(1) Sono sotto le onde altissime del Fiat Divino, il quale, le cose e tutti i suoi atti divini fa vedere e toccare con mano che tutti hanno origine del Voler Divino, e tutti sono portatori d’un Volere sì Santo. Sicché fine primario di Dio, tanto nella Creazione quanto nella Redenzione, non fu altro il suo scopo che formare la sua Vita palpitante di Volontà Divina in ciascuna creatura ed in tutto, voleva il suo posto regio, e trasfusione di tutte le cose e di ciascun atto nella sua Volontà, e con giustizia e con ragione, essendo Essa l’Autrice ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Il mio abbandono nel Fiat è per me un bisogno estremo del povero mio cuore, perché mi fa sentire la sua Paternità e Maternità Divina, che con le sue braccia di luce mi tiene stretta al suo seno per riversarsi in me come Madre tenerissima che ama con amore inseparabile la sua figlia, ma tanto, che vuol generare la sua Vita nella figlia sua. Pare che sia un delirio, una passione divina di questa Madre Santa che la rende tutt’occhio, tutta attenzione e premura, tutta cuore ed in continuo atto di lavorare per concepire, nascere e crescere la sua Vita nella figlia sua, tutta abbandonata nelle sue braccia. Sicché l’abbandono nella Divina Volontà facilita le cure e rende effettuabili le premure di questa Madre Celeste, di formare la sua Vita tutta di Volontà Divina nella creatura. Mamma mia bella, deh! non distaccarmi dal tuo seno di luce affinché possa sentire la tua Vita in me, che pennellandomi continuamente mi faccia conoscere quanto mi ami, chi Tu sei e quanto sei bella, amabile e adorabile. Ma mentre la mia mente si perdeva nell’abbandono totale del Voler Divino, il mio dolce Gesù ripetendo la sua breve visitina mi ha detto:
(2) “Figlia mia benedetta, quanto più si comprende del mio Volere, tanto più si gode della sua Bellezza e Santità e tanto più si riceve dei suoi beni, e l’abbandono in Esso distrugge tutti gli ostacoli e stringe l’anima tanto stretta nelle sue braccia, che senza sforzo il mio Fiat può rigenerare la sua Vita Divina nella creatura; il vero e pieno abbandono dice coi fatti: “Fa di me ciò che vuoi, la mia vita è la tua, e della mia non ne voglio saper più nulla”. Sicché l’abbandono tiene virtù di far restare la creatura in balia della mia Divina Volontà. Perché tu devi sapere che tutte le cose e la stessa natura umana prende dal moto eterno di Dio, in modo che tutto le gira intorno, la Creazione tutta, il respiro, il palpito, la circolazione del sangue stanno sotto l’impero del moto Eterno, e siccome tutti e tutto hanno vita da questo moto, sono inseparabili da Dio, e come hanno vita, così con una corsa unanime girano intorno all’Ente Supremo, sicché il respiro, il palpito, il moto umano, non sta in poter loro di respirare, di palpitare, di muoversi, vogliano o non vogliano, stando sotto il moto incessante dell’Eterno sentono anch’essi l’atto incessante del respiro, del palpito e del moto, si può dire fanno vita insieme con Dio e con tutte le cose create che le girano intorno senza mai fermarsi; solo la volontà umana, avendola creato col gran dono del libero arbitrio, affinché potesse dirci che liberamente ci amava, non perché costretta com’è costretto il respiro a respirare, il cuore a palpitare e a ricevere il moto del suo Creatore, ma di volontà voluta, non forzata, potesse amarci e starsi insieme con Noi per ricevere la Vita operante nel nostro Volere; era l’onore ed il dono più grande che davamo alla creatura, ed essa, ingrata, si scosta dalla nostra unione ed inseparabilità e quindi dall’unione di tutti e di tutto, e perciò si smarrisce, si degrada, si debilita, perde la forza unica, ed è la sola in tutta la Creazione che perde la sua corsa, il suo posto d’onore, la sua bellezza, la sua gloria, e va vagando spostata dal suo posto che tiene nella nostra Volontà che la chiama, la sospira al suo posto d’onore, sicché tutti hanno un posto, anche il respiro ed il palpito umano, e siccome tutti e tutto hanno un posto non perdono mai la vita ed il loro moto incessante, nessuno si sente povero, debole, ma ricchi nel moto eterno del loro Creatore. Solo l’umana volontà, perché non vuol stare nel regio posto del nostro Volere Divino, è la smarrita e la più povera di tutti, e siccome si sente povera si sente infelice ed è la turbatrice dell’umana famiglia. Perciò se vuoi essere ricca, felice, non scendere mai dal tuo posto d’onore, qual è dentro della nostra Volontà, allora avrai tutto in tuo potere, forza, luce, e anche la mia stessa Volontà”.
