno portatori delle anime alla patria celeste. Onde sono giunta a fermarmi quando il Fiat Divino fece l’atto solenne della creazione dell’uomo, ed il mio amato Gesù sorprendendomi mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, fermiamoci insieme a guardare con quanta maestria, sontuosità, nobiltà, potenza e bellezza fu creato l’uomo; tutte le nostre qualità divine si riversarono sopra dell’uomo, ciascuna di esse volle sfoggiare e riversarsi più che pioggia fitta sopra di colui ché volevano affratellarsi con loro. Tutte si misero all’opera: La nostra Luce si versò sopra di lui per formare il suo fratello di luce, la Bontà si versò per formare il suo fratello tutto bontà, l’Amore si versò per riempirlo d’amore e formare il suo fratello tutto amore, la Potenza, la nostra Sapienza, la Bellezza, la Giustizia, si versarono sopra di lui per formare il suo fratello potente, sapiente, giusto e di una bellezza incantevole, ed il nostro Ente Supremo gioiva nel vedere le nostre qualità divine tutte al lavoro per affratellarsi coll’uomo, e la nostra Volontà che prendendo vita nell’uomo, manteneva l’ordine delle nostre stesse qualità divine per farlo quanto più aggraziato e più bello potevano. Sicché la nostra occupazione era l’uomo, il nostro sguardo era fisso sopra di lui per farci imitare, copiare e affratellarlo con Noi, e questo non nel solo crearlo, ma per tutto il corso della sua vita le nostre qualità si esibivano al continuo lavoro di mantenere l’affratellamento con colui che tanto amavano. E dopo d’averlo affratellato in terra, preparavano la grande festa dell’affratellamento alla gloria nella patria celeste, affratellamento di gioia, di beatitudine, di felicità perenne, perciò l’amo tanto, perché fu creato da Noi, quindi è tutto nostro; l’amo perché il nostro Essere Divino corre sempre sopra di lui, e si riversa sopra di lui più che torrente impetuoso per lasciare del nostro e riprendere le nuove corse per sempre dare. Quindi, perché possiede del mio, perciò amo Me stesso in lui, l’amo perché è destinato a popolare il Cielo ed essere il mio fratello di gloria, che ci glorificheremo a vicenda. Io sarò la sua gloria come vita e lui sarà la mia gloria come opera mia. Ecco perciò amo tanto che si faccia e si viva nella mia Volontà, perché con Essa le mie qualità divine trovano il loro posto d’onore e possono mantenere l’affratellamento con la creatura, senza di Essa non trovano posto né sanno dove mettersi, l’affratellamento resta spezzato e la mia Vita resta soffocata. Figlia mia, che cambiamento funesto, quando la creatura si sottrae dalla mia Volontà Io non trovo più la mia immagine, né la mia Vita crescente in essa, le mie qualità si vergognano di stare affratellate con essa, perché il volere umano disunito dal Divino, tutto ha sconvolto e intorpidito. Perciò ti stia a cuore di non uscire dalla mia Volontà, con Essa starai affratellata con tutto ciò ch’è santo, sarai la sorella di tutte le opere nostre e terrai in potere il tuo stesso Gesù”.

(3) Dopo di ciò continuavo i miei atti nel Voler Divino, ed il mio Sovrano Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, tutto ciò che si fa nella mia Volontà resta immedesimato con Essa, acquista la forza unitiva, comunicativa e diffusiva, e siccome i nostri atti divini si estendono a tutti, non vi è creatura che venga messa da parte, così chi opera nel nostro Volere, insieme col nostro atto si estende a tutti, vuol far bene a tutti e resta onorato e glorificato d’essere stato portatore universale di bene a tutto e a tutti”.

(5) Ed io: “Amor mio, eppure non si vede nelle creature il frutto d’un tanto bene universale, oh! se tutti lo ricevessero, quante trasformazioni ci sarebbero nel basso mondo”. E Gesù ha ripetuto:

(6) “Ciò significa che non lo ricevono con amore, ed i loro cuori sono come terra sterile che non hanno nessun seme generativo, cui la nostra luce non può portare la fecondità. Succede come al sole, che ad onta che illumina e riscalda tutte le terre, ma se non trova il seme per fecondarlo non può comunicare la sua virtù generativa e produttiva, e ad onta che con la sua luce e calore ha plasmato quelle terre, nessun bene hanno ricevuto, sono rimasti qual erano nella loro sterilità, ma con ciò il sole è restato onorato e glorificato ché a tutto ha dato la sua luce, nessuno l’ha potuto sfuggire e resta trionfante solo perché ha dato la sua luce in modo universale a tutti e su tutto. Tali sono le nostre opere, i nostri atti, solo perché posseggono la virtù estensibile di potersi dare in modo universale a tutti e di far bene a tutti, è il più grande onore e la più grande gloria per Noi, non vi è onore maggiore, gloria più grande che poter dire: “Sono il portatore di bene a tutti, nel mio atto prendo in pugno tutti, abbraccio tutti e tengo virtù di generare il bene su tutto”. E siccome il mio ideale è la creatura, perciò la chiamo nella mia Volontà affinché insieme con Essa si renda estensibile a tutti, e conosca con quanto amore e come opera la mia Volontà”.