MaM
Messaggio del 25 febbraio 2011:Cari figli, la natura si risveglia e sugli alberi si vedono le prime gemme che porteranno un bellissimo fiore e frutto. Desidero che anche voi, figlioli, lavoriate sulla vostra conversione e che siate coloro che testimoniano con la propria vita, così che il vostro esempio sia il segno e l’esortazione alla conversione per gli altri. Io sono con voi e davanti a mio Figlio Gesù intercedo per la vostra conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1916

11-124 Maggio 25, 1916 Lavoro di Gesù nell’anima. Com’è necessaria la corrispondenza per poter produrre frutti pingui.

(1) Continuando il mio solito stato, me ne stavo tutta afflitta, specie che nei giorni passati il benedetto Gesù mi aveva fatto vedere come se soldati stranieri invadessero l’Italia, e la grande carneficina dei nostri soldati, i laghi di sangue cui Gesù stesso aveva orrore di guardare. Il mio povero cuore me lo sentivo scoppiare per il dolore e dicevo a Gesù: “Salva i miei fratelli, le tue immagini, da dentro questo lago di sangue, non permettere che nessun anima piombi nell’inferno”. E vedendo che la Divina Giustizia accenderà di più il suo furore contro le povere creature, io mi sentivo morire, e Gesù quasi per distrarmi da queste scene così strazianti mi ha detto:

(2) “Figlia mia, è tanto l’amore con cui amo le anime, che non appena l’anima si decide di darsi a Me, Io la circondo di tanta grazia, la carezzo, la commuovo, la raccolgo, la doto di grazie sensibili, di fervori, d’ispirazioni, di strette al cuore; onde, l’anima vedendosi così aggraziata incomincia ad amarmi, fa come un fondo nel suo cuore di preghiere, di pie pratiche, si decide d’esercitarsi nelle virtù, tutto ciò forma un prato fiorito nell’anima, ma il mio Amore non è contento dei soli fiori, vuole dei frutti e perciò incomincia a far cadere i fiori, cioè, la spoglia dell’amore sensibile, del fervore e di tutto il resto per far nascere i frutti. Se l’anima è fedele, continua le sue pie pratiche, le sue virtù, non prende gusto a nessun’altra cosa umana, non si prende pensiero di sé ma solo di Me, con la confidenza in Me metterà il sapore ai frutti, con la fedeltà farà stagionare i frutti, e col coraggio, tolleranza e tranquillità, cresceranno e saranno frutti pingui, ed Io, il celeste agricoltore coglierò questi frutti e ne farò mio cibo, e pianterò un altro prato più bello e più fiorito, in cui nasceranno frutti eroici, da strappare dal mio cuore grazie inaudite. Se poi è infedele, sconfidente, si agita, prende gusto alle cose umane, ecc., questi frutti saranno acerbi, scipiti, amari, infangati, che serviranno ad amareggiarmi e a farmi ritirare dall’anima”.

11-125 Giugno 4, 1916 Versa le sue amarezze nell’anima, e sopra dei popoli.

(1) Questa mattina, il mio sempre amabile Gesù pare che è venuto, io me l’ho stretto al cuore, e Gesù mi ha dato un bacio; ma mentre mi baciava mi sono sentita scorrere dalla sua bocca nella mia un liquido amarissimo. Io sono rimasta meravigliata nel vedere che senza pregarlo, il dolce Gesù versava le sue amarezze in me, mentre altre volte lo avevo tanto pregato e non me lo ha concesso. Onde, quando mi sono riempita di quel liquido amarissimo, Gesù continuava a versare, e scorreva da fuori, andava per terra, e versava ancora, in modo da farsi intorno a me e al benedetto Gesù un lago di quel liquido amarissimo. Onde, come se si fosse un po’ sollevato mi ha detto:

(2) “Figlia, hai visto quante amarezze mi danno le creature? Tanto, che non potendole più contenere ho voluto versarle in te, ma neppure tu hai potuto contenerle, e quindi sono andate per terra e si riverseranno sopra dei popoli”.