(1) Mi sentivo povera, povera d’amore, ma con la volontà di volerlo amare assai, assai; il dolce Gesù lo avevo ricevuto Sacramentato e Lui era come affogato d’amore ed io qualche gocciolina appena, eppure mi chiedeva amore per darmi amore, ma come far per poterlo pareggiare in qualche modo? Allora ho pensato tra me: “La mia Mamma Celeste vuole che io ami assai il mio ed il suo Gesù, quindi queste mie goccioline d’amore le voglio versare nei suoi mari d’amore e così gli darò e gli dirò: Ti amo tanto che ti amo come ti ama la Mamma ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Continuo il mio abbandono nel Fiat Divino, i suoi atti sono per me come tanti alimenti, che alimentandomi sento la crescenza della sua Vita in me, la sua Forza che imponendosi sulla mia volontà umana la conquista e la rapisce nella sua per dirle: “Viviamo insieme e tu sarai felice della mia stessa felicità, ti sono uscita fuori alla luce del giorno, non per tenerti lontana, ma insieme con Me nella mia stessa Volontà, se ti ho creato è perché sentivo il bisogno d’amarti e d’essere amato, sicché la tua creazione era necessaria al mio Amore, il poggio della mia Volontà, come mio piccolo campicello; voglio far sfoggio delle mie opere, della mia maestria e questo per formar e dare sfogo al mio Amore”. Oh! Volontà adorabile, quanto sei amabile e ammirabile, sicché mi vuoi in Te per dar vita al tuo sfogo d’amore, e se ami tanto che la creatura viva nel tuo Volere Divino, perché non ci creasti come il cielo, il sole, senza volontà, affinché potesse fare ciò che Tu vuoi. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù sorprendendomi, tutto bontà mi ha detto:
(2) “Figlia benedetta, tu devi sapere che la cosa più bella da Noi creata fu la volontà umana, fra tutte le cose create è la più bella, quella che più ci somiglia, perciò si può chiamare la regina fra tutte, come difatti lo è. Tutte le cose sono belle: Bello è il sole, che con la sua luce vivificatrice allieta, sorride a tutti, con la sua luce si fa occhio, mano e passo di tutti; bello è il cielo che col suo manto stellato copre tutti; ma per quanto sono belle tutte le cose create, nessuna può darsi il vanto d’averci fatto il più piccolo atto di proprio per amarci, non vi è nessuno sfogo di contraccambio, tutto è muto silenzio, e tutto ciò che facciamo lo facciamo da soli, nessun eco che ci risponda ai tanti mari d’amore che ci sono in tutte le cose create, neppure il più piccolo sfogo ci viene dato, perché lo sfogo viene formato tra due volontà che hanno ragione e conoscono se bene o male fanno. Perciò l’umana volontà fu creata regina in mezzo alla Creazione, regina di sé stessa, sfogo d’amore col suo Creatore, regina di tutte le cose create; liberamente può fare un mondo di beni, prodigi di valore, eroismo di sacrifici se si mette da parte del bene, ma se si mette da parte del male, come regina può fare un mondo di rovine e può precipitare dal più alto posto fin nel basso delle più grandi miserie. Ecco perciò fra tutte le cose amiamo la volontà umana, perché la facemmo regina, può dirci che ci ama, può alimentare il nostro sfogo d’amore, può mettersi a gara con Noi: Noi ad amarla ed essa ad amarci, perciò la dotammo di tali prerogative fino a darle la nostra somiglianza, essa non è altro che semplice atto, eppure è la mano, il piede, la voce del suo essere umano. Se la creatura non avesse volontà sarebbe simile alle bestie, schiava di tutti, senza l’impronta della nobiltà divina; la nostra Divinità, purissimo Spirito, non c’è ombra in Noi di materia, eppure investiamo tutti e tutto e siamo la vita, il moto, il piede, la mano, l’occhio di tutti, la vita umana scorre in mezzo alle nostre dita come attore e spettatore, respiro e palpito d’ogni cuore, e ciò che Noi siamo per tutto e per tutti, la volontà umana lo è per sé stessa; si può dire che per le prerogative che possiede, essa si può specchiare in Noi, e Noi troviamo il nostro piccolo specchio in essa, la nostra Potenza, Sapienza, Bontà, Amore, può formare i suoi riflessi nel semplice atto dell’umana volontà. Oh! volontà umana, come sei stata creata bella dal tuo Creatore, bello è il cielo, il sole, ma tu lo superi, e solo se non avessi altro di bello, solo perché puoi dirci che ci ami, possiedi la più grande gloria, l’incanto che puoi rapire il tuo Creatore”.
