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Messaggio del 25 dicembre 2019:Cari figli! Vi porto mio Figlio Gesù perché vi benedica e vi riveli il Suo amore che viene dai cieli. Il vostro cuore brama la pace che diminuisce sempre più sulla terra. Per questo gli uomini sono lontani da Dio, le anime sono ammalate e vanno verso la morte spirituale. Sono con voi, figlioli, per guidarvi su questo cammino di salvezza al quale Dio vi chiama. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 17-6 Luglio 25, 1924 La santità nel Voler Divino dev’essere un’atto continuato. Dio va trovando anime che vogliano vivere nella Divina Volontà, per mettere nelle sue braccia tutte le anime.

(1) Questa mattina il mio dolce Gesù si faceva vedere nel mio interno, in atto di stendere le braccia in forma di croce, ed io restavo distesa insieme con Lui, e poi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, l’ultimo atto della mia Vita fu il distendermi sulla croce e rimanere lì finché morii con le braccia aperte, senza potermi muovere ne oppormi a quello che volevano farmi. Ero Io il vero ritratto, la viva immagine di chi vive non della volontà umana, ma Divina. Quel non potermi muovere ne potermi opporre, quel aver perduto ogni diritto su di Me, la tensione orribile delle mie braccia, quante cose dicevano! E mentre Io perdevo i diritti, gli altri facevano acquisto della mia Vita. Il primo diritto fu della Volontà Suprema, che facendo uso della sua immensità e onniveggenza, prendeva tutte le anime, innocenti e peccatrici, buone e sante, e me le metteva nelle mie braccia distese, affinché le portassi al Cielo, ed Io non rifiutai nessuno, sicché nelle mie braccia la Volontà Divina diede posto a tutti. Onde la Volontà Suprema è un atto continuato, non mai interrotto, e ciò che fa una volta non lo smette mai, e sebbene la mia Umanità è in Cielo e non soggetta a patire, va trovando le anime che non si muovono nella volontà umana, ma nella Divina, né si oppongano a nulla, che perdano ogni proprio diritto, affinché essendo tutto suo il diritto continui il suo atto di mettere nelle braccia di chi si presta a distendersi nel mio Volere tutte le anime, peccatori e santi, innocenti e cattivi, affinché ripeta e continui ciò che fecero le mie braccia distese in croce. Ecco perché mi sono disteso dentro di te, affinché la Suprema Volontà continui il suo atto di portarmi tutti nelle mie braccia.

(3) La santità non è formata d’un atto solo, ma di tanti atti uniti insieme. Un solo atto non forma né santità, né perversità, perché mancando la continuazione degli atti, mancano i colori e le vive tinte della santità, e mancando questi non si può dare un peso e un valore giusto né della santità né della perversità. Sicché quello che fa rifulgere e mette il suggello alla santità sono gli atti buoni continuati. Nessuno può dire che è ricco perché possiede un soldo, ma chi possiede possedimenti estesi, ville, palazzi, ecc., ecc. Così è della santità; e se la santità ha bisogno di tanti atti buoni, sacrifici, eroismo, ma può andare anche soggetta a vuoti, ad intervalli; la santità nel mio Volere non è soggetta a fasi intermittenti, ma deve associarsi a quell’atto continuato del Voler Eterno che mai, mai smette, ma è sempre agente, sempre operante, sempre trionfante, che sempre ama e mai si arresta. Sicché la santità nel mio Volere porta nell’anima l’impronta dell’operato del suo Creatore, qual è il suo amore continuo, la conservazione continua di tutte le cose da Lui create, non mai si cambia, ed è immutabile. Chi è soggetto a mutarsi appartiene alla terra e non al Cielo; il cambiarsi è della volontà umana, non della Divina; interrompere il bene è della creatura, non del Creatore, quindi tutto ciò sarebbe disdicevole alla santità del vivere nel mio Volere, perché essa contiene la divisa, l’immagine della santità del suo Creatore. Perciò sii attenta, lascia tutti i diritti alla Volontà Suprema, ed Io andrò formando in te la santità del vivere nel mio Volere”.