17-47 Giugno 11, 1925 Il male di non fare la Divina Volontà è irreparabile. Come la Divina Volontà è l’equilibrio degli attributi di Dio, così dovrebbe essere l’equilibrio degli attributi dell’uomo.
(1) La mia povera mente me la sentivo immersa nella Santissima Volontà di Dio, oh! come avrei voluto che neppure un respiro, un palpito, un moto, io facessi fuori del Voler Supremo! Mi sembrava che tutto ciò che si fa fuori della Volontà di Dio ci fa perdere nuova bellezza, nuova grazia e luce, e ci mette come in dissomiglianza col nostro Creatore, mentre Gesù vuole che in tutto somigliamo al nostro Supremo Fattore; e in che altro modo più facile possiamo rassomigliarlo, che ricevere in noi la Vita continua della sua Santissima Volontà? Essa ci porta i riflessi, i lineamenti del nostro Padre Celeste, ci mantiene integro lo scopo della Creazione, ci accerchia in modo da conservarci belli e santi qual Dio ci ha creato, e ci dà quel sempre nuovo di bellezza, di luce, d’amore non mai interrotto che solo in Dio si trova. Ora, mentre la mia mente si perdeva nel Voler Eterno, il mio dolce Gesù stringendomi a Sé, con voce sensibile mi ha detto:
(2) “Figlia mia, non c’è cosa che possa uguagliare il gran male di non fare la mia Volontà, non c’è bene che possa pareggiarlo, non c’è virtù che possa stargli di fronte, sicché il bene che si perde col non fare la mia Volontà è irreparabile, e solo col ritornare di nuovo in Essa può trovare rimedio, ed essere restituiti i beni che la nostra Volontà aveva stabilito di dare alla creatura. Invano s’illudono le creature di fare altre opere, virtù, sacrifici, se non sono parto della mia Volontà e per compirla, non sono da Me riconosciuti; molto più ché sta stabilito di dare la grazia, gli aiuti, la luce, i beni ed il giusto premio a chi opera per compire la mia Volontà. E poi, la mia Volontà è eterna, non ha principio né avrà fine; e chi può calcolare un atto fatto nella mia Volontà, senza principio e senza fine? Quel atto viene circondato, riempito di beni senza fine, qual è la mia Volontà tale rende l’atto. Invece, le altre virtù, le opere e sacrifici senza della mia Volontà, hanno un principio, come pure la fine; che gran che di premio possono ricevere cose soggette a perire? Oltre di ciò, la mia Volontà è l’equilibrio dei miei attributi: Se la mia potenza non avesse questa Volontà Santa, si svolgerebbe in tirannia verso chi tanto mi offende, invece equilibrando la mia potenza, mi fa versare grazie dove dovrei versare furore e distruzione. La mia sapienza, se non fosse per la mia Volontà che le dà vita sempre nuova, non manifesterebbe tanto arte e maestria nelle opere nostre. La nostra bellezza sarebbe scolorita e senza attrattiva se non fosse sostenuta da questa Volontà eterna. La misericordia si convertirebbe in debolezza se non fosse equilibrata dalla mia Volontà; e così di tutto il resto dei nostri attributi. Ora, la nostra paterna bontà ha tanto amore verso delle creature, che ha stabilito l’equilibrio dell’uomo nella nostra Volontà, era giusto che essendo uscito quest’uomo dalla Volontà Suprema, Essa si facesse vita, mantenesse l’equilibrio a tutto l’operato dell’uomo, dandogli la somiglianza del suo Creatore, sicché si doveva vedere in lui tale dignità, maestà, ordine nell’agire, da riconoscerlo come parto del suo Fattore. Onde, anche dall’agire si può vedere se c’è l’equilibrio della mia Volontà, oppure quello dell’umana. Ecco perciò la causa di tante opere, forse anche buone, ma non si vede l’equilibrio, il regime, l’ordine, perché manca l’esecuzione della mia Volontà, e perciò, invece di ammirarsi si biasimano, ed invece di gettare luce gettano tenebre. Se tutto il bene viene dalla mia Volontà, senza di Essa sono beni apparenti, senza vita, e forse anche velenosi, che avvelenano chi ne prende parte”.
17-48 Giugno 18, 1925 Come tutte le cose contengono il germe della rigenerazione. La Volontà di Dio deve rigenerare nella volontà umana per cambiarla in Divina.
(1) Stavo secondo il mio solito fondendomi nel Santo Voler Divino, e facendosi innanzi alla mia mente quel vuoto immenso della Santissima Volontà Suprema, pensavo tra me: “Come può essere mai che questo vuoto sarà riempito dal ricambio degli atti umani fatti in questa adorabile Volontà Divina? Ma per far ciò si devono togliere tutte le sbarre della volontà umana, che impedisce il passo per entrare in questo ambiente eterno e celeste della Volontà Suprema, in cui pare che Iddio li aspetta, per far che l’uomo ritorni alla sua origine nell’ordine della Creazione, e su quei primi passi e
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(1) Stavo secondo il mio solito fondendomi nel Santo Voler Divino, e facendosi innanzi alla mia mente quel vuoto immenso della Santissima Volontà Suprema, pensavo tra me: “Come può essere mai che questo vuoto sarà riempito dal ricambio degli atti umani fatti in questa adorabile Volontà Divina? Ma per far ciò si devono togliere tutte le sbarre della volontà umana, che impedisce il passo per entrare in questo ambiente eterno e celeste della Volontà Suprema, in cui pare che Iddio li aspetta, per far che l’uomo ritorni alla sua origine nell’ordine della Creazione, e su quei primi passi e via in cui aveva avuto il suo principio; eppure nulla si vede di nuovo nel mondo di bene; i peccati, quali erano tali sono, anzi peggio; e se qualche risveglio si sente di religione, di opere pure di circoli cattoliche, sembrano mascherate di quel bene, ma nel fondo, nella sostanza, ci sono vizi da inorridire più che prima; quindi, come può essere mai che l’uomo dia la morte come d’un sol colpo a tutti i vizi per dar vita a tutte le virtù, qual si richiede per vivere in questo ambiente della Volontà Suprema? Perché per vivere in Essa non ci sono mezzi termini, vite dimezzate da virtù e vizi, ma è necessario tutto sacrificare per convertire tutte le cose in Volontà di Dio. La volontà umana e le cose umane non devono aver più vita, ma devono esistere per compiere in esse la Volontà di Dio e per far svolgere la sua Vita in noi. Ora, mentre ciò pensavo ed altro, il mio dolce Gesù interrompendo il mio pensiero mi ha detto:
(2) “Figlia mia, eppure sarà così, questo vuoto immenso della mia Volontà sarà riempito dagli atti umani fatti dalle creature nella mia Volontà. Essa uscì dal Seno eterno dell’Ente Supremo per bene dell’uomo, questa nostra Volontà mentre fece un atto solo nell’uscire da Noi per travolgere l’uomo, in modo che non trovasse la via per uscirne, si moltiplicò poi in tanti innumerevoli atti per circondarlo e dirgli: “Vedi, questa mia Volontà non solo t’involge, ma sta in continua attitudine d’atti immediati per farsi conoscere e ricevere il atto di ricambio nella mia Volontà. Tutte le cose hanno il loro ricambio, e se non l’hanno si possono chiamare opere inutili e senza valore. Il seme gettato dal seminatore sotto terra vuole il ricambio, che il seme generi altri semi: il dieci, il venti, il trenta per uno. L’albero piantato dall’agricoltore vuole il ricambio della generazione e moltiplicazione di quei frutti. L’acqua attinta dalla fonte dà il ricambio di dissetare, lavare e pulire colui che l’ha attinta. Il fuoco acceso dà il ricambio di riscaldarlo, e così tutte le altre cose create da Dio, che tiene il potere di generare, contengono la virtù della rigenerazione, si moltiplicano e danno il loro ricambio. Ora, solo questa nostra Volontà uscita da Noi con tanto amore, con tante manifestazioni e con tanti atti continuati deve restare senza il suo ricambio della rigenerazione di altre volontà umane in Divine? Il seme dà l’altro seme, il frutto genera l’altro frutto, l’uomo genera l’altro uomo, il maestro forma l’altro maestro, solo la nostra Volontà, per quanto potente Ella sia deve restare isolata, senza ricambio e senza generare la nostra nella volontà umana? Ah! no, no, questo è impossibile, la nostra Volontà avrà il suo ricambio, avrà la sua generazione divina nella volontà umana, molto più che questo fu il nostro primo atto, per cui tutte le cose furono create, cioè, che la nostra Volontà trasformi e rigeneri la volontà umana in Divina. Volontà uscì da Noi, volontà vogliamo, tutte le altre cose furono fatte in ordine secondario, ma questo fu fatto, stabilito nell’ordine primario della Creazione, al più potrà portare tempo, ma non finiranno i secoli, che la mia Volontà non otterrà il suo scopo; se ha ottenuto lo scopo della rigenerazione nelle cose secondarie, molto più lo deve ottenere nello scopo primario. Mai la nostra Volontà si sarebbe partita dal nostro seno se sapesse che non avrebbe avuto i suoi completi effetti, cioè che la volontà umana restasse rigenerata nella Volontà Divina. Tu credi che le cose saranno sempre come oggi; ah! no, la mia Volontà travolgerà tutto, metterà scompiglio ovunque, tutte le cose saranno messe sossopra, molti fenomeni nuovi succederanno da confondere la superbia dell’uomo, guerre, rivoluzioni, mortalità d’ogni specie, non saranno risparmiate per atterrare l’uomo e disporlo a ricevere la rigenerazione della Volontà Divina nella volontà umana, e tutto ciò che ti manifesto sulla mia Volontà, e tutto ciò che tu fai in Essa, non è altro che preparare la via, i mezzi, gli insegnamenti, la luce, le grazie, per fare che la mia Volontà restasse rigenerata nella volontà umana. Se ciò non dovesse avvenire non ti avrei manifestato tanto, né ti avrei tenuto per sì lungo tempo sacrificata dentro d’un letto per gettare in te le fondamenta della rigenerazione della mia Volontà nella tua, e quindi tenerti in continuo esercizio nella mia Volontà. Credi tu che sia nulla quello starmi continuamente in te, imboccarti la mia preghiera, farti sentire le mie pene, che insieme con Me hanno altro valore, altri effetti, altro potere? Potrei dire che sto facendo la prima statua, la prima anima della rigenerazione della mia Volontà in essa, dopo il fare dei facsimili riuscirà più facile. Perciò ti dico sempre: Sii attenta che si tratta di troppo, e della cosa più importante che esiste in Cielo ed in terra: si tratta di mettere in salvo i diritti della nostra Volontà, di restituirci lo scopo della Creazione, di ridarci tutta la gloria per cui tutte le cose furono fatte, e di farci dare tutte le grazie che la nostra Volontà aveva stabilito di dare alle creature se avessero compito in tutto la nostra Volontà”.
17-49 Giugno 20, 1925 Come l’anima che fa vivere la Volontà di Dio in essa, mette in moto le gioie e le beatitudine divine, nelle quale restano rapiti i beati.
(1) Mi sentivo immersa nel Santo Voler di Dio, ed il mio dolce Gesù, tirandomi a Sé mi stringeva forte forte fra le sue braccia, e poi mi ha detto:
(2) “Figlia mia, oh! come è bello il mio riposo nell’anima che ha per vita il mio Volere e che fa in tutto e per tutto, agire, amare la mia Volontà in essa! Tu devi sapere che come l’anima respira, palpita, opera, e tutto il resto che si svolge in lei, essendo come centro di vita la mia Volontà in essa, è la mia Volontà che respira in essa, che palpita, che dà il moto all’opera, la circolazione al sangue, a tutto. Ora, essendo questa Volontà quella stesa che hanno le Tre Divine Persone, succede che sentono in loro il respiro dell’anima, il suo palpito, il suo moto. E siccome la nostra Volontà, ogniqualvolta che si decide di fare un atto, fa uscire da Noi nuove gioie, nuove beatitudini, nuove felicità, che armonizzando tutto ciò tra le Divine Persone, formano mari immensi di nuove felicità, che involgendo tutti i beati restano rapiti in queste gioie, e sono scossi da questo rapimento quando la nostra Volontà vuol formare altri atti di Volontà per felicitarci, e farci mettere fuori altre beatitudine, e mentre restano scossi, restano più fortemente rapiti nelle nostre immensurabili beatitudini. Ora, l’anima che fa vivere la nostra Volontà in essa, giunge a tanto che, come la fa operare, ci dà occasione di farci mettere in moto le nostre beatitudini, le armonie e le infinite gioie del nostro amore; ci fa mettere fuori nuove nostre bellezze. La nostra Volontà operante nella creatura ci è tanto gradita, tenera, amabile, ci fa delle nuove sorprese, mette in moto le cose nostre per darci il ricambio della nostra gloria, del nostro amore, delle felicità nostre, e tutto ciò per mezzo della creatura che in sé ha dato il posto di far vivere la nostra Volontà; come non amare questo parto del nostro Volere? Molto più che la nostra Volontà ce la rende amabile, graziosa, bella, d’un modo tale che in nessun’altra scorgiamo le sue prerogative, è un lavoro fatto dalla nostra Volontà, con tale maestria da far incantare tutto il Cielo, da renderla amabile a tutti, molto più alla Trinità Sacrosanta”.