(1) Mi sento tra le braccia della Divina Volontà, la quale con una bontà insuperabile mi fa presente tutto ciò che ha fatto per amore delle creature, per ricevere il piacere di farmele conoscere, e per essere rinnovata la gloria di tutto ciò che ha fatto per amor nostro, e siccome tutto ha fatto per puro amore, pare che non è contenta se non si sente conosciuta e riamata da chi fu causa di farla operare, opere sì grandi e di magnificenza indescrivibile. Ma mentre la mia mente si perdeva nella molteplicità di tante opere divine, il mio sempre amabile Gesù, ripetendo la sua visitina mi ha detto:
(2) “Mia piccola figlia, il nostro Amore, le nostre opere, vogliono aver vita nella creatura, vogliono farsi sentire palpitanti, per darle l’amore ed i frutti che contengono le nostre opere, le quali come partorendo in loro, producono anch’esse amore e frutti divini. Tutto ciò che Noi abbiamo fatto sta sempre in atto, e Noi chiamiamo la creatura nell’atto proprio che stiamo operando per farla conoscere le nostre opere, quanto amore contengono, con quanta sapienza e potenza sono state formate e come in tutto ciò che facciamo, la mira nostra è sempre verso di essa; nulla abbiamo uscito fuori di Noi se non palpitava amore e chiamava il palpito della creatura a farci amare, Noi di nulla avevamo bisogno perché possediamo in Noi stessi, nel nostro proprio Essere Divino tutti i beni possibili ed immaginabili, e possedendo la virtù creatrice, quanti beni vogliamo creare sono in nostro potere, perciò tutte le nostre opere esterne furono fatte per essa, per darle amore, per far conoscere chi è che l’ha amato tanto, e come scale per farla salire a Noi e darci il suo piccolo amore; chi non ci conosce ci sentiamo derubati e chi non ci ama ci sentiamo traditi. Ora figlia mia, vuoi tu sapere chi riceve il nostro palpito delle cose create, la nostra mira, le conoscenze, e ci dà il suo palpito, il suo contraccambio d’amore? Chi vive nella nostra Volontà. Come la creatura entra in Essa, con le sue ali di luce come braccia se la stringe al suo seno, e siccome possiede il suo atto incessante dice: “Guardami come sto operando, anzi facciamolo insieme affinché conosca ciò che faccio, il mio Amore distinto da una cosa creata all’altra, e tu riceva tutti questi gradi del mio ardente Amore, in modo da coprirti e farti restare affogata d’amore, ma tanto, che non saprai dirmi che mi ami, mi ami, mi ami; se tu non conosci non sarai capace di ricevere la pienezza dell’amore, né gustare i frutti delle nostre opere. Ora voglio dirti un’altra sorpresa: Come la creatura entra nella nostra Volontà, non solo a ciò che abbiamo fatto nella Creazione, nella Redenzione, in tutto e resta in modo mirabile arricchita delle opere del suo Creatore, ma ci dà la nuova gloria, come se le nostre opere fossero ripetute di nuovo. Tutto ciò che abbiamo fatto passa dal canale della creatura, qual è la nostra Volontà che ciò succedesse, e ci sentiamo ripetere, in virtù di Essa, la gloria come se un nuovo cielo stendessimo, una nuova creazione operassimo, e come ce la sentiamo venire nel nostro Volere, le diamo il benvenuto, e straripando di nuovo amore le diciamo: “Vieni, tocca con mano ciò che abbiamo fatto, le nostre opere sono vive per te, non morte, e col conoscerle ripeterai la nuova gloria ed il nuovo contraccambio d’amore. E’ vero che le nostre opere ci decantano e ci glorificano da per sé stesse, anzi siamo Noi stessi che ci decantiamo e glorifichiamo continuamente. Ma la creatura nella nostra Volontà ci dà qualche cosa di più, ci dà la sua volontà operante nelle nostre opere, la sua intelligenza per conoscerle ed il suo amore per amarci, quindi sentiamo la gloria che una volontà umana ci ripete la gloria, come se le nostre opere fossero ripetute. Perciò sempre nel mio Fiat Divino ti voglio, per ricevere i suoi segreti e bere a larghi sorsi le sue mirabili conoscenze. Coll essere conosciuto si comunica la vita, si ripetono le opere, e si ottiene lo scopo”.