(3) E mentre ciò diceva, segnava i vari punti e paesi che dovevano essere colpiti dalle invasioni di gente straniera, e quindi chi fuggiva, chi restava nudo e digiuno, chi sbandito, chi ucciso, dovunque orrore e spavento. Gesù stesso voleva ritirare lo sguardo da tanta tragedia. Io, spaventata e terrorizzata volevo impedire Gesù che ciò facesse, ma pareva irremovibile e mi ha detto:

(4) “Figlia mia, sono le stesse loro amarezze che la Divina Giustizia versa sui popoli. Ho voluto versarle prima in te per risparmiare qualche punto per contentarti, e il sopravanzo l’ho versato su di loro, la mia Giustizia ne vuole la soddisfazione”.

(5) Ed io: “Amor mio e vita mia, io non me ne intendo di giustizia; se ti prego è di misericordia, faccio appello al tuo amore, alle tue piaghe, al tuo sangue; e poi, sono sempre i figli tuoi, le tue care immagini. Poveri miei fratelli, come faranno? In quali strettezze saranno messi? Per contentarmi mi dici che hai versato in me, ma sonno troppo pochi i punti che risparmi”.

(6) E Lui: “Anzi è troppo, e perché ti amo, altrimenti non avrei risparmiato nulla. E poi, non hai visto tu stessa che non potevi contenerlo di più? “.

(7) Ed io ho scoppiato in pianto, e ho soggiunto: “Eppure mi dici che mi ami, e dov’è questo bene che mi vuoi? Il vero amore sa contentare in tutto la persona amata, e poi perché non mi allarghi di più per poter contenere più amarezze e risparmiare i miei fratelli? ”

(8) Gesù ha pianto insieme ed è scomparso.

11-126 Giugno 15, 1916 Nel Divin Volere tutto è completo. Le preghiere più potenti sul cuore di Gesù e che più lo inteneriscono, è vestirsi di tutto ciò che operò e patì Lui stesso.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù è venuto, mi ha trasformata tutta in Lui e poi mi ha detto:

(2) “Figlia, riversati nel mio Volere per farmi riparazioni complete, il mio Amore ne sente un irresistibile bisogno; a tante offese delle creature vuole una almeno, che frapponendosi tra Me e loro mi dia riparazioni complete, amore per tutti, e strappi da Me grazie per tutti, e questo lo puoi fare solo nel mio Volere, dove troverai Me e tutte le creature. Oh! con quale ansie sto aspettando che entri nel mio Volere, per poter trovare in te i compiacimenti e le riparazioni di tutti, e solo nel mio Volere troverai tutte le cose in atto, perché Io sono motore, attore e spettatore di tutto”.

(3) Ora, mentre ciò diceva, mi sono riversata nel suo Volere, ma chi può dire ciò che vedevo? Mi trovavo a contatto d’ogni pensiero di creatura, la cui vita veniva da Dio, di ciascun pensiero, ed io nel suo Volere mi moltiplicavo in ciascun pensiero, e con la santità del suo Volere riparavo tutto, avevo un grazie per tutti, un’amore per tutti, e così mi moltiplicavo nei sguardi, nelle parole e di tutto il resto, ma chi può dire come ciò succedeva? Mi mancano i vocaboli, e forse le stesse lingue angeliche sarebbero balbuzienti, perciò faccio punto.

(4) Onde, me la sono passata tutta la notte con Gesù nel suo Volere, dopo mi sono sentita la Regina Mamma vicina e mi ha detto:

(5) “Figlia mia, prega”.

(6) Ed io: “Mamma mia, preghiamo insieme, che da sola non so pregare”.

(7) E Lei ha soggiunto: “Le preghiere più potenti sul cuore di mio Figlio e che più lo inteneriscono, è vestirsi la creatura di tutto ciò che operò e patì Lui stesso, avendone fatto dono di tutto alla creatura. Quindi figlia mia, cingi la tua testa delle spine di Gesù, imperla i tuoi occhi delle sue lacrime, impregna la tua lingua della sua amarezza, vesti la tua anima del suo sangue, adornati delle sue piaghe, trafiggi le tue mani e piedi coi suoi chiodi, e come un’altro Cristo presentati innanzi alla sua Divina Maestà, questo spettacolo lo commoverà in modo che non saprà rifiutare nulla all’anima vestita delle sue stesse divise, ma oh! quanto le creature sanno poco servirsi dei doni che mio Figlio gli ha dato! Queste erano le mie preghiere sulla terra, e queste sono nel Cielo”

(8) Onde, insieme ci abbiamo vestito delle divise di Gesù, ed insieme ci siamo presentate innanzi al trono divino, cosa che commoveva tutti, gli angeli ci facevano largo e restavano come sorpresi”. Io ho ringraziato la Mamma e mi sono trovata in me stessa.