(3) E mentre ciò diceva mi stringeva più forte, e facendomi mettere la mia bocca nel suo cuore, ha soggiunto:
(4) “Bevi anche tu a larghi sorsi le nostre beatitudini, saziati come vuoi e quanto vuoi”.
17-50 Giugno 25, 1925 Come le croci aprono le porte a nuove manifestazioni, a lezioni più segrete, ai doni più grandi. Per vivere nella Divina Volontà, l’anima deve fare il sacrificio totale di tutto, ma tutto starà nel comprenderla, conoscerla ed amarla.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio adorabile Gesù, tutto amore e tenerezza, è venuto alla povera anima mia. Prima si è messo a me vicino e mi guardava fissa, come se mi volesse dire tante cose, ma voleva allargare la mia intelligenza perché era incapace di poter ricevere e comprendere ciò che Lui voleva dirmi; poi si è disteso su tutta la mia persona e mi nascondeva sotto di Lui, copriva la mia faccia con la sua, le mie mani, i miei piedi coi suoi; mi pareva che stava tutto attento a coprirmi e a nascondermi sotto
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(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio adorabile Gesù, tutto amore e tenerezza, è venuto alla povera anima mia. Prima si è messo a me vicino e mi guardava fissa, come se mi volesse dire tante cose, ma voleva allargare la mia intelligenza perché era incapace di poter ricevere e comprendere ciò che Lui voleva dirmi; poi si è disteso su tutta la mia persona e mi nascondeva sotto di Lui, copriva la mia faccia con la sua, le mie mani, i miei piedi coi suoi; mi pareva che stava tutto attento a coprirmi e a nascondermi sotto di Lui, affinché nulla più comparisse di me. Oh! come mi sentivo felice nascosta e coperta tutta da Gesù! Ed io non vedevo altro che Gesù, tutto mi era scomparso. Le gioie, la felicità della sua amabile presenza, come d’incanto erano tutte ritornate a rivivere nel mio povero cuore; il dolore era da me sbandito, né mi ricordavo più la sua privazione che mi era costata pene mortali. Oh! come è facile dimenticare tutto stando con Gesù! Ora, dopo che mi ha tenuto per qualche tempo tutta coperta e nascosta in Lui, tanto che io credevo che non più mi lasciasse, lo sentivo che chiamava gli angeli, i santi, che venissero a vedere ciò che Gesù faceva con me, ed il modo come mi teneva coperta sotto alla sua adorabile persona. Onde dopo mi ha partecipato le sue pene, ed io tutto gli facevo fare, e sebbene mi sentivo come stritolare da quelle pene, mi sentivo felice e provavo le gioie che contiene il Voler Divino quando l’anima si abbandona in Esso, anche soffrendo. Quindi, dopo che mi ha fatto patire mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Volontà vuole sempre più darsi a te, e per più darsi, vuole più farsi comprendere, e per rendere più stabile, più sicuro, più apprezzabile ciò che ti manifesta, ti dà nuove pene per maggiormente disporti e preparare in te il vuoto dove deve deporre le sue verità. Vuole il nobile corteggio del dolore per essere sicura dell’anima, e potersi fidare di lei, è sempre il dolore, le croci che aprono le porte a nuove manifestazioni, a lezioni più segrete, ai doni più grandi che voglio deporre in te, perché se l’anima resiste alla mia Volontà penante, dolente, si renderà capace di ricevere la mia Volontà felicitante, ed acquisterà l’udito per capire le nuove lezioni della mia Volontà; il dolore le farà acquistare il linguaggio celeste, in modo da saper ridire le nuove lezioni imparate”.
(3) Io nel sentir ciò gli ho detto: “Mio Gesù e mia vita, mi sembra che ci vuole completo sacrificio per fare la tua Volontà e vivere in Essa, a primo aspetto sembra nulla, ma poi, alla pratica, sembra difficile; quel non avere neppure nelle cose sante, nello stesso bene, neppure un fiato di volontà propria, all’umana natura sembra troppo dolente, quindi, mai potranno le anime giungere a vivere nel tuo Volere con il totale sacrificio di tutto?”.
(4) E Gesù ha soggiunto: “Figlia mia, il tutto sta nel capire il gran bene che le viene col fare la mia Volontà, chi è questa Volontà che vuole questo sacrificio, e come questa Volontà Suprema non si adatta ad essere intramezzata e convivere con una volontà bassa, piccola e finita; Essa vuole rendere eterni, infiniti e divini gli atti dell’anima che vuol vivere nella mia Volontà, e come può far ciò se lei vuol mettere il suo fiato della volontà umana, fosse anche cosa santa come tu dici? Ma è sempre una volontà finita, e allora non sarebbe più una realtà il vivere nella mia Volontà, ma un modo di dire. Invece, l’ufficio della mia Volontà è dominio totale, ed è giusto che il piccolo atomo della volontà umana resti conquiso e perda il suo campo d’azione nella mia Volontà. Che diresti se una piccola lucerna, un fiammifero, una favilla di fuoco volesse andare nel sole per fare la sua via e formavi il suo campo di luce, d’azione nel centro del sole? Se il sole avesse ragione si sdegnerebbe, e la sua luce ed il suo calore annienterebbe quella piccola lucerna, quel fiammifero, quella favilla; e tu, per prima li burleresti, condannando la loro temerità di voler fare il loro campo d’azione nella luce del sole. Tale è il fiato della volontà umana, anche nel bene, nella mia, perciò sta attenta che in nulla la tua abbia vita; e tutta ti ho coperto e nascosto in Me, affinché non abbia altro occhio che di guardare solo la mia Volontà, per darle il libero campo d’azione nell’anima tua. Piuttosto il difficile starà nel comprendere il vivere nel mio Volere, non nel sacrificarsi, perché quando avranno capito il gran bene che loro viene, che da poveri saranno ricchi, da schiavi di vili passioni saranno liberi e dominanti, da servi padroni, da infelici felici e anche nelle pene di questa povera vita, e tutti i beni che ci sono nel mio Volere, il sacrificio totale di tutto, per loro sarà un onore, sarà desiderato, voluto e sospirato. Ecco perciò ti spingo tanto a manifestare ciò che riguarda la mia Volontà, perché il tutto starà nel comprenderla, conoscerla ed amarla”.