(1) Il Voler Divino non mi lascia mai sola, mi sembra che mi guarda sempre per investire il mio pensiero, la mia parola, il più piccolo dei miei atti, ma vuole la mia attenzione, vuole che io lo sappia che vuol investire i miei atti, e che guardandoci a vicenda Lui dona ed io ricevo, e se non faccio attenzione mi rimprovera, ma con un modo così dolce da sentirmi spezzare il cuore e mi dice:
(2) “L’attenzione è l’occhio dell’anima che sa conoscere il dono che voglio farle, e dispone l’azione a ricevere il mio investimento. Io non voglio dare i miei beni ai ciechi, voglio che lo vedi e lo sappia, ma sai perché? Col vederlo apprezzi il mio dono, e col saperlo lo conosca e lo ami, ed Io ti faccio sentire al vivo la mia Luce, la mia Potenza, il mio Amore, e sento ripetere nel tuo piccolo pensiero, parola e azione ciò che sa fare, come sa amare la mia stessa Volontà Divina, perciò la prima cosa che Io faccio a chi vuol vivere in Essa è dare l’occhio per guardarci a vicenda e conoscerci, quando ci siamo conosciuti tutto è fatto, il vivere nella mia Volontà Divina è assicurato col suo pieno vigore”.
(3) Onde la mia mente si perdeva in una mare di luce e di pensieri, ed il mio dolce Gesù sorprendendomi mi ha detto:
(4) “Ah! figlia mia, il vivere nella mia Volontà è il vivere di Cielo, è sentire nell’anima la vita della luce, dell’amore, la vita dell’azione divina, la vita della preghiera, ciò che fa per essa tutto è vita palpitante negli atti suoi. Tu devi sapere che chi fa la Divina Volontà e vive in Essa, diventa la calamita degli atti divini, il suo piccolo moto, pensiero e opere, restano calamitati, d’una calamita così potente da calamitare il suo Creatore, in modo che questa calamita lo attira tanto, che non può allontanarsi dalla creatura. Il nostro Essere Supremo si sente calamitato lo sguardo, ed è sempre fisso nel guardarla; sente la calamita alle braccia, e stretta se la tiene al suo seno; la calamita al nostro amore e ne versiamo tanto, che giungiamo a sentire che ci ama come ci amiamo Noi stessi. Ora, quando la creatura ci ha formato questa calamita, il nostro Amore giunge agli eccessi, come forma i suoi atti, anche il più minimo, imprimiamo il nostro conio divino e li facciamo passare come atti nostri, con la impronta della nostra Immagine Suprema e li mettiamo nei nostri tesori divini, come monete nostre che ci ha dato la creatura, e se tu sapessi che significa poter dire che il nostro Ente Supremo ha ricevuto le nostre monete dalla creatura, già la nostra immagine coniata da Noi stessi le assicurano, ti scoppierebbe il cuore di puro amore. Dare Noi alle creature è potere che teniamo, ché possedendo tutto, dare non è altro che uno sfogo del nostro Amore, ma mettere in condizione la creatura di poter dare a Noi, e darci atti nostri non suoi, monete coniate con la nostra immagine, è l’amore che supera tutto, che non potendolo contenere nella nostra enfasi d’amore diciamo: “Tu ci hai ferito, la calamita degli atti tuoi ci ha rapiti e ci ha resi dolci prigionieri nell’anima tua, e Noi ti renderemo la pariglia di ferirti, rapirti e di imprigionarti in Noi. Perciò figlia mia, tutt’occhio ti voglio affinché guardi e conosca bene ciò che vuol fare la mia Divina Volontà in te”.