11-127 Agosto 3, 1916 Ogni atto che fa la creatura è un paradiso di più che acquista per il Cielo.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio amabile Gesù si fa vedere alla sfuggita, oppure dice qualche parole e fugge, oppure si nasconde nel mio interno. Ricordo che un giorno mi disse:

(2) “Figlia mia, Io sono il centro e tutta la Creazione riceve vita da questo centro, sicché Io sono vita d’ogni pensiero, d’ogni parola, d’ogni azione, di tutto, e le creature se ne servono di questa vita che le do per prendere occasione d’offendermi, Io do vita, e se potrebbero mi darebbero morte”.

(3) Ricordo pure che pregandolo che risparmiasse i flagelli, mi disse:

(4) “Figlia, credi tu che son’Io che voglio flagellarli? Ah no! anzi, è tanto l’amore, che tutta la mia Vita la consumai nel rifare ciò che era obbligato l’uomo alla Maestà Suprema, e siccome i miei atti erano divini, li moltiplicai in tanti, da rifare per tutti e per ciascuno, in modo da riempire Cielo e terra, da mettere a difeso l’uomo, per fare che la Giustizia non potesse colpirlo, ma l’uomo col peccato rompe questa difesa, e rotta la difesa i flagelli colpiscono l’uomo”.

(5) Ma chi può dire tutte le piccole cose che mi ha detto? Onde, questa mattina io pregavo e mi lamentavo con Gesù ché non mi esaudiva, specie che non finisce di castigare, e gli dicevo: “A che pro pregare, se non volete esaudirmi? Anzi dite che i mali peggioreranno”.

(6) E Lui: “Figlia mia, il bene è sempre bene, anzi devi sapere che ogni preghiera, ogni riparazione, ogni atto d’amore, qualunque cosa santa che fa la creatura è un paradiso di più che si acquista, sicché l’atto più semplice, santo, sarà un paradiso di più; un atto di meno, un paradiso di meno, perché ogni atto buono viene da Dio, e quindi l’anima in ogni atto buono prende Dio, siccome Dio contiene gaudi infiniti, innumerevoli, eterni, immensi, tanti, che gli stessi beati per tutta l’eternità non giungeranno a gustarli tutti, quindi non è maraviglia che ogni atto buono, prendendo Dio, Dio resta come compromesso di sostituirli in altrettanti contenti. Onde se l’anima soffre, anche le distrazioni per amor mio, in Cielo la intelligenza avrà più luce e gusterà tanti paradisi di più per quante volte ha sacrificato la sua intelligenza, e tanto più comprenderà di più Iddio. Se per amor mio soffre la freddezza, tanti paradisi gusterà della varietà dei contenti che ci sono nel mio Amore; se l’oscurità, tanti contenti di più nella mia luce inaccessibile, e così di tutto il resto, ecco che significa una prece in più o in meno”.

11-128 Agosto 6, 1916 Bisogno di Gesù che si moltiplichino le anime che vivano del Divin Volere.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio dolce Gesù appena e alla sfuggita è venuto e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il mio Amore sente un irresistibile bisogno che si moltiplichino le anime che vivono del mio Volere, perché queste sono i luoghi dei miei ritrovi. Il mio Amore vuol fare bene a tutti, ma le colpe m’impediscono di versare su di loro i miei benefizi, perciò vado trovando questi ritrovi, ed in questi non sono impedito di versare le mie grazie, e a mezzo di queste prendono parte i paesi, le persone che le circondano, perciò quanti più ritrovi tengo sulla terra, tanto più sfogo tiene il mio Amore e più si versa in benefizi a pro della umanità”.

11-129 Agosto 10, 1916 Come nella Volontà di Dio le nostre pene si trovano insieme con quelle di Gesù.