(5) Ed io: “Mio Gesù, se tanto ami e vuoi che questa tua Volontà sia conosciuta, affinché Essa abbia il suo campo d’azione divina nelle anime, deh! manifesta Tu stesso alle anime le sue verità ed il gran bene che contiene la tua Volontà, ed il gran bene che esse riceveranno. La tua parola diretta contiene una forza magica, una calamita potente, la virtù della potenza creatrice, oh! come è difficile non arrendersi al dolce incanto della tua parola divina! Perciò, detto direttamente da Te, tutti si arrenderanno”.
(6) E Gesù: “Figlia mia, è mio solito, l’ordine della mia eterna Sapienza, manifestare le mie opere più grandi prima ad una sola anima, accentrare in lei tutto il bene che la mia opera contiene, farmela con essa a tu per tu, come se nessun’altra esistesse. Quando il tutto ho fatto, in modo che posso dire che la mia opera l’ho completato del tutto in essa, tanto che nulla deve mancarle, allora la faccio scorrere come da vasto mare, a pro delle altre creature. Ciò feci con la mia Celeste Mamma: Primo trattai con Lei, come a tu per tu, l’opera della Redenzione; nessuna delle altre creature ne sapeva nulla; Lei si dispose a tutti i sacrifici, a tutti i preparativi necessari per farmi discendere dal Cielo in terra; feci tutto come se fosse la sola Redenta; ma dopo che mi mise fuori, alla luce, in modo che tutti potevano vedermi e prendere i beni della Redenzione, mi diedi a tutti, purché mi volessero ricevere. Così sarà della mia Volontà: Quando il tutto avrò completato in te, in modo che la mia Volontà trionferà di te, e tu di Essa, allora come acqua scorrerà a bene di tutti, ma è necessario far la prima anima, per avere le seconde”.
17-51 Giugno 29, 1925 Come le opere di Gesù, dopo la sua morte ebbero il suo pieno frutto, così sarà di Luisa.
(1) Mi sentivo oppressa, ed un pensiero voleva turbare la serenità della mia mente: “E se ti trovassi in punto di morte e ti venissero dubbi, timori di come ti sei diportata nella tua vita, tanto da farti temere della tua salvezza, come faresti?” Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù non mi ha dato tempo di più riflettere né di rispondere al mio pensiero; muovendosi nel mio interno si faceva vedere che tentennava la testa, e come contristato dal mio pensiero mi ha detto:
(2) “Figlia mia, che dici? Pensare ciò è un affronto
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(1) Mi sentivo oppressa, ed un pensiero voleva turbare la serenità della mia mente: “E se ti trovassi in punto di morte e ti venissero dubbi, timori di come ti sei diportata nella tua vita, tanto da farti temere della tua salvezza, come faresti?” Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù non mi ha dato tempo di più riflettere né di rispondere al mio pensiero; muovendosi nel mio interno si faceva vedere che tentennava la testa, e come contristato dal mio pensiero mi ha detto:
(2) “Figlia mia, che dici? Pensare ciò è un affronto alla mia Volontà, in Essa non entrano né timori, né dubbi, né pericolo alcuno, queste sono robe che non le appartengono, sono piuttosto i miseri cenci della volontà umana; la mia Volontà è qual mare placido che mormora pace, felicità, sicurezza, certezza, e le onde che sprigiona dal suo seno sono onde di gioie e di contenti senza termine, perciò nel vederti pensare ciò, Io sono restato scosso; la mia Volontà non è capace di timori, di dubbi, di pericolo, e l’anima che vive in Essa si rende estranea ai miseri cenci della volontà umana. E poi, di che può temere la mia Volontà? Chi mai può fare suscitare dubbi sul suo operato, se innanzi alla Santità del mio Volere operante tutti tremano e sono costretti a piegare la fronte, adorando l’operato della mia Volontà? Anzi voglio dirti una cosa per te molto consolante e per Me di grande gloria: Succederà di te nel tuo morire nel tempo, ciò che successe di Me nella mia morte, Io in vita operai, pregai, predicai, istituii sacramenti, soffrii pene inaudite e fino la stessa morte, ma la mia Umanità, posso dire, che quasi nulla vide a confronto del gran bene che aveva fatto, né gli stessi sacramenti ebbero vita finche Io stetti sulla terra. Come fui morto, la mia morte suggellò tutto il mio operato, le mie parole, le mie pene, i sacramenti, ed il frutto della mia morte confermò tutto ciò che Io feci, e fece risorgere a vita le mie opere, le mie pene, le mie parole, i miei sacramenti da Me istituiti, e la continuazione della vita di essi fino alla consumazione dei secoli, sicché la mia morte mise in moto tutte le opere mie e le fece risorgere in vita perenne. Tutto ciò era giusto, contenendo la mia Umanità il Verbo Eterno e una Volontà che non ha né principio né fine, né soggetta a morire, tutto ciò che Essa fece nulla doveva perire, neppure una sola parola, ma tutto doveva avere la continuazione fino alla fine dei secoli, per passare nei Cieli a beatificare tutti i beati eternamente. Così succederà di te: La mia Volontà che vive in te, che ti parla, ti fa operare, soffrire, nulla farà perire, neppure una parola delle tante verità che ti ho manifestato sulla mia Volontà, tutto metterà in moto, tutto farà risorgere; la tua morte sarà la conferma a tutto ciò che ti ho detto, e siccome nel vivere nella mia Volontà tutto ciò che l’anima fa, soffre, prega, parla, contengono un’atto di Volontà Divina, tutto ciò non sarà soggetto a morire, ma resteranno come tante vite nel mondo, tutte in atto di dar vita alle creature. Quindi, tutte le verità che ti ho detto, la tua morte squarcerà i veli che le coprono, e risorgeranno come tanti soli, da snebbiare tutti i dubbi e le difficoltà di cui parevano coperte in vita. Sicché, finche tu viva in questo basso mondo, poco o nulla vedrai negli altri di tutto il gran bene che la mia Volontà vuol fare per mezzo tuo, ma dopo la tua morte avrà il suo pieno effetto”.
