(1) Mi pare di sentire l’eco continuo del Fiat Divino che rimbomba nell’anima mia, che con la sua Potenza invincibile chiama i miei piccoli atti negli atti suoi a farne uno solo, e pare che si diletta con la sua creatura, non si sente solo, tiene a chi dire le sue gioie ed i suoi dolori, insomma, non si sente né in solitudine, né ridotto al silenzio. Invece per chi non vive nel Voler Divino sente il peso della solitudine, e se vuol parlare e affidare i suoi segreti non viene capito, perché manca la luce della sua Volontà che le fa capire il suo linguaggio celeste, ed oh! come ne resta dolente, ché mentre è tutta voce e tutta parola, eppure non ha a chi dirne una. Oh! Volontà adorabile, fatemi vivere sempre in Te, affinché spezzi la tua solitudine e ti dia il campo di farti parlare. Ma mentre la mia mente si perdeva nei vasti orizzonti del Fiat Divino, il mio dolce Gesù ripetendo la sua visitina, tutto bontà mi ha detto:
(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, è proprio vero che chi non vive nella nostra Volontà, la mette in solitudine e la riduce al silenzio; tu devi sapere che ogni creatura è un lavoro nuovo e distinto che teniamo da fare, e quindi nuove cose da dire; se non vive nel nostro Volere, sentiamo che quella creatura è lontana da Noi, perché la sua volontà non è nella nostra, perciò da parte di essa ci sentiamo soli, impediti nel nostro lavoro, e se volessimo parlare è come se volessimo parlare ai sordi, ai muti. Perciò chi non vive nel nostro Volere è la nostra croce, ci impedisce il passo, ci lega le braccia, atterra le nostre opere più belle, ed Io che sono il Verbo mi riduco al silenzio.
(3) Ora tu devi sapere che l’anima in grazia è il tempio di Dio, però quando l’anima vive nella nostra Volontà, Dio si fa tempio dell’anima, ed oh! la gran differenza tra la creatura tempio di Dio, e tra Dio tempio dell’anima; il primo è un tempio esposto a pericoli, a nemici, soggetto a passioni, molte volte il nostro Ente Supremo, si trova in questi tempi come nei tempi di pietra, non curato, non amato come si conviene, e la piccola lampadina del suo amore continuo che doveva tenere come omaggio al suo Dio che risiede in essa, senza il puro olio è spenta, e se mai sia cade in peccato grave, il nostro tempio crolla e viene occupato dai ladri, nostri e suoi nemici che lo profanano e ne fanno scempio. Il secondo tempio, cioè Dio tempio dell’anima, non è esposto a pericoli, i nemici non possono avvicinarsi, le passioni perdono la vita, l’anima in questo nostro tempio divino è come la piccola Ostia che tiene consacrato in essa il suo Gesù, la quale coll’amore perenne che attinge, riceve e si alimenta, forma la lampadina viva che sempre arde senza che mai si spegne, questo nostro tempio occupa il suo posto regio, il suo Volere compiuto, ed è la nostra gloria ed il nostro trionfo; e la piccola Ostia che fa in questo nostro tempio? Prega, ama, vive di Volontà Divina, supplisce alla mia Umanità sulla terra, prende il mio posto di pene, chiama tutto l’esercito delle opere nostre a farci corteggio, la Creazione, la Redenzione le tiene come sue e fa la comandante sopra, e ora ce le mette come esercito intorno, in atto di preghiera, di adorazione, ora come esercito in atto d’amarci e glorificarci, ma essa sempre a capo a fare ciò che vuole che facciano le nostre opere, e finisce sempre col suo ritornello tanto a Noi gradito: “Il tuo Volere sia conosciuto, amato e regni e domini nel mondo intero”. Sicché tutte le ansie, i sospiri, gli interessi, le premure, le preghiere di questa piccola Ostia che vive nel nostro tempio divino: Che il nostro Fiat abbracci tutti, metta da parte tutti i mali delle creature, e col suo soffio onnipotente si faccia il posto nei cuori di tutti, per farsi vita d’ogni creatura; si può dare mai ufficio più bello, più santo, più importante, più utile al Cielo e alla terra, di questa piccola Ostia che vive nel nostro tempio? Oltre di ciò il nostro Amore, la nostra Potenza fa tutti gli sfoggi, tutte le industrie, tutti gli stratagemmi con chi vive nella nostra Volontà, si fa piccolo e si chiude nell’anima per formare la sua Vita, e di questa resta solo le spoglie per restare coperta, si fa immensa qual è, si forma tempio sontuoso per tenerla dentro al sicuro e godere della sua compagnia. Per chi fa la nostra Volontà essa è sempre occupata di Noi, e Noi siamo sempre occupati di essa, perciò guardati bene di farti trovare sempre nella nostra Volontà”.
(4) Dopo ciò seguitavo a pensare al Voler Divino, ed il mio amato Gesù ha soggiunto:
(5) “Il segno se l’anima vive nella mia Volontà è se tutte le cose interne ed esterne sono portatrici della mia Volontà, perché dire che posseggo la sua Vita e non sentirla è impossibile, quindi se la sentirà nel palpito, nel respiro, nel sangue che circola nelle sue vene, nel pensiero che formula nella sua mente, nella voce che dà vita alla sua parola e così di seguito. Onde l’atto interno facendo eco all’esterno, fa trovare la mia Volontà nell’aria che respira, nell’acqua che beve, nel cibo che prende, nel sole che le dà luce e calore, insomma, l’interno e l’esterno si danno la mano e formano tanti atti per formare la Vita della mia Volontà in essi, un atto solo non forma vita, ma atti continui e ripetuti formano la vita. Poi, nella mia Volontà tutto è presente, come in atto di fare tutto ciò che è stato fatto da Noi, e la creatura in Essa entra nella potenza dei nostri atti presenti e fa ciò che facciamo Noi, essa resta investita dalla nostra Forza Creatrice, dal nostro Amore che sempre sorge, comprende ch’è proprio per lei che tutto fa, ed oh! come ama e come vuol far tutto per il suo Creatore, invece fuori del nostro Fiat, ciò che Noi abbiamo fatto si vedono come cose passate, fatte per tutti, non per essa sola, quindi l’amore non si sveglia, dorme, resta come in letargo e pensano ad un amore lontano, non in atto. Perciò c’è tale differenza tra chi vive nella mia Volontà e tra chi vive fuori di Essa che non c’è paragone che regga. Perciò sii attenta e ringraziami del gran bene che ti ho fatto, di farti conoscere che significa vivere nel mio Volere”.