(1) Continuando il mio solito stato, stavo pregando il mio amabile Gesù che venisse in me ad amare, a pregare, a riparare, ché io non sapevo far nulla, ed il dolce Gesù, mosso a compassione della mia nullità, è venuto, trattenendosi con me a pregare, amando e riparando insieme con me, e poi mi ha detto:
(2) “Figlia mia, quanto più l’anima si spoglia da sé, tanto più la vesto di Me; quanto più crede che può far nulla, tanto più agisco Io in lei ed opero tutto; mi sento mettere in atto dalla creatura tutto il mio amore, le mie preghiere, le mie riparazioni, ecc., e per fare onore a Me stesso, sento che cosa vuol fare: Amare? Vado da lei ed amo insieme. Vuol pregare? Prego insieme. Insomma, il suo spogliamento ed il suo amore, che è mio, mi legano e mi costringono a fare insieme ciò che vuol fare, ed Io do all’anima il merito del mio amore, delle mie preghiere e riparazioni, e con sommo mio contento mi sento ripetere la mia Vita e fo scendere a bene di tutti gli effetti del mio operato, perché non è della creatura che è nascosta in Me, ma mio”.