(3) Dopo ciò ho passato senza poter chiudere occhio né al sonno, né alle solite visite del mio amabile Gesù, ché venendo Lui io resto assopita in Lui, e per me è più che sonno; ma però l’ho passato facendo le ore della sua passione, e facendo i soliti giri nella sua adorabile Volontà. Onde vedevo che era giorno (ma questo mi succede spesso) , e stavo dicendo tra me: “Amor mio, né sei venuto né mi hai fatto dormire, quindi come faro oggi senza di Te?” In questo mentre, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno dicendomi:
(4) “Figlia mia, nella mia Volontà non ci sono notti, né sonno, è sempre pieno giorno e piena veglia; non c’è tempo da dormire perché c’è molto da fare, da prendere, e da felicitarsi in Essa, quindi tu devi imparare a vivere nel lungo giorno della mia Volontà, per fare che la mia Volontà possa avere la sua Vita di attitudine continua in te; però troverai il più bello riposo, perché la mia Volontà ti farà salire sempre più nel tuo Dio e te lo farà più comprendere, e quanto più lo comprenderai, più l’anima tua resterà allargata per poter ricevere quel riposo eterno, con tutte quelle felicità e gioie che contiene il riposo divino. Oh! che bel riposo sarà questo per te, riposo che solo nella mia Volontà si trova!”.
(5) Ora mentre ciò diceva, è uscito da dentro il mio interno, e gettando le sue braccia al mio collo mi stringeva forte a Sé, ed io ho steso le mie e me lo stringevo forte a me. In questo mentre, il mio dolce Gesù chiamava molte persone che si stringevano ai suoi piedi, e Gesù loro diceva: “Salite al mio cuore e vi farò vedere i portenti che la mia Volontà ha fatto in quest’anima”.
(6) Detto ciò è scomparso.
17-52 Luglio 9, 1925 Il patire insieme con Gesù serve di busso continuo, col quale Gesù picchia alle porte dell’anima, e l’anima picchia alle porte della sua.
(1) Mi sentivo che non potevo più stare senza del mio dolce Gesù. Per parecchi giorni ho dovuto sospirare il suo ritorno, ma invano, e gli dicevo di cuore:
(2) “Amor mio, ritorna alla tua piccola figlia, non vedi che non ne posso più? Ahi! a qual duro martirio esponi la mia povera esistenza col privarmi di Te!”.
(3) E stanca e sfinita mi abbandonavo nel suo Santissimo Volere. Ora, mentre mi trovavo in questo stato, stavo leggendo e mi sono sentita stendere le braccia al collo, la mia mente è restata assopita e mi sono trovata stretta dalle braccia di Gesù, tutta adombrata e nascosta in Lui. Io volevo dirgli il mio dolore, ma non mi ha dato tempo di farlo; ha parlato Gesù dicendomi:
(4) “Figlia mia, non vuoi persuaderti che quando la mia giustizia vuole, per giusta ragione, castigare le gente, Io sono costretto a nascondermi da te, perché tu non sei altro che una piccola particella che vincola tutte le altre particelle delle altre creature, e stare alla famigliare con te e come in festa, e colpire le altre particelle vincolate a te, la mia giustizia si trova in contrasto, e si sente distogliere dal colpire le altre particelle. Quindi, in questi scorsi giorni ci sono stati castighi nel mondo, ed Io mi sono tenuto da te nascosto, ma in te sempre”.
(5) Ora, mentre ciò diceva mi sono trovata fuori di me stessa, e mi faceva vedere che in vari punti della terra c’erano stati: dove terremoti, dove gravi incendi con morte di gente, e dove altri guai, e pareva che altri gravi mali seguiranno. Io sono restata spaventata e pregavo, ed il mio amabile Gesù è ritornato, ed io mi vedevo innanzi a Lui tutta brutta, come appassita e gli ho detto:
(6) “Vita mia e mio tutto, guardami come mi sono fatta brutta, come sto in atto d’appassire, ah! senza di Te come mi cambio! La tua privazione mi fa perdere la freschezza, la bellezza, mi sento come sotto d’un sole ardente, che togliendomi tutti gli umori vitali mi fa appassire e consumare”.
(7) E Gesù mi ha fatto patire un poco insieme con Lui; quel patire si convertiva sopra dell’anima mia come in celeste rugiada, che mi restituiva gli umori vitali; e prendendo la povera anima mia nelle sue mani ha soggiunto:
(8) “Povera figlia mia, non temere, se la mia privazione ti ha fatto appassire, il mio ritorno ti restituirà la freschezza, la bellezza, il colorito, e tutti i miei lineamenti; ed il patire insieme con Me non solo ti sarà come rugiada da farti ringiovanire, ma servirà di busso continuo, col quale picchiare alle porte dell’anima tua, e tu alla mia, in modo che le porte restino sempre aperte e tu liberamente puoi entrare in Me ed Io in te, ed il mio soffio ti servirà come venticello da conservarti la bella freschezza con cui ti creai”.
(9) E mentre ciò diceva mi soffiava forte forte, e stringendomi a Sé, mi e scomparso.
17-53 Luglio 20, 1925 Immobilità della Grazia nelle anime per l’ingratitudine umana.
