(1) Mi sento la piccola figlia, ma tanto piccola che sento l’estremo bisogno che la Divina Volontà, più che Madre mia mi porti fra le sue braccia, mi imbocchi le parole, mi somministri il moto alle mie mani, mi sostenga il passo, mi formi il palpito nel cuore ed il pensiero nella mia mente. Oh! Volontà Divina quanto mi ami, mi sento riversare la tua Vita in me per darmi vita, e come sta in aspettativa di volere gli atomi degli atti miei per investirli con la sua forza creatrice e dirmi: “Gli atomi della figlia mia mi pareggiano, perché posseggono la mia forza invincibile”. Ma mentre la mia mente restava sorpresa nel vedere i ritrovati amorosi e materni della Divina Volontà, il mio sempre amabile Gesù che sta sempre a guardia per essere spettatore di quello che fa il Voler Divino in me, mi ha detto:
(2) “Mia piccola figlia, tu devi sapere che il mio Supremo Volere guarda chi vuol vivere in Esso come parto suo, che vuol crescere nelle sue braccia, con le sue cure materne, e come vede che la sua piccina vuol dare di sé con le sue piccole opere per dirle che l’ama, questa Madre Divina si stringe al petto la figlia sua e fortifica con la sua fortezza il moto, la parola, il passo della sua figlia, questa fortezza la investe tutta, la trasforma, e sebbene piccola si vede piccola e forte, piccola e vincitrice, e questa Madre prende gusto di farsi vincere dalla sua piccola figlia, sicché si vede forte nell’amore, forte nel patire, forte nell’operare, la fortezza è l’aureola di questa creatura, essa è l’invincibile presso Dio e sopra di sé stessa, le sue debolezze e passioni tremano innanzi a questa piccola vincitrice, Dio stesso sorride e cambia la giustizia in amore, in perdono innanzi all’infantile fortezza di questa creatura; è la fortezza della sua Mamma, la sua cura perenne, che la rendono forte e invincibile. Perciò se vuoi essere la vincitrice su tutto, cresci nelle braccia della mia Volontà, Essa si riverserà in te e sentirai la sua Vita palpitante in te e ti crescerà a sua somiglianza, e sarai il suo onore, il suo trionfo e la sua gloria”.
(3) Onde continuavo a pensare alla Divina Volontà, ed innanzi alla mia mente si facevano le scene più belle dell’operato divino, come tutte in atto di darsi a me per farsi conoscere, per ricevere il mio piccolo amore, la mia gratitudine ed i miei ringraziamenti, ed il mio amato Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia benedetta, per chi vive nella mia Volontà tutti i tempi sono i suoi, ed Io amo di sentirmi ripetere da lei ciò che non mi hanno fatto le creature perché con tanto amore ho operato per loro, e quello che mi hanno fatto, perciò chi vive nella mia Volontà trova in atto la Creazione, ed essa nell’azzurro cielo, nel fulgido sole, nelle stelle scintillanti, mi dà i suoi baci, il suo amore filiale, ed oh! come mi sento contento che in tante cose create trovo l’amore, i baci, l’atto riconoscente della figlia mia, ed Io tutte le cose le converto per lei in gioia, in difesa, in proprietà sua. Oh! Come è bello essere riconosciuto, amato in quelle stesse opere, perché le abbiamo fatte ché abbiamo amato. Trova la piccola epoca dell’Adamo innocente, ed essa insieme con Lui mi dà i suoi innocenti abbracci, i suoi casti baci, il suo amore di figlio, ed Io, oh! come mi sento felice ché vedo la mia Paternità riconosciuta, amata, onorata, oh! come è bello sentirmi Padre e come tale sentirmi amato dai figli miei, ed Io ricambio i miei baci, i miei paterni abbracci, e le do come diritto di proprietà sua la gioia infinita della mia Paternità. Che cosa non darò ai figli miei dopo che sono stato amato e riconosciuto per Padre? Tutto, non gli negherò nulla, ed essi mi danno il diritto, la gioia dei figli miei. Per chi vive nella mia Volontà non so negargli nulla, se ciò facessi lo negherei a Me stesso, perciò do tutto ed essa mi ripete le scene di darmi tutto. Perciò in Essa ci sono scambi d’opere, amore reciproco, che formano tali scene commoventi da formare il Paradiso di Dio e dell’anima. Oh! mille e mille volte beato chi viene a vivere nel Celeste soggiorno della mia Volontà. Tu devi sapere che chi fa la Divina Volontà, entra in Essa come regina, e come tale viene innanzi a Noi corteggiata di tutte le opere nostre. Sicché fa suo il Concepimento della Vergine ed immedesimandosi con Lei e con Noi, ci da ciò che Noi demmo a Lei, e ciò che Essa diede a Noi, e ci sentiamo dare l’amore, la gloria dei mari immensi con cui dotammo questa Vergine, e rimuovere tutti gli atti suoi, come se in atto ce le stesse ripetendo, ed oh! che abissi di grazia si rinnovano tra il Cielo e la terra. L’anima nella nostra Volontà la mette in condizione di farle fare la ripetitrice delle opere sue, e mentre le ripete dota colei che le ha dato l’occasione, e siccome la creatura è incapace di darci tutto in un atto, ciò che a Noi si forma in un atto solo, la sua piccolezza va spaziando nella nostra Volontà, e ora prende un’opera nostra, e ora un’altra, e col dominio che le dà la nostra Volontà, scende nell’Incarnazione del Verbo, ed oh! com’è bello vederla investita del suo amore, imperlata con le sue lacrime, ornata con le sue ferite, posseditrice delle sue preghiere, tutte le opere del Verbo la circondano dentro e fuori, e quello che è più, convertite per lei in gioie, in beatitudine, in fortezza, con l’inseparabilità del suo Gesù, che come in tempio sacro, che tiene nel suo cuore, per farle la ripetitrice della sua Vita. Ed oh! che scene commoventi fa innanzi a Dio, col suo Gesù nel cuore prega, soffre, ama insieme con Gesù, e nella sua piccolezza infantile dice: “Posseggo Gesù, Lui domina me ed io Lui, anzi io le do ciò che Lui non tiene, le mie pene per formare la sua Vita completa in me; Lui è povero di pene perché glorioso non ne può avere, ed io lo supplisco a ciò che non tiene, e Lui mi supplisce a ciò che in me manca”. Sicché nella nostra Volontà è la vera regina la creatura, tutto è suo e ci fa tale sorpresa delle opere nostre, che ci rapisce e forma la nostra felicità che la creatura ci può dare nella nostra Volontà Santissima”.