MaM
Messaggio del 21 marzo 1988: Figli cari! Anche oggi vostra madre vi avverte che Satana sta provando a soffocare tutto ciò che c’è di buono in voi. Ma la vostra preghiera non gli consente di riuscirci. Pregando voi riempite tutti i vuoti e così impedite a Satana di entrare nella vostra anima. Pregate, figli cari, e vostra madre pregherà con voi per vincere Satana. Questo è il tempo nel quale tutti noi dobbiamo donare la pace agli altri. Quindi, vi prego, diffondete la pace nelle vostre famiglie, per le strade, dovunque. Sono contenta perché la vostra preghiera è forte e continua.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 17-30 Febbraio 8, 1925 Come ogni anima è una abitazione della Volontà Divina.

(1) Questa mattina il mio dolce Gesù si faceva vedere tanto sofferente, che la povera anima mia si sentiva struggere di compassione. Teneva tutte le membra slogate; piaghe profonde e tanto inasprite, che Gesù gemeva e si contorceva sotto l’acerbità dello spasimo. Si è messo a me vicino come se volesse farmi parte delle sue pene; già solo a guardarlo mi sentivo riflettere in me le sue pene, e Gesù tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non ne posso più; tocca le mie piaghe inasprite per raddolcirle, scocca il tuo bacio d’amore su di esse, affinché il tuo amore mi mitighi lo spasimo che sento. Questo mio stato sì doloroso è il vero ritratto in cui si trova la mia Volontà in mezzo alle creature: sta in mezzo a loro, ma come divisa, perché facendo la loro volontà, non la mia, resta slogata ed impiagata dalle creature, perciò unisci la tua volontà alla mia e dammi un ristoro al mio slogamento”.

(3) Io me l’ho stretto, l’ho baciato le piaghe delle mani; oh! come erano inasprite per tante opere, anche sante, ma che non avevano il loro principio dalla Volontà di Dio; per raddolcirle lo spasimo le stringevo nelle mie mani, e Gesù tutto si faceva fare, anzi lo voleva, e così ho fatto alle altre piaghe, tanto che quasi tutta la mattina si è stato sempre con me. Finalmente, prima di lasciarmi mi ha detto:

(4) “Figlia mia, mi hai raddolcito, mi sento le ossa al posto, ma sai tu chi può raddolcirmi e riunire le mie ossa slogate? Chi fa regnare in sé la mia Volontà. Quando l’anima mette da parte la sua volontà, non dandole neppure un atto di vita, la mia Volontà fa da padrona nell’anima, regna, comanda ed impera, si trova come se stesse a casa sua, cioè come nella mia Patria Celeste, sicché essendo casa mia, padroneggio, dispongo, ci metto del mio, perché come abitazione mia posso mettere quello che voglio per farne ciò che voglio, e ricevo il più grande onore e gloria che la creatura mi può dare. Invece, chi vuol fare la sua volontà, fa lei da padrona, dispone, comanda, e la mia Volontà sta come una povera straniera, non curata, e se occorre disprezzata. Vorrei mettere del mio, ma non posso, perché la volontà umana non mi vuol cedere un posto, anche nelle stesse cose sante vuol fare lei come capo, ed Io niente posso mettere del mio. Come mi trovo male nell’anima che fa regnare la sua volontà! Succede come ad un padre che va a trovare un suo figlio lontano, oppure un amico ad un altro amico: Mentre bussa, si apre la porta, ma si fa restare alla prima stanza, non si prepara il pranzo, non il letto dove farlo dormire, non gli fanno parte né delle loro gioie, né delle loro pene; che affronto! Che dolore per questo padre, oppure amico! Se ha portato tesori per complimentarlo, nulla lascia, e se ne va trafitto nel fondo del suo cuore. Invece un’altro non appena lo vedono, si mettono in festa, preparano il più bel pranzo, il letto più soffice, anzi le danno piena padronanza di tutta la casa e fin di loro stessi; non è questo il più grande onore, amore, rispetto, sudditanza, che si può usare ad un padre o ad un amico? Che cosa non le lasceranno di bello e di buono per compensare tanta liberalità?

(5) Tale è la mia Volontà, viene dal Cielo per abitare nelle anime, ed invece di rendermi padrone, mi tengono come uno straniero e derelitto, ma la mia Volontà non si parte, ad onta che mi tengono da straniero rimango in mezzo a loro aspettando per dar loro i miei beni, le mie grazie e la mia santità”.