(1) Trovandomi nel solito, dopo aver passato privazioni amarissime del mio dolce Gesù, finalmente si ha fatto vedere, e senza dirmi neppure una parola mi ha messo in una posizione dolorosa, in una perfetta immobilità, sentivo la vita e non avevo moto, sentivo il respiro e non potevo respirare, tutta la mia povera persona non aveva un piccolo moto, e mentre sentivo dolermi, non ero capace di contorcermi per il dolore che sentivo, ma ero costretta dalla presenza di Gesù e dalla sua Santissima Volontà a restare immobile. Onde dopo che al mio benedetto Gesù è piaciuto, mi ha steso le sue braccia come per prendermi e stringermi al suo seno, e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, hai visto come è doloroso lo stato d’immobilità? E’ lo stato più duro, perché anche a sentire acerbi dolori, il moto è sollievo, è segno di vita; i contorcimenti sono voci mute che chiedono aiuto, e scuotono compassione dai circostanti. Tu l’hai provato quanto è doloroso, ma sai tu perché ti ho messo in questo stato d’immobilità? Per farti comprendere lo stato in cui si trova la mia grazia e avere da te una riparazione. Oh! in quale stato d’immobilità si trova la mia grazia! Essa è vita e moto continuo e sta in continuo atto di darsi alle creature, le creature la respingono e la rendono immobile; sente la vita, vuol dare la vita, ed è costretta dall’ingratitudine umana a starsene immobile e senza moto; che pena! La mia grazia è luce e come luce naturalmente si spande, e le creature non fanno altro che sprigionare tenebre, e mentre la mia luce vuole entrare in loro, le tenebre che spandono paralizzano la mia luce e la rendono come immobile e senza vita per le creature. La mia grazia è amore e contiene la virtù di poter tutti accendere, ma la creatura amando altro rende come morto per sé quest’amore, e la mia grazia sente il più straziante dolore dello stato d’immobilità in cui la mettono le creature. Oh! in quali strette dolorosissime si trova la mia grazia! E questo non solo da quelli che apertamente si dicono cattivi, ma anche da quelli che si dicono religiosi, anime pie, e molte volte per cose da nulla, per una cosa che non va a loro genio, per un capriccio, per un vilissimo attacco o perché non trovano le soddisfazioni della propria volontà nelle stesse cose sante, mentre la mia grazia è tutta moto e vita per loro, la rendono immobile e si appigliano a ciò che va a loro genio, al capriccio, agli attacchi umani, e a tutto ciò in cui sentono la soddisfazione del proprio io. Sicché, al posto della mia grazia mettono il proprio io, come vita e come idolo proprio; ma sai tu chi è la confortatrice, la indivisibile compagna, la rapitrice che le rapisce il moto e la vita della mia grazia, anzi accelera sempre più il suo moto e neppure un istante la rende immobile? Chi vive nella mia Volontà; dove Essa regna è sempre in moto la mia grazia, è sempre in festa, tiene sempre da fare, non resta mai corrucciata, inoperosa. L’anima dove regna il mio Volere è la beniamina della mia grazia, è la sua piccola segretaria dove depone i segreti dei suoi dolori e delle sue gioie, le affida tutto, perché la mia Volontà tiene posto sufficiente per ricevere il deposito che contiene la mia grazia, perché essa non è altro che il parto continuo della mia Volontà Suprema”.
17-54 Agosto 2, 1925 Che cosa, e che gran che, è il “Ti amo”.
(1) Stavo pregando e fondendomi nel Santo Voler Divino; volevo girare dappertutto, fin nell’empireo per trovare quel ti amo supremo, che non è soggetto a nessuna interruzione, vorrei farlo mio affinché anch’io avessi un ti amo non mai interrotto che potesse far eco al ti amo eterno, e possedendo in me la sorgente del vero ti amo, potessi avere un ti amo per tutti, per ciascuno, per ogni moto, per ogni atto, per ogni respiro, per ogni palpito e per ogni ti amo dello stesso Gesù. E mentre mi pareva di giungere nel seno dell’Eterno, facendo mio il loro
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(1) Stavo pregando e fondendomi nel Santo Voler Divino; volevo girare dappertutto, fin nell’empireo per trovare quel ti amo supremo, che non è soggetto a nessuna interruzione, vorrei farlo mio affinché anch’io avessi un ti amo non mai interrotto che potesse far eco al ti amo eterno, e possedendo in me la sorgente del vero ti amo, potessi avere un ti amo per tutti, per ciascuno, per ogni moto, per ogni atto, per ogni respiro, per ogni palpito e per ogni ti amo dello stesso Gesù. E mentre mi pareva di giungere nel seno dell’Eterno, facendo mio il loro ti amo, andavo ripetendo dappertutto e sopra ciascuna cosa una cantilena di ti amo per il mio Supremo Signore. Ora, mentre ciò facevo, il mio pensiero ha interrotto il mio ti amo dicendomi: “Che fai? Potresti fare altro, e poi, che cosa, che gran che è questo ti amo?” Ed il mio dolce Gesù muovendosi come in fretta nel mio interno mi ha detto:
(2) “Che cosa, che gran che è il ti amo per Me? Figlia mia, il ti amo è tutto! Il ti amo è amore, è venerazione, è stima, è eroismo, è sacrificio, è fiducia verso a chi è diretto il ti amo. Il ti amo è possedere Colui che racchiude il ti amo. Ti amo è una parola piccola, ma pesa quanto pesa tutta l’eternità! Il ti amo racchiude tutto, coinvolge tutti, si diffonde, si stringe, si eleva in alto, scende fin nel basso, s’imprime ovunque, ma mai si arresta. Come figlia mia, che gran che è il ti amo? La sua origine è eterna, nel ti amo il Padre Celeste mi generò, e nel ti amo procedette lo Spirito Santo. Nel ti amo il Fiat eterno uscì la Creazione tutta, e nel ti amo perdonò l’uomo colpevole e lo redense; sicché nel ti amo l’anima trova tutto in Dio, e Dio trova tutto nell’anima, perciò il valore del ti amo è infinito, è pieno di vita, di energia, non si stanca mai, supera tutto e trionfa di tutto, quindi voglio vederlo questo ti amo per Me sul tuo labbro, nel tuo cuore, nel volo dei tuoi pensieri, nelle gocce del tuo sangue, nelle pene e nelle gioie, nel cibo che prendi, in tutto. La vita del mio ti amo dev’essere lunga, lunga in te, ed il mio Fiat che regna in te vi metterà il suggello del ti amo Divino”.
(3) Dopo di ciò, innanzi alla mia mente si è presentato ad un punto altissimo un sole, la sua luce era inaccessibile; dal centro di esso uscivano continue fiammelle contenendo ciascuna un ti amo, e come uscivano si mettevano come in ordine intorno a questa luce inaccessibile, però queste fiammelle restavano come legate da un filo di luce da quella luce inaccessibile che alimentava la vita di quelle fiammelle; queste fiammelle erano tante che riempivano Cielo e terra. Mi pareva di vedere il nostro Dio come principio ed origine di tutto, e le fiammelle, la Creazione tutta come parto divino e di puro amore, anch’io ero una piccola fiammella, ed il mio dolce Gesù mi spingeva a prendere il mio volo per ogni fiammella, per mettervi il doppio ti amo. Io non so come mi sono trovata fuori di me stessa, per girare in mezzo a quelle fiammelle ed imprimere il mio ti amo su ciascuna di esse, ma erano tante che mi sperdevo; ma una forza suprema mi faceva riprendere l’ordine ed il giro del mio ti amo.
