MaM
Messaggio del 25 agosto 2008:Cari figli, anche oggi vi invito alla conversione personale. Siate voi a convertirvi e, con la vostra vita, a testimoniare, amare, perdonare e portare la gioia del Risorto in questo mondo in cui mio Figlio è morto e in cui gli uomini non sentono il bisogno di cercarLo e di scoprirLo nella propria vita. AdorateLo e che la vostra speranza sia speranza per quei cuori che non hanno Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1917

12-8 Maggio 10, 1917 Come col suo respiro, Gesù dà moto e vita a tutte le creature.

(1) Continuando il mio povero stato, secondo il mio solito cercavo di fondermi nel mio dolce Gesù, ma per quanto mi sforzavo mi riusciva inutile, lo stesso Gesù mi distraeva, e sospirando forte mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la creatura non è altro che il mio respiro. Come respiro così do vita a tutto; tutta la vita sta nel respiro, se manca il respiro il cuore più non palpita, il sangue più non circola, le mani restano inerti, la mente si sente morire l’intelligenza, e così di tutto il resto; sicché tutta la vita umana sta nel ricevere e dare questo respiro, ma mentre col mio respiro do vita e moto a tutte le creature, e col mio santo respiro le voglio santificare, amare, abbellire, arricchire, ecc., esse nel darmi il respiro che ricevono mi mandano offese, ribellioni, ingratitudini, bestemmie, sconoscenze, e tutto il resto. Sicché mando il respiro puro e mi viene impuro, lo mando benedicendo e mi viene maledicendo, lo mando tutto amore e mi viene offendendomi fin nell’intimo del mio cuore; ma l’amore mi fa continuare a mandare respiro per mantenere queste macchine di vite umane, altrimenti non funzionerebbero più ed andrebbero a sfascio. Ah! figlia mia, hai sentito come viene mantenuta la vita umana? Dal mio respiro, e quando trovo un’anima che mi ama, com’è dolce il suo respiro, come mi ricrea, mi rinfranco; tra essa e Me si forma un eco d’armonie, che restano distinte dalle altre creature, e saranno distinte anche in Cielo. Figlia mia, non potevo contenere il mio amore, ed ho voluto sfogare con te”.

(3) Così oggi non ho potuto fondermi in Gesù, perché Lui stesso mi ha tenuto occupata nel suo respiro. Quante cose ho compreso, ma non so dirle bene e faccio punto.

12-9 Maggio 12, 1917 Chi dubita dell’amore di Gesù lo contrista.

(1) Non essendo venuto il mio sempre amabile Gesù e stando molto afflitta, mentre pregavo un pensiero è volato nella mia mente: “A te non ti è venuto mai il pensiero che ti potessi perdere?” Veramente non ci penso mai a questo, e sono restata un po’ sorpresa, ma il buon Gesù che mi vigila in tutto, subito si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, queste sono vere stranezze e che contristano molto il mio amore. Se una figlia dice al padre, non ti sono figlia, non mi darai parte della tua eredità, non vuoi darmi il cibo, non vuoi tenermi in casa, e si affligge e ne mena lamenti, che direbbe il povero padre? Stranezze, questa figlia è pazza, e con tutto amore le direbbe: “Ma dimmi, se non sei mia figlia, a chi sei figlia? Come, vivi nel mio stesso tetto, mangi alla stessa tavola, ti vesto dalle mie monete procurate coi miei sudori, sei inferma ti assisto e procuro i mezzi per guarirti, perché dunque dubiti che mi sei figlia?” Con più ragione Io direi a chi dubita del mio amore e che temesse d’andar perduta: “Come, ti do le mie carni in cibo, vivi in tutto del mio, se sei inferma ti guarisco coi sacramenti, sei macchiata ti lavo col mio sangue, posso dire che sono quasi a tua disposizione, e ne dubiti? Vuoi contristarmi? Ed allora dimmi: “Ami tu qualche altro? Riconosci per altro padre qualche altro essere? Chi dice che non mi sei figlia? E se questo non c’è, perché vuoi affliggerti e contristarmi, non bastano le amarezze che mi danno gli altri, vuoi anche tu mettere pene nel mio cuore?”

12-10 Maggio 16, 1917 Effetti delle ore della Passione.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, stavo fondendomi tutta nel mio dolce Gesù, e poi mi riversavo tutta nelle creature, per dare a tutte le creature tutto Gesù; ed il mio amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, ogniqualvolta la creatura si fonde in Me, dà a tutte le creature l’influsso di Vita Divina, ed a seconda che le creature hanno bisogno, ottengono il loro effetto: Chi è debole sente la forza; chi ostinato nella colpa riceve la luce; chi soffre, il conforto; e così di tutto il resto”.

