(1) Mi stavo tutta fondendo nel Santo Voler Divino, ma mentre ciò facevo sentivo tutta l’amarezza della privazione del mio dolce Gesù, e per quanto quasi abituata a soffrire l’assenza di Lui, però ogni volta che sono priva è sempre nuova la pena. Mi sembra che ogni volta che resto priva della Vita della mia vita, Gesù vi mette un grado di più di dolore, ed io sento più al vivo la pena della sua lontananza. Oh! come è vero che in Gesù sono sempre nuove le pene e nuove le gioie! Ora, mentre mi abbandonavo nella sua Volontà, il mio amabile Gesù è uscito una mano da dentro il mio interno, tutta piena di luce, ma nella sua ci aveva anche la mia, ma tanto immedesimata nella sua, che a stento si scorgeva che invece di una erano due mani trasformate insieme, e Gesù, compassionando la mia estrema amarezza mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la luce della mia Volontà ci trasforma insieme, e vi forma una sola vita, la luce si fa via ed il calore che contiene la luce svuota, consuma tutto ciò che può impedire la immedesimazione con la mia Vita e farne una sola. Perché tanto ti affliggi? Non senti in te questa mia Vita, e non fantastica, ma reale? Quante volte non senti in te la mia Vita operante, altre volte sofferente, ed altre ti riempio tanto che tu sei costretta a perdere il moto, il respiro, le facoltà mentali, e la tua stessa natura perde la sua vita per dar luogo alla mia? E per fare che tu potessi rivivere, sono costretto ad impicciolirmi in te stessa, per farti acquistare il moto naturale e l’uso dei sensi, ma sempre dentro di te rimango, e non vedi che ogniqualvolta mi vedi, è da dentro il tuo interno che mi vedi uscire? Dunque, perché temi che Io ti lasci se tu la senti questa mia Vita in te?”.
(3) Ed io: “Ah! mio Gesù, è vero che sento un’altra vita in me, che opera, che soffre, che si muove, che respira, che si distende in me, ma tanto, che io stessa non so dire ciò che mi succede, molte volte credo di dover morire, ma come quella vita che sento in me s’impiccolisce, ritirandosi dalle braccia, dalla testa, io incomincio di nuovo a rivivere, ma molte volte non ti veggo; ti sento, ma non vedo la tua amabile presenza, ed io temo, e ho quasi paura di quella vita che sento in me, pensando: chi potrà essere colui che tiene tanta padronanza in me, che io mi sento un cencio sotto del suo potere? Non può essere anche un mio nemico? E se mi voglio opporre a ciò che lui vuol fare in me, si fa tanto forte ed imponente, che non mi cede un atto della mia volontà, ed io subito gli cedo la vincita su di me”.
(4) E Gesù: “Figlia mia, solo la mia Volontà tiene questo potere di formarsi una Vita nella creatura. S’intende che l’anima mi abbia dato, chi sa quante volte, prove certe che vuol vivere della mia Volontà, non della sua, perché ogni atto di volontà umana impedisce che si compisse questa mia Vita; ed è questo il più grande prodigio che sa operare la mia Volontà: La mia Vita nella creatura. La sua luce mi prepara il luogo, il suo calore purifica e consuma tutto ciò che potrebbe essere disdicevole alla mia Vita, e mi somministra gli elementi necessari per poter sviluppare la mia Vita; perciò lasciami fare affinché possa compire tutto ciò che ha stabilito la mia Volontà su di te”.