(1) Il Voler Divino mi sembra che con occhio indagatore mi va sempre guardando, se in tutto il mio interno scorre come atto primo la sua adorabile Volontà, e con una gelosia ammirabile e divina tutto investe, tutto circonda, ne guarda se l’atto è piccolo o grande, ma guarda se vi corre la Vita della sua Volontà, perché tutto il valore e la grandezza d’un atto viene avvalorato se c’è dentro la sua Volontà, tutto il resto si riduce, per quando fosse grande, ad un sottilissimo velo che basta a coprir e nascondere il grande tesoro, la Vita impareggiabile della Divina Volontà. Ora, mentre la mia mente era tutta occupata della Divina Volontà, il mio Sommo Bene Gesù, che pare che prende gusto indicibile quando vuol parlare della sua Volontà, tutto bontà mi ha detto:
(2) “Figlia mia benedetta, per fare che un atto mi fosse gradito e la mia Volontà possa formare Vita intera in esso, tutto l’interno della creatura dev’essere accentrato nel mio Fiat: La volontà, deve volerlo; il desiderio, deve ardentemente desiderare ciò che vuole il volere; gli affetti, le tendenze, devono appetire e tendere solo per ricevere la Vita della mia Volontà nell’atto loro; il cuore, amar e rinchiudere nel suo palpito la Vita della mia Volontà; la memoria, ricordarlo; l’intelligenza, comprenderlo; sicché tutto dev’essere accentrato nell’atto in cui la mia Volontà vuol formare la sua Vita. Siccome per formare una vita ci vuole volontà, desiderio, cuore, affetti, tendenze, memoria, intelligenza, altrimenti non si potrebbe chiamare vita intera e perfetta, così la mia Divina Volontà volendo formare la Vita nell’atto della creatura, vuole tutto l’assieme della creatura accentrato nel suo atto o vita che vuol formare, altrimenti non si potrebbe dire vita intera e perfetta. Ecco perciò la mia Volontà vuole tutto, per poter ricambiare la Vita del suo Amore nell’amore della creatura, i suoi desideri e tendenze divini in quelli di esse, il suo palpito increato nel palpito creato, la sua memoria eterna nella memoria finita, tutto insomma, vuol essere libera in tutto per poter formare Vita intera, non a metà, e come la creatura cede del suo, così la mia Volontà Divina fa lo scambio della sua, e allora la sua Vita è feconda e genera nel velo della creatura che la copre: Amore, desideri, tendenze, memoria tutta sua, e vi forma il gran prodigio della sua Vita in essa, altrimenti non si potrebbe dire vita, ma semplice adesione alla mia Volontà, neppure in tutto, ma in parte, quindi non porterebbe né gli effetti né i beni che Essa possiede. Immagine sarebbe il sole se la sua luce non possedesse calore, dolcezze, gusti, profumi, colori, non potrebbe formare la bella iride dei colori, la varietà delle dolcezze, la soavità dei gusti e profumi; se li dà alla terra è perché li possiede, e se non li possedesse non sarebbe vera vita di luce, ma luce sterile senza fecondità. Così la creatura, se non cede il posto di tutto il suo interno alla mia Volontà, non potrà possedere il suo Amore che mai si spegna, le dolcezze e gusti divini, e tutto ciò che compone la Vita della mia Volontà. Perciò non riserbare nulla di te e per te, e ci darai la grande gloria d’avere una Vita di nostra Volontà sulla terra, velata dalle tue spoglie mortali, e tu il gran bene di possederla, sentirai nelle tue spoglie, come rapido mare, scorrere la felicità, le gioie, la fermezza nel bene, l’amore che sempre ama, le dolcezze, i gusti, le conquiste del tuo Gesù saranno anche tue. Le tue spoglie continueranno l’ufficio di pene quaggiù, ma avranno una Vita di Volontà Divina che le sosterranno, e se ne servirà di svolgere la vita delle sue conquiste e vittorie divine nelle spoglie umani. Quindi sempre avanti nella mia Volontà”.