(3) Poi mi son trovata fuori di me stessa, mi trovavo in mezzo a tante anime che mi dicevano, -pareva che fossero anime purganti e santi-, e nominavano una persona di mia conoscenza, morta da non molto, e mi dicevano: “Lui si sente come felice nel vedere che non c’è anima che entri in Purgatorio che non porti l’impronta delle ore della Passione, e corteggiate, aiutate da queste ore, prendono posto in luogo sicuro; e non c’è anima che voli in Paradiso, che non sia accompagnata da queste ore della Passione, queste ore fanno piovere dal Cielo continua rugiada sulla terra, nel Purgatorio e fin nel Cielo”. Nel sentire ciò dicevo tra me: “Forse il mio amato Gesù per mantenere la parola data, che ad ogni parola delle ore della Passione darebbe un’anima, non c’è anima che salva che non si serva di queste ore”.

(4) Dopo son ritornata in me stessa, ed essendo trovato il mio dolce Gesù, l’ho domandato se fosse vero.

(5) E Lui: “Queste ore sono l’ordine dell’universo, e mettono in armonia il Cielo e la terra e mi mantengono di non mandare il mondo a sfascio; sento mettere in circolo il mio sangue, le mie piaghe, il mio amore, e tutto ciò che feci, e scorrono su tutti per salvare tutti. E come le anime fanno queste ore della Passione, mi sento mettere in via il mio sangue, le mie piaghe, le mie ansie di salvare le anime, e sentendomi ripetere la mia Vita. Come possono ottenere le creature alcun bene se non che per mezzo di queste ore? Perché ne dubiti? La cosa non è tua, ma mia, tu sei stata lo sforzato e debole strumento”.

12-11 Giugno 7, 1917 L’anima resta separata da Gesù, quando fa entrare qualche cosa che a Lui non appartiene.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi lamentavo col mio dolce Gesù delle sue privazioni e gli dicevo: “Che amara separazione, separata da Te tutto è finito; sono restata la più infelice creatura che può esistere”. E Gesù interrompendo il mio dire, mi ha detto:

(2)Figlia mia, che separazione vai trovando? Allora l’anima resta separata da Me, quando fa entrare qualche cosa che a Me non appartiene. Perciò Io entro nell’anima, e se trovo la sua volontà mia, i suoi desideri, i suoi affetti, i pensieri, il cuore, tutto mio, Io l’assorbo in Me e vado liquefacendo la sua volontà col fuoco del mio amore con la mia, e ne faccio una sola; liquefaccio i suoi desideri coi miei; gli affetti, i pensieri coi miei, e quando ne ho formato un solo liquido, come celeste rugiada lo riverso su tutta la mia Umanità, la quale, formandosi in tante stille di rugiada per quante offese riceve, mi baciano, mi amano, mi riparano, mi imbalsamano le mie piaghe inasprite. E siccome sto in atto di far bene a tutti, questa rugiada scende a bene di tutte le creature. Se poi trovo nell’anima qualche cosa di estraneo che a Me non appartiene, allora non posso sciogliere il suo nel mio, perché il solo amore è quello che tiene virtù di sciogliersi e farsi uno solo; le cose simili sono quelle che possono scambiarsi insieme, e che hanno lo stesso valore; quindi, se nell’anima c’è il ferro, le spine, le pietre, come si sciolgono? Ed allora ci sono le separazioni, le infelicità. Onde, se nel tuo cuore non è entrato nulla, come posso separarmi?”

12-12 Giugno 14, 1917 Per quanto più l’anima si spoglia da sé, tanto più Gesù la veste di Sé.

(1) Continuando il mio solito stato, stavo pregando il mio amabile Gesù che venisse in me ad amare, a pregare, a riparare, ché io non sapevo far nulla, ed il dolce Gesù, mosso a compassione della mia nullità, è venuto, trattenendosi con me a pregare, amando e riparando insieme con me, e poi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quanto più l’anima si spoglia da sé, tanto più la vesto di Me; quanto più crede che può far nulla, tanto più agisco Io in lei ed opero tutto; mi sento mettere in atto dalla creatura tutto il mio amore, le mie preghiere, le mie riparazioni, ecc., e per fare onore a Me stesso, sento che cosa vuol fare: Amare? Vado da lei ed amo insieme. Vuol pregare? Prego insieme. Insomma, il suo spogliamento ed il suo amore, che è mio, mi legano e mi costringono a fare insieme ciò che vuol fare, ed Io do all’anima il merito del mio amore, delle mie preghiere e riparazioni, e con sommo mio contento mi sento ripetere la mia Vita e fo scendere a bene di tutti gli effetti del mio operato, perché non è della creatura che è nascosta in Me, ma mio”.