(1) Continuando il mio solito stato, mi sentivo amareggiata per la privazione del mio amabile Gesù, e mi lamentavo con Lui ché ogni privazione che mi faceva era una morte che mi dava, e morte crudele, che mentre si sente la morte non si può morire, e dicevo: “Come hai cuore di darmi tante morti? ” E Gesù alla sfuggita mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non ti abbattere, la mia Umanità stando sulla terra conteneva tutte le vite delle creature, e tutte da Me uscivano queste vite, ma quante non ritornavano in Me perché morivano e si seppellivano nell’inferno, ed Io sentivo la morte di ciascuno che straziava la mia Umanità. Queste morti furono la pena più dolorosa e crudele di tutta la mia Vita, fino all’ultimo respiro. Figlia mia, non vuoi prendere parte alle mie pene? La morte che senti della mia privazione, non è altro che un’ombra delle pene delle morti che sentii della perdita delle anime, perciò dalla a Me per raddolcire le tante morti crudeli che subì la mia Umanità, questa pena falla scorrere nella mia Volontà e vi troverai la mia, e unendosi insieme correrà a bene di tutti, specie per quelli che stanno per cadere nell’abisso; se la terrai per te, si formeranno delle nuvole tra Me e te, e la corrente del mio Volere verrà spezzata tra te e Me, le tue pene non troveranno le mie, e no ti potrai diffondere a bene di tutti, e vi sentirai tutto il peso. Invece, se tutto ciò che potrai soffrire, pensi come farlo scorrere nel mio Volere, per te non si saranno nuvole, e le stesse pene ti porteranno luce e apriranno nuove correnti di unione, d’amore e di grazie”.

11-130 Agosto 12, 1916 Gloria delle anime che vivranno nel Voler Divino nella terra.

(1) Stavo fondendomi nel Santissimo Volere, ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, solo per chi vive nel mio Volere mi sento come corrisposto della Creazione, della Redenzione e Santificazione, e mi glorifica in modo come la creatura deve glorificarmi, perciò queste anime saranno le gemme del mio trono e prenderanno in loro tutti i contenti, la gloria che ciascun beato terrà per sé solo, queste anime staranno come regine intorno al mio trono, e tutti i beati le stanno intorno, e siccome i beati saranno tanti soli che splenderanno nella Celeste Gerusalemme, le anime che hanno vissuto nel mio Volere splenderanno nel mio stesso Sole, saranno come circonfuse col mio Sole, e vedranno i beati queste anime da dentro Me stesso, essendo giusto che avendo vissuto in terra unite con Me, col mio Volere, non avendo vissuto vita propria, è ben giusto che in Cielo abbiano posto distinto da tutti gli altri, e continuino in Cielo la vita che menarono in terra, tutte trasformate in Me e inabissate nel pelago dei miei contenti”.

11-131 Settembre 8, 1916 Per quanto tempo l’anima sta nella Divina Volontà, tanto di Vita Divina può dire che fa sulla terra. Gli atti nella Divina Volontà sono gli atti più semplici, ma perché semplici si comunicano a tutti.

(1) Questa mattina dopo la comunione, sentivo che il mio amabile Gesù in modo speciale mi assorbiva tutta nel suo Volere, ed io nuotavo dentro di Esso, ma chi può dire ciò che provavo? Non ho parole per esprimermi, e Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, per quanto tempo l’anima sta nella mia Volontà, tanto di Vita Divina può dire che fa sulla terra. Come mi piace quando vedo che l’anima entra nella mia Volontà per farvi Vita Divina! Mi piace molto vedere le anime che ripetono nella mia Volontà ciò che faceva la mia Umanità in Essa! Io feci la comunione, ricevetti Me stesso nella Volontà del Padre, e con ciò non solo riparavo tutto, ma trovando nella Divina Volontà l’immensità, l’onniveggenza di tutto e di tutti, quindi abbracciavo tutti, comunicavo tutti e vedendo che molti non avrebbero preso parte al Sacramento ed il Padre offeso ché non volevano ricevere la Vita, Io davo al Padre la soddisfazione, la gloria come se tutti avessero fatto la comunione, dando al Padre per ciascuno la soddisfazione e la gloria d’una Vita Divina. Anche tu fa’ la comunione nella mia Volontà, ripeti ciò che feci Io, e così non solo riparerai tutto, darai Me stesso a tutti com’Io intendevo di darmi a tutti, e mi darai la gloria come se tutti si fossero comunicati. Il mio cuore si sente intenerito nel vedere che la creatura non potendo darmi nulla da sé che sia degno di Me, prende le cose mie, le fa sue, imita come le ho fatto Io, e per piacermi me le dà, ed Io nel mio compiacimento vo ripetendo: “Bravo alla figlia mia, hai fatto proprio ciò che facevo Io”.