(1) Stavo facendo il mio giro nella Divina Volontà, ed il mio piccolo volere umano, sperduto in Essa, ardeva dal desiderio di rintracciare tutti gli atti suoi per farli miei, per poter padroneggiare su tutto, e avere in mio potere una gloria infinita, un amore eterno, atti innumerevoli, distinti l’uno dall’altro, che non finiscono mai, per poter sempre dar amore, gloria, opere al mio Creatore. Come figlia della sua Volontà sento il bisogno di possedere tutto, per tenere l’amore che non dice mai basta, ed atti divini degni della Maestà Suprema. Ed il mio sempre adorabile Gesù, quasi per ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) La mia piccola intelligenza sente la forza irresistibile del Voler Divino che la chiama, la vuole in mezzo a tutta la Creazione per farmi vedere e comprendere l’armonia, l’ordine di tutte le cose create, e come ciascuna dà il suo tributo al suo Creatore. Nessuna cosa creata, per quanto piccola o grande, destinata ad occupare il grande spazio dell’atmosfera, non dà il suo distinto tributo a Colui che l’ha creata, e ad onta che non hanno ragione, (che) sono muti, pure col non cambiare mai azione, col non spostarsi mai dal posto in cui Dio l’ha messa, è gloria perenne. Onde pensavo tra me: “Anch’io occupo lo spazio del gran vuoto della Creazione, e posso dire che sto al mio posto voluto da Dio? La mia volontà fa sempre un atto solo di Volontà di Dio come fa tutta la Creazione? ” Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù sorprendendomi, tutto bontà mi ha detto:
(2) “Figlia mia benedetta, tutto ciò che esce dal nostro Ente Supremo, tutto è innocente e santo, né dalla nostra Santità e Sapienza infinita possono uscire esseri o cose con ombra di macchia e che non contengano l’utilità d’un bene, tutte le cose create sentono nella loro natura la virtù creatrice, e quindi il tributo continuo e la gloria che ci spetta perché le abbiamo messe fuori alla luce del giorno, né Noi sappiamo fare cose macchiate menomamente, né cose inutili, sicché tutto ciò che da Noi viene creato, tutto è santo, puro e bello, e da tutti riceviamo il tributo, e la nostra Volontà il suo atto compiuto. Figlia mia, non vi è cosa creata, animata o inanimata, che non incomincia la vita col compiere la nostra Volontà e darci il loro tributo, già la Creazione tutta non è altro che un atto solo di nostra Volontà, già sta al suo posto regio, e sebbene incosciente, pure Essa tiene la sua Vita operante di luce nel sole, la sua Vita operante di fortezza ed impero nel vento, Vita operante d’immensità nell’immensità dello spazio, in ciascuna cosa creata svolge la sua Vita e tiene nel suo grembo tutti e tutto, in modo che nessuno si può muovere né fare un moto se non lo vuole, ed i veli delle cose create ci danno il tributo continuo e la grande gloria del grande onore che vengano dominate dalla nostra Volontà. Ora resta la creatura, chi può dire, tolta la macchia originale, che il neonato non è innocente e santo? E se si aggiunge il Battesimo, un periodo della vita del bimbo, fino a tanto che il peccato attuale non entra nell’anima sua, non sia il bambino un atto di mia Volontà? E se muove il passo, se parla, se pensa, se fa agire le sue manine, voluti e disposti tutti questi piccoli atti dalla mia Volontà, non sono tributi e gloria che riceviamo? Forse saranno incoscienti, ma la mia Volontà riceve da quella piccola natura quello che Essa vuole, è solo il peccato che fa perdere la santità e mette fuori dalla creatura la Vita operante della mia Volontà, perché se non c’è il peccato, Noi la portiamo in grembo, la circondiamo della nostra Santità, e quindi non potrà farne a meno di sentire in essa la Vita operante della mia Volontà. Vedi dunque, tutti e tutto hanno principio e nascono insieme con la mia Volontà, innocenti e santi e degni di Colui che li ha creati; ma chi conserva questa innocenza e santità, chi sta sempre al suo posto nella mia Volontà, essa sola è la trionfatrice nello spazio dell’universo, è la portabandiera e riunisce tutto l’esercito della Creazione per portarle a Dio con voce parlante e con piena conoscenza, la gloria, l’onore ed il tributo di tutto e di tutti. Perciò si può dire che la mia Volontà è tutto per la creatura, è il suo primo atto di nascere, è la continuazione della sua conservazione, né la lascia mai, o per via d’amore o per via di grazia, o per via d’opere operante, come chi di volontà vive e conosce di vivere in Essa, e se il peccato la travolge neppure la lascia, la involge col suo dominio nella sua Giustizia punitrice, sicché la creatura e tutte le cose sono inseparabili dalla mia Volontà, perciò ti stia solo a cuore la mia Volontà, riconoscila come vita, come Madre che ti cresce e ti alimenta e vuol formare di te la sua più grande gloria e onore”.