(4) Onde, dopo mi sono trovata in un vasto giardino, e con mia grande sorpresa ho trovato la mia Regina Mamma, la quale avvicinandosi a me mi ha detto:
(5) “Figlia mia, vieni insieme con Me a lavorare in questo giardino, dobbiamo piantarvi dei fiori e frutti celesti e divini, è già quasi vuoto, e se qualche pianta c’è, è terrestre e umana, quindi ci conviene strapparla per fare che questo giardino sia del tutto gradito al mio Figlio Gesù. I semi che dobbiamo piantare sono tutte le mie virtù, le mie opere, le mie pene, che contengono il germe del Fiat Voluntas Tua; non ci fu cosa che Io feci che non conteneva questo germe della Volontà di Dio, mi sarei contentata di non fare piuttosto nulla, anziché operare, soffrire senza di questo germe. Tutta la mia gloria, la dignità di Madre, l’altezza di Regina, la supremazia su tutto, mi veniva da questo germe; la Creazione tutta, tutti gli esseri mi riconoscevano dominante su di loro, perché vedevano in Me regnante la Volontà Suprema. Perciò tutto ciò che feci Io, e tutto ciò che hai fatto tu con questo germe del Voler Supremo, lo uniremo insieme e pianteremo questo giardino”.
(6) Onde abbiamo fusi insieme i semi che teneva la mia Mamma Celeste, che erano assai, ed i pochi miei, che non so come me li ho trovati, e abbiamo incominciato a formare le fossette per mettervi il seme. Ma mentre ciò facevamo, dietro alle muraglie del giardino che erano altissime, si sentivano rumori di armi, di cannoni e si battevano in modo orribile, sicché siamo state costrette a correre per prestare aiuto; quivi giunte, si vedevano gente di varie razze, di diversi colori, e molte nazioni unite insieme che facevano battaglia e gettavano terrore e spavento. Ma mentre ciò vedevo mi sono trovata in me stessa, ma con tale spavento, e poi col dolore di non aver detto neppure una parola alla mia Celeste Mamma del duro mio stato. Sia sempre benedetta la Santissima Volontà di Dio, e tutto a gloria sua.
17-55 Agosto 4, 1925 Come chi vive nella Volontà di Dio sta in comunicazione con tutte le cose create, ed è sostenuta da tutta la Creazione.
(1) Dopo aver passato vari giorni di totale privazione del mio dolcissimo Gesù, andavo ripetendo il mio doloroso ritornello: “Tutto per me è finito; ahi! non lo vedrò più! Non più ascolterò la sua voce che tanto mi dilettava! Ahi! sono abbandonata da chi formava tutto il mio contento ed era il tutto per me! Che martirio prolungato! Che vita senza vita, senza di Gesù!” Ma mentre il mio cuore era affogato di pene, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno, e prendendomi in braccio ho gettato le mie braccia al suo collo, abbandonando il mio capo sul suo petto in atto che non ne potevo più, e Gesù stringendomi forte a Sé, poggiava le sue ginocchia sul mio petto, premendolo forte forte, e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tu devi morire continuamente”.
(3) E mentre ciò diceva mi partecipava varie pene. E poi, prendendo un aspetto più affabile ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, di che temi se c’è in te la potenza della mia Volontà? Ed è tanto vero che c’è questo mio Volere in te, che in un istante ti ho trasformato nelle mie pene, e tu con amore ti sei prestata a riceverle. E come tu penavi hai steso le braccia per abbracciare la mia Volontà, e mentre tu l’abbracciavi, tutto ciò che vive nel mio Volere, cioè gli angeli, i santi, la mia Mamma Celeste, la stessa Divinità, hanno sentito la strettezza del tuo abbracciò, e tutti sono corsi verso di te per riabbracciarti, ed in coro hanno detto: “Come è gradito e caro l’abbracciò della nostra piccola esiliata, che vive sulla terra per compiere la sola Volontà di Dio, come la compiamo noi nel Cielo, lei è la nostra gioia, è la nuova e sola festa che ci viene dalla terra”. Oh! se tu sapessi che significa vivere nella mia Volontà, non c’è divisione tra lei ed il Cielo, dove c’è la mia Volontà essa si trova, i suoi atti, le sue pene, le sue parole, sono in atto ed operanti in qualunque luogo la mia Volontà si trova, e siccome si trova dappertutto, l’anima si mette nell’ordine della Creazione, e sta, con l’elettricità del Supremo Volere, in comunicazione con tutte le cose create, e come le cose create stanno in ordine ed armonia tra loro, l’una è il sostegno dell’altra, neppure una può spostarsi; e mai sia, si spostasse una sola cosa da Me creata, la Creazione si sconvolgerebbe tutta; c’è un segreto tra loro, una forza misteriosa, che mentre vivono sospesi in aria, senza appoggio alcuno, con la forza della comunicazione che hanno tra loro, una sostiene l’altra. Così chi fa la mia Volontà è in comunicazione con tutti, è sostenuta da tutte le opere del suo Creatore, perciò tutti la riconoscono, l’amano, e le prestano l’elettricità, il segreto di vivere insieme con loro, sospesa tra il cielo e la terra, tutta sostenuta dalla sola forza della Suprema Volontà”.
18-1 Agosto 9, 1925 Come il ricambiare Iddio in amore per tutte le cose create, entra nel primo dovere della creatura. La Divina Volontà fu data come vita primaria della creatura.
(1) Mio Gesù, dammi la forza, Tu che vedi le grandi ripugnanze che sento nello scrivere, che se non fosse per la benedetta ubbidienza ed il timore di dispiacerti, non avrei vergato mai più una sola parola. Le tue lunghe privazioni m’intontiscono e mi rendono incapace di tutto, perciò ho bisogno di aiuto maggiore per mettere su carta ciò che il tuo Santo Volere mi suggerisce. Perciò dammi la mano e sii Tu sempre insieme con me.
(2) Ora, mentre mi stavo fondendo nel Santo Voler Divino, per ricambiare in amore tutto ciò che Iddio aveva
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(1) Mio Gesù, dammi la forza, Tu che vedi le grandi ripugnanze che sento nello scrivere, che se non fosse per la benedetta ubbidienza ed il timore di dispiacerti, non avrei vergato mai più una sola parola. Le tue lunghe privazioni m’intontiscono e mi rendono incapace di tutto, perciò ho bisogno di aiuto maggiore per mettere su carta ciò che il tuo Santo Volere mi suggerisce. Perciò dammi la mano e sii Tu sempre insieme con me.