12-13 Luglio 4, 1917 Tutte le pene delle creature furono sofferte prima da Gesù. Chi fa la Divina Volontà, sta insieme con Gesù nel tabernacolo.

(1) Continuando il mio solito stato, io mi sentivo un po’ sofferente, ed il mio adorabile Gesù, nel venire si è messo di fronte a me, e pareva che tra me e Gesù vi erano tanti fili elettrici di comunicazione, e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, ogni pena che l’anima soffre è una comunicazione di più che l’anima acquista, perché tutte le pene che la creatura può soffrire, furono sofferte prima da Me nella mia Umanità, e presero posto nell’ordine divino; e siccome la creatura non può soffrirle tutte insieme, la mia bontà le comunica a poco a poco, e come le comunica, così crescono le catene d’unione con Me, e non solo le pene, ma tutto ciò che la creatura può fare di bene, così i vincoli di concatenamento si svolgono tra Me e lei”.

(3) Un altro giorno pensavo tra me al bene che le altre anime hanno di starsi innanzi al Santissimo Sacramento, mentre io, poveretta, ne ero priva, ed il benedetto Gesù mi ha detto:

(4) “Figlia mia, chi fa la mia Volontà sta insieme con Me nel tabernacolo, e prende parte alle mie pene, alle freddezze, alle irriverenze, a tutto, che le stesse anime fanno alla mia presenza Sacramentale. Chi fa la mia Volontà deve primeggiare in tutto, l’è riservato sempre il posto d’onore, quindi, chi riceve più bene, chi sta davanti a Me, o chi sta con Me? Per chi fa la mia Volontà non tollero neppure un passo di distanza tra Me e lei, non divisione di pene o di gioie; forse la terrò in croce, ma sempre con Me. Ecco perciò ti voglio sempre nel mio Volere, per darti il primo posto sul mio cuore Sacramentato; voglio sentire il tuo cuore palpitante nel mio, con lo stesso mio amore e dolore; voglio sentire il tuo volere nel mio, che moltiplicandosi in tutti mi dia con un solo atto le riparazioni di tutti e l’amore di tutti; ed il mio Volere nel tuo, che facendo mia la tua povera umanità, la eleva innanzi alla Maestà del Padre come mia vittima continuata”.

12-14 Luglio 7, 1917 Per chi fa la Volontà di Dio, tutto è presente.

(1) Stavo fondendomi nel mio dolce Gesù, ma mi vedevo tanto misera che non sapevo che dargli, ed il sempre amabile Gesù, per consolarmi, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, per chi fa la mia Volontà non esiste passato e futuro, ma tutto è in atto presente, e siccome tutto ciò che feci e soffrii sta tutto in atto presente, sicché se voglio dare so ddisfazione al Padre, o fare bene alle creature, posso farlo come se in atto stessi soffrendo ed operando. Così ciò che può soffrire o fare la creatura nella mia Volontà, immedesima già nelle mie pene e nelle mie opere, e se ne fanno una sola. E l’anima quando vuol darmi un attestato d’amore con le sue pene, può prendere le pene sofferte altre volte, che stanno in atto, e darmele per replicare il suo amore, le sue soddisfazioni verso di Me, ed Io nel vedere l’industria della creatura, che mette come al banco per moltiplicare i suoi atti e riscuoterne l’interesse per darmi amore e soddisfazioni, per arricchirla maggiormente e non farmi vincere in amore, le darò le mie pene, le mie opere moltiplicate, per darle amore e farmi amare”.

12-15 Luglio 18, 1917 L’anima che vive nella Divina Volontà, vive in Gesù, ed a sue spese.

(1) Continuando il mio solito stato, cercavo di riversarmi tutta nel santo Voler di Gesù, e lo pregavo che Lui si riversasse tutto in me, in modo da non sentire più me stessa, ma tutto Gesù; ed il benedetto Gesù è venuto e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quando l’anima vive della mia Volontà, e tutto ciò che fa lo fa nel mio Volere, Io me la sento dappertutto, me la sento nella mente, i suoi pensieri scorrono nei miei, e come Io diffondo la vita dell’intelligenza nelle creature, essa si diffonde insieme con Me nelle menti delle creature, e come mi vede offendere, essa sente il mio dolore; me la sento nel mio palpito, anzi vi sento un palpito in due nel mio cuore, e come il mio amore si riversa nelle creature, essa si riversa insieme con Me, ed ama con Me, e se non sono amato essa mi ama per tutti, per contraccambiarmi nell’amore, e mi consola; nei miei desideri sento il desiderio dell’anima che vive del mio Volere; nelle opere sento le sue, in tutto; sicché può dire che vive di Me, a mie spese”.