(1) Mi sentivo tutta immersa nel Voler Divino, tutte le verità manifestatemi che lo riguardano si affollavano nella mia mente, e volevano dire e ridire per farsi conoscere. Ma ahimè! il loro dire era di Cielo, troppo alto, molti vocaboli mi mancano per poter ripetere le loro lezioni celesti, solo che sentivo che erano portatrici di santità di Cielo e di gioie divine. Ma mentre mi sentivo tutta immersa nel Fiat, il mio sempre amabile Gesù, con un amore indicibile mi ha detto:
(2) “Mia piccola figlia della mia Volontà, come a figlia sua sento il bisogno d’amore che la figlia conosca i suoi segreti; se spesso ciò non facessi resterei soffocato dalle onde altissime d’amore che da Me si sprigionano, sicché il parlarti della mia Volontà è per Me refrigerio, è sollievo, è balsamo, che mitigano le mie fiamme per non farmi restare soffocato e bruciato dal mio Amore. Sono Gesù tutto amore, ed il mio più grande Amore lo manifesto nel parlare del mio Volere Divino, ma sai perché? L’essenza della nostra Vita viene riconosciuta col parlare di Esso ed il mio Fiat nella mia parola biloca e ripete la nostra Vita in mezzo alle creature, né c’è gloria più grande per Noi, né pienezze di sfogo del nostro Amore eccessivo, che vedere la nostra Vita bilocata per darsi, insediarsi, farlo nostro luogo di centro, per quanto la creatura è capace, è un regno di più d’amore e di Volontà nostra che acquistiamo. Quindi la nostra opera creatrice non finì, ma continua, ma non col creare nuovi cieli e soli nell’universo, no, no, ma il nostro Fiat Divino si è riservato di continuare la Creazione in virtù della sua Potenza Creatrice, che come pronunzia il suo Fiat, di creare, bilocare, ripetere la nostra Vita Divina in mezzo alle creature; continuazione di Creazione più bella non ci può essere, perciò prestami attenzione e ascoltami. La nostra Maestà Suprema tiene stabilito ab eterno tutte le verità della Divina Volontà che deve manifestare, le quali stanno come tante regine nel nostro Ente Divino aspettando con amore invitto di prendere la via per la terra, per portare come regine il gran bene alle creature di queste conoscenze del nostro Fiat, le quali porteranno l’ufficio d’insegnante per formarle a secondo le verità che annunziano. Queste regine delle mie verità daranno il primo bacio della Vita del Fiat, e saranno dotate di virtù trasformatrici e di trasformare nella stessa verità coloro che l’ascoltano, e si rimarranno con loro, pronti ai loro bisogni per aiutarli, ad istruirli, saranno tutto amore per esse, disposti a darle ciò che vogliono purché l’ascoltano e si faranno condurre e maneggiare da loro. Ora, tutte le verità sulla nostra Volontà, non tutte sono uscite ancora, e quelle che rimangono aspettano con ansia di partire da dentro la nostra Divinità per compiere il loro ufficio, ed essere portatrici e trasformatrici del bene che posseggono, e quando tutte le verità che abbiamo disposto d’uscire saranno manifestate, tutte insieme queste nobili regine ci daranno l’assalto al nostro Essere Divino, e come esercito invincibile, con le nostre stesse armi divine ci vinceranno, e otterranno il trionfo del regno della Divina Volontà sulla terra; il resistere a loro ci sarà impossibile, e col vincere Dio vinceranno anche le creature. Ecco il perché il mio dire continua ancora, perché tutte le regine non sono uscite fuori dalla nostra Divinità per compiere il loro ufficio, e siccome il parlare della mia Volontà è continuazione della creazione del Fiat che creò l’universo, e come allora la creazione dell’universo fu preparazione alla creazione dell’uomo, così oggi, il mio dire sul mio Fiat non è altro che continuazione di creazione per preparare la sontuosità, la decenza al mio regno e a quelli che lo possederanno. Quindi sii attenta e non ti fare sfuggire nulla, altrimenti soffocheresti un atto di mia Volontà e mi costringi a ripetere le mie lezioni”.