(2) Ora, mentre mi stavo fondendo nel Santo Voler Divino, per ricambiare in amore tutto ciò che Iddio aveva fatto nella Creazione per amore delle creature, il pensiero mi diceva che non era necessario il fare ciò, né era gradito al mio Gesù questo modo di pregare, queste sono invenzioni della mia testa. Ed il mio sempre amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(3) “Figlia mia, tu devi sapere che questo modo di pregare, cioè di ricambiare Iddio in amore per tutte le cose da Lui create, è un diritto divino ed entra nel primo dovere della creatura. La Creazione fu fatta per amore dell’uomo, anzi, fu tanto il nostro amore che, se fosse necessario avremmo creato tanti cieli, tanti soli, stelle, mari, terre, piante, e tutto il resto, per quante creature dovevano venire alla luce di questo mondo, affinché ognuna avesse una Creazione per sé, un universo tutto suo, come difatti quando il tutto fu creato, solo Adamo fu lo spettatore di tutto il creato, egli poteva godere tutto il bene che voleva. E se ciò non facemmo, fu perché l’uomo poteva godere lo stesso tutto come se fosse suo, ad onta che gli altri ne godano. Difatti, chi non può dire: il sole è mio e godere della luce del sole per quanta ne vuole? Che l’acqua è mia, e dissetarsi e servirsene dove la necessita? Che il mare, la terra, il fuoco, l’aria, sono cose mie? E tante altre cose da Me create, e se in qualche cosa l’uomo pare che difetta, che stenta la vita, è il peccato che sbarrando il passo ai miei benefizi, impedisce alle cose da Me create d’essere larghe per la creatura ingrata.
(4) Quindi, stando tutto ciò, che in tutte le cose create Iddio vincolava il suo amore verso ciascuna creatura, in essa entrava il dovere di ricambiare Iddio con il suo piccolo amore, con la sua gratitudine, con il suo grazie verso chi tanto aveva fatto per lei. Questo non ricambiare Iddio in amore per tutto ciò che ha fatto nella Creazione per l’uomo, è la prima frode che fa la creatura a Dio, è un usurpare i suoi doni senza neppure riconoscerli, da dove vengono, e chi tanto l’ha amato. Perciò è il primo dovere della creatura, ed è tanto indispensabile questo dovere ed importante, che Colei che prese a petto tutta la nostra gloria, la nostra difesa, il nostro interesse, non faceva altro che girare per tutte le sfere, dalla più piccola alla più grande delle cose da Dio create, per imprimere il suo ricambio d’amore, di gloria, di ringraziamento per tutti, e a nome di tutte le umane generazioni. Ah! si, fu proprio la mia Mamma Celeste che riempì Cieli e terra del ricambio a tutto ciò che Dio aveva fatto nella Creazione. Dopo di Lei fu la mia Umanità che compì questo dovere sì sacrosanto, a cui tanto tanto la creatura aveva mancato, e che mi rese propizio il mio Padre Celeste verso l’uomo colpevole; sicché 18[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta furono le mie preghiere e quelle della mia inseparabile Mamma. Non vuoi tu dunque ripetere le mie stesse preghiere? Anzi, perciò ti ho chiamato nel mio Volere, affinché ti associ con Noi e segua e ripeta gli atti nostri”.
(5) Ond’io cercavo per quanto potevo di girare per tutte le cose create, per dare al mio Dio il ricambio dell’amore, della gloria, della gratitudine per tutto ciò che aveva fatto nella Creazione. Mi pareva di vedere in tutte le cose il ricambio dell’amore della mia Imperatrice Mamma, e del mio amato Gesù. Questo ricambio formava la più bella armonia tra il Cielo e la terra, e vincolava il Creatore con la creatura. Ogni ricambio d’amore era un tasto, una sonatina di musica celeste che rapiva, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
(6) “Figlia mia, tutte le cose create non furono altro che un atto della nostra Volontà che le mise fuori, né esse possono spostarsi, né cambiare effetti, né posizione, né l’ufficio che ciascuna ricevette dal suo Creatore; esse non sono altro che specchi dove l’uomo doveva mirare i riflessi delle qualità del suo Creatore: Dove la potenza, dove la bellezza, in altre cose create la bontà, l’immensità, la luce, ecc., insomma, ogni cosa creata predica all’uomo le qualità del suo Creatore, e con voci mute le dicono quanto lo amo. Invece nel creare l’uomo, non fu la nostra sola Volontà, ma una emanazione che uscì dal nostro seno, una parte di Noi stessi che infondemmo in lui, e perciò lo creammo libero di volontà, acciò crescesse sempre in bellezza, in sapienza, in virtù; a somiglianza nostra lui poteva moltiplicare i suoi beni, le sue grazie. Oh! se un sole fosse libero di volontà e potesse fare da uno, due soli; da due, quattro soli, quale gloria, quale onore non darebbe al suo Creatore, e quanta gloria anche a sé stesso? Eppure, ciò che non possono fare le cose create, perché prive di libero arbitrio e perché furono create perché dovevano servire l’uomo, lo può fare l’uomo, perché doveva servire a Dio, sicché tutto il nostro amore era accentrato nell’uomo, e perciò mettemmo tutto il creato a sua disposizione, tutto ordinato intorno a lui, perché l’uomo se ne servisse delle opere nostre come tante scale e vie per venire a Noi, per conoscerci e amarci. Ma qual è il nostro dolore nel vedere l’uomo al disotto delle nostre cose create, anzi, trasformata dal peccato in bruttezza la sua bell’anima data da Noi, non solo non cresciuto nel bene, ma orrido a vedersi? Eppure, come se tutto ciò che fu creato per lui non bastasse al nostro amore, per custodire questo libero arbitrio le facemmo il dono più grande, che superò tutti gli altri doni, cioè, gli demmo la nostra Volontà per preservativo, come antidoto, come preventivo ed aiuto alla sua libera volontà. Sicché la nostra Volontà si mise a sua disposizione per dargli tutti quegli aiuti di cui l’uomo avesse bisogno. Sicché la nostra Volontà le fu data come vita primaria ed atto primo di tutte le sue opere. Dovendo lui crescere in grazia ed in bellezza, aveva bisogno d’una Volontà Suprema che non solo facesse compagnia alla sua umana volontà, ma che si sostituisse all’operato della creatura; ma anche questo gran dono disprezzò e non lo volle conoscere. Vedi dunque come la nostra Volontà entra nella vita primaria della creatura, e fino a tanto che tiene il suo atto primo, la sua vita, la creatura cresce sempre in grazia, in luce, in bellezza, conserva il vincolo dell’atto primo della sua creazione, e Noi riceviamo la gloria di tutte le cose create, perché servono alla nostra Volontà operante nella creatura, scopo unico di tutta la Creazione. Perciò ti raccomando che la nostra Volontà sia per te più che vita, e l’atto primo di tutte le tue azioni”.