(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi lamentavo col mio dolce Gesù delle sue privazioni e gli dicevo: “Che amara separazione, separata da Te tutto è finito; sono restata la più infelice creatura che può esistere”. E Gesù interrompendo il mio dire, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, che separazione vai trovando? Allora l’anima resta separata da Me, quando fa entrare qualche cosa che a Me non appartiene. Perciò Io entro nell’anima, e se trovo la sua volontà mia, i suoi desideri, i suoi affetti, i pensieri, il cuore, tutto mio, Io l’assorbo in Me e vado liquefacendo la sua volontà col fuoco del mio amore con la mia, e ne faccio una sola; liquefaccio i suoi desideri coi miei; gli affetti, i pensieri coi miei, e quando ne ho formato un solo liquido, come celeste rugiada lo riverso su tutta la mia Umanità, la quale, formandosi in tante stille di rugiada per quante offese riceve, mi baciano, mi amano, mi riparano, mi imbalsamano le mie piaghe inasprite. E siccome sto in atto di far bene a tutti, questa rugiada scende a bene di tutte le creature. Se poi trovo nell’anima qualche cosa di estraneo che a Me non appartiene, allora non posso sciogliere il suo nel mio, perché il solo amore è quello che tiene virtù di sciogliersi e farsi uno solo; le cose simili sono quelle che possono scambiarsi insieme, e che hanno lo stesso valore; quindi, se nell’anima c’è il ferro, le spine, le pietre, come si sciolgono? Ed allora ci sono le separazioni, le infelicità. Onde, se nel tuo cuore non è entrato nulla, come posso separarmi?”