(3) Poi ha soggiunto: “Gli atti nella mia Volontà sono gli atti più semplici, ma perché semplici si comunicano a tutti. La luce del sole perch’è semplice è luce d’ogni occhio, ma il sole è uno; un atto solo nella mia Volontà, come luce semplicissima si diffonde in ogni cuore, in ogni opera, in tutti, ma l’atto è uno; il mio stesso Essere, perch’è semplicissimo è un atto solo, ma un atto che contiene tutto, non ha piedi ed è il passo di tutti, non occhio ed è occhio e luce di tutti, dà vita a tutto, ma senza sforzo, senza fatica, ma dà l’atto d’operare a tutti, onde l’anima nella mia Volontà si semplicifica ed insieme con Me si moltiplica in tutti, fa bene a tutti. Oh! se tutti comprendessero il valore immenso degli atti, anche i più piccoli fatti nella mia Volontà, nessun’atto si farebbero sfuggire”.

11-132 Ottobre 2, 1916 Effetti della comunione nella Divina Volontà.

(1) Questa mattina ho fatto la comunione come Gesù mi aveva insegnato, cioè, unita con la sua Umanità, Divinità e Volontà sua, e Gesù venendo si ha fatto vedere, ed io l’ho baciato e stretto al mio cuore, e Lui mi ha restituito il bacio, l’abbraccio, e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come ne sono contento che sei venuta a ricevermi unita con la mia Umanità, Divinità e Volontà! Mi hai rinnovato tutto il contento che ricevetti quando comunicai Me stesso, e mentre tu mi baciavi, mi abbracciavi, stando in te tutto Me stesso, contenevi tutte le creature, ed Io mi sentivo darmi il bacio di tutti, gli abbracci di tutti, perché questa era la tua volontà, qual’era la mia nel comunicarmi, di rifare il Padre di tutto l’amore delle creature, ad onta che molti non l’amerebbero, ed il Padre si rifaceva in Me dell’amor loro, ed Io mi rifaccio in te dell’amore di tutte le creature, e avendo trovato nella mia Volontà chi mi ama, mi ripara, ecc., a nome di tutti, perché nella mia Volontà non c’è cosa che l’anima non possa darmi, mi sento d’amare le creature ad onta che mi offendano, e vo inventando stratagemmi d’amore intorno ai cuori più duri per convertirli, solo per amore di queste anime che fanno tutto nel mio Volere, Io mi sento come incatenato, rapito, e concedo loro i prodigi delle più grandi conversioni”.

11-133 Ottobre 13, 1916 Come gli angeli stanno intorno all’anima che fa le ore della Passione. Queste ore sono i piccoli sorsi dolci che le anime danno a Gesù.

(1) Stavo facendo le ore della Passione, ed il benedetto Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, nel corso della mia Vita mortale, migliaia e migliaia di angeli corteggiavano la mia Umanità e raccoglievano tutto ciò che facevo, i passi, le opere, le parole, anche i sospiri, le pene, le gocce del mio sangue, in somma, tutto, erano angioli deputati alla mia custodia, a rendermi onore, ubbidienti a tutti i miei cenni, salivano e scendevano dal Cielo per portare al Padre ciò che Io facevo. Ora, questi angioli hanno un ufficio speciale, e come l’anima fa memoria della mia Vita, della Passione, del mio sangue, delle mie piaghe, delle mie preghiere, si fanno intorno a quest’anima e raccolgono le sue parole, le sue preghiere e compatimenti che mi fanno, le lacrime, le offerte, le uniscono alle mie e le portano innanzi alla mia Maestà per rinnovarmi la gloria della mia stessa Vita, è tanto il compiacimento degli angioli, che riverenti stanno a sentire ciò che dice l’anima, e pregano insieme con lei, perciò con quale attenzione e rispetto l’anima deve fare queste ore, pensando che gli angioli pendono dalle sue labbra per ripetere appresso a lei ciò che essa dice”.

(3) Poi ha soggiunto: “Alle tante amarezze che le creature mi danno, queste ore sono i piccoli sorsi dolci che le anime mi danno, ma ai tanti sorsi amari che ricevo, sono troppi pochi i dolci, perciò più diffusione, più diffusione”.