(3) Ed io: “Amor mio, Tu fai tutto da Te stesso, e non hai bisogno della creatura, perché dunque ami tanto che la creatura viva nel tuo e del tuo Volere?”

(4) E Gesù: “Certo che di nulla faccio bisogno e fo tutto da Me stesso, ma l’amore per aver vita vuole il suo sfogo. Supponi un sole che non ha bisogno di luce, è sufficiente per sé e per altri; ma pure, stando altre piccole luci, ad onta che non ha bisogno, le vuole in sé come compagnia, per sfogarsi, e per ingrandire le piccole luci; quale torto non farebbero le piccole luci se si rifiutassero? Ah! figlia mia, la volontà quando è sola è sempre sterile; l’amore isolato languisce e si spegne, ed Io amo tanto la creatura, che la voglio unita con la mia Volontà, per renderla feconda, per darle vita d’amore; ed Io trovo il mio sfogo, perché solo per sfogarmi nell’amore ho creato la creatura, non per altro, e perciò questo è tutto il mio impegno”.

12-16 Luglio 25, 1917 Gesù purifica l’anima per ammetterla a vivere nella sua Volontà.

(1) Continuando il mio solito stato mi lamentavo con Gesù, ed insieme lo pregavo che facesse fine ai tanti castighi, e Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, ti lamenti? Eppure è nulla ancora, verranno i grandi castighi, la creatura si è resa insoffribile, sotto i colpi si ribella di più, anzi non vuole conoscere la mia mano che colpisce, non ho che altri mezzi da usare che sterminarla, così potrò togliere tante vite che appestano la terra e mi uccidono la crescente generazione, quindi non aspettare fine per ora, ma piuttosto altri mali peggiori, non ci sarà parte della terra che non sarà inzuppata di sangue”.

(3) Io nel sentire ciò mi sentivo lacerare il cuore, e Gesù volendomi sollevare mi ha detto:

(4) “Figlia mia, vieni nella mia Volontà per fare ciò che faccio Io, e nel mio Volere potrai correre a bene di tutte le creature, e da dentro il sangue dove nuotano potrai salvarle con la potenza del mio Volere, in modo che me le porterai lavate dal proprio sangue, col tocco della mia Volontà”.

(5) Ed io: “Vita mia, sono tanto cattiva, come posso fare ciò?”

(6) E Gesù: “Tu devi sapere che l’atto più nobile, più sublime, più grande, più eroico, è fare la mia Volontà ed operare nel mio Volere, quindi, a quest’atto che nessun altro potrà eguagliare, Io faccio pompa di tutto il mio amore e generosità, e non appena l’anima si decide a farlo, Io, per darle l’onore di tenerla nel mio Volere, nell’atto che i due voleri s’incontrano per fondersi l’uno nell’altro e farne uno solo, se è macchiata la purifico, e se le spine della natura umana la involgono, le frantumo; e se qualche chiodo la trafiggesse, cioè il peccato, Io lo spolverizzo, perché niente può entrare di male nella mia Volontà; anzi, tutti i miei attributi la investono e cambiano la debolezza in fortezza, l’ignoranza in sapienza, la miseria in ricchezza, e così di tutto il resto. Negli altri atti rimane sempre qualche cosa di sé, ma in questi rimane spogliata di tutta sé stessa, ed Io la riempio tutta di Me”.

12-17 Agosto 6, 1917 La Divina Volontà rende l’anima felice anche in mezzo alle più grandi procelle.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù è venuto, e stando io molto afflitta per le continue minacce di peggiori castighi, e per le sue privazioni, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, sollevati, non ti abbattere troppo, la mia Volontà rende l’anima felice anche in mezzo alle più grandi procelle, anzi si solleva tanto in alto, che le procelle non la possono toccare, sebbene le vede e le sente. Il luogo dove ella dimora non è soggetto a tempeste, ma è sempre sereno e sole ridente, perché la sua origine è in Cielo, la sua nobiltà è divina, la sua santità è in Dio, dove è custodita da Dio stesso, perché geloso della santità di quest’anima che vive del mio Volere, la custodisco nel più intimo del cuore e dico: “Nessuno me la tocchi, perché il mio Volere è intangibile, è sacro, e tutti devono far onore al mio Volere”.